DH/FR: ne vale la pena?

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ymarti

Biker imperialis
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Il colpo poi nel boxing fa proprio parte del gioco è sport proprio fatto di colpi...

non mi trova d'accordo......un calcio in una costola che porta ad un'incrinatura se non peggio (esempio front kick in pieno viso mentre l'avversario sta cadendo) non penso sia messo in conto da nessuno.

Ti cito questi esempi dopo 10 anni di boxe francese savate...e primo esempio capitato su me stesso (trenta giorni di fermo); secondo esempio capitato da me stesso (incontro vinto per ko)

Tutto epr dire che quoto la persona che hai citato tu!
 

Tano

Biker tremendus
Guarda, senza offendere, sono due robe completamente diverse che non possono neanche lontanamente messe a confronto. La boxe e simili sono sport di contatto, la bici è uno sport di equilbrio/destrezza. Non ho mai fatto sport da contatto e chi pensa che fare MTB sia in qualche modo equiparabile ad uno scontro/lotta con qualcosa o qualcun altro non ha capito una benemerita cippa.
Sono invece perfettamente d'accodo con Pigiama.

Vorrei poi precisare come quello che penso non abbia nulla a che vedere con i fatti avvenuti recentemente... Come ripeto, sono cose che ho sempre sostenuto e cercato di mettere in pratica.
Non mi interessa e non dovrebbe interessare a nessuno fare la conta degli incidenti che si verificano sui doppi. Non mi piacerebbe essere oggetto di statistica su questo argomento...
Se solo se ne potesse evitare uno, di incidente, perchè era prevedibile dovrebbe essere una ragione per chiunque.
 
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ymarti

Biker imperialis
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infatti è proprio quello che intendevo.....non hai capito il senso del mio scritto.

senza offesa....

Ciao
 

giobìgiobà

Biker superioris
penso che le statistiche contino ben poco...
tutto il discorso relativo alla sicurezza credo dovrebbe tener presente un semplice concetto (ripeto: tutto vale per piste preparate di DH o bikepark, se uno vuole tentare di farsi un backflip dal tetto di casa son affari suoi...), quello di inutilità del rischio. cerco di spiegarmi...
CHIUNQUE (Sam Hill e iol Muldox, Lacondegui o io...), chiunque può - per errore, stanchezza, problema meccanico, enorme escremento di volatile che oscura la lente degli Oakley - ritrovarsi col muso dritto in un mare di cacca, ovvero ciccare completamente il kick (dell'ormai famigerato doppio) oppure perdere il controllo del mezzo allo stacco dal un drop... dove sta scritto che questo povero disgraziato debba schiantarsi contro un faggio secolare che cova vendetta nascosto (?) dietro al drop o spalmarsi sul dente del landing del doppio? magari si può fare un landing non così "o la va o la spacca" oppure realizzare il drop spostato di qualche metro...o no? il rischio è inutile quando non viene valutata opportunamente la possibilità (che TUTTI hanno) che un passaggio non vada come deve. resta ferma la libera scelta di ognuno di provare qualunque cosa voglia, magari in mutande e ciabatte! ma quando si parla di percorsi preparati il rischio inutile dovrebbe essere (è un limite a cui tendere, chiaro, la perfezione è ben lontana...) azzerato. riporto episodio vissuto personalmente (ruberò ancora qualche riga: pazienta, caro lettore, o salta il messaggio).
qui da me si orgaznizza un DH abbastanza nota qui in centro italia (22 maggio 2011 dodicesima edizione: SIETE INVIATATI!!!). Dal 2007 (mi pare) c'è un doppio (pressochè naturale) che inizialmente creava problemi a molti (ormai lo fanno quasi tutti), solo Beggin e pochi altri lo chiudevano alla grande, tanti si insaccavano un po' (o molto), altri lo copiavano. il problema, guardandolo, era non nel copiarlo ma nel farlo quasi del tutto. dopo consulto, si decise per un lavoro di zappa e da allora tutti possono tentare senza per questo sfasciarsi. sottolineo che la possibilità di caduta non è ZERO ma è "ragionevole", ragionevolmente accettabile visto lo sport che si pratica... tornando al concetto: il rischio c'è ma è calcolato, non inutile o fine a se stesso. ehi, a quarantsa o cinquanta all'ora su una pietraia il rischio c'è...in un rock garden a fuoco il rischio c'è...ma è nel passaggio in sè, non deve essere in una pianta in traiettoria o in dirupo non protetto.....
...sono stato prolisso....chiedo scusa...
 

