Fotoritocco

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Biker pazzescus
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La maschera di contrasto nuda e cruda non mi dà mai soddisfazione... sporca molto col rumore e soprattutto richiede un lavoro difficile di selezione quando i contorni tra luci e ombre non sono ben definiti.

Io preferisco usare le curve di colore.

Prima faccio un "auto white balancing", che raramente dà buoni risultati. Però dà idee. Quindi guardo cosa mi corregge (male), faccio annulla e procedo con una correzione manuale.
Le curve di colore, sono secondo me, lo strumento più importante per correggere le foto nel loro complesso.
Ovviamente poi in certi casi sono necessarie delle selezioni più selettive, ma già con le curve del colore si correggono benissimo e puntualmente le varie gradazioni di luci, ombre, contrasti e saturazioni di tutta la gamma.
E' sicuramente lo strumento che uso più in assoluto.

In una foto nitida in primo piano, ma con luci chiare, soffuse di uno sfondo con foschia, puoi aumentare il contrasto dello sfondo, facendo risaltare ad esempio un profilo di una montagna, senza bisogno di selezionare nulla, ma andando a toccare la curva del colore, onduladola adeguatamente, tenendo sempre sotto controllo l'analisi spettrale.

Da quando ho cominciato a pataccare con queste curve, ho migliorato nettamente i miei ritocchi.
Per i panorami soprattutto, l'uso della curva del colore mi permette spesso di controllare ogni cosa senza bisogno di selezioni... cosa che consente di non avere "gradini", ma sempre sfumature nei passaggi tra le varie zone d'ombra e luce.

La tecnica per imparare è sempre la stessa: provi uno strumento esagerando l'effetto, poi annulli e vai per piccoli passi per controllare il risultato, sapendo per lo meno in che direzione stai andando... cosa stai toccando. :omero:


(in questa foto non mi sono impegnato molto nel fotoritocco... tanto non mi piaceva molto :-P lo scatto successivo invece era un pelo migliore... e lì ho potuto fare una selezione all'interno del casco per correggere (sempre con le curve del colore) il contrasto e far risaltare un po' i lineamenti del volto, altrimenti troppo oscuri.)
 

Bike Corner

Biker dantescus
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La maschera di contrasto nuda e cruda non mi dà mai soddisfazione... sporca molto col rumore e soprattutto richiede un lavoro difficile di selezione quando i contorni tra luci e ombre non sono ben definiti.

Io preferisco usare le curve di colore.

Prima faccio un "auto white balancing", che raramente dà buoni risultati. Però dà idee. Quindi guardo cosa mi corregge (male), faccio annulla e procedo con una correzione manuale.
Le curve di colore, sono secondo me, lo strumento più importante per correggere le foto nel loro complesso.
Ovviamente poi in certi casi sono necessarie delle selezioni più selettive, ma già con le curve del colore si correggono benissimo e puntualmente le varie gradazioni di luci, ombre, contrasti e saturazioni di tutta la gamma.
E' sicuramente lo strumento che uso più in assoluto.

In una foto nitida in primo piano, ma con luci chiare, soffuse di uno sfondo con foschia, puoi aumentare il contrasto dello sfondo, facendo risaltare ad esempio un profilo di una montagna, senza bisogno di selezionare nulla, ma andando a toccare la curva del colore, onduladola adeguatamente, tenendo sempre sotto controllo l'analisi spettrale.

Da quando ho cominciato a pataccare con queste curve, ho migliorato nettamente i miei ritocchi.
Per i panorami soprattutto, l'uso della curva del colore mi permette spesso di controllare ogni cosa senza bisogno di selezioni... cosa che consente di non avere "gradini", ma sempre sfumature nei passaggi tra le varie zone d'ombra e luce.

La tecnica per imparare è sempre la stessa: provi uno strumento esagerando l'effetto, poi annulli e vai per piccoli passi per controllare il risultato, sapendo per lo meno in che direzione stai andando... cosa stai toccando. :omero:

la maschera di contrasto non è il contrasto che intendi tu...

quello è lo strumento luminosità/conrasto

la maschera di contrasto in photoshop la trovi sotto i filtri, aumenta il microcontrasto che c'è su qualsiasi linea ma non ti va a modificare alcun colore... Ti da una maggiore sensazione di nitidezza nella foto. Io lo uso sempre dato che scatto solo in raw e mi azzera il valore nitidezza, se scatti in jpg spesso e volentieri puoi farne a meno, ma se per caso devi ridimensionare per postare sul web una passatina è il caso di darla...

quanto allo strumento curve bisogna stare attenti a non esagerare anche con quello: se ci sono tante zone scure è un attimo vedere il rumore...

la cosa migliore (secondo me che sono un pirla qualsiasi, ovvio) è lavorare tutto su livelli e agire solo dove ti serve effettivamente con le maschere...

certo che se devi farlo su tutte le foto diventa una smaronata atroce...
 

