Mi intrometto nella discussione per fare alcune domande e dare il mio punto di vista:
prima una premessa, ho giocato a pallamano nella massima serie italiana (chiamarlo professionismo è comunque ridicolo) e venivano fatti controlli a random più o meno due volte a stagione. Quello che dico l'ho visto e vissuto.
Le casistiche dell'atleta dopato, a livello amatoriale, sono queste secondo me:
1- il THC. Diffuso tra i giovani (e meno giovani a volte). Nonostante sia tra le sostanze proibite non mi sento di parlare di doping. Per me il doping è una ricerca del miglioramento della prestazione tramite assunzione di sostanze apposite. Se mi beccano positivo al thc perchè mi sono fatto una canna una settimana fa non sono un dopato (-------- si, ma è un'altra cosa) perchè la sostanza non è stata assunta con lo scopo di migliorare la mia prestazione.
2-doping passato dalle società-medici di squadra: e qua bisogna aprire un capitoletto su disponibilità, sport, livello di "amatorialità". Il doping COSTA NA CIFRA. Negli sport minori le società non hanno i fondi per pagare cicli di testo o gh vari, con dosaggi e controdosaggi. Quindi, da dove li tirano fuori le società "amatoriali" i soldi per dopare questi atleti?
3-doping assunto volontariamente: credo sia circoscritta al bodybuilding l'assunzione di dopanti per decisione personale, perchè lo sport si rifà ad un modello americano dove proporzioni fisiche e grado di definizione raggiunti sono possibili solo con ormoni, diuretici, ecc. Non credo che un qualsiasi giocatore di calcetto o basket amatoriale vada a doparsi, primo perchè costa e secondo perchè il livello di competizione non giustifica l'uso di sostanze (secondo me).
Rientrano nella categioria degli "autodopati" i positivi al thc, ma la definizione l'ho già data sopra.
4-quelli trovati positivi ai farmaci: soprattutto nelle competizioni della domenica ci sono molti atleti che per ignoranza non conoscono la lista di farmaci che rientrano tra le sostanze dopanti. Un controllino e zac, in molti fanno uso di psicofarmaci blandi senza sapere che rientrano nella lista.
Quindi, tra tutti questi chi rimane? Quelli che hanno società alle spalle disposte a pagare i dopanti.
Ma che interessi avrebbero queste società visto che si parla di livello amatoriale? L'atleta che vince non garantisce un ritorno economico pari all'esborso in doping secondo me...
Questo chiedo, quale vantaggio a dopare il ciclista della domenica?
Fermo restando che abbiamo già scremato parecchi "dopati" risultati dai test, perchè come già detto io condanno il doping che porta ad un giro di sostanze illegali,la mentalità di sopraffare l'altro usando trucchetti, per me l'accezione DOPATO si porta dietro l'antisportività e la scorrettezza e non la applicherei al ragazzo pizzicato col thc o all'adulto col farmaco per dormire.
Questi sono casi di ignoranza da eliminare in altri modi, ma ripeto (per me) non è doping.
Oltre a tutto questo andrebbe fatta dell'informazione SERIA a tutti i livelli dello sport, evitando isterismi e generalizzazioni.
Riporto questo:
al compleanno di mio fratello (12) parlavo con due mamme.
Si entra in ambito sport, e una fa "mio figlio ha cominciato a fare ciclismo ma l'ho ritirato. L'allenatore prima di una gara (qualche giro all'anello del mio paese) ha preparato delle borracce con una polverina dentro, ma siamo pazzi?
le ho detto: signora, mai sentito parlare di sali minerali?
È una cosa che riscontro spesso, genitori allarmati dall'uso di
integratori. Ignoranza sui medesimi e catalogazione come doping. Persone che danno dei dopati ai ragazzi che escono da palestra con il frullato di proteine in mano. Ho visto minacce di denunce per un barattolo di creatina.
Come sempre nessuna via di mezzo, solo tanto allarmismo e ignoranza.
Ma la domanda è, a livello amatoriale quanto doping effettivo gira alla fine? E con che fondi se lo procurano le società? Se è comprato dal singolo, ha senso l'uso per il livello di gara amatoriale?