I muscoli devono ancora riprendersi completamente, ma nei pochi metri di ciottolato in via Beltrami spingo la vecchia bici da città e la velocità di crociera aumenta rapidamente.
Il sangue è ancora contaminato da una certa dose di esaltazione per il giro concluso sabato, in Belgio, sui muri delle Fiandre.
Fin dall'inizio ho seguito da lontano i Lobos mentre si organizzavano per prendere parte a questo mitico evento. Nel 2010 un solitario Mario Donatelli affrontava il percorso più lungo, quello della gara dei professionisti, in solitaria. Quest'anno invece lungo il tecnico tracciato fiammingo saranno in tanti.
Io non posseggo una bici da corsa e non sono esperto in viaggi all'estero, forse per la mia scarsa conoscenza delle lingue sono sempre titubante in queste cose. Dopo la bella esperienza con il ciclocross, Spiedo mi tende una mano e mi invita ad unirmi a loro, il posto c'è, la bici c'è, è sufficiente che gli dica di si.
Accetto la proposta e così inizio a pensare a questa avventura che si avvicina sempre di più... di più... di più! La mia preparazione è su sterrato, con voi BdB, e all'attivo, con la bici da corsa che userò per l'occasione, ho solo un giro di 170Km. Alle Fiandre mi aspettano 260 Km, molta più salita ed il mitico pavé. Sarò pronto?
Viaggeremo in auto: un bel gruppo con il minivan di Spiedo, le bici sul capiente furgone di Carletto, la partenza è alla sera di giovedì e si viaggerà di notte per la Svizzera, la Francia, Lussemburgo ed infine Belgio.
Come facciano a resistere così tante ore alla guida non si sa, fatto sta che dopo 12 ore di viaggio siamo a Bruxelles. Cotti stracotti noi passeggeri, figuriamoci i conducenti.
Abbiamo una giornata per "rilassarci-riposarci" e poi sabato finalmente si pedala. Ho poco tempo sia per riposare sia per visitare la città di Bruxelles. Mi sarebbe piaciuto andare in giro con la bici e visitare qualcosa di più, ma a piedi ho coperto una superficie troppo ridotta per poter vedere qualcosa di bello e veramente interessante.
C'è da dire anche che è difficile che io trovi qualcosa di interessante in una città. A meno che si tratti di Bruges. (vedasi partenza giro)
La sera di venerdì ci troviamo tutti quanti in piazza per andare a cenare. Si entra in un grosso locale Leffe, ci accoglie una bella biondina che ci prepara i tavoli, e notiamo subito una certa agitazione...
Io come vegetariano ho quasi sempre problemi nei ristoranti, noto subito però una fondue ou fromage e allora ordino questa, e un'insalata...
Arrivano le prime pietanze, dopo una certa attesa. Ali di pollo in un brodino con 3 verdurine in croce, insalate al posto di tagliatelle e la mia fondue che non arriva... che casino... che fame!
C'è fermento in tutto il locale, non siamo gli unici a lamentarci, ma anche altri clienti, la cameriera non sa più che pesci pigliare, è in panico.
Dopo un'infinita attesa mi arrivano 2 crocchette di formaggio passate dal congelatore all'
olio bollente per friggere, ed un'insalatina. DELUSIONE TOTALE! E pure un' inc...ata considerato quello che abbiamo speso... AMEN.
A letto presto, con la pancia che brontola, e sveglia alle 3:30.
La sveglia suona e mi sveglio di soprassalto mentre stavo sognando qualche prelibatezza italiana... indossato l'abbigliamento
Biciclista, presol'essenziale per una giornata in bici, inizia il trasferimento a Ninove dove ci aspettano i pullman. L'organizzazione è perfetta: le bici vengono caricate ordinatamente in un enorme rimorchio, e veniamo portati a Bruges.
Alle 7:00 circa incominciamo la nostra avventura in una città incantata. Passeggiare nel centro di Brugge con una bella ragazza, tra i canali, i cigni, i fiori, sarebbe estremamente romantico e epico.
