Arco: dopo le parole i fatti

marco

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Ed eccoci alla nostra saga delle idiozie preferita di tutto l'arco alpino. Con l'arrivo della primavera la SAT si sveglia e detta le seguenti "regolamentazioni", comunicate naturalmente prima ai tedeschi che agli italiani, chissà perchè $$$$.
Cosa intendano i nostri prodi eroi di Arco con "regolamentazioni" non lo sanno neanche quelli di Bike Magazin, che oggi pubblicano sul sito i seguenti sentieri oggetto dell'attenzione dei burocrati:

1. Pianaura-Trails: tutte le discese dallo Stivo, che passano sui sentieri 666, 667 e 668. Qui si trovano già dei simpatici cartelli di divieto.

2. S. Giovanni: sentiero 409 e tratti dei sentieri 407 e 408.

3. Monte Casale: sentiero 408, da St. Giovanni a Daino

Come vedete il caro Verza e tutti quelli che parlavano di "polemica montata ad arte" hanno dato aria ai propri denti per poi rivelare quello che avevano già in testa da settembre: chiudere i sentieri ai biker. Vogliamo scommettere che le "regolamentazioni" (politichese schifoso) saranno delle sane e fantastiche chiusure di sentieri, come avviene sullo Stivo? Infatti la palla adesso passa al comune di Arco, che dovrá decidere sul da farsi, là dove i divieti ancora non ci sono. Vediamo se gli albergatori si svegliano o se aspettano di perdere i clienti prima di muoversi.

Insomma, ci hanno presi per il culo per mesi e mesi. Per di piú TuttoMTB ha dato spazio a questi ipocriti nel numero di marzo. Spero che trovino lo spazio anche per questa notizia.
 

The Kid

Biker novus
24/11/03
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Milano
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Ho lasciato l'enduro perchè rischiava di scapparci il morto (e qualcuno a causa dei fili ad altezza collo ci ha veramente lasciato la pelle) e ora mi sembra che la storia si ripeta. Okkio ragazzi, la cosa più sensata fino ad ora mi sembra quella scritta dalla IMBA su MBW, l'importante però è non arrivare all'irreparabile.
 

Robix

Biker tremendus
1/11/02
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Per fortuna non tutti la pensano alla stessa maniera, il comune di Torbole si è dissociato alla grande ed ha ribadito il propio benvunuto a tutti i biker :-? il 601 è salvo
è sull' Adige di Lunedì, mo cerco il link
 

marco

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le conseguenze (tratto dall' www.ladige.it )

i bikers lasciano l´alto garda dalla germania disdette di protesta per i sentieri vietati preoccupati gli albergatori, chiesto un tavolo di confronto
sport & montagna anna perugini, presidente di categoria, vuole un incontro tra amministratori, sportivi e sat


