Di tradizione il primo maggio e sempre stato il giorno del primo bagno in mare, siccome qui manca la materia prima, il mare, per non venire meno a fare un imresa di una certa rilevanza decido di fare un giro sul garda "per un impresa eccezionale" (come dice la canzone di Dalla).
Arrivo a Limone e parcheggio proprio all'uscita della valle del singol. Un bel parcheggio tranquillo. Mi preparo (questa volta il mio
zaino ha superato se stesso,pesera almeno 10 kg se non di piu)e si parte. Naturalmente per non perdere nessun metro di dislivello scendo fino alla statale e faccio circa 2 minuti di riscaldamento prima di cominciare la Salita al Tremalzo. La salite e proprio quella della mitica gara che si disputa qui a ottobre, la Bike Extreme. Parto subito con un rapporto molto agile per non bruciarmi subito le gambe, anche perche la salita e bella lunga. Infatti dopo nenche 2 km di salita si fanno sentire i primi dolori alle gambe per mancato riscaldamento, mi fermo qualche minuto per fargli smaltire lo schock iniziale e riparto. La salita asfaltata sembra non finire mai, ma alla fine arrivo a Vesio, dopo di questo finalmente le
ruote toccano lo sterrato. Breve tratto in lieve discesa fino al laghetto di s.michele.
Da qui in poi la salita si fa veramente dura. Piu o meno a meta salita mi mando a quel paese da solo e mi impreco " Ma chi me lo ha fatto fare? ". Dopo un bel po di salita e mille pensieri per la mente finalmente arrivo a un tratto in lieve discesa che mi porta a una cascata di qui ignoro il nome.
Il posto mi ispira per una bella merenda. Riparto e fatto circa un km comincia a piovere. Mi metto sotto una bella piante e decido di aspettare un po se magari smette. Dopo mezz'ora di sosta efettivamente quasi smette. Riparto per la salita ormai bello freddo, un km dopo non ci sono neanche i segni che abbia piovuto. Li mi immagino la nuvoletta di Fantozzi che si e abbatuta solo su di me. Arrivo al rifugio Garda e li in lontananza vedo la mia meta.
Il passo del Tremalzo:
Finelmente in cima, una gioia immensa mi persuade.
Abbasso leggermente la sella , casco in testa e scendo bello tranquillo, degno di un escursionista della domenica, verso il passo nota.
Qui con rammarico vedo che il rifugio e ancora chiuso. Faccio fuori le ultime provviste rimaste e sempre con andatura moolto tranquilla proseguo verso Corna vecchie.Qui un ultimo sguardo sul tanto sofferto tremalzo che incombe ancora con le sue nuvole. Ogni tanto penso se ce mai bel tempo sul tremalzo.
Andando piano trovo subito lo svincolo a sinistra che mi porta all'inizio del sentiero in dicesa. Arrivato su trovo un piccolo gruppetto di tedeschi che mi incitano a fare il salto. Quello che fanno i Vert riders.
Ci penso un po ma alla fine non lo faccio da incima, troppo stanco per la lunga salita. Iniza la discesa e subito vedo che la stanchezza si fa sentire ma comunque ne ho ancora e sullo svicolo prendo per il dalco. Arrivo finalmente all'imbocco del sentiero 111 (il "Dalco").
Beh questa mi sembrava il minimo:
Imbocco il sentiero e vedo subito che il fondo e bello imegnativo. Passo con un po di isitazione le prime 2 curve, afronnto altre 2 curve e trovo vita su quel temibile sentiero. Una ragazza a piedi che fotografa un ragazzo che scende in bici. Gli saluto e scopro con enorme sorpresa che sono 2 miei connazionali. La ragazza mi fa subito notare che evvidentemente solo i sloveni sono cosi fuori da afrontare quel sentiero, mi dice anche che altri 2 loro amici sono gia andati avanti. Facciamo un pezetino di discesa insieme. Poi li saluto dato che loro proseguivano moolto piano per fare le foto.
Discesa su una parte bella difficile.
La traccia piu o meno scende giu di qui:
Passato il pezzo brutto faccio una sosta per riprendere un po le forze, eh gia la salita mi ha veramente devastato. Ho fatto anche una caduta su quel pezzo ghiaioso, per fortuna senza conseguenze gravi. Mi affacio alla valle per vedere se da li in poi le cose migliorano, ed effettivamente sembrano migliorare, anche se non di tanto.
Ultimo sgurdo sul lago.
Anche quest'ultimo pezzo mi mette a dura prova, infatti su un passaggio quasi fado in terra ma me la cavo con un fraffietto su un dito.
Lasciandomi ormai alle spalle il pezzo piu brutto mi fermo e cerco di capire dove potrebbe scendere il sentiero nella valle.
Giungo finalmente alla macchina stanco morto ma mooolto contento della mia impresa.Intanto penso che dovro tornarci pero afrontando la discesa un po piu fresco. Me la sarei goduta di piu.
Ah le foto non rendono gustizia a quanto sono ripidi certi passaggi, mettono un po di timore.