FR e AM nel Biellese e VCO (Novembre 07) - Info e appuntamenti

Happykiller

Biker pazzescus
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Rileggete a pagina 6 :omero:


http://maps.google.it/maps?f=d&hl=i...,8.578091&spn=0.082052,0.160675&t=h&z=13&om=0
Una macchina lasciata a Trobaso, con un'altra si sale a Il Colle in 20 minuti.

Poi seguite su questa mappa le seguenti indicazioni: Il Colle – Passo Folungo – Monte Zeda – Pizzo Marona – si aggira a est la Cima Cugnacorta – Colle della Forcola – Rifugio del Pian Cavallone – Pian Cavallone – si aggira ad est il Pizzo Pernice – giro della Testa Cremisello – Capp. Fina – A. Grandi – A. della Chiesa - Motta d’Aurelio – Runchio – Cresta – Alla Piana – Unchio – Trobaso. :-?


Appena va via la neve (lì è tutto espostissimo a sud e sud-est), credo sia bellamente suicida fare questo giro.
Chi mi accompagna?
Fabius? Tetta? Ronzinante?

EDIT:
Ho trovato http://www.extrememtb.ch/montagne/marona.htm la descrizione della salita e discesa dal Pizzo Marona... della salita non ci interessa... e nella discesa dobbiamo considerare solo...
Verbania - Miazzina - Cappella Fina - Pian Cavallone - I Balmitt - Forcola - Cima Cugnacorta - Pizzo Marona - Forcola - Pian Cavallone - Gabbio - Intragna - Verbania

La Marona è una delle mete escursionistiche più ambite del Parco Nazionale della Val Grande. La salita è lunga e dura, e presenta anche alcuni passaggi pericolosi assicurati da catene di antica memoria. Quassù si viene a contatto con l'abisso; non solo l'abisso fisico degli strapiombi rocciosi, ma anche l'abisso interiore evocato dalle nebbie, dalle aspre pietraie, dal vento che ansima e poi s'infuria, senza regole. Voragini interiori testimoniate dai toponimi della Marona: il Passo del Diavolo e la Scala Santa rimandano ad antiche leggende di precipizi e patti demoniaci.
Decido di salirci in MTB, ma senza cullare illusioni di ciclabilità. Fino a Pian Cavallone incontro lunghi tratti pedalabili, poi mi scontro con i Balmitt e l'imponente massa della Cugnacorta, e la MTB finisce definitivamente sulle mie spalle. Vago tra la nebbia, su e giù tra i rododendri, cercando passaggi tra le rocce e i scivolosi pratoni, e ritrovo i luoghi e le sensazioni delle leggende. Arrivo infine alla vetta seguendo il sentiero, che quassù è l'unica via sicura.
Anche la discesa è, almeno per la prima parte, rigorosamente pedonale. Poi, superati i passaggi più impegnativi, posso cominciare a pensare di affrontare alcuni tratti in sella, con arditi equilibrismi e senza comunque mai poter lasciar correre la MTB. Da Pian Cavallone la discesa si fa più interessante. Scendo verso est, lungo la mulattiera che taglia Il Pizzo in diagonale e cha passa per Sunfai, poi a Gabbio incontro l'asfalto. Il resto della discesa è un attimo, e già ho nostalgia delle leggende...
Poi si fa sentieri fino a valle... niente asfalto.. eccheè?


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scalasanta.jpg
La salita al Pizzo Marona è lunga e non assolutamente ciclabile, a immagine dei ripidi gradini della Scala Santa

marona1.jpg

Dal Pizzo Marona si può raggiungere la Zeda, sullo sfondo, passando per un sentiero di cresta piuttosto scosceso

marona2.jpg

La Marona in inverno, vista da Pian Vadà
marona3.jpg

La cappella sulla vetta, dedicata ai caduti della guerra



insomma... con queste info, ho un panorama quasi completo di quello che mi si porrà dinnanzi...


magari andiamo col sole, eh? o-o
 

Happykiller

Biker pazzescus
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Bene bene! Vedo che provate il Pizzo Marona. Raccontatemi poi com'è questa scala santa e se la discesa è così tosta come sembra (speriamo)!
Se risulterà una bella gita massacrante, ma senza morti né feriti, potremmo proporla ai trailhunter.