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la maschera di contrasto non è il contrasto che intendi tu...

quello è lo strumento luminosità/conrasto

la maschera di contrasto in photoshop la trovi sotto i filtri, aumenta il microcontrasto che c'è su qualsiasi linea ma non ti va a modificare alcun colore... Ti da una maggiore sensazione di nitidezza nella foto. Io lo uso sempre dato che scatto solo in raw e mi azzera il valore nitidezza, se scatti in jpg spesso e volentieri puoi farne a meno, ma se per caso devi ridimensionare per postare sul web una passatina è il caso di darla...

quanto allo strumento curve bisogna stare attenti a non esagerare anche con quello: se ci sono tante zone scure è un attimo vedere il rumore...

la cosa migliore (secondo me che sono un pirla qualsiasi, ovvio) è lavorare tutto su livelli e agire solo dove ti serve effettivamente con le maschere...

certo che se devi farlo su tutte le foto diventa una smaronata atroce...
Con photoshop non so...
Con Gimp le curve di colore sono 4: una globale, dove si corregge solo il contrasto-luminosità, e 3 dei colori (verde, rosso e blu), quindi si può fare una correzione "neutra", del solo contrasto, oppure andare a correggere anche la luci-ombre-saturazione... sempre con lo stesso strumento.
Per questo mi piace tanto :-)

Concordo con te è meglio avere distinti gruppi di selezione, ma questo richiede maggior pazienza e dedizione... e soprattutto tempo. Ma essendo un pessimo fotografo e non avendo una reflex o una gran digitale, spesso devo controllare e correggere quasi tutte le foto... roba da martellarsi le palle già senza selezioni di dettaglio... :-(
 

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Con photoshop non so...
Con Gimp le curve di colore sono 4: una globale, dove si corregge solo il contrasto-luminosità, e 3 dei colori (verde, rosso e blu), quindi si può fare una correzione "neutra", del solo contrasto, oppure andare a correggere anche la luci-ombre-saturazione... sempre con lo stesso strumento.
Per questo mi piace tanto :-)

Concordo con te è meglio avere distinti gruppi di selezione, ma questo richiede maggior pazienza e dedizione... e soprattutto tempo. Ma essendo un pessimo fotografo e non avendo una reflex o una gran digitale, spesso devo controllare e correggere quasi tutte le foto... roba da martellarsi le palle già senza selezioni di dettaglio... :-(

anche con gimp sono due cose diverse...
uno accentua il microcontrasto, quindi ti da una sensazione di maggior nitidezza (ocio a non esagerare che poi si creano artefatti e rumore), l'altro ti da il contrasto che intendi tu...

cercala su gimp la maschera di contrasto (dovrebbe essere anche li tra i filtri), vedrai che molte foto tornano in vita...
 

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anche con gimp sono due cose diverse...
uno accentua il microcontrasto, quindi ti da una sensazione di maggior nitidezza (ocio a non esagerare che poi si creano artefatti e rumore), l'altro ti da il contrasto che intendi tu...

cercala su gimp la maschera di contrasto (dovrebbe essere anche li tra i filtri), vedrai che molte foto tornano in vita...
cerco..
grazie o-o
di solito però io cerco di diminuire il contrasto delle campiture più o meno uniformi ed accentuare quelle tra campi più distinti, per diminuire il rumore (che porca puzzola spesso ho, a causa di iso sbagliati, credo) e riequilibrare luci, ombre e colori.
Forse sbaglio. Il microcontrasto non è proprio quello che va a far risaltare i singoli pixel? uhm... probabilmente devo solo andarci più piano con 'sto filtro... perché quando mi sembra di aumentare la nitidezza, mi si sporca tutto di rumore... :-P

Ho scoperto che il "filtro NL" sfuma spesso quanto basta la grana, riducendo il rumore.
Il rumore nelle mie foto è spesso un problema. Sono proprio un babbeo... :-|
 

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Biker dantescus
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cerco..
grazie o-o
di solito però io cerco di diminuire il contrasto delle campiture più o meno uniformi ed accentuare quelle tra campi più distinti, per diminuire il rumore (che porca puzzola spesso ho, a causa di iso sbagliati, credo) e riequilibrare luci, ombre e colori.
Forse sbaglio. Il microcontrasto non è proprio quello che va a far risaltare i singoli pixel? uhm... probabilmente devo solo andarci più piano con 'sto filtro... perché quando mi sembra di aumentare la nitidezza, mi si sporca tutto di rumore... :-P

