Per me, meno gente fa gravity e meglio è.
I problemi sorgono quando le bici vanno in conflitto coi pedoni. Se non c'è nessuno che fa i peli e contropeli ai trekker, non nascono i divieti e ti fan salire un po' dappertutto. Certo... non ci sarà la pista preparata, ma chissenefrega! Meglio una funivia che ti porta sù che un divieto totale o una gabbia per criceti!
Quindi sulle masse la vedo un po' in modo differente, anche perché se trovo la funivia chiusa, pedalo senza troppe storie.
Detto questo, però capisco che la DH è DH, non freeride, e ha bisogno di una pista dedicata per scendere.
Io penso che i verdi o altri similari siano ormai terrorizzati da qualsiasi intervento che porta a modificare il territorio alpino, perché esasperati da una infinita serie di fallimenti nelle battaglie per la salvaguardia della montagna. Battaglie vinte sempre dagli interessi economici di albergatori e impiantisti che puntano a fare l'en-plain in inverno. Finora almeno in estate il turismo era rimasto abbastanza pulito... o meglio, non necessitava particolari interventi sull'ambiente.
Capisco che, dopo questa serie di battaglie perse, gli ambientalisti cerchino di averla vinta combattendo per questa piccola cosa, pur di vincere da qualche parte.
Se questa alzata di scudi serve semplicemente per brontolare e cercare di "sparare alto", per contrattare poi delle garanzie cautelative in più, ok... anche se sarebbe meglio che prima di cercare questa specie di vendetta trasversale, per una mera ripicca, studino nei dettagli la richiesta di aprire una pista da DH, ne studino l'effettivo impatto e cerchino di ottenere semplicemente una serie di garanzie sul tracciamento e manutenzione, in accordo con la Forestale.
Rispettati questi accordi, il problema non può porsi.
Bisogna semplicemente individuare delle responsabilità da subito, in modo che non ci sia quel tipico scaricabarile all'italiana, quando il danno è fatto.
Spesso se le responsabilità son ben definite, non solo il danno può essere riparato/risarcito, ma proprio non avviene!
Sputare addosso a chi la pensa diversamente è stupido e improduttivo.
Bisogna cercare di capire le ragioni di ciascuno se si vuol andare da qualche parte.
Sennò cosa si fa? una pista da DH senza manutenzione approvata a colpi di fiducia?! ahahah
Siamo in un Paese al delirio.
Penso però che in Trentino Alto-Adige, meglio che altrove, abbiano un desiderio piuttosto equilibrato di sfruttamento della montagna. Sanno bene che è una risorsa da non "consumare", perché rovinata quella, sono morti. Ma sanno offrire sempre un'accoglienza incredibile e tante proposte di attività invernali ed estive.
I Downhillers di certo non sono una risorsa su cui puntare per far cassa, visto che d'estate vivono benissimo di escursionisti e non sono 100 biker che fan solo discesa a cambiar loro il bilancio.
D'altra parte però i divieti espliciti-e-non sui sentieri pedonali, portano ad una palese necessità di percorsi dedicati alle bici, tanto quanto ci sono quelli dedicati ai pedoni (la maggioranza).
Quindi, la richiesta di tracciare una o più linee da DH non è poi così blasfema e insensata anche dal punto di vista della parità tra gli sport alpini.
In Svizzera sembra che questa convivenza sia tanto piacevole quanto ben regolamentata. Si può sempre imparare...
Io non ho visto in che termini è stata presentata la proposta di aprire una pista da DH sul tal monte.
In ogni caso penso che ci si debba venire incontro, perché ciascuno ha un po' di ragione e non si può cercare di imporre la propria volontà senza ammettere critiche.
Indubbiamente ci sono delle teste d'acciaio su entrambi i fronti, ma parlando con chi invece è meno ottuso, penso che potranno ottenere buoni risultati, portando proposte palesemente sostenibili. In fondo la pista da DH non è altro che un sottile sentierino che passa tra gli alberi! Risolto il problema della responsabilità sulla manutenzione, finiscono i problemi di compatibilità ambientale!
Forse uno scoiattolo verrà svegliato da un violento urto sul suo albero... o dalla bestemmia conseguente... ma sù... penso che anche i più integralisti dei verdi possano capire che, con rispetto, c'è spazio per tutti