Dopo Pian Cavallone ho studiato mille foto, cartine e descrizioni per cercare di scendere a Pogallo e fare la bellissima mulattiera che costeggia il Rio Pogallo (con tratti su balconi di lastre di pietra a sbalzo a metà di pareti verticali sul torrente smeraldo che corre in basso. Ma... nulla. La Val Pogallo è strettissima, selvaggia e pericolosa. Le tracce sono poco evidenti, gli strapiombi ad ogni passo... peccato. Le buche, le rocce taglienti, l'erba alta e scivolosa o la coltre di foglie e le pendenze estreme alternate a strapiombi, rendono la discesa a piedi un terno al lotto... direi che in bici non è il caso.
Dopo Pian Cavallone, sarà meglio proseguire sulle tranquille mulattiere della cresta, e magari cercare qualche taglio free lungo l'ultimo crinale.
 

Danybiker88

Redazione
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Se risulterà una bella gita massacrante, ma senza morti né feriti, potremmo proporla ai trailhunter.


Dopo Pian Cavallone ho studiato mille foto, cartine e descrizioni per cercare di scendere a Pogallo e fare la bellissima mulattiera che costeggia il Rio Pogallo (con tratti su balconi di lastre di pietra a sbalzo a metà di pareti verticali sul torrente smeraldo che corre in basso. Ma... nulla. La Val Pogallo è strettissima, selvaggia e pericolosa. Le tracce sono poco evidenti, gli strapiombi ad ogni passo... peccato. Le buche, le rocce taglienti, l'erba alta e scivolosa o la coltre di foglie e le pendenze estreme alternate a strapiombi, rendono la discesa a piedi un terno al lotto... direi che in bici non è il caso.
Dopo Pian Cavallone, sarà meglio proseguire sulle tranquille mulattiere della cresta, e magari cercare qualche taglio free lungo l'ultimo crinale.

Ma il pezzo interessante è secondo me dopo il Pizzo Marona :mrgreen: Per la discesa sono arrivato alla tu stessa conclusione. Mi sa che la mulattiera è l'unica...
 

Happykiller

Biker pazzescus
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Ma il pezzo interessante è secondo me dopo il Pizzo Marona :mrgreen: Per la discesa sono arrivato alla tu stessa conclusione. Mi sa che la mulattiera è l'unica...
già... non so come sia il tratto del giogo tra lo Zeda e la Marona, ma dalle foto penso che si debba procedere con la bici per mano. Vedremo...

Il giro si presenta molto vario.
Prima sterrato pianeggiante di riscaldamento sulla strada militare della Linea Cadorna, in boschi di faggi, castagni e betulle, poi la salita comincia a diventare più sostenuta, fino ad essere seriamente faticosa, passando da sterrata liscia a mulattiera con tante pietre smosse. L'ultimo tratto di salita è su sentiero, in diagonale sotto la vetta dello Zeda.
Al colletto si può decidere se salire allo Zeda con o senza bici lungo la cresta sud, non tanto ripida, con una moltitudine di piode ballerine.
Ridiscesi dalla vetta dello Zeda, dopo una sosta ristoratrice, si affronta il tratto meno ciclabile che porta alla Cima Marona, su rocce e prato molto esposti.
Dal Pizzo Marona (preghiera alla cappelletta) ci sarà da stare belli tonnati, sperando di dover far poco uso delle protezioni. Da ferratina ostica il percorso dovrebbe guadagnare sempre più ciclabilità fino a trasformarsi in divertente singletrack che serpeggia tra i prati.
Si può far una capatina al Rifugio di Pian Cavallone, per una birretta/cioccolata/torta di mele - premio. Poi si torna al Pian Cavallone e su facile mulattiera veloce si scende senza frenare e si perde poca quota. Forse ci saranno delle salituzze, ma niente di serio a quanto pare.
Arrivati sull'estremità su della cresta orientale dello spartiacque al confine col la val Pogallo, si imboccano delle mulattiere e sentierini più ripidi che porteranno alla macchina. Sul posto si valuterà se le mulattiere sono interessanti o qualche taglio freeride si proponesse come scelta ultrafunny.