Ho scoperto che il "filtro NL" sfuma spesso quanto basta la grana, riducendo il rumore.
Il rumore nelle mie foto è spesso un problema. Sono proprio un babbeo... :-|

il rumore ti spunta fuori di solito per iso alti o esposizioni completamente cannate e che cerchi di recuperare (zone scure), sui sensori delle compatte ovviamente il rumore spunta fuori già a bassissimi iso...

il microcontrasto va usato con molta cautela perchè è vero che ti da una sensazione di nitidezza maggiore ma come scrivi tu fa risaltare i singoli pixel quindi oltre un certo limite si creano artefatti e parecchio rumore (soprattutto in zone con parti di colore uniforme, una maglietta per esempio). Quindi quando scatti in raw la maschera di contrasto è necessaria per riportare la nitidezza a un livello ottimale, se scatti in jpg non dovrebbe servire... il tutto con le dovute eccezioni...

per il contrasto "tradizionale" io uso lo strumento luminosità/contrasto ovviamente su un layer a parte e mascherando le zone che non mi interessano...

per lo srumento curve uso un altro layer e lavoro anche con quello mascehrando le zone che non mi interessano...

ciao
 

Enrico.P

Biker serius
e compra una compatta decente... almeno parti da un buon punto... o meglio ancora una reflex da non spendere tanto magari usata, costa come una bella compatta nuova ma ci puoi giocare il doppio...
...e hai il doppio della qualità delle immagini, paragonando la migliore delle compatte con la più ridicola delle reflex.

Salve a tutti. Vorrei intervenire per tornare al quesito iniziale di questo thread, ovvero sull'"etica" della post-produzione delle foto.

Io penso che la postproduzione sia essenziale. Essendo la fotografia digitale ancora acerba (siamo ancora nel suo primo decennio) ed essendo enormi limiti delle tecnologie alla base dei sensori si può dire che siamo costretti a lavorare in postproduzione.
Basta ragionare sul fatto che l'immagine subisce la postproduzione più importante già prima di essere salvata nella memoria della macchina fotografica.

Mi spiego: tranne le macchine fotografiche SIGMA, legate a un mercato di pochi appassionati per via dei grossi limiti prestazionali dei particolari sensori che montano, tutte le altre fotocamere montano sensori CCD o CMOS.
Questi, ognuno con i suoi pregi e difetti hanno come principale ed enorme limite, la disposizione dei pixel sulla superficie del sensore.
Mentre le pellicole analogiche (e le macchine SIGMA) hanno gli elementi sensibili ai tre colori primari sovrapposti, i sensori CMOS e CCD hanno i tre colori primari disposti su una griglia, in modo simile a quello che potete vedere ad occhio nudo, guardando un monitor o un televisore molto da vicino.

Questo probabilmente lo sapevate già, ma vale la pena chiedersi come si presenterebbe l'immagine presa direttamente dal sensore, e in che modo si trasforma in quello che poi noi ritroviamo stimato nella memoria della fotocamera.

La griglia di pixel del sensore ha generalmente metà dei pixel di colore verde, la restante metà si divide equamente tra il rosso e il blu. Questa è la regola generale, al di là delle scelte di uno specifico costruttore.
Un sensore di 10Mpx non è formato da 10Mpx verdi, 10Mpx blu e 10Mpx rossi, ma vanno sommati i colori primari.
Avremo quindi in linea di massima 5Mpx verdi, 2,5 Mpx di pixel rossi e altrettanti blu.

L'immagine finita, che noi andremo a guardare, è composta da 10 milioni di punti. Questo significa che ogni punto dell'immagine corrisponde a un punto del sensore. Ma mentre ogni singolo punto dell'immagine finita ha un colore che è la somma dei tre colori primari, il singolo pixel del sensore ne raccoglie solo uno dei tre. E la questione è tutta qui: in che modo un pixel monocromatico, capace di raccogliere una ristretta gamma di colori, si trasforma in RGB?
La risposta è semplice: all'interno della macchina fotografica, un processore debitamente istruito dal firmware, inserisce i colori che semplicemente in quel punto della foto non ci sono (in un pixel verde, si preoccuperà di inventare i valori di blu e rosso che ritiene appropriati).
È un passaggio molto complesso e la qualità del firmware della macchina fotografica in questo passaggio è altrettanto importante se non di più della qualità di cattura del sensore.

