News Cosa è successo veramente ai biker multati in Trentino

steve-U

Redazione
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Romagnano park
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Il tuo discorso per quanto valido è utopistico e senza speranza. Non so se tu abbia la bdc ma ti sarà magari successo nei trasferimenti su asfalto con la mtb. L'intolleranza dei pedoni che racconti è la stessa degli automobilisti. Non importa che tu sia fuori la carreggiata dillà della linea, praticamente sull'erba o sia in mezzo. Gli dai fastidio, non ci devi stare e ti sorpassano mettendo a repentaglio la tua vita o come minimo ti strombazzano. Gli italiani. Gli stranieri molto meno o quasi mai. Ho imparato in Alto Adige che se senti una macchina che ti si mette dietro senza suonare e aspetta paziente il momento di superarti (distante) sai già senza guardare che avrà targa straniera. Se una macchina ti passa superdistante e senza accelerazione machista, quando ti affianca saprai già che è straniera 9 volte su 10 e ne avrai la conferma a soprasso finito quando vedi la targa. I pedoni offroad sono dello stesso ceppo degli automobilisti. Gli stranieri ti salutano (hallo, servus ecc.) gli italiani spesso e volentieri camminano in mezzo come le mucche e ti guardano con sguardo torvo in prima istanza. E' vero che spesso un sorriso e un saluto (cose che faccio sempre) li scioglie un pò. Non sempre. I migliori sono quelli che stanno in parte, ti vedono arrivare e per spostarsi e farti passare passano tutto dall'altra parte proprio quando sei vicino. Per fortuna io alla vista della gente rallento sempre molto e riesco a non prenderli e a non sdraiarmi sullo sdrucciolevole in frenata ma se gli fai notare il comportamento rischioso e incomprensibile apriti cielo. Sei tutto in parte, mi vedi arrivare.....perchè devi passare tutto in parte dall'altra e proprio quando sto arrivando? Secondo me è un riflesso condizionato, come quello dei runner che anche se hanno il marciapiede a fianco corrono sulle ciclabili.
Popolo senza speranze.
vado relativamente spesso in BDC (no non è vero, ci vado una volta ogni due settimane :mrgreen: ) dovresti vedermi quando ho la fortuna di incrociare chi mi ha urtato con lo specchietto o sfiorato mentre pedalavo, oltre alla rabbia a cui ci abitua la nostra società esiste un approcio più tranquillo, di confronto e di scambio delle parti, non entro nei dettagli ma più o meno tutti quelli con cui ho avuto da discutere avevano qualcuno in famiglia che faceva BDC e mi hanno confermato che non avrebbero avuto il piacere di sfiorarlo o addirittura urtarlo.

Siamo così fenomeni da prendercela con i pedoni (ovvero noi) quanto siamo automobilisti e con gli automobilisti (noi) quando siamo pedoni, sempre a darci appellativi, come se fossimo solo noi gli unici a fare giusto, ad avere la visione perfetta e gli altri a sbagliare.
Come diceva Mannarino "quanto punti un dito ricordati che nel pugno stringi altre tre dita, che puntano te stesso"

Siamo egoisti e di natura scontrosi, arroganti e pronti a tutto per essere superiori.

Detto ciò, concordo con te e con il tuo modo di comportarti sui sentieri.
 
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Matteo_Harlock

Biker novus
12/8/24
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Però @steve-U , riallacciandomi a qui, chi decide quale sia un comportamento "errato"?

Deve esserci un criterio oggettivo, una ratio, non possiamo affidarci al buon senso e alla sensibilità, soprattutto in quelle zone in cui l'afflusso mette a contatto persone con sensibilità molto diverse.
Hai fatto l'esempio del gridare e fare schiamazzi e del motivo per cui sia vietato nel Parco dello Stelvio.
Dovrebbe essere una regola generale. Chi urla lede il diritto degli altri di godersi il silenzio o di interloquire con chi ha di fronte, mentre chi è in silenzio NON lede alcun diritto del prossimo.
Una asimmetria così palese e di buon senso che, IN TEORIA, dovremmo godere in ogni luogo della tutela del silenzio senza che vi sia bisogno di regole.

