doping!!!!!!!!!

lilium

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Il primo arrivo in salita di questo Giro d'Italia 2011 lo conquista Bart De Clercq. Ma sulla tappa più corta della corsa rosa piomba imprtovvisa la rabbia della carovana per l'articolo dell'«Equipe» che ha svelato la lista dei sospetti di doping dell'Uci. Il belga della Omega Pharma Lotto ha vinto la settima frazione - 110 chilometri da Maddaloni a Montevergine di Mercogliano - resistendo al ritorno dei big della classifica: su tutti Michele Scarponi. De Clercq, scattato a meno di sei chilometri dall'arrivo, è riuscito ad accumulare un piccolo vantaggio sulle ultime rampe della scalata che gli ha permesso di salvarsi dalla grande rincorsa di Scarponi. Al terzo posto si è piazzato il ceco Roman Kreuziger davanti a Garzelli e a Nibali. In classifica generale resta leader l'olandese Pieter Weening, che conserva la maglia rosa con due secondi margine su Pinotti e Sivtsov. Avanza Scarponi, che grazie ai 12" di abbuono si porta al quinto posto a 14" dall'olandese. Oggi ottava tappa: 217 chilometri da Sapri a Tropea.
Ma, come detto, l'interesse di tutti è a quanto scritto ieri dall'«Equipe»: corridori del Tour de France schedati in base a «indici di sospetto» basati sui passaporti biologici e le analisi del laboratorio di Losanna effettuate prima della partenza della Grande Boucle l'anno scorso. «È scandaloso», tuona dal Giro Millar. Mentre l'Uci conferma l'esistenza del documento e il sindacato dei corridori italiani minaccia denunce penali e invita il sindacato mondiale a muoversi. Sui 192 partenti del Tour 2010 erano una quarantina quelli più a rischio. Fra loro si staglia la figura del russo Denis Menchov finito terzo, che è il solo ad avere un bel 9 in pagella: è infatti terzo anche fra i più sospettati, dal momento che il 10 lo meritano soltanto lo spagnolo Barredo e l'ucraino Popovych. Con 8 segue una lista nutrita di corridori fra i quali il primo italiano, Nocentini. Petacchi e Santambrogio sono fra quelli che hanno 6, Ballan 5 come il vincitore del Tour Contador. Quinziato ha 4 come Lance Armstrong; Ivan Basso è fra i 3 con Cunego, Da Dalto, Felline e Tiralongo. Seguono gli «insospettabili» che hanno 2, 1 o addirittura zero in pagella come lo svizzero Cancellara e gli italiani Bellotti e Malori.
La lista era estremamente riservata, L'Equipe l'ha pubblicata avanzando l'ipotesi che - visti i voti bassi dei primi classificati - forse l'Uci ha sbagliato i calcoli.
In ogni caso era stata consegnata a tutte le persone incaricate di sorvegliare e controllare i corridori al Tour. Ne risulta, fra l'altro, che oltre la metà dei corridori era nettamente al di sotto della media del sospetto. «Siamo arrabbiati», ha commentato ieri Federico Scaglia, legale dell'Associazione italiana dei ciclisti professionisti che ha deciso di presentare una denuncia al Garante per la Privacy.
«Non tanto per la pubblicazione dei dati quanto per la pubblicazione dei nominativi. Questa è una cosa indegna e inaccettabile. Ieri mattina, alla partenza da Maddaloni, tutti i ciclisti sono caduti dalle nuvole.
«State lontano, sono pericoloso», ha scherzato l'ucraino Popovych, il maggiore indiziato di doping avendo il massimo dei voti nella classifica dell'Uci. L'ha presa con ironia anche Alessandro Petacchi, che ha meritato soltanto la sufficienza: «Hanno fatto bene a pubblicarla. Comunque io sono sereno».
«Ora siamo tutti sospettati, ma di che non si capisce», ha scritto Mark Cavendish su Twitter. «È shoccante, «ha detto David Millar. «Non avrebbe dovuto mai essere diffusa».