Anna Perugini, presidente dell´Associazione albergatori del C9

di stefano ischia
basso sarca - la sat di arco vieta alcuni sentieri ai rampichini? i bikers tedeschi iniziano a boicottare l´alto garda.
anna perugini, presidente dell´associazione albergatori del comprensorio è preoccupata. la chiusura di alcuni sentieri alle mountain bike sta producendo effetti negativi sulla stagione turistica. in germania le riviste di settore hanno già bollato l´alto garda «la regione dei divieti». i clienti tedeschi abituali inviano le prime email di protesta e di richiesta di spiegazioni. turisti sportivi affezionati che ora scelgono altre località per le loro ferie. e lo fanno sapere direttamente agli albergatori. una decisione indubbiamente anche «politica», per protestare contro scelte, definite oscurantiste, a scapito di chi pratica uno sport pulito e non inquinante.
«gentile signore - scrive un cliente tedesco a un albergatore di torbole (che ha poi girato in redazione tre email di questo tenore) - verremmo volentieri quest´estate in otto persone per due settimane. da notizie giornalistiche abbiamo saputo però che l´alto garda verrà chiuso agli appassionati di mountain bike. avete delle informazioni più precise al riguardo? sarebbe davvero un peccato se questo territorio fosse vietato agli appassionati di rampichino. proprio quando, credo, siamo noi a riempire le mezze stagioni. mi farebbe la cortesia di farci sapere qualcosa di più al riguardo?».
di fatto il popolo delle mountain bike è numerosissimo, soverchia i windsurfer. la loro è una presenza massiccia e preponderante soprattutto in primavera e autunno.
«siamo preoccupati, è vero - ammette perugini, reduce da un´assemblea di categoria - soprattutto i piccoli alberghi, con una o due stelle, lavorano con i bikers e sentieri di arco sono importanti. è vero che abbiamo il monte baldo e che c´è la val di ledro ma non possiamo privarci della montagne di arco. anche se i sentieri chiusi non sono molti credo che il segnale politico sia negativo».
perugini ritiene sia giunto il momento di ritrovarsi tutti attorno a un tavolo, sat, associazioni di bike albergatori e amministrazioni comunali. «credo che basti un po´ di buon senso e si trovano le soluzioni giuste. non ha senso che promuoviamo le bellezze e l´ambiente della zona anche con manifestazioni come il bike festival e poi chiudiamo i precorsi montani. capisco e rispetto la sat ma è il caso che ci parliamo francamente per giungere a un accordo che accontenti tutti».
insomma, albergatori preoccupati. e a ragione: i clienti tedeschi sono chiari: «alcune notizie le abbiamo lette sul magazin "bike" - scrivono alcuni di loro - abbiamo anche parlato personalmente con i giornalisti che ci hanno riferito che le autorità politiche locali non ne vogliono sapere di ripensarci sulle chiusure dei sentieri. una parte del tracciato di pianaura è già vietato. la rivista bike è del parere che se la politica altogardesana prosegue su questa linea, allora il bike festival è giunto al capolinea. anche al comune di nago torbole sembra effettivamente serpeggiare l´opinione che i biker non siano più graditi».
in un´altra email un cliente fa sapere all´albergatore torbolano di preferire tignale per le sue ferie. a causa dei progetti di chiusura ad arco ma anche per la ponale non ancora aperta. «speriamo - conclude il turista sportivo - che in futuro i comuni altogardesani ritrovino quel rispetto e quella cordialità nei confronti degli appassionati di mountain bike che è sempre stata una loro caratteristica. anche perché nel suo albergo ci siamo sempre trovati molto bene».
 

marco

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il comune di arco che ha deciso di vietare ai bikers