Fatti un giro su una spiaggia qualsiasi e osserva quante persone condividano questa sensibilità al rispetto del silenzio e quante no.
Ora immagina di dare ad ognuno di loro una bici da enduro, catapultarli in cima ad una montagna, tipo come avessero un motore, e non porre alcuna regola scritta o sancita da cartellonistica, ma di lasciare che si comportino in discesa in base alla propria sensibilità.

I cartelli e le regole ben definite servono.
 

alexLith

Biker serius
29/8/17
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24bicycle
Tu fai la tua parte, gli altri fanno la "loro", in senso negativo, ed ecco arrivare il divieto.
Col divieto esplicito, formalmente, su quel sentiero non vai più, ne ad Agosto ne ad Ottobre.

Ora, se vogliamo continuare a ciurlare nel manico dell'ipocrisia di "si, c'è il divieto ma fuori stagione nessuno lo fa rispettare", ok. La discussione la possiamo chiudere qua.
Ma dobbiamo essere consapevoli che all'aumentare dei numeri, soprattutto con la scomparsa delle "basse stagioni", questa situazione di tolleranza implicita potrebbe cambiare. E gli strumenti legislativi per bloccare la pratica della MTB sui sentieri, in qualsiasi periodo dell'anno, in queste regioni, sono già pronti.

Da cui la necessità di discutere attivamente e pubblicamente dei divieti.
E di premiare le regioni che hanno un atteggiamento NON ipocrita e demagogico, con regolamentazioni chiare e non basate sull'italianissimo approccio "ho fatto una legge di merda per far contento l'elettorato, ma tanto non la applico"
ok ma cosa dovrei/protrei fare?

Sulla discussione concordo. Facciamolo: non discuto sul fatto che si poteva o non si poteva andare sul sentiero: discutiamo se esiste una motivazione oggi per impedire/permettere la ciclabilitá dei sentieri alpini. Quando é stata fatta la legge era il 1993, é stata discusssa nel 2015, a distanza di 9 anni le cose sono cambiate ancora un pochino. Mi posso aspettare ragionevolmente nel 2015 che la tolleranza via "legge di merda" fosse una soluzione accettabile.

Probabilmente il valore mediatico di questa notizia magari é utile perché puó essere che si cominci a porsi qualche domanda con nuove , interessanti risposte.

Se poi ci saranno altre regioni piú virtuose per la bici sui sentieri (tipo la Svizzera) meglio: andremo tutti li!

Ps in val venosta io come biker mi sento caldamente accolto, sia sui trail che in fondovalle.
 

steve-U

Redazione
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Però @steve-U , riallacciandomi a qui, chi decide quale sia un comportamento "errato"?

Deve esserci un criterio oggettivo, una ratio, non possiamo affidarci al buon senso e alla sensibilità, soprattutto in quelle zone in cui l'afflusso mette a contatto persone con sensibilità molto diverse.
Hai fatto l'esempio del gridare e fare schiamazzi e del motivo per cui sia vietato nel Parco dello Stelvio.
Dovrebbe essere una regola generale. Chi urla lede il diritto degli altri di godersi il silenzio o di interloquire con chi ha di fronte, mentre chi è in silenzio NON lede alcun diritto del prossimo.
Una asimmetria così palese e di buon senso che, IN TEORIA, dovremmo godere in ogni luogo della tutela del silenzio senza che vi sia bisogno di regole.

Fatti un giro su una spiaggia qualsiasi e osserva quante persone condividano questa sensibilità al rispetto del silenzio e quante no.
Ora immagina di dare ad ognuno di loro una bici da enduro, catapultarli in cima ad una montagna, tipo come avessero un motore, e non porre alcuna regola scritta o sancita da cartellonistica, ma di lasciare che si comportino in discesa in base alla propria sensibilità.

I cartelli e le regole ben definite servono.
non ho mai detto che i cartelli e le regole non servano, anzi.

Io scrivo per quello che è il mio pensiero, la mia filosofia e cerco di divulgarla quando ne ho occasione/voglia.

Ti sei mai chiesto perchè in spiaggia non si condivida la sensibilità al rispetto del silenzio?

