Sarebbe interessante poter leggere la delibera con la quale il parco ha motivato i divieti. É utile a comprendere meglio la situazione.
Provo ad argomentare. I classici divieti giustificati con riferimento ai danneggiamenti provocati dalle bici ai sentieri, o i pericoli di promiscuità di utenza (trekker/biker), dovrebbero essere ormai superati. Se permangono decisioni basate su queste motivazioni, vuol dire che si é molto indietro, e che bisogna accelerare verso modelli differenti di fruizione, di certo rispettosa, ma anche più libera. I tempi sono maturi (si spera).
Ci possono essere, però, anche motivazioni più complesse, che meritano accoglimento perché pienamente in linea con l'attività di tutela ambientale di un parco. Mi spiego meglio: se il divieto riguarda zone dove ci sono particolari necessità comporamentali, bisogna fare lo sforzo di comprendere. Ci possono essere fiori rari, oppure organismi di fauna minore, che potrebbero effettivamente essere danneggiati dalle bici. Ma non mi sembra questo il caso, perché se ho ben compreso, i divieti della Lessinia incidono su un territorio abbastanza esteso, e mi rimane difficile che ci possano essere esigenze così marcate di tutela.
Il mio umile consiglio è di leggere le delibere, i disciplinari, o qualsiasi altro documento con il quale il parco della Lessinia ha preso le decisioni di divieto. Nel caso in cui dovessero emergere le solite motivazioni, e in assenza di urgenti obiettivi di tutela, si potrebbe scrivere un'altra lettera per incalzare il parco della Lessinia per chiedere quali iniziative, progetti, decisioni, intendono perseguire per favorire la fruizione del parco anche agli amanti di un mezzo ecologico come é la bici.