E-shop

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
    Iscriviti al canale se non l'hai ancora fatto (clicca qui).


MR. TWO

Biker serius
3/12/07
143
0
0
ancona
Visita sito
Volevo chiedere le Vostre considerazioni su una realta' che sta diventando sempre piu' preoccupante, a mio modo di vedere.
In breve: un ' importatore sottoscrive in esclusiva un contratto per la distribuzione di un prodotto , dopo un po' di tempo lo stesso prodotto è pubblicizzato in un sito straniero, ad un costo inferiore a quanto lui lo paga dal produttore.
Come gia' letto in altri post. di altri iscritti questo tipo di cose inizia a diventare un po' troppo frequente.
Ora è chiaro che ogniuno di noi cerca di spendere meno , per l'acquisto di bici o accessori, ma il mio discorso va oltre il denaro è piu' indirizzato ad una questione di etica e di salvaguardia di quegli operatori onesti che cercano di portare avanti un lavoro con passione ed umilta'.
Non vorrei, ed è una mia opinione, che il perdurare di questo tipo di situazione porti i negozianti piu' onesti a chiudere, perdendo quindi background e professionalita', per ritrovarsi poi nelle mani di pochi che alla fine oltre a non dare consigli e servizi si ritroverebbero in un regime di monopolio con tutto cio' che ne consegue.
Il negoziante onesto, come il distributore, come il produttore, secondo me è molto importante, perche' ci salvaguarda i "denti" ed il portafoglio.
Non sono un negoziante ne' un importatore, sono solo un semplice appassionato che vorrebbe continuare a discutere con un negoziante/meccanico anziche' con un e-shop.
Grazie leo.
 

sembola

Moderatur cartesiano
Membro dello Staff
Moderatur
27/2/03
50.913
9.485
0
57
Siena
www.sembola.it
Bike
una nera e l'altra pure
Oggi il mercato è diverso da quello di venti anni fa: può piacere o no ma è un dato di fatto. Ed è un dato di fatto che non è più possibile ragionare a livello nazionale, ma che lo si deve fare a livello europeo. Non si può più ragionare sulle esclusive a livello di provincia o di area quando la "piazza" non è più limitata dalle distanze fisiche ed anzi ha perso la fisicità per diventare virtuale. A mio parere contrattare l'esclusiva della distribuzione in un paese, zona o città e poi consentire che i rivenditori di un' altra nazione "invadano" il territorio con vendite online è una scorrettezza da parte dei produttori.

E' possibile (e probabile) che in Italia, visto il volume inferiore rispetto ad altri mercati, gli importatori e i negozianti non siano in grado di fare pressione sui marchi affinchè si comportino in modo corretto. Non mi sento neppure di escludere che il problema sia stato ignorato e sottovalutato, come purtoppo accade spesso in Italia ad una parte della nostra imprenditoria quando si tratta di guardare un po' più in là del proprio naso.
 

Crested B

<b>Importatore Niner</b>
12/5/07
2.975
2
0
Springfield
Visita sito
Oggi il mercato è diverso da quello di venti anni fa: può piacere o no ma è un dato di fatto. Ed è un dato di fatto che non è più possibile ragionare a livello nazionale, ma che lo si deve fare a livello europeo. Non si può più ragionare sulle esclusive a livello di provincia o di area quando la "piazza" non è più limitata dalle distanze fisiche ed anzi ha perso la fisicità per diventare virtuale. A mio parere contrattare l'esclusiva della distribuzione in un paese, zona o città e poi consentire che i rivenditori di un' altra nazione "invadano" il territorio con vendite online è una scorrettezza da parte dei produttori.

E' possibile (e probabile) che in Italia, visto il volume inferiore rispetto ad altri mercati, gli importatori e i negozianti non siano in grado di fare pressione sui marchi affinchè si comportino in modo corretto. Non mi sento neppure di escludere che il problema sia stato ignorato e sottovalutato, come purtoppo accade spesso in Italia ad una parte della nostra imprenditoria quando si tratta di guardare un po' più in là del proprio naso.