Secondo me questa è la domanda che porta al punto di partenza di una società migliore, ma finchè vietiamo senza educare lì rimarremo.
Che sia poi una bici, una moto, una richiesta di "buon giorno, mi fai un caffè per favore?" quando si entra in un bar, ecc se no nabbiamo creato cultura del rispetto mai ne porteremo.

Vedila così, apporre all'ingresso di ogni bar il cartello con cui obblighiamo i clienti a dire prima "buon giorno" e poi aggiungere il "perfavore" quando si ordina qualcosa, pena del mancato rispetto della regola sanzione pecuniaria di 1000€ e fino ad 1 anno di carcere.
AH CHE BELLA società di rispettosi che avremmo! Nella speranza che mai venga a mancare quel cartello però!

Ora non dico di non condividere il tuo pensiero e anzi mi piacerebbe dilungarmi in chiacchiere con te anche di persona, sento che potrei giovarne da un bel confronto con te, però i miei interventi vorrei che raccontassero quello che penso realmente, sono idee utopiche? si certo, un pò come la pace nel mondo, mai smetterò di inneggiare alla pace nel mondo così come mai smetterò di raccontare la mia personale visione di un mondo composto da individui che si portano rispetto a prescindere dallo sport che fanno o dal colore della pelle (così per dire eh) per istinto e non per obbligo.
 

valerio_vanni

Biker grossissimus
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ma da come sono riportati i fatti, non sono stati colti in flagrante…e tanto basta.
Se poi la forestale di nascosto si è fatta dei filmino che li riprendono e hanno la foto del famoso cartello di divieto, non ci è dato saperlo.
Io non parlavo di quello, ma del momento in cui stanno spingendo labici.

Qualcuno dice che il ciclista a mano diventa un pedone. E' vero fino a un certo punto.

"I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza."

"le condizioni della circolazione": si è formato un gran casino di pedoni, che so, un corteo. Non è che il ciclista per suoi motivi possa decidere di trasformarsi in pedone.

"Andare in un sentiero vietato" non pare "condizioni della circolazione".
 
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VINS61

Biker assatanatus
15/10/20
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Venite nella bergamasca, che quando scollinate in cima con la bici a spinta il propietario della baita vi offre il caffè per poter fare quattro chiacchiere, successo personalmente.
E anche qui siam messi così.. appena si stabilizza il tempo (oggi grandina ieri 32 gradi) se vieni su di qua in montagna capisci come mai molti hanno iniziato a parlare da soli fin da bambini :nunsacci: :smile: :smile: :smile:
 
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The_Chopper

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Quindi se io spingo la macchina nella ztl va bene?

Non so se sia mai capitato un caso simile in multe e ricorsi, ma non sarei così certo di questa cosa che dici.
Che la bici spinta a mano non sia più "bici".
Pochi giorni fa in Versilia dovevo parcheggiare la moto in uno stabilimento balneare in una strada che dopo le 19 diventa pedonale, sono arrivato alle 19,10 e l'Agente della Municipale all'ingresso mi ha impedito il passaggio. Però ha aggiunto che potevo spingere, perchè conducendo la moto a mano ero un pedone. Mah.
 
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Matteo_Harlock

Biker novus
12/8/24
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non ho mai detto che i cartelli e le regole non servano, anzi.

Io scrivo per quello che è il mio pensiero, la mia filosofia e cerco di divulgarla quando ne ho occasione/voglia.

Ti sei mai chiesto perchè in spiaggia non si condivida la sensibilità al rispetto del silenzio?

Secondo me questa è la domanda che porta al punto di partenza di una società migliore, ma finchè vietiamo senza educare lì rimarremo.
Che sia poi una bici, una moto, una richiesta di "buon giorno, mi fai un caffè per favore?" quando si entra in un bar, ecc se no nabbiamo creato cultura del rispetto mai ne porteremo.

Vedila così, apporre all'ingresso di ogni bar il cartello con cui obblighiamo i clienti a dire prima "buon giorno" e poi aggiungere il "perfavore" quando si ordina qualcosa, pena del mancato rispetto della regola sanzione pecuniaria di 1000€ e fino ad 1 anno di carcere.
AH CHE BELLA società di rispettosi che avremmo! Nella speranza che mai venga a mancare quel cartello però!