zapomatic

Biker serius
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est
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Se posso aggiungere qualcosa in relazione all'aggettivo "inutile": cioè tutto quello che non contribuisce al divertimento .
Ad esempio, quando 8 rider su 10 si schiantano e finiscono sulle reti di protezione a mio parere c'è qualcosa che non funziona.
Per essere realistici di bravi bravi non c'è ne sono molti e calibrare le piste su loro misura come se fossimo in una sessione di WC a mio parere è controproducente per tutti.
 

alessandroska

Biker urlandum
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Velathri
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tornando al titolo della discussione per me vale la pena...e lo dico con due polsi fratturati, anche perché non mi son fatto male su un doppio o su qualcosa di "estremo" ho proprio toppato il passaggio va a sapere a che pensavo...
questo è uno sport pericoloso si sa tutti e credo pure io che non sia per tutti, o meglio far gare non sia per tutti. ma anche qui una cosa va detta, io partecipo al gold prix e li ci son sempre dei passaggi "più facili" che posson far tutti, mentre credo (mai vista una dal vivo ma rimedierò) in WC non sia così e lo vedo anche giusto perché con un percorso impegnativo si vedono le capacità di uno rispetto ad un altro ed è per questo che non siamo tutti Peat...
ora parlando dei percorsi in italia, non conosco pila, ma se qualc'uno facesse della roba più "impegnativa" e "pericolosa" per me sarebbe giusto altrimenti noi italiani non saremmo mai competitivi a livello mondiale, però andrebbero anche chiusi.
mi spiego meglio con un esempio:in piscina ci son diverse piattaforme di tuffi da 3 a 10 metri, ma su quella da 10 i bagnini non ti ci fanno andare perché è facile farcisi male, ecco dovrebbe essere una cosa simili in dh, far dei passaggi estremi ma solo per chi si allena per il mondiale, e non solo chi già ci rappresenta ma magari qualche ragazzino di 16 anni che sta iniziando ora che va forte e ha bisogno di migliorarsi.
spero di non avervi rotto troppo e fatto capire cosa intendevo:nunsacci:
 

Tano

Biker tremendus
Continua a sfuggire un particolare che continuo e non mi stanco di ribadire.
In effetti la "difficoltà" diventa "pericolo" quando è superiore alla capacità tecnica e fisica individuale, la difficoltà è pertanto soggettiva.
Il pericolo, invece, quando è oggettivo ed anche prevedibile come il "salto doppio" non costituisce, appunto, solo una difficoltà (più o meno elevata), ma continuo a sostenere trattasi anche di un pericolo, punto e basta.

Faccio ancora un'altro esempio: la difficoltà di un tratto x, esposto (cioè con burrone sottostante) è difficile allo stesso modo di un percorso simile non esposto. La differenza è però che quello esposto è anche pericoloso mentre quello non esposto non è pericoloso.
Chiaro no.
 

mekchri

Biker assatanatus
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Aosta & Pila
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Continua a sfuggire un particolare che continuo e non mi stanco di ribadire.
In effetti la "difficoltà" diventa "pericolo" quando è superiore alla capacità tecnica e fisica individuale, la difficoltà è pertanto soggettiva.
Il pericolo, invece, quando è oggettivo ed anche prevedibile come il "salto doppio" non costituisce, appunto, solo una difficoltà (più o meno elevata), ma continuo a sostenere trattasi anche di un pericolo, punto e basta.

Faccio ancora un'altro esempio: la difficoltà di un tratto x, esposto (cioè con burrone sottostante) è difficile allo stesso modo di un percorso simile non esposto. La differenza è però che quello esposto è anche pericoloso mentre quello non esposto non è pericoloso.
Chiaro no.
Chiaro, e perfettanente d'accordo con te.
 

