Report Esci mai dalla tua comfort zone?

lorenzom89

Biker grossissimus
23/10/10
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emilia romagna
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mtb
Confort zone per quel che riguarda la salita e la "gamba" secondo me va superata ma ovviamente con metodo.. ormai nel 2021 esiste una scienza dell'allenamento e della preparazione. Quindi se uno ad ogni uscita è sempre "fuori dalla confort zone" alla fine si brucia solo e non migliora oltre a farsi delle gran tendiniti, crampi, contratture ecc..

Per quel che riguarda la discesa secondo me chi è spesso fuori dalla confort zone lo è solo perché ancora non ha fatto abbastanza visite al reparto di ortopedia.. o le ha fatte troppo brevi..
Insomma a prendersi rischi eccessivi prima o poi ci si fa male.. e ok l'adrenalina.. ma bisognerebbe sempre o quasi avere il "controllo" della situazione.. se si prendono grossi rischi ad ogni uscita meglio far un passo indietro e tornar a far sentieri più facili oppure fare un corso di guida
 

marpa

Biker dantescus
29/12/08
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Poirino (TO) Piemonte
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TYEE CF 29
Anni fa uscivo più spesso dalla comfort zone senza considerare troppo le conseguenze ed infatti qualche caduta rovinosa mi è capitata spesso per cause che dopo mi sono reso conto che ci avrei dovuto pensare e le avrei dovute valutare , ma devo dire che sia per saggezza degli anni che passano che per la regola “lesson learn“ ho fatto tesoro delle “cadute” ed ho imparato ad uscire dalla comfort zone in modo ragionato prendendo rischi alla mia portata ma comunque che mi permettono di migliorare la mia tecnica o di superare passaggi che prima facevo scendendo (il che non significa che non si cade più’)
un’altra lezione che ho imparato bene e‘ di ascoltare il fisico , quando la vocina dice sei stanco e’ ora di ritornare alla base obbedisco, la stanchezza gioca brutti scherzi , i riflessi rallentano e le forze si riducono , cocktail perfetto per una probabile caduta .
 

zio munch

Biker serius
16/11/06
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Savona
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scott spark 720 plus, Canyon Spectral-on, Megamo West15
Alla soglia dei 50 anni cerco di starci il più possibile :vecio:
Dopo anni senza protezioni, a spaccarmi ginocchia polsi e a farmi più cicatrici di Ken Shiro non ho più voglia di farmi male:????:
In salita è diverso, ero lento prima e lo sono pure adesso. Naturalmente il confronto lo faccio con i miei amici.
Però sono finiti i tempi delle ripetute e delle garette xc.
Quindi adesso vado oltre solo se in compagnia, così almeno se mi schianto qualcuno mi raccatta da terra!
 

Gianz

Biker marathonensis
28/6/07
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Valdagno (VI)
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Cannondale Topstone Carbon 3 + Stanton Sherpa super custom + GT Grade Carbon
Da:
"Highway to the Danger Zone
Ride into the Danger Zone"

a:
"Highway to the Comfort Zone
Ride into the Comfort Zone"

:mrgreen: :mrgreen:
 

rolly

Biker assatanatus
24/10/07
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Bologna/Capoliveri
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Specialized Epic cannondale moterra
Allora io ho chiuso prima di iniziare
Eh.....siamo in due allora :nunsacci: io mi accorgo che la sana(?) follia che mi faceva tanto divertire e...rompere costole ed altro è finita.
Sostituita dal ragionamento....che è quello che abbassa la "comfort zone"...a livelli più bassi ma per altro più "conservativi" :i-want-t:
 

apokolokyntosis

Biker serius
21/3/20
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Padova
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Starling Murmur
Per me è diverso: in salita è un puro fattore fisico, e riesco ad uscire dalla comfort zone quando affronto una salita assieme a gente con E-bike (io ho una MTB non "E"). In discesa invece mi azzardo di più quando sono da solo. è una questione di concentrazione: quando esco da solo entro in uno stato di assoluta concentrazione (in alcuni sport si chiama "The Zone") nella quale anche passaggi difficili mi riescono senza problemi. Insomma, in discesa per me è soprattutto una questione di testa.
 
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stickabush

Biker novus
4/11/14
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PIETRA LIGURE
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Epic xpert
Mi solleva sapere che non sono l’unico a sentire la vocina che ti chiede di spingere di più…buon consiglio x uscire dalla confort zone e’ partire mentalmente tranquillo x un giro easy e poi ripensarci appena ti senti bello caldo…e inizi a frullare.con questo approccio ho fatto svariati pr in Salita e soprattutto in discesa…uscito dalla cf ‘a mia insaputa’…
 

gargasecca

Il maestro
17/8/05
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--Roma--
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Orbea Rallon M-Team 2020 - Cinelli The Machine 1992
Sinceramente...non ho una "confort zone"...non ci ho mai pensato.
Faccio quello che mi sento di fare...da solo o in compagnia, in salita o in discesa.
Di certo se sono molto stanco o la compagnia non mi piace o il passaggio non mi convince...non mi "allargo" più di tanto, non devo dimostrare nulla a nessuno.
Se invece mi sento in palla, cerco di fare il più possibile nel miglior modo possibile, basta che sono contento nel farlo... ;-)
 

Happykiller

Biker pazzescus
4/3/05
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Lac Leman
broadbandsports.com
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In spalla
La vera fregatura è sentirsi all'interno della propria comfort zone anche quando ne si esce inconsapevolmente.
10 anni fa non ci pensavo due volte ad osare dei passaggi S5, fare drop ed andare veramente forte. E ogni tanto mi sorprendevo col muso per terra. L'abbonamento alla radiologia non mi segnalava che in realtà ero andato oltre i miei limiti, ma semplicemente c'era stata una variabile fuori controllo.
Di rado mi sono spinto palesemente fuori dalla mia comfort zone sui salti, per esempio.
In generale ho sempre spinto il limite per piccoli passi, inglobando le difficoltà nelle mie abitudini.