Ora non dico di non condividere il tuo pensiero e anzi mi piacerebbe dilungarmi in chiacchiere con te anche di persona, sento che potrei giovarne da un bel confronto con te, però i miei interventi vorrei che raccontassero quello che penso realmente, sono idee utopiche? si certo, un pò come la pace nel mondo, mai smetterò di inneggiare alla pace nel mondo così come mai smetterò di raccontare la mia personale visione di un mondo composto da individui che si portano rispetto a prescindere dallo sport che fanno o dal colore della pelle (così per dire eh) per istinto e non per obbligo.

Ben venga chi si spende per l'educazione e promozione attiva dei valori di rispetto e condivisione, ci mancherebbe.

I tuoi video, come quelli di RaidaComeMangi e degli altri vostri colleghi istruttori, sono preziosissimi per diffondere la cultura dell'andare per bici.
Ma la massa di MTBiker oggi è costituita dai neofiti e dagli occasionali, per cui il percorso di educazione, nel migliore dei casi, sarà lungo, nel peggiore, sarà rifiutato.

E le situazioni di conflitto richiedono interventi in tempi ragionevolmente brevi. Da cui il mio pessimismo sull'estensione e l'applicazione dei divieti, ben più semplici da attuare delle attività di sensibilizzazione.

Per inciso: non è un fenomeno legato alla MTB in se, ma alla velocità con cui si sta diffondendo. Ci sono altri sport, alcuni montani, in cui siamo nella stessa identica situazione a causa del successo di pubblico.
Basti pensare all'arrampicata, allo scialpinismo, al kitesurf, al motociclismo adventouring...
Se praticate più d'una di queste attività avrete la sensazione di avere fra i piedi mezzo mondo, e non la metà virtuosa.

Comunque una birra si può sempre fare, in MP posso consigliarti un paio di giri in zona Alta Val Isarco.

Se poi ci saranno altre regioni piú virtuose per la bici sui sentieri (tipo la Svizzera) meglio: andremo tutti li!

Ps in val venosta io come biker mi sento caldamente accolto, sia sui trail che in fondovalle.

Questo è già un modo concreto di "fare qualcosa".
La Val Venosta ha sposato la filosofia Svizzera dei Grigioni, non per niente sono vicini di casa.
Anzi, i local trail-builders hanno ottenuto sostegno e consenso dai locals che hanno visto, grazie alla bici, aumentare l'indotto di hotel, ristoranti e altre attività soprattutto nei periodi "morti". Sono nate le compagnie di shuttle e i ragazzi possono lavorare come guide MTB.
Guarda anche Finale Ligure e Pietra Ligure. E il modello si sta espandendo a macchia d'olio.
Premiamo chi ci vuole e chi ci rispetta con regole certe, non aleatorie e non vessatorie.
 
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The_Chopper

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In pratica non si salva nessuno, i biker perchè, divieto o non divieto, se ne vanno il 19 agosto nel posto più incasinato del trentino...
Sabato ero a Canazei, nel passaggio al Rifugio Sass Becè ho visto con stupore una comitiva di una quindicina di bikers (misti tradizionali ed assistiti) sbucare a cannone nientemeno che dal sentiero Viel Del Pan. Un sabato di agosto. A metà mattina. In mezzo a una marea di escursionisti evidentemente, e giustamente, scocciati. Su un sentiero vietato e notoriamente pericoloso perchè a tratti stretto ed esposto. Molto, molto stupido.
 