Accipicchia come mi fischiano le orecchie!!! ;-)
Eh, abbiamo toccato non un tasto, ma un 'panic button' grande così.
Lasciamo perdere i fiumi di caratteri ASCII e di stringhe di testo (non si dice più da tempo fiumi di inchiostro) che sono state e saranno scritte.
Bisogna fare qualcosa e spesso contro giganti con la forza e il denaro di Chain Reaction l'esito della battaglia è scontato (sono bravissimi in questo).
L'unica speranza per i distributori è evitare di pensare che la sfida debba per forza giocarsi sul prezzo. Vorrebbe dire uscirne certamente perdenti.
Io un paio di idee ce l'ho. Certo che restare nella posizione attuale vuol dire soccombere.
Mettiamola così. Una volta c'erano i maniscalchi a ferrare i cavalli.
Poi, con l'arrivo dell'automobile metà hanno perso il lavoro... e l'altra metà sono diventati gommisti.

C'e' sempre un modo per rendersi utili. Io ci sto pensando SERIAMENTE da un bel pò. Ancora una volta novità in arrivo. ;-) Entro fine stagione, non domani.

Un grazie di cuore a Leo. E' un piacere parlare con chi si preoccupa non solo di se stessi ma anche degli effetti di un meccanismo che potrebbe portare molti operatori del settore a perdere il lavoro. Se tutti fossero come lui fare commercio con vantaggi reciproci sarebbe certo più facile e piacevole.
 

MR. TWO

Biker serius
3/12/07
143
0
0
ancona
Visita sito
Ringrazio Crested B per i complimenti.
Quando sembola parla di globalita' ha perfettamente ragione, lo sta a dimostrare l'ondata di recessione che arriva dall' America.
Pero', io penso a quando negli anni 60/70, in una famiglia media di 4 persone, lavorava di solito solo il papa', e la famiglia si sostentava ed addirittura, anomalia tutta italiana, si riusciva a comprare casa, per l'imps 3 persone in media lavoravano e una era in pensione. Ora con la delocazione produttiva ci sono, visto che siamo uno dei paesi piu' vecchi al mondo come popolazione, tre in pensione ed uno che lavora.
E' vero che siamo un paese "inventore di idee", la fantasia non ci manca, ma credo che alla fine come disse un fisico "nulla si crea e nulla si distrugge ed i cocci sono i suoi" non vorrei perdere la mia quotidianita', andare a comprare il latte, il pane, anziche' ordinarlo via e-shop.
Secondo alcuni studiosi nella stragrande maggioranza dei casi l'evoluzione porta involuzione e questo a mio modo di vedere non è un bene.
Dovete scusarmi ho 41 anni e ad aprile ne compio 42, sono della vecchia generazione, si cresceva in strada e si scorrazzava in bici, si giocava con la cerbottana, si dava la caccia alle lucertole con i "cappuccetti"; coni di carta arrotolati sparati con la cerbottana.
Sinceramente mi manca quel periodo, dove riuscivi a vedere l'orizzonte, ora invece per l'ingordigia dell' uomo questo orizzonte non si vede piu'.
Saluti leo.
 

bricke

Biker perfektus
24/8/07
2.926
-1
0
Venezia
Visita sito
Pero', io penso a quando negli anni 60/70, in una famiglia media di 4 persone, lavorava di solito solo il papa', e la famiglia si sostentava ed addirittura, anomalia tutta italiana, si riusciva a comprare casa, per l'imps 3 persone in media lavoravano e una era in pensione. Ora con la delocazione produttiva ci sono, visto che siamo uno dei paesi piu' vecchi al mondo come popolazione, tre in pensione ed uno che lavora.
Questo è un problema dell'IMPS però e dei vari governi che ci sono stati, han fatto pure la cavolata di mandare in pensione gente con 19 anni di lavoro e ancora oggi molti ci marciano sull'eternit per andare in pensione prima, insomma, cono stati fatti degli errori e si continuano a fare.