(Fonte: L'Arena di Verona)
 

sembola

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A me sembra che non ci sia nulla di scandaloso nell' esistenza di un sistema per indirizzare i controlli più approfonditi e frequenti verso i casi meno chiari. Del resto anche alle casse automatiche della Coop i controlli sono più o meno frequenti in funzione della maggiore o minore presenza di errori nelle spese precedenti...;-)
 

Peter Griffin

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come avevo predetto tempo fa Ballan e il suo compagno di squadra sono stati reintegrati giusto a fine Giro...

e Riccò torna professionista con l'Amore e Vita.. riuscirà ad infangare anche il nome di Fanini o finalmente metterà la testa a posto??
 

lilium

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Finalmente una misura...pseudo-draconiana !

^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Vietati a tutti coloro che hanno avuto sanzioni: Petacchi saluta il Mondiale

Pugno duro? Di più. La Federciclismo, attraverso la delibera presidenziale del 30 maggio, ha chiuso le porte dei campionati italiani e della maglia azzurra a tutti gli atleti che hanno avuto sanzioni per doping. In realtà, si pensava che il divieto valesse per i sanzionati a partire dall’estate 2008: risalivano infatti a tre anni fa i primi passi in questo senso della Federazione, dopo gli scandali di quell’estate (la positività di Riccò al Tour 2008 su tutti). Invece no. «Il limite temporale non c’è», dice il presidente Renato Di Rocco. Ciò significa che Tricolori e Nazionale sono vietati anche a nomi di primo piano come Michele Scarponi, Ivan Basso, Danilo Di Luca. Ma anche ad Alessandro Petacchi, squalificato un anno per il caso-salbutamolo al Giro 2007. E quello del 37enne della Lampre-Isd non è un nome fatto a caso, visto che il Mondiale di Copenaghen (25 settembre) sembra particolarmente adatto a uno come lui...
polemiche — "E’ un giro di vite molto tosto e restrittivo — dice il c.t. azzurro Paolo Bettini —. Mi verranno sicuramente a mancare uomini importanti. Accetto la norma, vorrà dire che sarò ancora più concentrato sui giovani promettenti che abbiamo". Le polemiche, c’è da scommetterci, non mancheranno. E la Corte Federale si dovrebbe riunire a inizio della prossima settimana, anche perché Danilo Di Luca, assistito dall’avvocato Ernesto De Toni, ha fatto ricorso, chiedendo alla Corte un’interpretazione della norma. Altra questione sul tappeto: stante la linea «durissima», sarebbe coinvolto anche chi ha ricevuto in passato solo un’ammonizione per una questione meramente burocratica. E’ il caso per esempio di Daniele Bennati, il cui controllo antidoping alla Gand-Wevelgem 2005 rivelò la presenza di betametasone, contenuto in una pomata Gentalyn: mancava un fax di comunicazione.
fronte internazionale — A proposito di materia di doping, ieri ha preso decisioni importanti anche il Direttivo dell’Uci, riunito a Maastricht (Olanda). A partire dal 1° luglio, ma senza effetto retroattivo, gli atleti sanzionati per doping non potranno entrare nello staff di una squadra. Inoltre, è stata ratificata un’altra misura: se un corridore viene squalificato per due o più anni, i risultati dei primi due anni dal ritorno in gara non saranno considerati per stabilire il valore sportivo della squadra. Infine, saranno le squadre a dover pagare le spese processuali per i casi di doping.


Fonte: Gazzetta dello Sport On line
 

Peter Griffin

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Finalmente una misura...pseudo-draconiana !