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The_Chopper

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Io sono anche un escursionista ed il problema è che spesso il trekker in questione è anche un affiliato del CAI, club rimasto ai tempi di Ardito Desio per cui spiegargli che una bici fa meno danni di un temporale o di un testicolo col trial non serve a nulla.
A priori la MTB fa danni, la caccia no, il trial va bene perchè fa uomo.
Personalmente sto usando la tessera CAI come spacer per il freno anteriore...
Anche io alterno MTB e trekking, pochi giorni fa durante la salita del facile sentiero che porta da Ponte di Ru Curto sopra Cortina al Rifugio 5 Torri, in gran parte su terreno morbido e gradini su radici, mi sono reso conto di come le ormai diffusissime bacchette da trekking devastino i sentieri ben di più delle ruote delle bici, questo sentiero è percorso anche dalle MTB ma i segni delle ruote li vedi solo nei pochi tratti fangosi mentre gli scalini di terra sono sforacchiati tipo gruviera, i buchi si riempiono d'acqua e il sentiero si smonta. Quello però per il CAI va benissimo.
Io sono stato socio CAI per oltre 25 anni, con tanto di Aquila d'Oro, ma da qualche anno ho annullato l'iscrizione, ormai hanno posizioni troppo lontane dal buon senso.

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danyswimmer

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Penso che questo caos divieto si-divieto no-con cartello-senza cartello-c’è l’ordinanza-anche no sia figlio di una visione distorta della montagna, visione a cui il trentino si è venduto da anni.
Quando fai di tutto per cementificare i monti (v. ad esempio impianti sciistici in Val di Fassa), quando l’obiettivo è portare sempre più in alto la gente a suon di funivie, con l’unico obiettivo quello di guadagnare senza nessuna regola e limite si arriva a questo punto. Poi però devi gestire la situazione e iniziano i dolori.
Perché quando sono le biciclette a farla da padrone e fare danè (es. Limone o Riva del Garda) i divieti spariscono e anzi, si creano ciclabili a sbalzo sul lago, fregandosene bellamente di quanto riguarda la sostenibilità.

Io poi trovo quasi naturale che le forze dell’ordine non sappiano più dove girarsi…fra gente in infradito, torbe di turisti ammassati come al centro commerciale e rifugi che ormai sembrano più discoteche, non mi pare strano che le biciclette siano malviste, soprattutto in zone dove sono ancora le “outsider”, come il Brenta. In un certo senso, me l’aspettavo. Non intendo fare il classico discorso da purista della montagna; piuttosto mi sembrano davvero gli effetti del "conta solo il soldo, poi ci penseremo".

Poi chi deve gestire la situazione – e io ho l’impressione che sia sfuggita di mano – inizia a martellare a casaccio.
Ieri sono state le biciclette, oggi sono gli sprovveduti che vengono recuperati dal soccorso alpino, domani saranno le famiglie col passeggino perché questo non ha gli ammortizzatori e le ruote grasse.
Tanto qualcuno che ci guadagna c’è lo stesso… e pazienza se per fare Campiglio-Brescia ad agosto ci metti 4 ore. Non importa più se chi ha preso la multa stava spingendo la bici a mano e se questa sanzione abbia senso o meno. Importa che non ho mai messo una regola e adesso non si capisce più un tubo.

Ci sarebbe poi il fatto che in Italia le bici sono da sempre malviste, spesso viste come un intralcio alle auto che servono per andare a lavorare, ma questo è un altro discorso ancora più lungo.
 
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marco

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Monte Bar
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Diverse
appena rientrato dalla Val Venosta... è palese come nei sentieri non vogliano bici... sono dei crucchi bastardi cit. il mitico Rocco Papaleo


Al passo di Resia e relativo lago hanno chiuso tanti sentieri.... ai pedoni!

 