E' vero che siamo un paese "inventore di idee", la fantasia non ci manca, ma credo che alla fine come disse un fisico "nulla si crea e nulla si distrugge ed i cocci sono i suoi" non vorrei perdere la mia quotidianita', andare a comprare il latte, il pane, anziche' ordinarlo via e-shop.
Sinceramente magari potessi fare la spesa online in modo decente, risparmierei sulla benzina e sulla coda alle casse, il tempo è denaro... :il-saggi:
Inoltre saremo anche inventori di idee, ma le inventiamo fuori dal bel paese....
 

frecciagialla

Biker novus
30/1/09
18
0
0
Thiene
Visita sito
Volevo chiedere le Vostre considerazioni su una realta' che sta diventando sempre piu' preoccupante, a mio modo di vedere.
In breve: un ' importatore sottoscrive in esclusiva un contratto per la distribuzione di un prodotto , dopo un po' di tempo lo stesso prodotto è pubblicizzato in un sito straniero, ad un costo inferiore a quanto lui lo paga dal produttore.
Come gia' letto in altri post. di altri iscritti questo tipo di cose inizia a diventare un po' troppo frequente.
Ora è chiaro che ogniuno di noi cerca di spendere meno , per l'acquisto di bici o accessori, ma il mio discorso va oltre il denaro è piu' indirizzato ad una questione di etica e di salvaguardia di quegli operatori onesti che cercano di portare avanti un lavoro con passione ed umilta'.
Non vorrei, ed è una mia opinione, che il perdurare di questo tipo di situazione porti i negozianti piu' onesti a chiudere, perdendo quindi background e professionalita', per ritrovarsi poi nelle mani di pochi che alla fine oltre a non dare consigli e servizi si ritroverebbero in un regime di monopolio con tutto cio' che ne consegue.
Il negoziante onesto, come il distributore, come il produttore, secondo me è molto importante, perche' ci salvaguarda i "denti" ed il portafoglio.
Non sono un negoziante ne' un importatore, sono solo un semplice appassionato che vorrebbe continuare a discutere con un negoziante/meccanico anziche' con un e-shop.
Grazie leo.

Sono dello stesso parere. Questi sivende bisogna sempre aiutarli per farsi aiutare. Comunque i siti esteri vengono a vendere perchè non rispettano la trafila del vecchio commercio che è quella della vera soddisfazione dell'utilizzatore. Supponiamo che riescano a radere al suolo tutti i sivende e che dopo averlo fatto constatino che il mercato è troppo povero di profitti e abbandonino il settore?
 

MR. TWO

Biker serius
3/12/07
143
0
0
ancona
Visita sito
Piu' grandi si è, e piu' si cade dall'alto, mi dice sempre mia nonna di 94 anni.
Vi porto un esempio: vi ricordate qualche anno fa, quando la societa' petrolifera Agip, decise per i fine settimana di proporre uno sconto di cento lire sui carburanti?
E' vero che l'Agip a quei tempi era in regime di monopolio in Italia, rispetto alle altre compagnie, le quali pero' al di fuori dei confini erano loro in regime di monopolio a livello globale.
Ora, secondo me ci deve essere etica ed equilibrio nel mondo degli affari.
Prendo l'esempio di no-tubes e delle ruote rowal, io credo che a no-tubes dopo aver verificato attentamente che il suo brevetto sia stato leso gli convenga fermarsi li, perche' altrimente essendo specialized una major a livello globale, potrebbe modificare in minima parte le sue ruote per poi venderle ad un prezzo stracciato facendo cosi chiudere no-tubes.
E' gia successo con Fox e il sistema terralogic, fino a quando lo usava specialized, la fox poteva vendere le sue forcelle, ora che specialized fa le forcelle in proprio, fox non vende piu' la terralogic.
Come da titolo di una telenovelas "anche i ricchi piangono".
Saluti leo
 

Christian76

Biker popularis
19/1/09
46
0
0
48
Chiavenna (SO)
Visita sito
Si parla tanto di libero mercato salvo poi constatare che ci sono molti operatori che vogliono invece conservare l'esclusiva. Io sono nel settore delle auto e, nonostante la legge Monti che avrebbe dovuto regolare la libera circolazione delle merci in Europa, non è ancora possibile per esempio nel mio campo, potere esporre vetture ed avere la rappresentanza di marchi diversi senza che questi comportamenti siano interpretati come mancato rispetto delle condizioni contrattuali. In altri settori invece, sembra che tutti possano fare quello che vogliono.
Credo che l'importante sia non considerare tutto oro quel che luccica: Io negoziante posso essere meno competitivo rispetto ad internet, ma sono in grado il più delle volte di gestire il post-vendita con maggiore professionalità. Anche questo è giusto che si paghi. Anzi, la prestazione di servizi aggiuntivi pesa sempre più nella problematica della fidelizzazione del cliente. E' ovvio che si devono comunque rispettare delle tolleranze: Nessuno pagherebbe 100 quello che vale 50...
 

