Comunque non é un amico.
Quasi sempre atterra appena prima di posteriore.
La sua bravura sta nel tirare su la bici e rimanere con le gambe e braccia quasi distese pronte ad assorbire l'atterraggio.
Come sostiene lui, molti usano bici rigide proprio perché gli ammortizzatori più grossi li abbiamo noi nelle gambe e braccine.
Fa salti di 2metri con
ruote da 1400g x xc, penso che molti di noi le creperemmo solo saltando 1m
ok ricevuto.....
ma rilancio
tratto da mtb-mag raida come mangi di jack bisi I SALTI
http://www.mtb-mag.com/i-salti/:smile:
Atterraggio
Per prima cosa se qualcuno vi ha mai detto che bisogna atterrare con la ruota posteriore: dimenticatelo!!! Dimenticate sia l’insegnamento, sia l’amico che ve l’ha detto e cancellate il suo nome dalla rubrica!!
A parte gli scherzi. Ho letto anche un interessante articolo nel tech corner sulle sollecitazioni presenti sui telai in fase di atterraggio, e anche da lì si evinceva come il miglior atterraggio fosse quello con la ruota anteriore.
In freeride e discesa è fondamentale atterrare prima con la ruota anteriore e il corpo composto. In questo modo infatti non appena avremo assorbito l’impatto (che se il salto è fatto bene sarà ben poco) saremo subito reattivi per impostare traiettorie, frenare e guidare la nostra bici. In caso di atterraggio con il posteriore invece avremo degli spostamenti di carico che allungheranno, dal punto di vista temporale, la fase di atterraggio, e cioè il raggiungimento della nostra posizione “base”. Ad alta velocità questo significa metri di percorso, metri in cui non possiamo impostare una curva, non possiamo frenare, non possiamo fare niente se non ricercare la posizione.
Da Dirter per me l’atterraggio perfetto è quello che avviene con entrambe le ruote nello stesso punto del terreno. Cioè, la ruota davanti atterra per prima e tocca il terreno nel punto X, la ruota dietro di conseguenza atterrerà nello stesso punto X mentre l’anteriore scorre via e vi fa guadagnare velocità. In dirt, o su tutte le line ritmiche o in cui bisogna mantenere la velocità questo concetto è di fondamentale importanza. Se si atterra bene da un salto, si guadagna velocità e si potrà fare il salto successivo, se si atterra male ci si ferma.
Atterrare con la ruota anteriore per prima è anche meno rischioso se ben lo analizziamo.
Partiamo dal presupposto che abbiamo superato il salto senza difficoltà con la ruota anteriore (altrimenti se si arriva corti su un doppio anche con l’ant. non c’è posizione valida, suota anteriore bassa, ruota anteriore alta; in ogni caso si cade e probabilmente si prende anche una bella botta). Se io ipotizzo di arrivare corto con il posteriore, i casi sono due: ruota anteriore alta (atterraggio prima col posteriore) e ruota anteriore bassa (atterro prima con l’anteriore).
Nel primo caso la prima ruota a toccare terra (e prima del landing) sarà la posteriore. Il carico dato dalla velocità e dalla caduta del mio salto si proietterà quindi in avanti facendo perno proprio sulla ruota posteriore, e generando una coppia che cerca di ribaltarmi in avanti. Per questo motivo quando, in seguito, l’anteriore toccherà terra sul landing, la coppia precedentemente generata, e la spinta data dalla ruota posteriore che cerca di risalire la parete dell’atterraggio su cui è arrivata, genereranno due spinte sul sistema bici-rider, entrambe orientate a ribaltarmi in avanti. Per questo motivo in questo caso il ribaltamento è molto probabile.
Nel caso in cui si arrivi invece con la ruota anteriore per prima sul landing, e col posteriore si arrivi “corti”, avremo una coppia che tende al ribaltamento che è data dalla ruota posteriore che cerca di risalire la parte verticale del landing (e in parte una spinta per l’urto elastico che abbiamo inflitto alla bici), che sarà però annullata dalla coppia opposta generata intorno alla ruota anteriore che ha toccato terra e che farà da perno. Atterrando in questo modo quindi sentirete una “botta” più forte sotto le gambe… però almeno non cappotterete in avanti.