Concordo con yura.
Raramente la mia sforna foto della penultima categoria, mai dell'ultima. Morale, se non le sistemo è solo perché non ho tempo.
La maggior parte delle volte non devo ritoccare le foto per renderle più belle della realtà, ma per renderle più simili alla realtà, senza colori falsati, contrasti miseri o altre tristezze.
Questa è un'autoscatto che è venuto come volevo e non ho dovuto toccarlo. Ma è un caso.
Il capitolo più complesso del fotoritocco, dal mio punto di vista, è lo schermo. Se ritoccassi le foto su questo portatile, farei schifezze pacchiane (e qualche volta credo di averne fatte). Con un altro schermo qui le vedo generalmente più belle, ma comunque diverse da come le vedo sul pc di casa e diverse da come si vedono sulla TV. E non stampo mai, sennò si apre un altro capitolo di incognite... almeno queste sono gratis.
In generale dietro ogni mia foto c'è un lavoro lunghissimo di livelli, maschere, trasparenze, curve, ecc. (con tutto il tempo perso mi sarei guadagnato una macchina più bella! eheh)
Su questa c'è un sacco di lavoro.
Ho scattato sei fotografie, senza "assistente" (che non è semplice, per garantire un orizzonte piuttosto uniforme, con la linea delle montagne che ti inducono a seguirne il profilo... e garantire la giusta sovrapposizione ed esposizione); poi le ho assemblate con Hugin (freeware). In questo caso la scelta del metodo di composizione prospettica è semplice, cilindrica; mentre in altri casi, soprattutto con elementi ravvicinati, come per panoramiche di piazze, la scelta del metodo è molto complessa per minimizzare le distorsioni prospettiche fastidiose. Con due o massimo tre foto si può provare la stereografica; cilindrica, cilindrica di miller, panini, architetturale, biplanare, ecc... provare tutte le possibilità per avere il meglio di quel panorama non è una cosa da 2 minuti.
Una volta assemblato il panorama, raddrizzato, centrato, bisogna scegliere il riquadro del ritaglio ponderando quanto sprecare delle foto e quanto invece completare artificialmente. Nella composizione cilindrica la sagoma della foto assemblata, non ritagliata, è a "salsicciotto", con una serie di bombature sopra e sotto. Più è stata accurata la serie di scatti e più le foto sono allineate, lasciando meno spazi incompleti che costringono a tagliare da una parte e completare dall'altra. In generale è più facile completare la parte del cielo, quindi se c'è da sacrificare qualcosa è meglio tagliare nella parte bassa.
In questa foto ho deciso di tagliare metà dell'ultima immagine a destra, contro-sole, sovraesposta, senza peso compositivo, anche se portava al "terzo" il vulcano. Ho deciso di completare la parte di cielo a dx, per non schiacciare il vulcano, tagliando il cielo "sporgente" al di sopra di esso; e ho tagliato di netto la parte bassa, al filo delle bombature inferiori, minimizzando l'intervento di clonazione in quella zona.
In basso ho dovuto quindi completare solo l'angolo a sinistra, riproducendo i segni delle ruote sulla sabbia nella parte mancante.
Nel cielo invece la parte mancante era molto ampia, quindi ho fatto una selezione della parte mancante (nera), ho allargato la selezione di 2 pixel per mangiare il bordo, per sopperire all'errore di selezione per l'antialiasing; a questo punto ho fatto una campitura sfumata da dx a sx, dall'azzurrino del cielo nella zona di riferimento nell'angolo "vero" in alto a dx (contagocce) al bianco; poi col contagocce ho preso l'azzurro scuro del cielo vicino all'altro estremo della selezione da completare e ho fatto una sfumatura da quell'azzurro al trasparente, da sx a dx. Ovviamente non era venuta perfetta come il cielo sottostante, quindi con il clona ho aggiustato le zone di confine, soprattutto nella zona centrale della selezione; poi con lo sfumino ho amalgamato tutto.
Dove ci sono le nuvole, ho clonato parti di nuvole di zone diverse, ma con azzurro simile, in modo da ricreare una nuvolosità naturale, senza la percezione di una clonazione spudorata.
Completata l'immagine, sono intervenuto sulle curve, dopo aver fatto tre copie del livello, per correggere separatamente le luci e ombre. Ho regolato la trasparenza tra i livelli con le maschere di livello, corretta ciascuna puntualmente col pennello nero/bianco o sfumature di grigio.
Dove ho calcato la mano sulle curve, partendo dai jpg, ho dovuto rifluidificare le sfumature delle campiture, per nascondere i "gradini" creati dall'accentuarsi della pendenza della curva del colore.
In questo caso non ho usato brucia/scherma, maschere di contrasto, sfumature gaussiane, né corretto separatamente i canali dei colori. Però è un lavoro grosso! :-P Però secondo me ne è valsa la pena, il risultato mi gratifica.
I puristi sanno fare una foto panoramica così senza ritoccare nulla!?