il comune di arco che ha deciso di vietare ai bikers alcuni sentieri di montagna, sostenuto in ciò dalla sat, rischia di restare solo in questa iniziativa in tutto l´alto garda. infatti dagli altri comuni del c9 arrivano segnali di preoccupazione per i possibili contraccolpi turistici ed economici. l´assessore al turismo del comune di nago torbole alberto martinelli rassicura: non ci sarà, sul territorio di propria competenza, alcuna limitazione, anzi ci si dichiara disponibili ad iniziative per contrastare la propaganda negativa della stampa tedesca (nel riquadro l´intervento di martinelli).
fabrizio di stasio, rivano, organizzatore di eventi bikers porta in evidenza le ragioni per le quali è assurdo vietare i sentieri. «si insiste - dice di stasio, - con scelte autolesionistiche. se un fenomeno funziona bisogna assolutamente fermarlo. ultimo atto di questa politica suicida la querelle sui sentieri ciclabili o no. nella busa, è vero, ci sono alcuni sentieri che meritano una salvaguardia, ma si contano su una mano: il resto però deve essere libero, fruibile da quei poveri disgraziati che si ostinano a scegliere l´altogarda il virtù di un immaginario che viene poi regolarmente smentito nei fatti. impedire il transito delle bici non significa riconsegnare il sentiero oggetto del divieto agli escursionisti a piedi; significa condannarlo ad essere invaso dalle spine. é successo così quando a suo tempo fu introdotto il divieto di transito per le moto (di impatto ambientale leggermente diverso). fino alla comparsa del fenomeno mountain-bike la gran parte dei sentieri divennero inutilizzati ed inutilizzabili. la chiusura non serve a preservare i sentieri, ma a cancellarli».
di stasio porta l´esempio di rimini, città turistica, che attraversò negli anni scorsi una grave crisi con calo di presenze ma che ha saputo con intelligenza ripensarsi e ricrearsi. «ha fatto in modo di dare l´impressione - considera, - che lì si respiri aria di libertà, che lì tutto sia permesso. il clima è assolutamente vacanziero. lì ci si va per godere del carattere sanguigno dei romagnoli, per le numerose discoteche o per le spiagge. e se ai bagnanti venisse vietato l´accesso alla spiaggia per evitarne il calpestamento sarebbe intelligente? la stessa cosa - considera di stasio, - vale da noi, solo che da noi le discoteche non ci sono, non siamo così sanguigni, il clima è meno festoso. l´insofferenza dilaga, le lamentele per i rumori aumentano, gli ausiliari del traffico imperversano e le spiagge si svuotano ogni anno di più. aumentano, o meglio resistono, solamente coloro che si portano la bicicletta. non sarà che intendono passare qualche ora sui nostri bei sentieri? vogliamo vietarglielo per perdere anche questi ultimi eroi? se l´aspirazione di questi signori fosse quella di un giro fra fabbriche e capannoni vuoti non potrebbero farsi semplicemente un giro nell´hinterland di hannover o a cernusco sul naviglio? che bisogno c´è di venire fin da noi? e poi il surf insegna: il fenomeno non sarà eterno. fin che c´è cerchiamo di tenerlo.
allontanando i bikers, allontaniamo anche i loro cari, tutta gente che ci mancherà in futuro. se ad ogni costo si vuole regolamentare e vietare apriamo un tavolo di trattative più ampio possibile (assolutamente non solo politici e sat). certamente per mettere d´accorso tante linee di pensiero e tante esigenze diverse ci potrebbe volere del tempo, potrebbe essere un percorso lungo e difficile, ma che fretta c´è? l´importante è avere un buon risultato, soprattutto condiviso. ricordiamoci che se chiudono le imprese turistiche non ci sono industrie che possano prendere il loro posto. e sarebbe una vera catastrofe. si crede che fare e promuovere turismo sia partecipare alle fiere. nient´affatto, il turismo si fa con la qualità della vita».
 

marco

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«la sat non veda nei bikers dei nemici»
sentieri vietati, danzi: «confronto
per battere gli opposti fanatismi»