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Vietati a tutti coloro che hanno avuto sanzioni: Petacchi saluta il Mondiale

Pugno duro? Di più. La Federciclismo, attraverso la delibera presidenziale del 30 maggio, ha chiuso le porte dei campionati italiani e della maglia azzurra a tutti gli atleti che hanno avuto sanzioni per doping. In realtà, si pensava che il divieto valesse per i sanzionati a partire dall’estate 2008: risalivano infatti a tre anni fa i primi passi in questo senso della Federazione, dopo gli scandali di quell’estate (la positività di Riccò al Tour 2008 su tutti). Invece no. «Il limite temporale non c’è», dice il presidente Renato Di Rocco. Ciò significa che Tricolori e Nazionale sono vietati anche a nomi di primo piano come Michele Scarponi, Ivan Basso, Danilo Di Luca. Ma anche ad Alessandro Petacchi, squalificato un anno per il caso-salbutamolo al Giro 2007. E quello del 37enne della Lampre-Isd non è un nome fatto a caso, visto che il Mondiale di Copenaghen (25 settembre) sembra particolarmente adatto a uno come lui...
polemiche — "E’ un giro di vite molto tosto e restrittivo — dice il c.t. azzurro Paolo Bettini —. Mi verranno sicuramente a mancare uomini importanti. Accetto la norma, vorrà dire che sarò ancora più concentrato sui giovani promettenti che abbiamo". Le polemiche, c’è da scommetterci, non mancheranno. E la Corte Federale si dovrebbe riunire a inizio della prossima settimana, anche perché Danilo Di Luca, assistito dall’avvocato Ernesto De Toni, ha fatto ricorso, chiedendo alla Corte un’interpretazione della norma. Altra questione sul tappeto: stante la linea «durissima», sarebbe coinvolto anche chi ha ricevuto in passato solo un’ammonizione per una questione meramente burocratica. E’ il caso per esempio di Daniele Bennati, il cui controllo antidoping alla Gand-Wevelgem 2005 rivelò la presenza di betametasone, contenuto in una pomata Gentalyn: mancava un fax di comunicazione.
fronte internazionale — A proposito di materia di doping, ieri ha preso decisioni importanti anche il Direttivo dell’Uci, riunito a Maastricht (Olanda). A partire dal 1° luglio, ma senza effetto retroattivo, gli atleti sanzionati per doping non potranno entrare nello staff di una squadra. Inoltre, è stata ratificata un’altra misura: se un corridore viene squalificato per due o più anni, i risultati dei primi due anni dal ritorno in gara non saranno considerati per stabilire il valore sportivo della squadra. Infine, saranno le squadre a dover pagare le spese processuali per i casi di doping.


Fonte: Gazzetta dello Sport On line


è la cosa più ridicola che abbia mai sentito.
nemmeno la federazione cambogiana farebbe tanto cag**e.
 

xtrncpb

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Però la linea dura della FCI dovrebbe essere estesa anche alle altre federazioni.
Altrimenti l'Italia si tira la zappa sui piedi da sola...
In Spagna maramaldeggiano atleti di dubbia etica sportiva, supportati da una generosa copertura federale.
Dovrebbe intervenire l'UCI, rendendo questa norma obbligatoria per tutte le federazioni.
Questo è ciò che penso io. :idea:
 

achille

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Però la linea dura della FCI dovrebbe essere estesa anche alle altre federazioni.
Altrimenti l'Italia si tira la zappa sui piedi da sola...
In Spagna maramaldeggiano atleti di dubbia etica sportiva, supportati da una generosa copertura federale.
Dovrebbe intervenire l'UCI, rendendo questa norma obbligatoria per tutte le federazioni.
Questo è ciò che penso io. :idea:

E anche tu hai ragione...
 

lilium

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è la cosa più ridicola che abbia mai sentito.
nemmeno la federazione cambogiana farebbe tanto cag**e.