Crested B

<b>Importatore Niner</b>
12/5/07
2.975
2
0
Springfield
Visita sito
Il mondo cambia e continuerà a farlo. Internet arriva e colpisce duro perchè il vecchio sistema distributivo non si è innovato. Siamo italiani e stiamo bene come stiamo. Poi ci accorgiamo che le nostre certezze erano solo nella nostra testa.
Ci sarà innovazione. Come al solito bisognerà sapersi mettre in discussione e avere la forza di cambiare.

L'esperienza del 29er ce lo insegna. La settimana scorsa mi ha chiamato un mio vecchio amico dal piemonte che aveva deciso di prendere una Niner. L'ha provata e ne è rimasto entusiasta.
Ha preso una Giant con la scusa del prezzo, ma mi ha detto la verità: non se la sentiva di diventare il 'diverso' del gruppo e di dover affrontare possibili scetticismi e malignità da parte degli altri.

Non siamo tutti così. C'e' gente orgogliosa di ragionare con la propria testa e di dimostrare che ci sono modi diversi e forse migliori di fare quello che fanno tutti (e qui Apple insegna).
E' solo un periodo di cambiamenti. Ora bisognerà avere la forza e il coraggio di staccarsi dalla vecchia zattera ormai in fase di affondamento e mettersi a nuotare.

Non ne farei una tragedia. E' un grande momento per quelli con la forze di cambiare ed è una tragedia solo per chi non ha questa attitudine. Non so come andrà a finire...ma sicuramente i prossimi saranno due anni pieni di decisioni e di ricordi.

A proposito dei negozi, finchè ci saranno biker disposti a pagare per un servizio i negozianti capaci di darne uno vero e trasparente non avranno problemi.
Quelli che invece non hanno puntato sul servizio ma solo sul prezzo e sulla sopravvicenza a base di espedienti (diciamo all'italiana, senza cattiveria) dovranno davvero diventare dei 'fantasisti all'italiana' per non doversi cercare un altro lavoro.
 

Dema 21

Biker serius
6/6/08
169
0
0
H. Verona /=\
Visita sito
Il mondo cambia e continuerà a farlo. Internet arriva e colpisce duro perchè il vecchio sistema distributivo non si è innovato. Siamo italiani e stiamo bene come stiamo. Poi ci accorgiamo che le nostre certezze erano solo nella nostra testa.
Ci sarà innovazione. Come al solito bisognerà sapersi mettre in discussione e avere la forza di cambiare.

Non ne farei una tragedia. E' un grande momento per quelli con la forze di cambiare ed è una tragedia solo per chi non ha questa attitudine. Non so come andrà a finire...ma sicuramente i prossimi saranno due anni pieni di decisioni e di ricordi.

A proposito dei negozi, finché ci saranno biker disposti a pagare per un servizio i negozianti capaci di darne uno vero e trasparente non avranno problemi.
Quelli che invece non hanno puntato sul servizio ma solo sul prezzo e sulla sopravvivenza a base di espedienti (diciamo all'italiana, senza cattiveria) dovranno davvero diventare dei 'fantasisti all'italiana' per non doversi cercare un altro lavoro.

Ohhhhllaaaa! Finalmente arriviamo al nocciolo...:il-saggi:
E' una questione che il buon G.P. Galloni si MTB Action continua a sottolineare... Negli scorsi anni in molti presi dall'entusiasmo del mercato si sono improvvisati SIVENDE (Basta poco.. che ce vò?..) senza averne la reale competenza e "rovinando" di fatto lo stesso...:arrabbiat:
Infatti appena arriva una novità (ad esempio le 29er...) si trovano impreparati ed incapaci di adeguarsi, incolpando a turno l'importatore, internet o qualche "rivale scorretto", ma mettendo in difficoltà noi BIKERS...