il comune di arco, stimolato dalla locale sezione sat, ha deciso di vietare l´utilizzo della mountain bike su parte dei sentieri comunali: tale intervento ha suscitato notevoli polemiche e reazione non solo a livello locale. significativa è stata anche la risonanza nell´ambiente mountain bike così come sulle riviste specializzate germaniche. lorenzo danzi, studente al v anno di scienze ambientali dell´università di milano- bicocca nonché guida di mountain bike al bike festival di riva e neotesserato sat sempre di riva esprime «sorpresa e preoccupazione per il clima che si sta instaurando tra la sat e i bikers affermare come fa il presidente della sat di arco che questi ultimi sono "privi di cultura ecologica" siano un pericolo per "persone, ambiente, territorio, flora e fauna" è francamente esagerato e distorce la realtà.
«problematiche quali la tutela dell´ambiente e il territorio sono - afferma lorenzo danzi, - temi dei miei studi. in questi cinque anni ho potuto appurare come spesso i temi ambientali siano trattati in modo disorganizzato; spesso anzi l´ambiente è solo un pretesto da usare per ben determinati obiettivi. il trentino è una zona d´italia che considero maggiormente tutelata sotto questo punto di vista. l´ambiente, la natura, anche per la loro valenza economica, sono dei valori fondamentali. questo anche per merito di organizzazioni quali la sat; per questo ho voluto entrare in un organo come la sat: perché amo i miei posti e voglio che si conservino anche per chi ha da venire. é senza dubbio vero che l´iperfrequentazione dei sentieri porti ad uno stress maggiore per l´ambiente che lo subisce. questo vale per pedoni, per i bikers e paradossalmente anche per qualsivoglia altra componente del comparto animale. tutela dell´ambiente non vuol dire impedire l´accesso. la mountain bike è solo un modo diverso di avvicinarsi al mondo montano. ma non implica una mancanza di rispetto, per quanto le pecore nere siano presenti in tutte le famiglie, quella degli escursionisti compresa.
sicuramente fatico a comprendere la volontà di chiudere i sentieri alle mountain bike. la bici, in ogni parte del mondo (nel nord europa in particolare) è intesa come mezzo ecologico. andare in bici ha da sempre significato essere dalla parte dello sviluppo sostenibile. adesso si assiste ad un tentativo di far passare la bici, la mountain bike come la causa di tutti i mali. non si parla delle strade, delle auto, del traffico, delle seconde case, delle malsane abitudini. le bici sul sentiero non possono essere, non sono la causa dei nostri problemi ambientali.
a mio giudizio il sentiero nasce per consentire l´accesso alla natura, limitarlo risulta una contraddizione. nella legislazione italiana viene data molta importanza al valore del paesaggio inteso come patrimonio culturale da tutelare ma anche da rendere accessibile. a mio giudizio la mountain bike è un mezzo compatibile con la montagna, con i sentieri. e in effetti la sat non è contraria all´uso della mountain bike in ambiente montano, però volerlo limitare come mi pare di capire solo alle strade forestali e a brevi tratti di sentieri non ha significato: di fatto equivale ad impedirne l´accesso alla montagna.
motivazioni quali il disturbo della fauna e della flora mi sembrano superficiali. sostenere, come fatto da un vicepresidente di una sezione sat, che vada protetta la fauna selvatica "come il gallo forcello ed il gallo cedrone, tutelandone le fasi più delicate connesse ai periodi riproduttivi" mi sembra singolare davvero: è come dire che gli amori del gallo, cui va il mio sostegno, siano più disturbati dalle biciclette che non dagli zaini degli escursionisti.
non vorrei che la motivazione vera fosse da ricercare nell´indubbio fastidio che un biker comporta ad un escursionista. fastidio comprensibile, come il fastidio che provo io, quando, a piedi, vado in montagna e trovo il sentiero pieno di gente. che bello sarebbe avere il sentiero tutto per sè, essere io e la montagna. ma è una visione egoistica. così come non ci sono motivi per impedire l´accesso ai sentieri a un escursionista, non ce ne sono per i bikers. la mtb si è rivelata, per l´intera comunità, una risorsa, per alcuni una forma di svago, per altri un modo di avvicinarsi alla natura, alla montagna.
impedirne l´accesso oltre che controproducente da un punto di vista strettamente economico, sarebbe un affronto allo spirito della sat che correrebbe il rischio di essere vista come una setta egoistica. a mio giudizio la maggioranza dei bikers sono in sintonia con i fondamenti della sat, con cui dovrebbero potersi confrontare. sarebbe il modo di non far prevalere gli opposti fanatismi, per regolamentare non impedire l´accesso di tutti alla montagna».
 

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quest'ultimo intervento (per di più di uno della sat) dovrebbe venire stampato sulla rivista della sat stessa e appeso nella camera da letto di presidentuncoli e polituncoli vari.
 

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questa la presa di posizione di Nago-Torbole sempre da www.ladige.it

martinelli: nago-torbole senza limitazioni

«credevo non servisse ribadirlo, ma evidentemente è meglio farlo - afferma l´assessore al turismo alberto martinelli. - il comune di nago-torbole e l´assessorato al turismo in particolare sono assolutamente convinti che la presenza dei bykers rivesta un ruolo di assoluta importanza nell´economia turistica dell´altogarda. il nostro impegno e sostegno politico a favore della realizzazione di opere sovracomunali come la ciclopedonale torbole-riva, la passerella sul sarca, la continua manutenzione a strade e stradine molto utilizzate dai bykers come quella del "tenim" o di prealta, della strada del monte baldo e di altre interpoderali testimoniano l´attenzione che il comune riserva a questa disciplina turistico-sportiva. tutti gli ospiti sportivi (non solo i bykers) che in questi anni hanno scelto nago-torbole come loro meta vacanziera non possono non aver notato l´assoluta disponibilità e attenzione nei loro riguardi. in particolare torbole, con i suoi pub e con un programma di intrattenimenti attento nei confronti di un pubblico giovane e dinamico trasmette di continuo messaggi di benvenuto agli ospiti. detto questo, esprimo anch´io preoccupazione per questa campagna di disinformazione che certa stampa tedesca ha promosso nei riguardi del garda trentino. dico che è una una campagna di disinformazione e poco corretta poiché non può bastare la chiusura di qualche sentiero sul comune di arco per sancire l´ostilità dell´alto garda nei confronti dei bykers.
personalmente resto comunque dell´idea che tutti i nostri sentieri debbano rimanere aperti alle bici e agli escursionisti e soprattutto mi auguro che chi di dovere abbia il coraggio, quando sarà il momento, di permettere ai bykers l´utilizzo della ponale che costituirà un arricchimento importante sia per l´offerta turistica che per i locali amanti delle due ruote. riconfermo dunque la piena disponibilità da parte del nostro comune a partecipare a qualsiasi campagna stampa intesa a rassicurare i potenziali clienti e far loro presente che l´alto garda continua ad essere aperto e ben disposto nei confronti dei praticanti di questo sport».
 