I firmware negli ultimi 10 anni si sono evoluti enormemente e ora le foto risultano molto più naturali e morbide rispetto a quelle catturate con macchine, anche professionali, di un decennio fa, ma la qualità dell'immagine finale non sarà mai paragonabile a un sistema di cattura con i colori primari sovrapposti, come le pellicole analogiche.
I problemi, nonostante i progressi fatti dall'elaborazione on board, ancora oggi sono ben visibili anche ad occhi poco esperti. Quando si fotografano paesaggi, o comunque grandi spazi, l'impatto cromatico dell'aria (specialmente nelle giornate umide) può essere tanto forte da rovinare la foto (mai capitato di ritrovarvi con foto di paesaggi stranamente velati di azzurro?).

I sensori delle reflex riescono (lenti permettendo) ad avere una mappa molto dettagliata dei più piccoli particolari delle foto, analizzando il livello di luminosità di ogni pixel come fosse un'immagine in bianco e nero. Ma cosa succede quando si ha l'immagine composta da un gran numero di particolari, tutti dello stesso colore che va ad influire quasi totalmente su uno solo dei colori primari, come ad esempio la foto di un prato verde?
Succede che la post produzione on board tende ad andare in crisi, avendo informazioni accurate solo da un ristretto numero di pixel, e l'immagine perde di definizione e nitidezza.

Problemi si hanno anche con trame molto fitte, che se nello scatto copiano più o meno la disposizione dei pixel, saranno interpretati come una superficie liscia di diverso colore. Questo si può incontrare ad esempio quando si fotografano superfici verniciate con colori metallizzati o metallescenti.

Concludo.
Tutta questa spiegazione, serve a mettere in mostra due concetti:

per prima cosa l'immagine che tirate fuori dalla vostra macchina fotografica è già stata rielaborata molto di più di quanto probabilmente farete mai voi, quindi non ha senso parlare di foto "naturale".

In secondo luogo, i sensori qualsiasi essi siano, hanno una tecnologia di cattura molto diversa da quella dell'occhio umano, con vantaggi e limiti che non permettono di paragonare il risultato di una fotocamera a quello che hanno visto i nostri occhi, quindi si può postprodurre anche per cercare di avere uno scatto che somigli il più possibile alle immagini che abbiamo impresse nei nostri ricordi, quindi in un certo senso per naturalizzare la foto.

Chiudo facendo i complimenti agli autori dei due scatti visti in questa discussione, entrambi molto belli!
Spero di essere stato utile alla discussione!
Ciao! :-)
 

MetalDave

Biker ciceronis
3/4/08
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Ivrea(TO)
www.davespace.it
Spiegazione ottima, precisa ma comprensibile anche ai meno esperti bravo!
Credo che il digitale sia il futuro sotto ogni punto di vista, i passi avanti che si sono fatti con il digitale negli ultimi 5 anni, valgono come 15 anni di progressi fatti in analogico, quindi confido nel fatto che nei prossimi 5 anni anni ne vedremo delle belle in fatto di progresso tecnologico per la fotografia.
Credo infine che la minor qualità oggettiva del digitale sia del tutto sopportabile se paragonata al risparmio di soldi e tempo rispetto a quanto offerto dall'analogico.
Poi probabilmente essendomi avvicinato da poco alla fotografia VERA ed essendoci entrato in piena era digitale non sento la nostalgia dell'analogico e sono totalmente innamorato di quello che mi offre il digitale, non solo in fase di scatto ma anche con tutto il contorno (diffusione dei miei scatti, ritocco, spazio al ritocco esagerato per effetti artistici...etc etc...)
 

Happykiller

Biker pazzescus
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...e hai il doppio della qualità delle immagini, paragonando la migliore delle compatte con la più ridicola delle reflex.

Salve a tutti. Vorrei intervenire per tornare al quesito iniziale di questo thread, ovvero sull'"etica" della post-produzione delle foto.

Io penso che la postproduzione sia essenziale. Essendo la fotografia digitale ancora acerba (siamo ancora nel suo primo decennio) ed essendo enormi limiti delle tecnologie alla base dei sensori si può dire che siamo costretti a lavorare in postproduzione.
Basta ragionare sul fatto che l'immagine subisce la postproduzione più importante già prima di essere salvata nella memoria della macchina fotografica.
[...]

per prima cosa l'immagine che tirate fuori dalla vostra macchina fotografica è già stata rielaborata molto di più di quanto probabilmente farete mai voi, quindi non ha senso parlare di foto "naturale".

In secondo luogo, i sensori qualsiasi essi siano, hanno una tecnologia di cattura molto diversa da quella dell'occhio umano, con vantaggi e limiti che non permettono di paragonare il risultato di una fotocamera a quello che hanno visto i nostri occhi, quindi si può postprodurre anche per cercare di avere uno scatto che somigli il più possibile alle immagini che abbiamo impresse nei nostri ricordi, quindi in un certo senso per naturalizzare la foto.