In un altro topic io l'ho già detto, preferisco spendere 1€ in più ma essere coccolato... Ma se appena speso l'Euro in più mi trovo di fronte un incompetente... La volta successiva rischio su INTERNET!:duello:

Anche io in passato, lo ammetto, sono ricorso ad internet, ma udite udite con il consiglio del mio sivende... Ecco dove si può arrivare...
E non la vedo una cosa tanto strana!:spetteguless:
 

yoda76

Redazione
30/7/06
4.664
-6
0
48
aosta
Visita sito
edit.. crestd b.L'esperienza del 29er ce lo insegna. La settimana scorsa mi ha chiamato un mio vecchio amico dal piemonte che aveva deciso di prendere una Niner. L'ha provata e ne è rimasto entusiasta.
Ha preso una Giant con la scusa del prezzo, ma mi ha detto la verità: non se la sentiva di diventare il 'diverso' del gruppo e di dover affrontare possibili scetticismi e malignità da parte degli altri.

mauro... già che si parla di differenziarsi...
16 anni fa cominciai con lo snowboard quando ancora nessuno ci andava. molti sciatori mi fermavano e mi chiedevano che cosa avessi ai piedi...
poi 4 anni fa sono rimasto folgorato dallo scialpinismo e lo sci fuoripista... ancora una volta uno sport non per tutti...
oggi ho preso il necessaire per imparare a sciare in telemark!!! non ci si deve MAI fermare, bisogna sempre distinguersi ed evolversi (anche se a volte si deve tornare indietro per farlo) sia nel divertimento che nel lavoro. io lavoro in negozio, lo sai, ma sono di vedute molto ampie, tanto che, seppure l'unico ad essere pro 29er in valle d'aosta, ne ho già evangelizzati 6 (senza lo straccio di una test bike).
gli shop on line sono una bella cosa per risparmiare (mi ci servo pure io, lo ammetto) ma in un negozio vero e appassionato, un elemento capace di consigliare (e traviare, alle volte) è impareggiabile.
si dovrà trovare, lo sai, una soluzione per far lavorare i negozi e i web shop insieme. noi veri negozianti appassionati NON POSSIAMO CHIUDERE, non possiamo lasciare i nostri soci di passione senza un punto di riferimento!!!

la scimmia single speed ora mi sta assalendo e ho una voglia pazza di assaggiare la sensazione di singolizzare la fsr... ma sono deliri da stagione fredda...
 

sembola

Moderatur cartesiano
Membro dello Staff
Moderatur
27/2/03
50.913
9.485
0
57
Siena
www.sembola.it
Bike
una nera e l'altra pure
Non posso che quotare Crested quando parla di "cambiamento".

Mi permetto di fare qualche altra considerazione. Ho già scritto più volte che nei Forum c'è una visione un po' drastica e spesso non realistica del mondo, che notoriamente non è bianco e nero ma in sfumature infinite di grigio. Non è che i negozi chiudono da un giorno all' altro solo perchè noi, che siamo una minoranza infinitesimale dell'universo mtb in Italia, comperiamo tutto online. I negozi fisici continuano, e continueranno per un bel pezzo, ad esistere ed a vendere, visto che la stragrande maggioranza dei biker non sa neppure regolarsi il cambio, figuriamoci montarsi una bici da se. Semmai ne esiste uno, il "nemico" dei negozi non è internet, ma la scarsa cultura sportiva che c'è in Italia che limita il bacino d'utenza.

Per tornare al bianco e nero, non sono neppure convinto che il problema sia solo il prezzo, anzi. Dipingere il biker "evoluto" come un nullafacente che passa ore su internet per risparmiare un euro non è realistico: spesso il problema è invece di reperire materiale che nessuno ha o vuole avere e conseguentemente non è possibile reperire a meno di attendere mesi e mesi: o che puoi reperire solo prendendo l'auto e macinando km. Sulla mia RIP ho DOVUTO comperare la forcella in USA, perchè non ce le aveva nessuno nè in Italia nè in Europa (a meno di spendere 8 o 900 euro per una Fox...), il mozzo anteriore in UK perchè per avere un mozzo a perno passante avrei dovuto prendere l'auto ed andare per negozi a Firenze e sperare che ne avessero uno... In questo Crested ha pienamente ragione, la concorrenza si può fare con altri argomenti che il prezzo, come la competenza e la professionalità.
 

Fede1969

Biker superis
E' un soggetto interessante. Parlo a partire dalla mia esperienza di consumatore. Io compro praticamente tutto su internet. Per quale ragione? La prima è che così facendo risparmio centinaia, se non migliaia, di euro all'anno. Chi me lo fa fare di spendere di più se posso spendere meno? La sola risposta possibile potrebbe essere perché comprando in un negozio ho un servizio maggiore. Ma è così?