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la famosa "disinformazione" o "propaganda negativa", come qualcuno dei signori qua sopra la chiama, è frutto dell'incapacità politica e comunicativa dell' Alto Garda. Mettono i divieti senza dire niente a nessuno e poi si meravigliano perchè i biker e le riviste specializzate ne danno notizia. Un esempio di marketing da osteria. Come lo scrivere bykers :smile: :smile: :smile: :smile:
 

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Veniamo alla chicca della serata. 1000 borlotti a chi mi dice che cosa vuol dire questo sproloquio, che trovate qui: http://www.sat.tn.it/prima_pagina/mountain_bike.htm

Documento della SAT sull'uso del Mountain bike

La recente iniziativa del Comune di Arco d’impedire la circolazione delle mountain bike su alcuni sentieri del suo territorio, e la successiva, vivace discussione che n’è seguita, hanno fatto emergere con forza i problemi di un uso equilibrato del territorio e di convivenza tra i suoi diversi utilizzatori.
La SAT ritiene un suo diritto intervenire nel dibattito e assumere una propria posizione in forza della sua presenza sociale testimoniata da 21500 soci e dell’esperienza e presenza, attraverso centinaia di volontari, nella manutenzione e gestione dei 5000 km. di sentieri di cui è titolare e responsabile.
La SAT non è pregiudizialmente contraria all’utilizzo della mountain bike in montagna: centinaia di soci e decine di Sezioni organizzano uscite ed escursioni con questo mezzo. E’ altrettanto consapevole che questa pratica, se correttamente condotta, è ecologicamente compatibile e rappresenta un’occasione importante per il turismo.
Coerentemente, già nel 1996 la SAT, il CAI Alto Adige e l’Alpenverain Suedtirol avevano valutato l’affermarsi della pratica della mtb indicando agli appassionati norme di comportamento coerenti con l’ambiente frequentato.
La SAT è invece nettamente contraria quando quest’attività diventa esasperata e distorta, non rispettosa delle persone, dell’ambiente, del territorio, della fauna e flora, in buona sostanza, diseducativa.
Non è accettabile, per un sodalizio che promuove da oltre 130 anni, la frequentazione delle montagne tramite l’alpinismo e l’escursionismo, che il più naturale, economico, educativo e sano modo di conoscere la natura e il territorio, il camminare, sia subordinato, sul sentiero, ad altro, sia questo automobile, moto, cavallo.
Si assiste preoccupati ad un proliferare di iniziative, promosse da soggetti pubblici, parapubblici, privati, che tramite offerte, percorsi, servizi, cartografie e guide, promuovono la pratica della mountain bike senza nessuna considerazione e rispetto per i sentieri che, da sempre patrimonio culturale e storico, prima delle popolazione che della SAT, sono sicuramente destinati, oltre che a sicuro degrado, a una progressiva banalizzazione e, di conseguenza, alla riduzione a semplice pista.
Nemmeno la legislazione provinciale, liberalizzando la circolazione su ogni sentiero, aiuta un corretto utilizzo della rete sentieristica tale da rendere possibile la convivenza di diversi modi di frequentazione del territorio.
Deve essere un concetto fondamentale del vivere civile che non tutto è permesso, che deve esistere un senso del limite, del non si può, supportato, più che dai divieti, dal buon senso, dal rispetto per gli altri, per le loro libertà e per il lavoro meritorio dei soci della SAT che hanno creato e mantenuto una sentieristica ormai patrimonio del Trentino e dell’alpinista.
Se è inopportuno andare a piedi o in bici in autostrada, perché esistono i divieti, (ma crediamo che anche in loro assenza vi siano buoni motivi per non farlo), altrettanto deve essere escluso il transito su sentieri che, per la loro frequentazione, quota, pericolosità intrinseca, facilità di degrado, rendono dannoso il passaggio di biciclette di mezzi motorizzati e di cavalli.
Proposte quali l’individuazione di percorsi "dedicati" possono essere considerate chiedendosi però: per chi, come (e oltre ai problemi di manutenzione) dove. Se cioè si intenda chiudere agli escursionisti dei sentieri esistenti, costruire percorsi ex novo o, addirittura, artificiali.
E’ necessario trovare un equilibrio tra più aspetti: da una parte il diritto dell’escursionista a camminare sui sentieri in sicurezza, in ogni luogo e ad ogni quota, dall’altra la possibilità di praticare un’attività contro la quale, lo ripetiamo, la SAT non ha contrarietà di sorta.
E’ necessario uscire da una logica anomala che, in sintesi, vede nel degrado dei sentieri il prezzo da pagare per un indotto economico e dall’altra il contributo pubblico (anche alla SAT) per il ripristino dei sentieri stessi.
Diviene quindi necessario un patto tra soggetti che, reciprocamente, ascoltino le rispettive posizioni, trovino assieme soluzioni condivise e rispettate e si attivino a divulgarle.
In tale senso un ruolo importante possono assumerlo, oltre alla PAT, i Comuni, le APT, i soggetti che promuovono turismo assieme alle rappresentanze dei bikers.
Ad esempio, il manuale mtb "Ruote Amiche" edito dall’Assessorato Provinciale al Turismo nel 2003, contenente suggerimenti e regole di comportamento condivisibili, va ampiamente diffuso e pubblicizzato.
La SAT è pronta, da subito, a confrontarsi, mettendo a disposizione la sua esperienza consolidata in tema di sentieri con l’avvertenza di non essere disponibile a svendere un patrimonio che appartiene alla storia e alla memoria di tutta la comunità trentina.

