40 giorni fa io mi stavo già preoccupando della cosa, anche se quel decreto del 31 gennaio mi era francamente sfuggito.
A metà febbraio mi chiedevo che cosa aspettassero per prendere dei provvedimenti, anche alla luce del fatto che il mio lavoro è quello dell'insegnante, nelle scuole gira una grande quantità di persone con una infinità di contatti, e che quindi la eventuale diffusione di massa era solo una questione di tempo.
Non pensavo ancora, nessuno lo aveva detto con chiarezza, che le complicanze gravi erano elevate, specie per certe categorie di persone.
Ma cominciavo a preoccuparmi e a stare attento a chi stavo vicino e che cosa toccavo (a casa ho familiari a rischio se si ammalano).
Peraltro, con il mio stile di vita alquanto "solitario" anche negli spostamenti casa - scuola (in bici, ovvio) almeno avevo cognizione che certi contatti li avrei evitati. Non ci si contagia se si sta a distanza adeguata, non ci si contagia se si gira per i boschi con la bici, ma neanche per strada.
Poi la situazione è precipitata, hanno vietato gli assembramenti, hanno detto che si poteva far sport... e come per magia anche gente che mai ho visto fare sport (vicini di casa) si sono messi a girare come i forsennati pur di stare insieme.
E adesso sono equiparato a un criminale, anche se continuo a non capire perché... certo, dal centro di Roma, Milano e anche Venezia mica capiscono che un conto è stare in centro in una colombaia, un altro è essere in una casetta singola al limitare del bosco alle pendici di una montagna alta 2000 metri.