Questa è bella. E perchè mai?
Spiegaci il tuo punto di vista, altrimenti è un commento sterile e fine a se stesso
Concordo con XTRNCTB e Zeromeno.
L'UCI si dovrebbe dare una mossa ma dubito lo farà e la Federazione spagnola puzza lontano un miglio ma intanto diamoci delle regole noi.
L'etica, sportiva o no, non è un valore che va mercanteggiato o messo da parte perchè gli altri non ne hanno.
E' come essere onesti e buoni cittadini o non esserlo. Non è che perchè molti delinquono o evadono le tasse che lo debba fare anche io.
Saluti
PS io sono per la radiazione a vita sia di atleti pizzicati e ritenuti colpevoli dopo tutti i gradi di giudizio sia degli implicati quali medici e direttori sportivi. Tanto per capirci.
 
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Questa è bella. E perchè mai?
.

un motivo è questo che dice xtrncpb

Però la linea dura della FCI dovrebbe essere estesa anche alle altre federazioni.

l' altro è che o, come dici tu prevedi la radiazione a vita, oppure non ha senso che fai scontare una squalifica E POI, scontata la squalifica, fai saltare giri campionati a discrezione totale di organizzatori e federazioni.la squalifica che funzione aveva? e poi una volta scontata in alcune nazioni sei comunque un corridore di serie b...........
linea dura OK,linea a casaccio :nunsacci::nunsacci:


ci sono federazioni che hanno gli stessi numeri di pescati del ciclismo ( sci di fondo, atletica ) e altre che i controlli li fanno all' acqua di rose se li fanno (tennis calcio etc etc tet ctectetc tec te cetc )........
non esiste nessun altro sport che controlla e martella i propri tesserati come il ciclismo, eppure se esiste uno sport marcio per eccellenza nell' immaginario collettivo è proprio questo.....io credo che queste iniziative unilaterali, sia DEL ciclismo che NEL ciclismo, siano la causa di questa enorme confusione che gira nel mondo delle due ruote:danno l' impressione del muoversi a casaccio nel cercare di fare qualcosa, qualsiasi cosa, da una parte sottolieneando e amplificando( il che non sarebbe di per se male, anzi) il problema e dall' altro spronando iniziative e voci unilaterali di altri enti ( organizzatori, giornalisti, forum, chiunque abbia un cuGGino che da pulcino correva......)

mi sembra che la norma che obbliga le squadre a pagare le spese processuali sia una norma che avrà effetti maggiori.:medita:
 
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lilium

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Forse non ho espresso chiaramente il mio concetto.
1. Io sono per la radiazione a vita (atleti, medici, preparatori e DS colpevoli) sia nel ciclismo che in tutti gli altri sport.
2. Se negli altro sport non succede me ne strabatto. Non mi interessa. Io ad esempio faccio sci di fondo in inverno e per quanto mi riguarda si deve fare la stessa cosa li.
3. se oltre alla radiazione ci sono spese processuali ed oltre da pagare ben vengano.
4. non facciamo paragoni con altri sport per favore. Il mumero di amatori nel ciclismo (non parlo di professionisti) è molto alto e non può essere paragonato ad altri sport minori. Non ti devo di certo dire io qual'è la percentuali di dopati negli amatori, vero? farei certi controlli alle GF/Marathon bdc/mtb....
5. Alfà: tesi a mio parere a tratti un po difensivistica la tua. Per quanto mi riguarda guardiamoci l'erba del giardino di casa, se poi nel giardino a fianco l'erba... se la fumano, affari loro.
Come dico sempre, questa è la mia opinione, non è verbo quindi viva il tuo, il vostro, il nostro libero pensiero.
:celopiùg:
 

xtrncpb

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Sicuramente è meglio fare piazza pulita nel "giardino Italia", anch'io ho sempre sostenuto la radiazione a vita al primo episodio di doping, senza seconda chance.