DOGO

Biker delirius tremens
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Faccio ancora un'altro esempio: la difficoltà di un tratto x, esposto (cioè con burrone sottostante) è difficile allo stesso modo di un percorso simile non esposto. La differenza è però che quello esposto è anche pericoloso mentre quello non esposto non è pericoloso.
Chiaro no.

Quanto mi piace la tua concretezza!
Bravo.

Cmq io la mia risposta ce l'ho:
- se sia hanno poche responsabilità ne vale la pena, il pericolo di avere conseguenze serie è lo stesso che si corre nel vissuto quotidiano;
- se si hanno sostanziali responsabilità, non ne vale la pena, la posta in gioco è troppo alta.
 

Tano

Biker tremendus
La questione delle responsabilità è ancora un'altra... ma direi che forse non ci compete e che è molto delicata da affrontare/commentare in questo particolare momento.
Credo, tuttavia, sia proprio la questione principale subito dopo quella morale...
 

kristian

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nel mondo..
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.... pensare che agli albori del dh, circa il 1993 o giù di lì, dopo le prime facciate serie, si pensava di eliminare i doppi dalle gare dh, in quanto inutili e pericolosi... il "panettone" era la soluzione "sicura": tanto chi aveva pelo, di là ci andava comunque... gli altri , che non avevamo tale sprezzo, avrebbero perso comunque secondi rispetto al "bravo", ed in più non correvano il rischio di tentare e farsi male.....
 

DOGO

Biker delirius tremens
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.... pensare che agli albori del dh, circa il 1993 o giù di lì, dopo le prime facciate serie, si pensava di eliminare i doppi dalle gare dh, in quanto inutili e pericolosi... il "panettone" era la soluzione "sicura": tanto chi aveva pelo, di là ci andava comunque... gli altri , che non avevamo tale sprezzo, avrebbero perso comunque secondi rispetto al "bravo", ed in più non correvano il rischio di tentare e farsi male.....

Eggià... al di fuori dei casi "di sfiga", i doppi sono sempre quelli che, da mia esperienza, causano maggiori danni in termini di frequenza e conseguenze... sono anche il passaggio, dopo le passerelle oltre i 2mt, che mi fanno più paura.

Sono i più difficili da valutare e da inquadrare, perchè devi sempre arrivare 5km/h in più piuttosto che in meno...
Solitamente, di un tracciato DH, sono l'ultima cosa che chiudo... e se sono giganti (per me), diciamo oltre i 4 metri, tendo ad evitarli del tutto anche se so che sono alla mia portata.

Forse il prossimo piano di discussione potrebbe essere: "ne vale la pena "chiudere" quel passaggio così oggettivamente ostile?"
E' qua che forse si incontra il vero limite del Gravity... l'evitare quel passaggio che, tornando a casa, non ci fa sentire pienamente soddisfatti se gli abbiano girato intorno... o forse è un livello di maturità superiore il dire "non tiriamo troppo la corda"...
Forse "passare la mano" significa fare il salto di coscienza... o forse significa inchinarsi alle proprie paure... o forse tutto insieme o nulla...
 

beppejump

Biker serius
12/10/04
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settimo torinese
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Molto interessante questa discussione, condivido gli ultimi post, qualche anno fa non li avrei probabilmente condivisi ed è per questo che spero che venga letto soprattutto dai più giovani (perchè meditino) e dai trail builder.....:medita:
 
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giobìgiobà

Biker superioris
Forse il prossimo piano di discussione potrebbe essere: "ne vale la pena "chiudere" quel passaggio così oggettivamente ostile?"
E' qua che forse si incontra il vero limite del Gravity... l'evitare quel passaggio che, tornando a casa, non ci fa sentire pienamente soddisfatti se gli abbiano girato intorno... o forse è un livello di maturità superiore il dire "non tiriamo la cinghia"...
Forse "passare la mano" significa fare il salto di coscienza... o forse significa inchinarsi alle proprie paure... o forse tutto insieme o nulla...