Raramente la mia sforna foto della penultima categoria, mai dell'ultima. Morale, se non le sistemo è solo perché non ho tempo.
La maggior parte delle volte non devo ritoccare le foto per renderle più belle della realtà, ma per renderle più simili alla realtà, senza colori falsati, contrasti miseri o altre tristezze.
Questa è un'autoscatto che è venuto come volevo e non ho dovuto toccarlo. Ma è un caso.
Il capitolo più complesso del fotoritocco, dal mio punto di vista, è lo schermo. Se ritoccassi le foto su questo portatile, farei schifezze pacchiane (e qualche volta credo di averne fatte). Con un altro schermo qui le vedo generalmente più belle, ma comunque diverse da come le vedo sul pc di casa e diverse da come si vedono sulla TV. E non stampo mai, sennò si apre un altro capitolo di incognite... almeno queste sono gratis.
In generale dietro ogni mia foto c'è un lavoro lunghissimo di livelli, maschere, trasparenze, curve, ecc. (con tutto il tempo perso mi sarei guadagnato una macchina più bella! eheh)
Su questa c'è un sacco di lavoro.
Ho scattato sei fotografie, senza "assistente" (che non è semplice, per garantire un orizzonte piuttosto uniforme, con la linea delle montagne che ti inducono a seguirne il profilo... e garantire la giusta sovrapposizione ed esposizione); poi le ho assemblate con Hugin (freeware). In questo caso la scelta del metodo di composizione prospettica è semplice, cilindrica; mentre in altri casi, soprattutto con elementi ravvicinati, come per panoramiche di piazze, la scelta del metodo è molto complessa per minimizzare le distorsioni prospettiche fastidiose. Con due o massimo tre foto si può provare la stereografica; cilindrica, cilindrica di miller, panini, architetturale, biplanare, ecc... provare tutte le possibilità per avere il meglio di quel panorama non è una cosa da 2 minuti.
Una volta assemblato il panorama, raddrizzato, centrato, bisogna scegliere il riquadro del ritaglio ponderando quanto sprecare delle foto e quanto invece completare artificialmente. Nella composizione cilindrica la sagoma della foto assemblata, non ritagliata, è a "salsicciotto", con una serie di bombature sopra e sotto. Più è stata accurata la serie di scatti e più le foto sono allineate, lasciando meno spazi incompleti che costringono a tagliare da una parte e completare dall'altra. In generale è più facile completare la parte del cielo, quindi se c'è da sacrificare qualcosa è meglio tagliare nella parte bassa.
In questa foto ho deciso di tagliare metà dell'ultima immagine a destra, contro-sole, sovraesposta, senza peso compositivo, anche se portava al "terzo" il vulcano. Ho deciso di completare la parte di cielo a dx, per non schiacciare il vulcano, tagliando il cielo "sporgente" al di sopra di esso; e ho tagliato di netto la parte bassa, al filo delle bombature inferiori, minimizzando l'intervento di clonazione in quella zona.
In basso ho dovuto quindi completare solo l'angolo a sinistra, riproducendo i segni delle ruote sulla sabbia nella parte mancante.
Nel cielo invece la parte mancante era molto ampia, quindi ho fatto una selezione della parte mancante (nera), ho allargato la selezione di 2 pixel per mangiare il bordo, per sopperire all'errore di selezione per l'antialiasing; a questo punto ho fatto una campitura sfumata da dx a sx, dall'azzurrino del cielo nella zona di riferimento nell'angolo "vero" in alto a dx (contagocce) al bianco; poi col contagocce ho preso l'azzurro scuro del cielo vicino all'altro estremo della selezione da completare e ho fatto una sfumatura da quell'azzurro al trasparente, da sx a dx. Ovviamente non era venuta perfetta come il cielo sottostante, quindi con il clona ho aggiustato le zone di confine, soprattutto nella zona centrale della selezione; poi con lo sfumino ho amalgamato tutto.
Dove ci sono le nuvole, ho clonato parti di nuvole di zone diverse, ma con azzurro simile, in modo da ricreare una nuvolosità naturale, senza la percezione di una clonazione spudorata.
Completata l'immagine, sono intervenuto sulle curve, dopo aver fatto tre copie del livello, per correggere separatamente le luci e ombre. Ho regolato la trasparenza tra i livelli con le maschere di livello, corretta ciascuna puntualmente col pennello nero/bianco o sfumature di grigio.
Dove ho calcato la mano sulle curve, partendo dai jpg, ho dovuto rifluidificare le sfumature delle campiture, per nascondere i "gradini" creati dall'accentuarsi della pendenza della curva del colore.
In questo caso non ho usato brucia/scherma, maschere di contrasto, sfumature gaussiane, né corretto separatamente i canali dei colori. Però è un lavoro grosso! :-P Però secondo me ne è valsa la pena, il risultato mi gratifica.
I puristi sanno fare una foto panoramica così senza ritoccare nulla!?