Approvato all’unanimità dal Consiglio Centrale il 12 dicembre 2003 e dall’Assemblea dei Presidenti di Sezione il 7 febbraio 2004.
 

Max

Biker ultra
2/11/02
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Parma
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Hanno già informato la Kompass per segnalare i divieti?
se si muovono riescono a bloccare le stampe :smile: per le versioni in consegna 2004 così tutti conosceranno i sentieri blindati.
Visto che le cartine in circolazione probabilmente non riporteranno i nuovi divieti sarebbe opportuno che i comuni interessati riportassero in piazza i sentieri bloccati per evitare inutili fatiche ai bYkers.

Rob da mat :!:
 

fudos

Biker tremendus
15/11/03
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Be io voglio solo dire che se ad Arco vietano tutti i sentieri perchè non venire sul Baldo ??
Per il momento qua si possono percorrere tutti i sentieri, e che penso, che da Arco il monte Baldo non è così lontano.
 

dexter

Biker dantescus
10/5/03
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Prov. Mo
garuti.eu
diretur potevi mettere l'articolo SAT all'inizio....con i primi articoli mi ero riconciliato con il mondo poi mi è rimasto l'amaro in bocca con l'ultimo :razz: :razz: :razz:
 

windmillking

Biker ciceronis
Lasciamoli fare, lasciamo chiudere i sentieri.

Lasciamo che gli alberghi ed i ristoranti tornino vuoti e poi aspettiamo.

Sono sicuro che albergatori e ristoratori notato il calo di entrate sapranno convincere la SAT ...

Fino ad allora saranno solo parole al vento.

Nel frattempo fratelli in mtb, diffondiamo il verbo ... e le notizie sui divieti :)

E andiamo in vacanza altrove :)

marco
 

dexter

Biker dantescus
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Prov. Mo
garuti.eu
Io ho fatto il mio dovere mandando una mail agli albergatori dove solitamente andavo, credo sia veramente l'unica strada da seguire per ottenere qualcosa.
 

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