Però questo fatto della FCI integralista a posteriori... è un po' come mettersi a pecora e poi piangere perchè qualcun'altro ci ha inchiappettato...
 

sembola

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Il ciclismo ha un'immagine marcia perchè è marcio a tutti i livelli, in quello "amatoriale" anche più del professonismo. Non solo e non tanto per il doping, quanto soprattutto per la gestione affaristica ed al tempo stesso dilettantistica. Il confronto con altri sport/spettacolo è sconfortante, solo nel calcio (e solo in Italia...) si trovano personaggi di tanto infima levatura.

Detto questo, faccio notare che in atletica se vuoi andare alle Olimpiadi devi dare la disponibilità ai controlli a sorpresa e alla reperibilità e nessuno ha mai sbraitato di privacy violata o di "vampiri", per cui il vittimismo mi pare fuori luogo.

Sulla misura in questione il mio giudizio è che la partecipazione ai mondiali è ben più importante ed appetita di quella agli italiani, che infatti negli anni passati son stati vinti anche da corridori di secondo livello. La sensazione è si cerchi una strada per aumentare la dissuasività delle pene, visto che la radiazione alla prima infrazione non è percorribile per motivi di regolamenti sportivi e di norme civili.
 

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Concordo con XTRNCTB e Zeromeno.
L'UCI si dovrebbe dare una mossa ma dubito lo farà e la Federazione spagnola puzza lontano un miglio ma intanto diamoci delle regole noi.
L'etica, sportiva o no, non è un valore che va mercanteggiato o messo da parte perchè gli altri non ne hanno.
E' come essere onesti e buoni cittadini o non esserlo. Non è che perchè molti delinquono o evadono le tasse che lo debba fare anche io.
Saluti
PS io sono per la radiazione a vita sia di atleti pizzicati e ritenuti colpevoli dopo tutti i gradi di giudizio sia degli implicati quali medici e direttori sportivi. Tanto per capirci.

allora.. ci ho messo un po' a scriverlo.. spero si capisca


la FCI è considerata da anni sia da atleti che da addetti ai lavori quantomeno "debole" se non totalmente incompetente e questo provvedimento ne è la dimostrazione. (su come gestisca il ciclismo, dai PRO agli amatori passando per le categorie giovanili si potrebbe discutere per mesi..)
se esiste un organo mondiale del ciclismo (UCI) e un organo predisposto contro il doping (WADA) che non prevedono norme di questo tipo nei regolamenti non vedo perchè lo debba fare la FCI con una norma decisamente discriminatoria, in quanto se tu dai una seconda possibilità ad un atleta dopato questo (una volta scontata la sua pena) deve godere TOTALMENTE degli stessi diritti di cui godono gli altri (normali,o meglio.. non ancora beccati dall'antidoping).
cmq penso che basteranno un paio di avvocati anche alle prime armi ad inculare la federazione su sta cosa..
Se poi ci aggiungi che in questo Paese ridicolo lo sport nazionale quando non si ha niente di concreto da dire è spararla grossa (o meglio, giocare a chi ce l'ha più lungo) solo per essere presi in considerazione (gli esempi si sprecano.. l'ultima perla ad esempio è stata dichiarare che la nazionale non dovrebbe partecipare ai prossimi mondiali di calcio in brasile solo perchè i nostri politici hanno fallito su tutti i livelli nel caso Battisti..) capisci che la FCI è alla frutta (frutta ovviamente contaminata dal batterio killer..)

detto questo, considero quantomeno dubbia anche la gestione di altre federazioni sportive, non è un attacco mirato solo alla cara federazione ciclistica, ce ne sono altre messe peggio (FIGC ??), e la colpa ovviamente non è degli incompetenti che ci lavorano, ma degli incompetenti che nominano i direttivi.. ma lasciamo stare su quest'altro aspetto che è meglio!!!
 

sembola

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...un atleta dopato questo (una volta scontata la sua pena) deve godere TOTALMENTE degli stessi diritti di cui godono gli altri (normali,o meglio.. non ancora beccati dall'antidoping).
cmq penso che basteranno un paio di avvocati anche alle prime armi ad inculare la federazione su sta cosa..
Non ci conterei: le Federazioni possono regolamentare a loro piacimento quello che non è di competenza dei regolamenti internazionali, ovviamente seguendo le procedure previste. Quello che a mio parere è il punto debole è la unilateralità della decisione (tutta ancora da implementare).


