Riporto quanto trovato in cyclinside.com
Leggerezza sì, ma mai a prezzo della stabilità. Su questo i ciclisti sono tutti d'accordo.
Il tema della stabilità della bicicletta è stato affrontato sotto vari aspetti e già da diverso tempo. Nei primi anni '90 le prime
ruote ad alto profilo con pochissimi raggi avevano lasciato qualche dubbio ad alcuni costruttori di bici.
Il successivo alleggerirsi dei telai con l'arrivo massiccio dell'alluminio e poi del carbonio ha sollevato altre discussioni.
Sarà prudente andare in discesa a quasi cento all'ora su una bici di meno di sette chili e costruita con un telaio che ne pesa meno di uno?
La risposta più soddisfacente è che se un telaio è ben costruito (quindi con tolleranze ridotte quasi a zero) e la componentistica di alto livello, con ruote adeguate, la stabilità c'è.
Tuttavia, ad alta velocità la sensazione di alleggerimento della bicicletta è evidente. Il vento e piccole sconnessioni del terreno possono mettere in crisi anche il ciclista più esperto.
Una soluzione e un aiuto ai ciclisti viene proposto da dalla ditta Mecwor Precision di Polaveno, in provincia di Brescia.
La soluzione che viene applicata alla bici nasce da un concetto già ampiamente sfruttato tra le moto: l'ammortizzatore di sterzo.
«Inizialmente la nostra idea è nata pensando ai neofiti – ci ha raccontato Davide Peli, il titolare dell'azienda bresciana – ed è questo il primo riscontro che abbiamo avuto quando abbiamo chiesto a qualche professionista di provare la nostra soluzione».
L'assorbimento dei colpi da parte dell'ammortizzatore di sterzo si evidenzia, sulla bici da corsa, nei tratti sconnessi e sull'acciottolato. In mountain bike il vantaggio è ancora più evidente proprio perché aiuta nel controllo della direzione.
Chi ha meno esperienza di guida può trovare un vantaggio significativo perché l'ammortizzatore di sterzo svolge il lavoro di assorbimento delle vibrazioni che solitamente deve essere fatto con le braccia. E chi è alle prime armi spesso tende a irrigidirsi subendo maggiormente le sollecitazioni.
La domanda a questo punto viene da sé: come si comporta il sistema quando, soprattutto in mtb, si guida su percorsi stretti che richiedono grande rapidità di manovra?
«Il nostro sistema non è costituito da un freno meccanico sullo sterzo – spiega Davide Peli – l'MW-2010 (questo il nome del prodotto) è un ammortizzatore stabilizzatore rotativo idraulico regolabile. Questo significa che lo sterzo è sempre libero di ruotare ma è controllato da uno scambio fluidico»
La realizzazione in lega leggera (Ergal) lo rende leggero (120 grammi) e resistente. Non ci sono parti sottoposte a sollecitazioni elevate o usura per cui la manutenzione sarà minima.
Interessante la semplicità di montaggio.
L'ammortizzatore vero e proprio va montato sopra l'attacco manubrio così come evidenziato nelle foto. Il tappo di chiusura della serie sterzo viene sostituito con uno dei due tappi in dotazione (da scegliere in base alla sporgenza o meno del cannotto forcella dall'attacco manubrio). Sul nuovo tappo si posiziona l'ammortizzatore vero e proprio che presenta una staffa che va bloccata al telaio della bicicletta con una fascetta (in dotazione).
Non sarà il massimo dell'estetica ma, ovviamente, non si può prevedere di forare il telaio (l'ideale sarebbe prevedere un aggancio in fase di realizzazione del telaio, così come si fa a volte per i telai destinati ai corridori che montano il numero per il photofinish).
A questo punto, assicurano dalla Mecwor Precision, bastano poche regolazioni (e qualche chilometro di assestamento per le guarnizioni) per avere il sistema perfettamente efficiente.
L'MW-2010 che vi abbiamo presentato in anteprima verrà svelato ufficialmente il 20 febbraio prossimo al velodromo di Montichiari.
Il prezzo con cui verrà proposto sarà entro i 300 euro
http://www.cyclinside.com/upload/Ca..._61/Content_2303/ammortizzatore_sterzo002.JPG