In bici è altrettanto bello, manca solo una bella ragazza al mio fianco, anche se di belle bionde in giro se ne vedono... e parecchie...
I partecipanti sono tantissimi, e anche se un bel po' di gente è già partita, ci troviamo in un folto gruppo di ciclisti; un po' in apprensione e sul chi va là per le varie insidie che si possono incontrare lungo una pista ciclabile: buche, persone che passeggiano, paletti, brusche deviazioni. Insomma bisogna stare all'occhio. Non abbiamo la strada a nostra disposizione, è una pedalata di gruppo per le strade e le piste ciclabili, con l'assistenza di forze dell'ordine e volontari a fermare il traffico nei punti più pericolosi, ma dobbiamo comunque fermarci alle precedenze, ai semafori...
Abbiamo pedalato per alcuni chilometri in una direzione, quando il gruppone in cui eravamo inseriti si ferma e fa retro front. Si intuisce un certo malumore generale e per qualche motivo capiamo che qualche cartello di segnalazione è stato saltato... SIAMO FUORI DAL TRACCIATO!!!
Facciamo fatica a rientrare nel percorso, e solo grazie ad un local veniamo finalmente indirizzati bene e ritroviamo i cartelli gialli che indicano le svolte.
Stiamo pedalando da 20 Km e siamo all'inizio del giro: un bonus di cui tenere conto alla fine della giornata.
Dopo una prima parte di trasferimento un po' noiosa, con il vento a sfavore, attraversando le vaste campagne e piccoli centri abitati, giungiamo finalmente al primo ristoro e all'inizio della parte più interessante del tour.
Incontriamo pochi ciclisti in quanto probabilmente siamo tra gli ultimi a transitare, per fortuna le scorte di dolci, dolcetti, bibite,
integratori sono abbondanti e ristorati riprendiamo la marcia. Si viaggia senza forzare l'andatura, consapevoli del fatto che la capacità di mantenere le forze sarà fondamentale per riuscire a portare a termine l'intero giro. Non abbiamo neppure completato 100 Km e dobbiamo arrivare a farne 260(+20). Ed i muri oltretutto arrivano alla fine.
Anche il gruppo dei Lobos, nel casino generale si è diviso, e le speranze di ritrovare i nostri amici si affievoliscono man mano che proseguiamo..
Invece al secondo check point li incontriamo, sono felice di rivederli. Timbrato il cartellino riprendiamo a pedalare. Mangio e bevo costantemente e mi rendo conto di avere una buona scorta di energie, le forze non mi mancano. Sto gestendo bene la situazione. Siamo ai 100 Km (+20) e vedo già qualche primo segno di stanchezza, ma i Lobos sono gente dura, e riprendiamo a pedalare tutti insieme. Aiuto il più possibile i miei compagni ma è un compito difficile anche indovinare la velocità di crociera ideale per tutti. Con i muri inizia la selezione.
Le salite non sono particolarmente dure, ma dopo tanti chilometri, con il sedere che brucia, sul pavé, questi strappetti si sentono parecchio.
Il pavé è di quelli tosti, la bici viene sballottata da tutte le parti occorre ammortizzare molto col corpo. Si fatica a tenere il manubrio. Dopo un passaggio in un paese, sento un ticchettio sulla ruota, ho un sospetto ma verificherò la faccenda alla prima pausa. Le mie supposizioni si riveleranno esatte: una puntina è piazzata nel copertone anteriore, ma per il momento i 7 bar della gomma rimangono tali.
Lungo un tratto in pavé mi metto a pedalare forte, una specie di sgasata, la bici galleggia sulle pietre e passo velocemente i miei amici... poco dopo mi trovo con la gomma a terra. Ah Ah!
O per la puntina, o per la sgasata, ho comunque forato. Sono sprovvisto di camera di scorta, come un pivellino, ma Paolo mi dà la sua camera e mi presta la pompa. 7 bar non sono facili da raggiungere con una pompetta compatta... fiuuuu
I paesini in cui transitiamo e le campagne che ci circondano sono splendidi, lontani anni luce dal caos e la cementificazione che avvolgono la capitale.