Il panorama è una costante per tutto il tracciato, che potrebbe far distrarre letalmente... perché è favoloso!!
Il Monte Zeda è la cima più alta di quella zona di montagne, dominando incontrastato sulla Val Grande e sul Lago Maggiore. Tutta la cresta di avvicinamento regala scorci sia nei boschi selvaggi a nord, sia quelli più "domestici" a sud.
Dalla vetta si ha un panorama a 360° su tutto l'arco alpino con lo spettacolare scintillio del Lago Maggiore che fa da cornice a est, sud-est, sud, sud-ovest... durante la discesa, si pederanno pian piano le viste verso le cime più a nord, anche se le scoscese pareti dello Zeda costituiranno un ingombro minimo nel panorma.
 

alfio

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13/1/08
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www.extrememtb.ch
Mi avete evocato facendo uso delle mie foto, ed eccomi qui... o-o

Pur avendo salito sia la Marona che la Zeda, la traversata tra le due non l'ho mai fatta... ne ho ispezionato un tratto partendo dalla Marona, ma era già tardi e sono tornato indietro subito... mi ricordo che c'era una catena alla quale bisognava aggrapparsi (specialmente se hai una bike in spalla...) e la faccenda sembrava alquanto complessa...

Comunque ecco la testimonianza di uno che l'ha fatto: http://www.cailuino.it/file/Settembre2001.pdf ... quest'uomo è un mito!!! Guardate cosa è andato a fare a 72 anni suonati...
:adore!:

Quindi fattibile è fattibile...

Però con una bici da XC è più facile...

Con una bici più massiccia, è dura riuscire a tirarsela dietro... già solo la salita alle Zeda ha almeno 300 ripidi metri di dislivello da fare a piedi... il diagonale poi oltre a essere tosto è anche bello lungo...

La discesa ha diversi passaggi difficili, da superare usando le mani... ma se siete in tanti è più facile, perché uno tiene le bici e gli altri avanzano e poi l'ultimo passa giù le bici e poi scende a piedi... ma insomma è un casino...

Poi la seconda parte della discesa è decisamente meglio...

Il giro che hai segnato su Google Earth è più o meno fattibile... bisogna salire al Pizzo Pernice (non è una gran salita), poi continuare in cresta fino al Monte Todum... poi si scende a stretti tornanti seguendo le indicazioni del sentiero numero 7 (dove ci sono ancora le indicazioni), e passando per Runchio si arriva a Cossogno... alcune mulattiere ripide e sconnesse, ma tutto sommato è abbastanza facile e divertente... rispetto al resto!

Io però anche se non c'è più neve aspetterei ancora un po'... se vi imbattete in un qualche canalino ghiacciato, diventa difficile...
 

Happykiller

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Mi avete evocato facendo uso delle mie foto, ed eccomi qui... o-o
l'unico che ha fatto e messo sul web qualcosa a riguardo! o-o

Con una bici più massiccia, è dura riuscire a tirarsela dietro... già solo la salita alle Zeda ha almeno 300 ripidi metri di dislivello da fare a piedi... il diagonale poi oltre a essere tosto è anche bello lungo...
Penso che sia furbo lasciare la bici al colletto tra lo Zeda e la Marona, salire a piedi sullo Zeda e tornar giù per la stessa via senza caricarsi la bici in spalla, risparmando energie per il resto del giro. Poi 170mm d'escursione, ruote da 2,50" e dischi da 203mm in discesa saranno solo fattori a nostro favore.