Chiudo facendo i complimenti agli autori dei due scatti visti in questa discussione, entrambi molto belli!
Spero di essere stato utile alla discussione!
Ciao! :-)

Infatti dividerei la postproduzione in due branche: quella "naturalizzante" e quella "artificale".
Se per limiti di spesa e di capacità effetiva, si è costretti a far foto bruttine con fotocamere non top di gamma o professionali (assenza di flash esterni ecc), in un certo senso, ritengo lecito rimaneggiarle per recuperare la qualità persa per incapacità o per mezzi scarsi.
Altro discorso si dovrebbe fare per il fotoritocco che modifica la realtà immortalata.
Spesso anche qui sul forum si vedono foto che hanno colori troppo saturi, contrasti straordinari, effetti innaturali... questo è un fotoritocco "barocco", eccessivo, strabordante, che a lungo andare nausea.
L'abuso di postprocessi va riconosciuta. Tanto è disprezzata una foto scialba, altrettanto dovrebbe far storcere il naso una foto resa artificiale da "eccesso di photoshop".
Su questo mi piacerebbe che si trovasse una convergenza di opinioni da parte di tutti. o-o


Se si deve valutare la bravura di un fotografo, si deve supporre che abbia una strumentazione a disposizione adeguata, che non richieda palesi interventi successivi, e allora si può giudicare l'operato guardando le foto direttamente uscite dalla fotocamera.

Se invece si deve valutare la bellezza di una foto, ovviamente non si può prescindere completamente dall'abilità del fotografo, che cmq sceglie tempi e inquadrature, ma sarebbe giusto giudicare semplicemente quanto questa foto sia realistica... qualunque ritocco abbia subito.

Se ho una foto venuta male, mi sento in diritto di fare tutto il possibile per restiturle la veridicità del ricordo.



Ma tornando al primo post... cancellate mai oggetti di disturbo nelle vostre foto, come nel mio caso del palo?
Io non cancello la foto originale, in modo da non perdere l'immagine reale... però mi piace duplicare posticciamente :loll: altri ricordi un po' più idilliaci: una panorama senza pali della luce, tralicci della funivia, cartelli stradali...

ma... potrei cancellare la foto originale? sarebbe "lecito"? rimarrebbe una foto naturale, benché non reale... tanto, che ruolo ha quel palo nel ricordo? nullo! Però in questo modo svincolerei dalla realtà anche ciò che più immutabile dovrebbe essere.
Diciamo che il dubbio è stabilire il valore di documento che ha una foto.

questo è il domandone... :-)
 
Infatti dividerei la postproduzione in due branche: quella "naturalizzante" e quella "artificale" (sono la stessa cosa).
Se per limiti di spesa e di capacità effetiva, si è costretti a far foto bruttine con fotocamere non top di gamma o professionali (assenza di flash esterni ecc), in un certo senso, ritengo lecito rimaneggiarle per recuperare la qualità persa per incapacità o per mezzi scarsi.
Altro discorso si dovrebbe fare per il fotoritocco che modifica la realtà immortalata.
Spesso anche qui sul forum si vedono foto che hanno colori troppo saturi, contrasti straordinari, effetti innaturali... questo è un fotoritocco "barocco", eccessivo, strabordante, che a lungo andare nausea (questo è un giudizio estetico sulla forma che non risulta consona al contenuto).
L'abuso di postprocessi va riconosciuta. Tanto è disprezzata una foto scialba, altrettanto dovrebbe far storcere il naso una foto resa artificiale da "eccesso di photoshop".
Su questo mi piacerebbe che si trovasse una convergenza di opinioni da parte di tutti. (nell'arte non ci sono regole e la fotografia appartiene al mondo dell'arte, anche se poche foto sono opera d'arte)
Se si deve valutare la bravura di un fotografo, si deve supporre che abbia una strumentazione a disposizione adeguata, che non richieda palesi interventi successivi, e allora si può giudicare l'operato guardando le foto direttamente uscite dalla fotocamera. (perché dovrei valutare la bravura del fotografo, basta valutare la qualità dell'opera, è quella che interessa!)