Ora che la vista invecchia e passo più tempo in barca che in bici, la mia comfort zone si è ristretta e mestamente rinuncio più facilmente a certe piccole sfide, quando la posta in gioco è alta.
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
15/12/09
3.444
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Su per i monti
www.arsie.net
Ad un certo punto mi sono reso conto che seguire gli altri diventa pericoloso.
Perché nella testa avrei ancora l'età del ventenne che se ne frega dei rischi e si butta, appunto dietro a ventenni-trentenni senza freni, mentre il resto mi dice che una botta al ginocchio non passa più in una settimana come a vent'anni, ma ha bisogno di mesi, a cinquant'anni suonati... E come pure non è simpatico fare un volo, nel tragitto casa-lavoro, dopo una gobba invitante a bordo strada, rialzarsi con occhiali, casco, GoPro fracassati, ricomporsi, andare a scuola e tenere le lezioni come nulla fosse, tornarsene a casa in bici e poi realizzare che ad essere rotte ci sono anche un paio di costole; però, cedere, mai, e via senza mollare, tanto dopo una settimana le costole hanno smesso di fare cric-croc, l'importante era non aver bisogno di tossire, starnutire ed evitare di ridere.
Siccome mi sono rotto ben più di una volta, ma non mi va proprio di rompermi ancora perché poi non posso pedalare per un po', e per me stare fermo più di due giorni di fila è già troppo, per uscire dalla "comfort zone" invece di buttarmi giù per i sentieri mi sono dato all'ultracycling... Ho più di qualche idea per l'anno prossimo.
Ma uscire dalla zona di comodità può anche essere girare sotto la pioggia, o al freddo, tipo oggi, che sono andato in cerca della valle più fredda della mia zona. Alla fine ho pedalato per 4 ore e mezza a temperature costantemente sottozero, anche se di poco.
 
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fafnir

Biker meravigliosus
9/11/13
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Warden, Hightower, Venge
A parte un unico caso in cui tra l'altro mi sono fatto veramente male, ma ero sfinito, mi solo sempre e solo fatto male nella cosiddetta comfort zone.
Purtroppo ho visto che quando mi rilasso perdo di concentrazione ed è quasi sempre in questa situazione che ho fatto cadute o preso rischi, spesso prima delle ferie quando mi dico di fare giro tranquillo per non farmi male e Zac!
Non dico che ho bisogno di girare sempre a tutta col coltello fra i denti, ma un po'di tensione mi fa bene e resto più concentrato.

In salita invece esco sempre dalla zona di comfort purtroppo a parte giri estremamente lunghi dove devo per forza darmi una regolata, vado sempre più di quello che vorrei, lo dice anche il Garmin!
 

emmellevu

FAT-Biker meravigliosus
17/12/13
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Monza e Brianza
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Salsa Bucksaw, Specialized Diverge
Eh.....siamo in due allora :nunsacci: io mi accorgo che la sana(?) follia che mi faceva tanto divertire e...rompere costole ed altro è finita.
Sostituita dal ragionamento....che è quello che abbassa la "comfort zone"...a livelli più bassi ma per altro più "conservativi" :i-want-t:
Qualche anno fa mi era presa la fregola della discesa e gradualmente prendevo qualche rischio in più. A un certo punto mi ero messo in mente di riuscire a scendere da San Primo Terrabiotta a Bellagio senza appoggiare il piede (per chi conosce la Dorsale Lariana). E ce la feci; però la seconda volta volai giù dal sentiero dei faggi in un tratto esposto. Mi è andata bene e mi sono solo lussato 2 dita (avevo tutte le protezioni: gomitiere, ginocchiere, casco integrale, ...). Ma dal volo che ho fatto potevo farmi molto più male; le protezioni mi hanno salvato.

Da lì il mio approccio alla discesa è diventato mooooooolto più prudente.
Ora preferisco altre sfide in bici ... in discesa resto sempre 5 passi indietro rispetto al mio limite (scarso) della comfort zone.
 
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samuelgol

Bürgermeister des Waldes
17/7/07
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Bozen
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Methanol
In bdc Strava e/o il gruppo aiutano ad uscire dalla propria Comfort zone. Ma non lo cerco mai in discesa. In bdc troppo pericoloso. Alternativa è farlo come metri di dislivello o km ma alla fine cui prodest? Si può farlo raramente ad allungare km e dislivello, perchè poi lo si paga nei giorni dopo.
In mtb già è più facile. Oltre al classico Strava o compagni di uscite, mi piace sempre esplorare percorsi diversi, trovare nuovi sentieri e quelli più difficili riuscire a mettere meno piedi a terra possibile o nessuno. Conscio che ormai ho occhio per quelli che è un supplizio riprovarli per limiti miei e/o della bici. In assoluto l'uscita dalla comfort zone deve essere da stimolo per se stessi, a interrompere la routine. Quando per molti diventa solo scopo di dimostrarlo lungo ha poco senso e poco costrutto, per me.
 
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