Fatta anch'io la mia gara, ma questa volta, per la prima volta in quattro edizioni della DSB, il mio scopo era quello di arrivare in fondo. Purtroppo avendo dei problemi di salute piuttosto seri, sapevo che i miei tempi delle scorse edizioni oscillanti tra i 6:50 del verso orario ed i 7:15 dell'antiorario, non sarebbero stati minimamente replicabili. Oltretutto una febbriciattola strisciante avuta per cinque giorni fino alla sera del venerdì ha ulteriomente "appesantito" la cosa. Comunque visto che sono un gran caparbio, non mollo mai e per me era psicologicamente importante partecipare, ho deciso di partire comunque, con l'idea però di ritirarmi qualora il fisico avesse cominciato a fare brutti scherzi.
La prima salita mi ha fatto subito capire che la forma non era quella di due anni fa. Mentre prima aspettavo a gloria le salite per guadagnare posizioni su posizioni (da buon scalatore), ora mi sono subito rassegnato a pedalare da parte al mio ritmo senza infastidire i più veloci. In tutte le salite, ho lucidamente deciso, talvolta anche in anticipo, dove pedalare e dove scendere per poter preservare più energie possibili, questo però senza mai intralciare nessuno.
Arrivato già un pò provato a Prato Piazza, mi sono buttato giù per la discesa bello veloce sorpassando parecchi concorrenti.
Il Baranci è stata la salita fetente che ricordavo, bella ripida, non lunghissima, ma si è fatta sentire.
Nella discesa successiva ho recuperato un pò di forze che sapevo mi sarebbero tornate utili per la Croda Rossa, la salita più dura! E così è stato.
Lunga, a tratti ripida, la salita che ti consuma le energie a poco a poco e senza pietà, ma passo dopo passo, pedalata dopo pedalata, alla fine anche questa è andata ed il ristoro è apparso come un miraggio.
Mi sono rincuorato ed ho proseguito fiducioso.
La salita che va da Passo Montecroce fino alla malga, invece, mi ha preso un pò alla sprovvista, non me la ricordavo così lunga (o forse è parso a me) ed una volta raggiunta la parte che riporta in basso verso San Candido ho comunque badato a risparmiare energie preziose per l'ultima grande salita e che alla fine temevo di più: Piazza San Silvestro.
Arrivato a San Candido e rifocillatomi a dovere sono risalito in bici e ripartito deciso pù che mai a chiudere la partita. Quando sono arrivato all'attacco della salita, ho visto il cartello dei 30km all'arrivo ed ho guardato l'orologio, non ho potuto fare a meno di notare che due anni prima, alla stessa ora e pur essendo partito dopo, stavo già scendendo giù per il single
trek che riporta nel centro di Villabassa. Pazienza.
La prima parte della salita di circa tre chilometri è veramente ripida e dura ed è stato snervante, ma pure la seconda di cinque chilometri, non ripidissimi, ma che non passano mai, ti sfiniscono. Un pò alla volta però sono passati pure questi.
Poi un'ultima salita su asfalto (che se anche non c'era ero contento lo stesso) ed infine gli ultimi 10km tra fastidiosi mangia e bevi, ma la convinzione che ormai era fatta. Intravedo dall'alto dei boschi le case di Villabassa, la musica, il parcheggio. Ci siamo, manca poco... Imbocco il single trek, ma sono stanco e non più troppo lucido e preferisco lasciare strada a tre biker dietro di me. Scendo giù a velocità di sicurezza, mollando i
freni solo nell'ultima parte del sentiero.
E' fatta! Non rinuncio alla volata al traguardo, le volte precedenti l'ho sempre fatta e ci brucio in velocità le ultimissime energie rimaste.
Il tempo fatto è altissimo, non mi importa, mi prendo una birra, una fetta di cocomero, sono felice, va bene così.