Se invece si deve valutare la bellezza di una foto, ovviamente non si può prescindere completamente dall'abilità del fotografo, che cmq sceglie tempi e inquadrature, ma sarebbe giusto giudicare semplicemente quanto questa foto sia realistica... qualunque ritocco abbia subito. (si che si può prescindere, ancora: conta l'immagine ed il suo contenuto, non la tecnica di realizzazione. Se hai un 50mm dovrai usarlo in maniera appropriata per ottenere un risultato almeno dignitoso. Non puoi mostrare una foto scadente a causa dell'ottica troppo corta, giustificandoti con il fatto che non hai soldi per comperare un'ottica lunga... Hai semplicemente fatto una brutta foto!)
Se ho una foto venuta male, mi sento in diritto di fare tutto il possibile per restiturle la veridicità del ricordo. (esatto! Il ricordo, non il documento)
... ma... potrei cancellare la foto originale? sarebbe "lecito" (e chi se ne frega)? rimarrebbe una foto naturale, benché non reale... tanto, che ruolo ha quel palo nel ricordo? nullo! Però in questo modo svincolerei dalla realtà anche ciò che più immutabile dovrebbe essere.
Diciamo che il dubbio è stabilire il valore di documentoche ha una foto. (nessuno)

questo è il domandone...

-... Non esiste il problema relativo a come sia stata realizzata un'opera, che si tratti di foto, video, cinema, pittura, scultura, letteratura e chi più ne ha più ne metta.
Rimanendo in ambito fotografico, mi preme sottolineare, e sicuramente ne sarete già eruditi, che un'immagine fotografica non è un "fatto oggettivo" ma un "fatto soggettivo", quindi non è altro che la rappresentazione di una realtà (e qui ci sarebbe da discutere caso per caso se realtà materiale, realtà virtuale o realtà intellettuale) vagliata dal patrimonio intellettuale ed emozionale del fotografo.
Che differenza c'è tra scrivere "si sta come d'autunno, sugli alberi, le foglie", famosa poesia di Ungaretti dal titolo Soldati e realizzare in studio, con modelli e scenografie, un'immagine che comunichi la stessa precarietà, la stessa angoscia, la stessa disperazione?
Avrebbe meno valore di un'immagine realizzata con un mediocre scatto di reportage capace di comunicare solo vago significato rispetto all'immagine "falsa"?
Il miliziano di Robert Capa... Foto falsa?... Chi se ne frega! Comunica e comunica tanto...
Morale:
un'immagine trasmette un messaggio, a prescindere da come sia stata realizzata, vale la pena di discutere se sia giusto modo e maniera, vale la pena discutere dell'etica del codice di comunicazione utilizzato e della violenza del fotografo, vale la pena discutere se, come in http://www.jamesnachtwey.com/ __________________http://www.jamesnachtwey.com/ sia giusto mostrare un profilo martoriato, vero, o mostrare la faccia di un attore che mima il ghigno di un aguzzino!
Insomma, a me da piccolo raccontavano le favole di orchi che mangiavano pastorelli, non del vicino di casa che stuprava la figlia!
Spero di essere riuscito almeno ad avvicinarmi ai concetti che avrei voluto esprimere ...
-

(un altro intervento del sottoscritto che per economia di tempo incollo)
Cerco di spiegarmi ancora meglio.
La *-produzione più importante e radicale che si possa verificare è la pre-produzione.
In pratica quando selezionata l'inquadratura il dito preme sul pulsante di scatto.
Ecco qui già siamo fuori dalla realtà, dalla verità. La foto documento non esiste.
Come ho già detto sopra non esiste più il problema se la foto sia documentazione della realtà... Non è questo il suo scopo.
Un giornalista scrive un articolo... Dice la verità? No! Mai, neanche con le migliori intenzioni.
Un'immagine è un pensiero messo in forma, è un'opinione, è una critica, è una poesia... E' un'infinità di cose ma mai sarà verità/realtà/documento.
La gioconda con i baffi di Marcel Duchamp è un'opera di Leonardo da Vinci o del citato Marcel? Eppure la gioconda non l'ha dipinta Marcel.
Quindi è il risultato che conta, per forma e contenuto, che sia costruito in studio o registrato dal vivo... O addirittura mutuato, trasposto, o, di nuovo, addirittura copiato e modificato!
Davanti ad una mucca cento fotografi faranno 100 foto diverse... 100 mucche diverse per forma e contenuto.
L'abilità del fotografo... Anche qui si apre un mondo...
Prendi la macchina fotografica e scatta centinaia di foto tenendola in mano, senza inquadrare o controllare cosa fotografi... Fai il gesto, "mira" la direzione in cui accade ciò che ti interessa e scatta, d'istinto...
Sono riuscito a spiegarmi... Poi guardale tutte e selezionale. Ne sceglierai dieci... Chi le ha fatte quelle foto? Sono stupende! Di chi è il merito?
Quando vai in discesa a rotta di collo pensi o vai ad istinto... E se arrivi primo, il tuo merito dovrebbe essere messo in discussione perché non hai agito in maniera razionale.
Dammi retta, fai le foto, come ti piacciono, distruggi e assembla fino ad arrivare a dire ciò che vuoi dire...
E proprio qui sta il problema, avere qualcosa da dire!
Io sono dieci anni che sto zitto e non è un problema di pixel o emulsioni!