Io abito a Milano. Se entro in un negozio (limitiamoci alle bici), ho davanti un commerciante con una limitatissima possibilità di scelta che cerca quindi di vendermi quello che ha in casa. Non mi dà quindi un vero consiglio e servizio, ma cerca di indirizzare il mio acquisto su quel che ha a magazzino. La sensazione che ho di essere un pollo da spennare. Per stringere una vite mi chiede 5 euro. Ogni cosa che vende costa tra il doppio e il triplo di quel a cui potrei trovarla su internet. Chi mi sa spiegare perché dovrei comprare da lui.

Lo so, non comprando mai da lui, andrà finire che lui chiuderà e non avrò più un ciclista vicino a casa. Ma è colpa mia o è colpa sua?

Qui subentra una seconda considerazione. Perché anche su internet è molto più conveniente comprare in UK o in Germania, aggiungendo le spese di spedizione internazionali, che non in Italia? Perché in Italia non c'è nessun serio (intendo davvero fornito e competitivo) negozio on-line?

E' davvero assurdo, se poi penso che in Germania, per non parlare in UK, il costo della vita è molto più alto che in Italia... e che quindi in proporzione i prezzi di quei paesi sono infinitamente più bassi di quelli dei nostri commercianti. E non mi si venga a dire che sono i grandi numeri, perché i grandi numeri si costruiscono su una politica dei prezzi. E in Italia chi la fa questa politica dei prezzi?

Anche in questo caso, se le latterie, i ciclisti di quartiere, ecc. non esisteranno più, va be' pazienza è un segno dei tempi, ma se esisterà solo un megasito in UK, questa non sarà colpa del povero consumatore, ma dell'incapacità imprenditoriale dei professionisti della bicicletta italiana.

E poi, un'ultima considerazione: io sarei ben felice di avere solo bravi e onesti meccanici sul territorio e grandi magazzini on-line dove comprare al prezzo più competitivo. Se poi ancora una volta, per essere un bravo meccanico bisogna farsi il culo e lavorare, mentre per improvvisarsi venditori di quartiere, pensando che la regola aurea sia caricare al 150-200% e fregare chi entra in negozio, allora che riflettano i professionisti del settore: è colpa loro o colpa nostra, il loro inevitabile cammino verso il fallimento?
 

bricke

Biker perfektus
24/8/07
2.926
-1
0
Venezia
Visita sito
La settimana scorsa mi ha chiamato un mio vecchio amico dal piemonte che aveva deciso di prendere una Niner. L'ha provata e ne è rimasto entusiasta.
Ha preso una Giant con la scusa del prezzo, ma mi ha detto la verità: non se la sentiva di diventare il 'diverso' del gruppo e di dover affrontare possibili scetticismi e malignità da parte degli altri.
Posso dire che è la scusa più assurda che abbia mai sentito...
Senza cattiveria, però.... dai è come dire che non mi trovo la fidanzata bionda, alta e prosperosa solo perchè i miei amici hanno donne basse e more, mi pare una cosa stupida da fare... Comunque fortunatamente siamo tutti diversi...
 

bricke

Biker perfektus
24/8/07
2.926
-1
0
Venezia
Visita sito
E' un soggetto interessante. Parlo a partire dalla mia esperienza di consumatore. Io compro praticamente tutto su internet. Per quale ragione? La prima è che così facendo risparmio centinaia, se non migliaia, di euro all'anno. Chi me lo fa fare di spendere di più se posso spendere meno? La sola risposta possibile potrebbe essere perché comprando in un negozio ho un servizio maggiore. Ma è così?

Io abito a Milano. Se entro in un negozio (limitiamoci alle bici), ho davanti un commerciante con una limitatissima possibilità di scelta che cerca quindi di vendermi quello che ha in casa. Non mi dà quindi un vero consiglio e servizio, ma cerca di indirizzare il mio acquisto su quel che ha a magazzino. La sensazione che ho di essere un pollo da spennare. Per stringere una vite mi chiede 5 euro. Ogni cosa che vende costa tra il doppio e il triplo di quel a cui potrei trovarla su internet. Chi mi sa spiegare perché dovrei comprare da lui.

