Io sono contento per aver messo sotto torchio la nuova bimba, solo che non avrei mai immaginato di fare tutta la salita in sella (e vi assicuro che si tratta di una delle salite più toste che abbiamo... sicuramente la più tosta che abbia mai fatto io) e la discesa a piedi... he he he. Comunque nonostante la giornata fosse iniziata bene visto il comportamento decisamente positivo della bici in salita, prima ancora che cominciasse la discesa, il Nomad s'è preso la prima capottata (o meglio il suo driver): mentre verificavo qualche regolazione quà e là con una mano impegnata, una pietra non vista mi ha chiuso lo sterzo improvvisamente facendomi ribaltare in avanti, per fortuna senza conseguenze (nè per la bici, ma nemmeno per il pilota)... cominciamo bene!!! Una volta scollinato a genna Eidadi ci siamo trovati davanti il BARATRO: praticamente 300 mt di dislivello con pendenze oltre il 40%. Ho rischiato di perdere la bici ben più di una volta, ma ho anche subito un tentato omicidio da parte di gnappixeddu che, mentre ero impegnato a scendere con le chiappe lungo un canalone, ha mollato la sua Specy dall'alto mancandomi per pochi centimetri; inutile dire che la poverella (la Specy) s'è dovuta subire parecchie decine di mt "al volo" lungo il dirupo: i frastimi di gnappo probabilmente echeggiano ancora per la valle, ma quelli de su Mod, di King, di Paolo e Antonio, miei, e di Mauretto (frontista bolognese che già per il secondo anno si aggrega alle nostre uscite d'agosto... poverino, non ha ancora capito che è meglio lasciar perdere...) non erano da meno, mentre pcortesi seguiva a ruota, o meglio a "scivolata" l'impavido Bike che scendeva giù come un missile. Una volta giù, pian piano la mulattiera ha cominciato a diventare pedalabile, ma (vuoi per la scuttullata di prima, vuoi per la non conoscenza del mezzo) ho preferito "andare sul sicuro", e non rischiare sul troppo smosso. Sono salito in sella solo quando mancavano ormai poche centinaia di mt alla fine della discesa, ma sufficienti per rendermi conto delle potenzialità del carro e della forcella (tutta esperienza da mettere in saccoccia). Poi di nuovo salita su sterratone... non è proprio la mia passione... ed una volta scollinato nuovamente a Togoro... purtroppo era tardi e non abbiamo afforontato i single che avrebbero reso la giornata sicuramente ancora più lieta, e quindi siamo scesi dai tornanti su sterratone , mentre Mastro Marino gradiva particolarmente (un po' meno il fratello Paolo autore anche stavolta di una caduta da cineteca, a sentire chi l'ha vista, per fortuna senza conseguenze... almeno fisiche ... psicologicamente è ancora tutto da verificare!). Senza storia il rientro a Gonnos, caratterizzato solamente da una nota di colore rappresentata da un capottone di Bike impegnato in una sesssione di dirt-street con un gradino di 10 cm giusto per non fare sentire inferiore il mio Nomad