Ciao e complimenti, ma davvero, per il problema che hai voluto porre.

PS
L'argomento è talmente complesso che rileggendo mi rendo conto di aver comunicato poco e male, quindi ci vuole un po' di buona volontà da parte di chi avrà la pazienza di leggere.
 

valerio188

Moderatur esilissimus
23/5/05
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Roma
www.bigheromane.it
Ora invece vi posto una foto venuta proprio maluccio e vediamo chi riesce a recuperarla meglio. Ok? :-)
sestolafr010confronto.jpg


sestolafr0102.jpg
 

balvenie

Biker tremendus
10/8/09
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ciriè
www.flickr.com
visto che avete chiesto chi poteva fare di meglio... io ci ho provato.
con il jpg non si puo' fare molto, ma se si potesse avere File originale, le cose cambierebbero!!

pprodotta.jpg
 

balvenie

Biker tremendus
10/8/09
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ciriè
www.flickr.com
Pero', rileggendo bene il topic, devo dire che vi fate delle pippe mentali mica da ridere.... neanche nei forum di fotografia ho potuto leggere cosi' tanto di " filosofia fotografica"
 
Pero', rileggendo bene il topic, devo dire che vi fate delle pippe mentali mica da ridere.... neanche nei forum di fotografia ho potuto leggere cosi' tanto di " filosofia fotografica"

Perché la maggior parte dei fotografi crede sia importante possedere una bella attrezzatura ed una buona tecnica.
Niente di più falso!
Ti disturba la cosa?
Qualsiasi imbecille con una fotocamera preme un pulsante e fa una "foto"... Lo stesso imbecille con una penna e un foglio sarà capace solo di fare aereoplanini!
Così è!
 

balvenie

Biker tremendus
10/8/09
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ciriè
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Ciao, penso comunque che l'idea che tu vuoi esprimere è identica alla mia, solo che la storia della carta e aroplanino non l'ho capita:nunsacci:
ormai mi son stufato di parlare di fotografia senza raggiungere mai un punto, essendo comunque un'argomento alquanto discusso ed intrecciato; preferisco fotografare e basta:smile:
per quanto riguarda la fotografia documento, avrei da ridire. la fotografia documento, per sua natura sarebbe quella piu' fedele alla realta', quindi se 100 fotografi avranno la stessa foto, si scegliera' quella che piu' rappresenta il soggetto fotografato. Altre dilungazioni sull'interpretazione del soggetto sarebbero futili; se poi si parlera' di arte fotografica, allora ascoltermo gli altri 99 fotografi
 

Enrico.P

Biker serius
Originariamente inviata da balvenie
Pero', rileggendo bene il topic, devo dire che vi fate delle pippe mentali mica da ridere.... neanche nei forum di fotografia ho potuto leggere cosi' tanto di " filosofia fotografica"
Perché la maggior parte dei fotografi crede sia importante possedere una bella attrezzatura ed una buona tecnica.
Niente di più falso!
Ti disturba la cosa?
Qualsiasi imbecille con una fotocamera preme un pulsante e fa una "foto"... Lo stesso imbecille con una penna e un foglio sarà capace solo di fare aereoplanini!
Così è!

Perché i veri fotografi sono troppo bravi e hanno attrezzatura troppo figa per fare postproduzione.........

Hai presente il luogo comune sui pescatori, che dopo aver preso un paio di pesci rossi tornano al bar a raccontare di aver domato uno squalo?
Vale anche per i fotografi seri e la postproduzione.
Nessun fotografo post produce mai o al massimo applica un po' di maschera di contrasto....
Con le chiacchiere siamo buoni tutti a prendere gli squali, ma nella realtà sono veramente pochi quelli che hanno davvero il colpo d'occhio e la tecnica necessari! :specc::specc::specc:

I forum e le community dedicate alla fotografia sono tra i luoghi più pregni di competitività che puoi trovare in rete, per questo tutti nascondono i propri rattoppi. In questo caso siamo fortunati e ne stiamo discutendo in un forum dedicato alla bici, così ci si può esprimere liberamente :-) :-)

:i-want-t:
 