Lo so, non comprando mai da lui, andrà finire che lui chiuderà e non avrò più un ciclista vicino a casa. Ma è colpa mia o è colpa sua?

Qui subentra una seconda considerazione. Perché anche su internet è molto più conveniente comprare in UK o in Germania, aggiungendo le spese di spedizione internazionali, che non in Italia? Perché in Italia non c'è nessun serio (intendo davvero fornito e competitivo) negozio on-line?

E' davvero assurdo, se poi penso che in Germania, per non parlare in UK, il costo della vita è molto più alto che in Italia... e che quindi in proporzione i prezzi di quei paesi sono infinitamente più bassi di quelli dei nostri commercianti. E non mi si venga a dire che sono i grandi numeri, perché i grandi numeri si costruiscono su una politica dei prezzi. E in Italia chi la fa questa politica dei prezzi?

Anche in questo caso, se le latterie, i ciclisti di quartiere, ecc. non esisteranno più, va be' pazienza è un segno dei tempi, ma se esisterà solo un megasito in UK, questa non sarà colpa del povero consumatore, ma dell'incapacità imprenditoriale dei professionisti della bicicletta italiana.

E poi, un'ultima considerazione: io sarei ben felice di avere solo bravi e onesti meccanici sul territorio e grandi magazzini on-line dove comprare al prezzo più competitivo. Se poi ancora una volta, per essere un bravo meccanico bisogna farsi il culo e lavorare, mentre per improvvisarsi venditori di quartiere, pensando che la regola aurea sia caricare al 150-200% e fregare chi entra in negozio, allora che riflettano i professionisti del settore: è colpa loro o colpa nostra, il loro inevitabile cammino verso il fallimento?
Quoto, fortunatamente però qui da me ho anche negozi che fanno buoni prezzi e che non si fanno problemi a montare componentistica comprata su CRC -e lo sanno benissimo dove la compro!- questi negozi hanno molti clienti, vendono anche online e sono seri, non credo chiuderanno presto.
 

Fede1969

Biker superis
Quoto, fortunatamente però qui da me ho anche negozi che fanno buoni prezzi e che non si fanno problemi a montare componentistica comprata su CRC -e lo sanno benissimo dove la compro!- questi negozi hanno molti clienti, vendono anche online e sono seri, non credo chiuderanno presto.

E' proprio quello che auspico: seri professionisti che comprendono i propri limiti e i propri punti di forza. A loro lunga vita!
 

MetalDave

Biker ciceronis
3/4/08
1.411
-21
0
Ivrea(TO)
www.davespace.it
Sono uno dei biker imbranati che non sa neanche regolarsi il cambio da solo...:smile::hahaha:...non proprio ma quasi.
La mia strategia di acquisto è questa: scelgo cosa mi interessa (e non mi limito solo alla bike, ma per ogni cosa), mi informo in rete sui vari modelli e prezzi, vado in negozio e sento cosa mi consiglia il mio meccanico/negoziante, quasi sempre compro da lui...perchè? Perchè preferisco dare 5/10 euro in più a lui che mi sa spiegare pregi e difetti e mi fa la manutenzione piuttosto che comprare a scatola chiusa sul web.
Lui è uno di quei negozianti che sanno il fatto loro, non chiuderanno finchè saranno onesti e garantiranno il servizio attuale, ce ne sono molti così, ma ce ne sono anche molti che non lo sono, non so per quali motivi, se per scelte commerciali o perchè non sanno fare i meccanici, saranno destinati a chiudere? peggio per loro, cosa ci posso fare io? se non sono in grado di fare un lavoro ma ci provo lo stesso e c'è qualcuno che lo fa dieci o cento volte meglio di me è giusto che io cambi lavoro, potrebbe sembrare triste e cinico ma è meglio per i miei clienti ed è meglio per me a lungo andare.
 

yoda76

Redazione
30/7/06
4.664
-6
0
48
aosta
Visita sito
E' un soggetto interessante. Parlo a partire dalla mia esperienza di consumatore. Io compro praticamente tutto su internet. Per quale ragione? La prima è che così facendo risparmio centinaia, se non migliaia, di euro all'anno. Chi me lo fa fare di spendere di più se posso spendere meno? La sola risposta possibile potrebbe essere perché comprando in un negozio ho un servizio maggiore. Ma è così?

