Altro giro altra ruota e mai, come in questo contesto, definizione calza più a pennello, visto che ogni ritrovo con i botoli riserva sempre nuove ed entusiasmanti sorprese.
La Domenica mattina è iniziata con ritrovo anticipato alle ore 8,00 (grazie al ritorno all'ora solare) di un buon gruppetto che si è poi diretto, con trasferimento via asfalto stile tappa di trasferimento ad Indicatore, punto di rendez-vous nel quale c'è stato l'incontro con un ulteriore gruppo di botoli, per un numero totale di notevoli dimensioni e abbondanza di forza pedalatoria. Veramente un quasi tutto esaurito.
Tempo poco e si parte da Indicatore verso i monti, un po' di attraversamento di campi, un po' di fango, un po' di sterrato e si comincia a salire e salire e in men che non si dica mi sono ritrovato nella stessa eccitante attesa di quando si sale sulle montagne russe e si affronta la prima salita. Il carrellino dell'ottovolante cigola, tirato dagli ingranaggi che lo portano verso l'alto, e si sente un po' di groppo in gola per l'emozione di quello che viene dopo...
E il dopo è stato indimenticabile! Discesa bella, bella, ma proprio bella. In mezzo al bosco slalomeggiante, con un fondo per niente impensierito dalle piogge cadute nei giorni scorsi, con pendenze non impossibili e che quindi permettono di concentrarsi sulla guida. In un momento mi sono anche trovato in coda a qualche maestro ed ho potuto intravedere (prima che scappasse via a velocità supersonica) un attimo di guida come andrebbe fatta. Io, invece, mi sono trovato più a subire le tendenze del percorso che a domarlo. Ho però avuto l'ulteriore piacere della conca, discesa e risalita velocissima fatta tutta d'un fiato e senza dare un colpo di pedale. E alla fine è stato proprio come all'uscita delle montagne russe, con la voglia di essere riportati lassù subito, per rituffarsi nella discesa. Complimenti a Crossandr, a Rob e al Cispuglio per la pulitura di un percorso così bello e divertente.
La seconda parte del percorso si è poi rivelata molto lunga e particolarmente dura. Fango per la strada, e continui saliscendi con salite però di buone pendenze e faticose da affrontare. Ho provato a sottrarmi a questa tortura rituffandomi nel bosco, ma non era la via giusta... Mi sono quindi ripresentato con il gruppo un po' dopo e con indosso la virtuale maglietta del attendere prego! che mi ha accompagnato, nelle retrovie, per tutto il resto della mattinata. E verso la fine era veramente come tuffarsi in mezzo al bosco fatato, stanco e in parte incosciente su quanto avviene intorno, in una dimensione in cui si continua ad andare avanti confortati e accompagnati da una forza misteriosa, che a tratti mi sembrava avere non già una veste Turchina ma piuttosto un bel verde Greengate...
Finale per via Calamandrei, in tre a tirare, che sembrava di essere nel treno della Saeco dei bei tempi... Peccato che io non sono Cipollini. Alla rotonda della Maestà di Giannino, però, il mio cuore ha vacillato. Non già perché vista la fatica provata volevo abbandonare le due
ruote per le quattro ruote, ma perché quando passa una Ferrari non si può restare indifferenti.
In definitiva, vista la completezza delle condizioni e delle sfide affrontate, un giro che può essere definito una sorta di Wikipedia della MTB in quel di 'Rezzo.
P.S. Anf, anf... pant, pant!