Enrico.P

Biker serius
-... Non esiste il problema relativo a come sia stata realizzata un'opera, che si tratti di foto, video, cinema, pittura, scultura, letteratura e chi più ne ha più ne metta.
Rimanendo in ambito fotografico, mi preme sottolineare, e sicuramente ne sarete già eruditi, che un'immagine fotografica non è un "fatto oggettivo" ma un "fatto soggettivo", quindi non è altro che la rappresentazione di una realtà (e qui ci sarebbe da discutere caso per caso se realtà materiale, realtà virtuale o realtà intellettuale) vagliata dal patrimonio intellettuale ed emozionale del fotografo.
Che differenza c'è tra scrivere "si sta come d'autunno, sugli alberi, le foglie", famosa poesia di Ungaretti dal titolo Soldati e realizzare in studio, con modelli e scenografie, un'immagine che comunichi la stessa precarietà, la stessa angoscia, la stessa disperazione?
Avrebbe meno valore di un'immagine realizzata con un mediocre scatto di reportage capace di comunicare solo vago significato rispetto all'immagine "falsa"?
Il miliziano di Robert Capa... Foto falsa?... Chi se ne frega! Comunica e comunica tanto...
Morale:
un'immagine trasmette un messaggio, a prescindere da come sia stata realizzata, vale la pena di discutere se sia giusto modo e maniera, vale la pena discutere dell'etica del codice di comunicazione utilizzato e della violenza del fotografo, vale la pena discutere se, come in [url]http://www.jamesnachtwey.com/[/URL] sia giusto mostrare un profilo martoriato, vero, o mostrare la faccia di un attore che mima il ghigno di un aguzzino!
Insomma, a me da piccolo raccontavano le favole di orchi che mangiavano pastorelli, non del vicino di casa che stuprava la figlia!
Spero di essere riuscito almeno ad avvicinarmi ai concetti che avrei voluto esprimere ...
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(un altro intervento del sottoscritto che per economia di tempo incollo)
Cerco di spiegarmi ancora meglio.
La *-produzione più importante e radicale che si possa verificare è la pre-produzione.
In pratica quando selezionata l'inquadratura il dito preme sul pulsante di scatto.
Ecco qui già siamo fuori dalla realtà, dalla verità. La foto documento non esiste.
Come ho già detto sopra non esiste più il problema se la foto sia documentazione della realtà... Non è questo il suo scopo.
Un giornalista scrive un articolo... Dice la verità? No! Mai, neanche con le migliori intenzioni.
Un'immagine è un pensiero messo in forma, è un'opinione, è una critica, è una poesia... E' un'infinità di cose ma mai sarà verità/realtà/documento.
La gioconda con i baffi di Marcel Duchamp è un'opera di Leonardo da Vinci o del citato Marcel? Eppure la gioconda non l'ha dipinta Marcel.
Quindi è il risultato che conta, per forma e contenuto, che sia costruito in studio o registrato dal vivo... O addirittura mutuato, trasposto, o, di nuovo, addirittura copiato e modificato!
Davanti ad una mucca cento fotografi faranno 100 foto diverse... 100 mucche diverse per forma e contenuto.
L'abilità del fotografo... Anche qui si apre un mondo...
Prendi la macchina fotografica e scatta centinaia di foto tenendola in mano, senza inquadrare o controllare cosa fotografi... Fai il gesto, "mira" la direzione in cui accade ciò che ti interessa e scatta, d'istinto...
Sono riuscito a spiegarmi... Poi guardale tutte e selezionale. Ne sceglierai dieci... Chi le ha fatte quelle foto? Sono stupende! Di chi è il merito?
Quando vai in discesa a rotta di collo pensi o vai ad istinto... E se arrivi primo, il tuo merito dovrebbe essere messo in discussione perché non hai agito in maniera razionale.
Dammi retta, fai le foto, come ti piacciono, distruggi e assembla fino ad arrivare a dire ciò che vuoi dire...
E proprio qui sta il problema, avere qualcosa da dire!
Io sono dieci anni che sto zitto e non è un problema di pixel o emulsioni!


Ciao e complimenti, ma davvero, per il problema che hai voluto porre.

PS
L'argomento è talmente complesso che rileggendo mi rendo conto di aver comunicato poco e male, quindi ci vuole un po' di buona volontà da parte di chi avrà la pazienza di leggere.


Concordo più o meno con tutto!

Enrico. :i-want-t:
 

balvenie

Biker tremendus
10/8/09
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ciriè
www.flickr.com
Non cerco di fare il discorso su chi ce l'ha piu' lungo, anche perchè perderei......:smile:
tutti i fotografi che conosco fanno tutti post produzione, inclusa maschera di contrasto ecc ecc, solo c'è chi è piu bravo e chi meno. tutto qua.
Per ottenere i migliori risultati, BISOGNA fare PP
d'altro canto la PP c'era anche con la pellicola.... quindi:medita:
 

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