Parlo per me.
Penso che gli angoli attuali di sterzo così aperti siano conseguenze della evoluzione dei sentieri di gare da enduro.
Agli albori in queste competizioni ancora contava la parte pedalata ed erano più lente e tecniche.
Ad oggi sono quasi percorsi da dh, scassati e veloci. Meno si curva più si fa il tempo. Così le bici si sono aperte ed allungate per guadagnare stabilità sullo scassato veloce.
Ma quello che mi chiedo è (forse sbagliandomi): quanti di quelli che scrivono fanno questi tipi di gare a questa velocità?
Perchè solo questi potranno realmente apprezzare tali geometrie.
Infatti interassi lunghi ed angoli sterzi aperti necessitano di più abilità per girare in curva o affrontare passaggi tecnici.
Risultando inoltre molto più faticose da condurre in una salita tecnica (molte gare enduro ormai utilizzano in parte impianti di risalita).
Ritengo quindi che per l'utente medio (intendendo anche quello esperto ma non il pro) una bici con un angolo sterzo di 66° e
ruote da 29 con interasse e reach simil cube siano più che sufficienti. E difficilmente sfruttabili al 100%.
Che una superendurona aperta dia più stabilità non ho dubbi. Ma poi bisogna anche saper gestire la velocità raggiunta, saper curvare etc.
Chiaramente il mio però è il punto di vista di colui che fa giri totalmente pedalati da 1500/1800ml, con discese prevalentemente naturali molto tecniche e lente oltre a discese enduro non disdegnando anche quelle di bike park (senza salti improbabili, per esempio la doganaccia). In sintesi colui a cui serve una bici molto eclettica. ps non ho la stereo ma una "anacronistica" 27.5 bronson v2 montata a 150 all'anteriore (66° di angolo sterzo, 74° di angolo piantone (provata anche con 160 ma perdeva in ecletticità ed in discesa mi aiutava lei invece di farmi crescere tecnicamente).
Saluti e buon divertimento con qualunque bici di qualunque formato e geometria.