urca, interessante...
mi permetto: "vale la pena RISCHIARE nel tentativo di chiudere quel passaggio"? oh, sì, sì... la maturità (non mi dilungo sul senso stretto del termine) rappresenta certamente un freno importante e più essa aumenta più ci rallenta. chiamatele responsabilità (anche solo soggettivamente considerate tali), chiamateli figli e famiglia, chiamatela istinto di conservazione applicato ad un corpo in invecchiamento (:smile:)... ma mi viene da tonare al solito discorso: la paura è qualcosa di eminentemente soggettivo; la ragione, invece, valuta l'oggettiva pericolosità di un passaggio (vedi passaggio esposto di cui si diceva sopra oppure salto "o la va o la spacca) ed emette un verdetto ponderando sulla base di argomenti quali le responsabilità, il lavoro, figli...etc etc... Non potendo (nè volendo) dare una risposta buona per tutti mi limito a dare la mia. io mi butto in un passaggio OGGETTIVAMENTE RISCHIOSO (leggi: costruito o posto in condizioni tale per cui un errore avrà presumibilmente conseguenze gravi) solo se mi sento SOGGETTIVAMENTE in grado di chiudere al 99% il passaggio stesso (quell'1% è il rischio intrinseco nella disciplina, è l'imponderabile, è la tegola che ti cade in testa mentre passeggi in centro e ti fa secco col gelato in mano...chiamatela come volete!). poco contano i metri, di altezza o lunghezza o i precipizi o i cocci di bottiglia (???): IO, SOGGETTIVAMENTE, azzardo su un passaggio OGGETTIVAMENTE pericoloso solo se MI SENTO sicuro. ma, comunque, il pericolo è troppo spesso evidente e sottovalutato...
boh...non mi inebrio per il rischio in sè, mi ubriaco di guida pura, forse sta tutto lì...è per questo che critico certe cose... in fondo poiù del brivido amo la tecnica e quel piacere libidinoso di (per esempio) infilare a manetta una serie di curve pennellandole...
 

mekchri

Biker assatanatus
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Aosta & Pila
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Ne vale la pena chiudere quel passaggio così ostile? La mia risposta e' no? No perché in questo caso preferisco tornare a casa con qualche rimpianto piuttosto che con un brutto rimorso. La soddisfazione di arrivare a fine giornata tutto intero non ha paragoni, e per me questa e' la conquista piu' importante. Rincasare con il sorriso, raccontare la giornata ai miei cari, condividere con loro le emozioni che ho provato e poi tornare agli impegni lavorativi sano e sereno, e' ciò che desidero di piu' in assoluto, e francamente non me la sento proprio di mettere in gioco tutto questo, per sfidare le mie paure o per dimostrare a me stesso che posso riuscirci. :medita::il-saggi:
 

DOGO

Biker delirius tremens
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Ne vale la pena chiudere quel passaggio così ostile? La mia risposta e' no? No perché in questo caso preferisco tornare a casa con qualche rimpianto piuttosto che con un brutto rimorso. La soddisfazione di arrivare a fine giornata tutto intero non ha paragoni, e per me questa e' la conquista piu' importante. Rincasare con il sorriso, raccontare la giornata ai miei cari, condividere con loro le emozioni che ho provato e poi tornare agli impegni lavorativi sano e sereno, e' ciò che desidero di piu' in assoluto, e francamente non me la sento proprio di mettere in gioco tutto questo, per sfidare le mie paure o per dimostrare a me stesso che posso riuscirci. :medita::il-saggi:

Eggià... qualcosa del tipo "se non hai paura, non hai coraggio"...
Condivido.
A fine giornata è tutto ok se non ho rotto:
- me stesso
- parti della bici
... e se ho affrontato almeno un passaggio con la piena coscienza d'averlo fatto più forte di quello dietro e quello davanti :-)
 

mekchri

Biker assatanatus
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Eggià... qualcosa del tipo "se non hai paura, non hai coraggio"...
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A fine giornata è tutto ok se non ho rotto:
- me stesso
- parti della bici
... e se ho affrontato almeno un passaggio con la piena coscienza d'averlo fatto più forte di quello dietro e quello davanti :-)

Esatto, hai colto perfettamente le mie priorità nel corretto ordine di importanza!... In questi casi, la birretta di fine riding, ha un gusto molto speciale, accompagnato da un bel sospiro di pura soddisfazione... Per questo allora ne vale la pena...o-oo-oo-oo-o
 

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