Io abito a Milano. Se entro in un negozio (limitiamoci alle bici), ho davanti un commerciante con una limitatissima possibilità di scelta che cerca quindi di vendermi quello che ha in casa. Non mi dà quindi un vero consiglio e servizio, ma cerca di indirizzare il mio acquisto su quel che ha a magazzino. La sensazione che ho di essere un pollo da spennare. Per stringere una vite mi chiede 5 euro. Ogni cosa che vende costa tra il doppio e il triplo di quel a cui potrei trovarla su internet. Chi mi sa spiegare perché dovrei comprare da lui.

Lo so, non comprando mai da lui, andrà finire che lui chiuderà e non avrò più un ciclista vicino a casa. Ma è colpa mia o è colpa sua?

Qui subentra una seconda considerazione. Perché anche su internet è molto più conveniente comprare in UK o in Germania, aggiungendo le spese di spedizione internazionali, che non in Italia? Perché in Italia non c'è nessun serio (intendo davvero fornito e competitivo) negozio on-line?

E' davvero assurdo, se poi penso che in Germania, per non parlare in UK, il costo della vita è molto più alto che in Italia... e che quindi in proporzione i prezzi di quei paesi sono infinitamente più bassi di quelli dei nostri commercianti. E non mi si venga a dire che sono i grandi numeri, perché i grandi numeri si costruiscono su una politica dei prezzi. E in Italia chi la fa questa politica dei prezzi?

Anche in questo caso, se le latterie, i ciclisti di quartiere, ecc. non esisteranno più, va be' pazienza è un segno dei tempi, ma se esisterà solo un megasito in UK, questa non sarà colpa del povero consumatore, ma dell'incapacità imprenditoriale dei professionisti della bicicletta italiana.

E poi, un'ultima considerazione: io sarei ben felice di avere solo bravi e onesti meccanici sul territorio e grandi magazzini on-line dove comprare al prezzo più competitivo. Se poi ancora una volta, per essere un bravo meccanico bisogna farsi il culo e lavorare, mentre per improvvisarsi venditori di quartiere, pensando che la regola aurea sia caricare al 150-200% e fregare chi entra in negozio, allora che riflettano i professionisti del settore: è colpa loro o colpa nostra, il loro inevitabile cammino verso il fallimento?
il tuo discorso regge su alcuni punti, ma fa acqua clamorosamente su altri.
ti assicuro che il 200% di ricarico è impossibile da attuare.
perchè? ti assicuro che, ad esempio, una guarnitura xt su crc costa MENO ( e dico MENO) del prezzo netto al rivenditore. poi mettici il 20% di iva e almeno il 35-40% di ricarico (che ti assicuro, non ci si arricchisce, anzi... con le spese e i costi di gestione siamo poco sopra l'andare alla pari)... questo grazie non al negoziante disonesto, ma grazie al distributore shimano (in questo caso) che per il 2009 ha pensato bene di diminuire il margine al rivenditore. ti assicuro che, a oggi, fare il 10-15% di sconto dal listino al pubblico di mic-shimano, tanto vale non vendere una beata mazza.
 

marco

Not
Membro dello Staff
Diretur
29/10/02
44.243
20.179
113
52
Monte Bar
www.mtb-mag.com
TC
KM Percorsi
Bike
Diverse
il tuo discorso regge su alcuni punti, ma fa acqua clamorosamente su altri.
ti assicuro che il 200% di ricarico è impossibile da attuare.
perchè? ti assicuro che, ad esempio, una guarnitura xt su crc costa MENO ( e dico MENO) del prezzo netto al rivenditore. poi mettici il 20% di iva e almeno il 35-40% di ricarico (che ti assicuro, non ci si arricchisce, anzi... con le spese e i costi di gestione siamo poco sopra l'andare alla pari)... questo grazie non al negoziante disonesto, ma grazie al distributore shimano (in questo caso) che per il 2009 ha pensato bene di diminuire il margine al rivenditore. ti assicuro che, a oggi, fare il 10-15% di sconto dal listino al pubblico di mic-shimano, tanto vale non vendere una beata mazza.

non mi sembra che il suo ragionamento faccia acqua. Acqua fa il sistema di distribuzione di Shimano, che in Italia è destinato a fallire, se va avanti come dici tu
 

Classifica giornaliera dislivello positivo

Classifica mensile dislivello positivo