La discesa ha diversi passaggi difficili, da superare usando le mani... ma se siete in tanti è più facile, perché uno tiene le bici e gli altri avanzano e poi l'ultimo passa giù le bici e poi scende a piedi... ma insomma è un casino...
pensavo di portare una corda di 4-5m per agevolare le manovre per calare le bici nei punti più ostici...

Poi la seconda parte della discesa è decisamente meglio...
:-)

Il giro che hai segnato su Google Earth è più o meno fattibile... bisogna salire al Pizzo Pernice (non è una gran salita), poi continuare in cresta fino al Monte Todum... poi si scende a stretti tornanti seguendo le indicazioni del sentiero numero 7 (dove ci sono ancora le indicazioni), e passando per Runchio si arriva a Cossogno... alcune mulattiere ripide e sconnesse, ma tutto sommato è abbastanza facile e divertente... rispetto al resto!
la linea tracciata con googleearth era precedente alla consultazione di cartine più dettagliate, quindi era proprio tracciata "ad occhio" seguendo presunti sentieri dal satellite, figurati.
Si deciderà sul posto se seguire le vie più semplici e convenzionali o fare qualche deviazione sulle cime minori.
in fondo il nostro obiettivo è divertirsi in discesa, e visto che la bici ha le ruote, non le bretelle, sarei più propenso a limitare al minimo il tempo con la bici in spalla. ;-)

Io però anche se non c'è più neve aspetterei ancora un po'... se vi imbattete in un qualche canalino ghiacciato, diventa difficile...
sì sì, d'accordissimo, infatti la gita è prevista per il 19 o 20 aprile...
Vuoi venire?

Noi pigramente però faremo metà salita in macchina, :omertà:pedalando solo da Il Colle in sù :i-want-t:
 

alfio

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Penso che sia furbo lasciare la bici al colletto tra lo Zeda e la Marona, salire a piedi sullo Zeda e tornar giù per la stessa via senza caricarsi la bici in spalla, risparmando energie per il resto del giro. Poi 170mm d'escursione, ruote da 2,50" e dischi da 203mm in discesa saranno solo fattori a nostro favore.

pensavo di portare una corda di 4-5m per agevolare le manovre per calare le bici nei punti più ostici...
Pensavo che intendeste passare dalla Zeda alla Marona sul sentiero di cresta, in effetti però c'è anche un sentiero a mezza-costa... però non so qualse sia più agevole... vedi commenti+cartina di Flavio: http://www.cappef.com/le valli/grande/zeda§.htm

Per la corda, ottima idea!

sì sì, d'accordissimo, infatti la gita è prevista per il 19 o 20 aprile...
Vuoi venire?

Noi pigramente però faremo metà salita in macchina, :omertà:pedalando solo da Il Colle in sù :i-want-t:
Mi riservo la data... :-) ma attualmente sono a piedi: ho rotto il telaio e sono indecisissimo sul prossimo acquisto... le XC sono troppo fragili... :????:
 

Happykiller

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Qui c'è da pensare come mettere bene in spalla la bici e avere due mani libere, direi...

zeda%A7_09.JPG

la scala si presenta davvero pendente! sarà un bel casino scendere in sella!!!

zeda%A7_13.JPG

e il resto della discesa verso Pian Cavallone non sembra poi tanto facile...
Ci vorrà del tempo...

PS: nelle foto ho visto che c'è anche l'Emilio!!! il mio presidente del CAI! Un uomo di roccia! mitico!


Poi ho trovato anche queste:
La scala santa d'estate è quasi impraticabile per l'erba alta...
marona_10.jpg


E il Passo del Diavolo:
marona_11.jpg
marona_18.jpg



E dallo Zeda si guarda verso la Marona, ma le due tracce che si biforcano dal colletto non si capisce come proseguano...
url


E aggiungo un'ultima immagine tutt'altro che incoraggiante:
"verso il pizzo marona", cioé da dove scenderemo:
Zeda-Marona%20050.jpg
 

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