Tanta gente che fa il tifo, con le sdraio nel prato fuori casa a guardare i ciclisti che passano, qualche bancarella con acqua e bibite fresche, una bella atmosfera.
Sono dei bei posti per girare in bici.
Il gruppo purtroppo ha perso coesione: io, Luke, Mario, France, Page, siamo avanti, abbiamo ormai perso di vista gli altri, ci teniamo a completare il giro prima che faccia buio e teniamo il nostro passo, con la speranza che anche gli altri riescano a finire il tour.
Sui muri più duri si incontra parecchia gente a piedi, noi invece saliamo bene, è dura, ma si fa. Se ci si alza in piedi sui pedali la ruota posteriore tende a saltellare e a perdere aderenza, limito questa procedura il più possibile.
Con il KapelMuur, il penultimo muro, quello più famoso, si è circondati da un'atmosfera surreale, incredibile. Tu sei lì a faticare, il tifo tutt'attorno, gente che beve birra fino allo svenimento, che ti batte il cinque, che urla, ti incita, curvi a sinistra, pensi che sia finita, invece si sale ancora, là in alto la cappella, poi la strada piega di nuovo, lo scollinamento, un sospiro di solievo, il sorriso di un sacco di bella gente e poi di nuovo giù.
Io e Luke cerchiamo di amministrare il più possibile, manca ancora un muro e poi è fatta. In molti punti, tra una curva e l'altra, ad una piacevole velocità, ondeggiando quasi in una danza, non riusciamo a trattenere il nostro entusiasmo e commentiamo con gioia il nostro piacere di pedalare in quei posti.
Il duri tratti in pavé sono fortunatamente quasi finiti, per la gioia di France che non ne poteva proprio più. Decisamente impegnativi da affrontare, ma un bel ricordo di questa manifestazione.
Arriviamo al Bosberg, l'ultimo muro, diritto, e poi finalmente mi rilasso. Non sono neppure eccessivamente stanco, guardo l'ora e decido che è meglio avvisare a casa. Anche se mi rimangono un po' di chilometri, telefono e avviso che tutto è filato liscio ed è stato bellissimo.
Ho vissuto parecchi momenti piacevoli. In alcuni casi mi trovavo da solo con alcuni ciclisti che non conoscevo, ad esempio ho fatto un bel pezzo di strada con dei "locals" (non avevano il numero della manifestazione quindi penso fossero in giro per i fatti loro), tra cui c'erano 2 ragazzini che viaggiavano mica male. Anche successivamente, con Luke, abbiamo fatto i complimenti ad un ragazzo che andava veramente bene: qui nascono dei bravi campioni.
Un vero peccato per la sporcizia in giro lungo le strade e nei punti di ristoro. La gente è malata di stupidità acuta e purtroppo e bisognerebbe avere la forza di prendere dei seri provvedimenti per punire le persone che non sanno comportarsi civilmente. Ho visto di persona un ciclista gettare la confezione vuota del suo energy drink a terra, gli ho urlato "bastardo". Forse non mi ha neppure sentito, l'avrei azzoppato molto volentieri.
Nei punti di ristoro, raccolta differenziata inesistente, con lattine-bucce di banana-plastica-cartacce, tutto assieme oltre che all'immondizia buttata in terra. Un brutto vedere insomma.
Una accoppata il viaggio, a parte il fatto che non abbia guidato, e altri si siano fatti 12 ore (x2) alla guida, rimane comunque un trasferimento troppo lungo da fare in macchina, soprattutto in corrispondenza di prestazioni sportive di un certo rilievo.
Un'esperienza molto bella, che spero di replicare. Per l'anno prossimo avrei una mezza idea di fare la Parigi-Roubaix. Ma anche dell' altro, non si sa mai.
E noi ci vediamo presto. Nel week end, su
ruote grasse.
Ciao ciao