Ieri ho portato mia moglie a vedere la 24 ore di MTB di Roma.
Uso la circonlocuzione ho portato mia moglie per deresponsabilizzarmi.
Cioè, se fosse stata una esibizione di parapendio avrei vissuto in completa serenità il mio ruolo di spettatore.
Trattandosi invece del mio sport preferito, mi sento un po in colpa per non essermi mai fatto una gara, e questa, organizzandosi per tempo, sarebbe la migliore occasione.
In realtà ledizione del 2009 finì con risse, squalifiche, tagli del percorso, concorrenti-fantasma, incidenti, e per uno come me ci sono deterrenti a sufficienza per farmi convivere con la mia pigrizia.
Vabbé, per adesso questo è il mio appuntamento annuale per vedere tutte insieme 1.500 bici, e a Roma non è poco.
La prima impressione è stata di opulenza, nel senso che le mtb erano per la stragrande maggioranza alto di gamma, o semplicemente più alto di gamma del biker.
Io sono per lamore libero, apprezzo la Flash con il luogo comune di 50 anni con la panza che la pedala, e farei correre gli agonisti sulle Legnano.
Però dà comunque da riflettere dove porta la passione, o meglio come la passione spinga le persone a mettersi delle tutine sgargianti, a spendere 5.000 euro per una bici, a soffrire per 24 ore, a condividere le doccie.
E lunedì mattina giacca e cravatta in ufficio, madonne per tirare a fine mese, scazzarsi per un torcicollo e lamentarsi per il più piccolo torto subito.
Io per primo, eh?
La seconda sensazione che ho avuto è stata di competività elevata, per me esasperata perché io non sono competitivo neanche con la Wii, per qualcuno dunque sana e legittima.
Va tutto bene, il mondo è bello perché vario, però certo è che le necessità economiche alla base del fatto di fare in ununica gara una competizione per agonisti e una per cicloescursionisti si gestisce meglio quando il percorso è lungo 40 km., e in un attimo le posizioni si consolidano, e non quando si fanno centinaia di giri da 7,5 km. luno.
E ovvio che dopo 30 minuti è come se io facessi una gara su una pista ciclabile.
Lultima considerazione è statistica.
Cioè mi sono messo a guardare le bici in gara e ho provato a fare una classifica delle più diffuse.
Lanno scorso che avevo la 8.1 non ne vidi una.
Questanno che ho la Canyon ne ho viste 2 (di 8.1), e zero Canyon.
Allora, tante Cannondale, poi:
- Specialized
- Scott
- Merida
- FRW (non me laspettavo)
- Orbea
- Bianchi
- Bottecchia
E così mi chiedo: ma quali sono i marchi più venduti in Italia?
Ma non cè una classifica?
E se non cè, perché non la facciamo noi?
Ciao
Claudio
Uso la circonlocuzione ho portato mia moglie per deresponsabilizzarmi.
Cioè, se fosse stata una esibizione di parapendio avrei vissuto in completa serenità il mio ruolo di spettatore.
Trattandosi invece del mio sport preferito, mi sento un po in colpa per non essermi mai fatto una gara, e questa, organizzandosi per tempo, sarebbe la migliore occasione.
In realtà ledizione del 2009 finì con risse, squalifiche, tagli del percorso, concorrenti-fantasma, incidenti, e per uno come me ci sono deterrenti a sufficienza per farmi convivere con la mia pigrizia.
Vabbé, per adesso questo è il mio appuntamento annuale per vedere tutte insieme 1.500 bici, e a Roma non è poco.
La prima impressione è stata di opulenza, nel senso che le mtb erano per la stragrande maggioranza alto di gamma, o semplicemente più alto di gamma del biker.
Io sono per lamore libero, apprezzo la Flash con il luogo comune di 50 anni con la panza che la pedala, e farei correre gli agonisti sulle Legnano.
Però dà comunque da riflettere dove porta la passione, o meglio come la passione spinga le persone a mettersi delle tutine sgargianti, a spendere 5.000 euro per una bici, a soffrire per 24 ore, a condividere le doccie.
E lunedì mattina giacca e cravatta in ufficio, madonne per tirare a fine mese, scazzarsi per un torcicollo e lamentarsi per il più piccolo torto subito.
Io per primo, eh?
La seconda sensazione che ho avuto è stata di competività elevata, per me esasperata perché io non sono competitivo neanche con la Wii, per qualcuno dunque sana e legittima.
Va tutto bene, il mondo è bello perché vario, però certo è che le necessità economiche alla base del fatto di fare in ununica gara una competizione per agonisti e una per cicloescursionisti si gestisce meglio quando il percorso è lungo 40 km., e in un attimo le posizioni si consolidano, e non quando si fanno centinaia di giri da 7,5 km. luno.
E ovvio che dopo 30 minuti è come se io facessi una gara su una pista ciclabile.
Lultima considerazione è statistica.
Cioè mi sono messo a guardare le bici in gara e ho provato a fare una classifica delle più diffuse.
Lanno scorso che avevo la 8.1 non ne vidi una.
Questanno che ho la Canyon ne ho viste 2 (di 8.1), e zero Canyon.
Allora, tante Cannondale, poi:
- Specialized
- Scott
- Merida
- FRW (non me laspettavo)
- Orbea
- Bianchi
- Bottecchia
E così mi chiedo: ma quali sono i marchi più venduti in Italia?
Ma non cè una classifica?
E se non cè, perché non la facciamo noi?
Ciao
Claudio