...e la colpa ovviamente non è degli incompetenti che ci lavorano, ma degli incompetenti che nominano i direttivi...
Che, è bene ricordarlo, sono i tesserati stessi, visto che gli organi delle Federazioni sono eletti democraticamente. Come volevasi dimostrare...
 

lilium

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Al Tour la stampa spagnola è in apprensione per il ginocchio sinistro di Alberto Contador. Teatrale messinscena alla vigilia dei Pirenei (domani, ndr) o serio problema che potrebbe mettere in ginocchio in maniera definitiva il campione di Pinto? Questo, per loro, è il vero e autentico problema. Poco importa che Contador debba ancora essere scagionato dal Tas dall'accusa di doping (esattamente un anno fa, qui al Tour, fu trovato positivo al clembuterolo, ndr).
Dalla Spagna arriva la notizia dell'assoluzione di Marta Dominguez, e qui nessuno dice nulla. Nulla dicono in Spagna, per quale ragione dovrebbero occuparsene qui in Francia? L'assoluzione della gran dama dell'atletica spagnola, scagionata da tutte le accuse di doping nonostante gli inquirenti avessero in mano prove schiaccianti, getta nuove inquietanti ombre sulla Spagna che fa sport. Qui si vince, mica ci si controlla. Qui si fanno record, si festeggia, si umiliano gli avversari, mica si cerca l'etica.
La storia di oggi o meglio di questi giorni, è la storia che ormai dura da troppo tempo, perlomeno dal 2006, quando in Spagna scoppiò il caso doping più fragoroso della storia (l'Operacion Puerto, ndr) che travolse gran parte del ciclismo europeo fuorché quello spagnolo. Eufemiano Fuentes, il ginecologo della Canarie specializzato in emotrasfusioni, parlò di sportivi spagnoli: calciatori, tennisti, sciatori e personaggi dell'atletica. In Italia, in Francia, in Germania si operò come in nessun altro Paese (Valverde fu fermato due anni dopo grazie al Coni italiano, non alla giustizia iberica, ndr), in Spagna non hanno mosso dito: in compenso sono andati avanti a vincere. Nel calcio, nel tennis, nell'atletica e non solo.
Dall'Operacion Puerto all'Operacion Galgo, la seconda grande offensiva antidoping scattata il 9 dicembre scorso per mano della Guardia Civil spagnola. Con l'assoluzione della Dominguez possiamo dire che è finita allo stesso modo, se non peggio, perché anche davanti a prove che gli inquirenti definivano schiaccianti, non è stato fatto nulla. Per la campionessa dell'atletica, a questo punto, c'è da liberarsi solo dell'ultimo capo di imputazione: quello di frode fiscale.
Niente da fare, da una parte c'è la Spagna che fa finta di nulla e continua a vincere, e dall'altra il resto del mondo che prosegue la lotta ai bari e spesso, troppo spesso proprio contro gli spagnoli perde. Giustizia a due velocità, con la Wada che fa la voce grossa con gli sport più deboli e lascia fare a quelli più potenti, soprattutto se praticati in nazioni come la Spagna. Proprio su queste colonne siamo stati tra i pochi a denunciarlo: la Wada manda i controlli al Barcellona e questi non si fanno trovare. Cosa che può sembrare normale, quando la normalità invece impone l'obbligo di reperibilità. Per la serie: quel giorno dici di essere lì da quell'ora a quell'ora, se non ti trovo, alla seconda infrazione corrisponde una positività. Questo vale almeno per un ciclista. Almeno per chi spagnolo non è.
(Fonte: Il Giornale.it on line)
 

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