Ernesto85

Biker cesareus
7/11/09
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Il tuo discorso per quanto valido è utopistico e senza speranza. Non so se tu abbia la bdc ma ti sarà magari successo nei trasferimenti su asfalto con la mtb. L'intolleranza dei pedoni che racconti è la stessa degli automobilisti. Non importa che tu sia fuori la carreggiata dillà della linea, praticamente sull'erba o sia in mezzo. Gli dai fastidio, non ci devi stare e ti sorpassano mettendo a repentaglio la tua vita o come minimo ti strombazzano. Gli italiani. Gli stranieri molto meno o quasi mai. Ho imparato in Alto Adige che se senti una macchina che ti si mette dietro senza suonare e aspetta paziente il momento di superarti (distante) sai già senza guardare che avrà targa straniera. Se una macchina ti passa superdistante e senza accelerazione machista, quando ti affianca saprai già che è straniera 9 volte su 10 e ne avrai la conferma a soprasso finito quando vedi la targa. I pedoni offroad sono dello stesso ceppo degli automobilisti. Gli stranieri ti salutano (hallo, servus ecc.) gli italiani spesso e volentieri camminano in mezzo come le mucche e ti guardano con sguardo torvo in prima istanza. E' vero che spesso un sorriso e un saluto (cose che faccio sempre) li scioglie un pò. Non sempre. I migliori sono quelli che stanno in parte, ti vedono arrivare e per spostarsi e farti passare passano tutto dall'altra parte proprio quando sei vicino. Per fortuna io alla vista della gente rallento sempre molto e riesco a non prenderli e a non sdraiarmi sullo sdrucciolevole in frenata ma se gli fai notare il comportamento rischioso e incomprensibile apriti cielo. Sei tutto in parte, mi vedi arrivare.....perchè devi passare tutto in parte dall'altra e proprio quando sto arrivando? Secondo me è un riflesso condizionato, come quello dei runner che anche se hanno il marciapiede a fianco corrono sulle ciclabili.
Popolo senza speranze.
Io l'ho notato. Più di una volta mi hanno fatto il filo a 70 orari questi bastardi. Manca proprio il senso civico. A marzo sono andato a Bologna. Praticamente sulla A21 sembrava di essere in Germania, 95% auto tedesche. La A21 è quasi sempre a 2 corsie e praticamente tutti i tedeschi, nessuno escluso, quando io mettevo la freccia per portarmi a sinistra rallentavano e mi davano 100 metri di agio per farmi passare. I 4 italioti dimmerda li riconoscevi subito perché invece acceleravano per non farmi passare.
 

valerio_vanni

Biker grossissimus
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Pochi giorni fa in Versilia dovevo parcheggiare la moto in uno stabilimento balneare in una strada che dopo le 19 diventa pedonale, sono arrivato alle 19,10 e l'Agente della Municipale all'ingresso mi ha impedito il passaggio. Però ha aggiunto che potevo spingere, perchè conducendo la moto a mano ero un pedone. Mah.
Il singolo vigile non è che sia proprio in vetta alla gerarchia delle fonti ;-)

Le leggi non è che siano perfette, in particolare non sempre coprono in maniera dettagliata tutti i casi. Vengono pensate con in mente certe cose, e non con altre. Dopo ci sono le interpretazioni e/o nuove leggi più precise.

Basta pensare al caso dei portabici: quanto siamo stati a discuterne?

Chi l'ha fatta ha discusso molto meno: ha copiaincollato una legge sugli autobus, tra l'altro portandosi dietro le misure.
Anche lì c'è chiaramente un vuoto: si incrociano le leggi delle sporgenze con quelle del rimorchio, luci del veicolo che si devono spegnere sì/no. E' un rimorchio? No. E' una normale sporgenza da carico indivisibile? No. Ecco, ci vorrebbe una legge apposita (pensata bene, possibilmente).

Tornando alla bici spinta a mano, in questo caso
la cassazione ha detto che la bici spinta a mano (a causa delle luci non funzionanti) rimane un veicolo e quindi deve essere spinta sul lato destro della strada.
 

albatros_la

Biker poeticus
25/6/09
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Io non parlavo di quello, ma del momento in cui stanno spingendo labici.

Qualcuno dice che il ciclista a mano diventa un pedone. E' vero fino a un certo punto.

"I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza."

"le condizioni della circolazione": si è formato un gran casino di pedoni, che so, un corteo. Non è che il ciclista per suoi motivi possa decidere di trasformarsi in pedone.

"Andare in un sentiero vietato" non pare "condizioni della circolazione".
La bici a mano è come un bagaglio, come un carrellino per la spesa, come un bastone. Se non ci pedali sopra, potrebbe essere anche una carriola. Sei un pedone quando cammini, a prescindere da cosa ti porti appresso. Un conto è dire che il sentiero non è ciclabile, un conto è dire che l'accesso alle bici è vietato. In italiano le due cose hanno un significato diverso. Poi siamo d'accordo sul fatto che sono cavilli e non cambiano la sostanza del discorso, cioè se sia giusto o meno regolamentare e come la circolazione delle bici sui sentieri.
 
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