Scusa Chicco, mi daresti qualche info su questo "sentiero balcone" in Val d'Ayas ?
Io ero partito da Champoluc 1609m, salito su asfalto tra belle baite e pascoli fino ad Antagnod (fontana), poi ancora in direzione del Monte Zerbion, fino ad incrociare il ruscello-canale a quota circa 2000m.
"Risalendo la corrente", si rimane in quota su questo sentiero bellissimo, più o meno pianeggiante tra boschi e pascoli, in compagnia del gorgogliare magico del ruscello.
A tratti questo sentiero diventa sterrata che conduce alle sorgenti di questo canale antico, sotto la Gobba di Rollin. Si attraversano alcune gallerie non illuminate, basse, un po' pericolanti. Gli escursionisti le attraversano abitualmente, quindi "ci si fida". Io le ho fatte al buio, col casco, ma il rischio di picchiar la testa o piantarsi su un sasso è scongiurabile con una lucina (da portarsi).
Il percorso è spettacolare perché permette di ammirare per tutto il suo sviluppo il versante sud-ovest del monte Rosa (in una prospettiva molto diversa da come sono abituato a vederlo da casa mia), Testa Grigia e altre cime maestose.
Circa a metà della strada pianeggiante, si può imboccare una strada molto ripida che sale a tornanti sulla sinistra, a servizio di una pista da sci. Dagli alpeggi in cima (Vascotchaz 2254m), con una bella cappelletta super-panoramica (dove si può mangiare due panozzi... (che ci si porta da casa)), si imbocca un sentiero tortuoso, piuttosto facile ma divertente che scende in diagonale verso nord, tra pascoli e rododendri, per poi ricongiungersi alla strada che costeggia il ruscello.
Questa è una variante non necessaria, ma panoramica e aggiunge un po' di pepe e dislivello ad un giro molto facile e tranquillo, dove prevale la bellezza del paesaggio sulla difficoltà tecnica.
Ma tornando alla strada delle gallerie... ecco... giunti alle sorgenti, tra scenari non più verdeggianti e fioriti, ma austeri e glaciali, si puù imboccare un sentierino "malvagio", che da solo non avevo osato tentare (era 3 anni fa, uno dei miei primi giri con l'SX-Trail), visto che il posto era un po' inculato e la traccia abbastanza ignota. In compagnia si potrebbe provare.
In alternativa si può tornare sui propri passi, come avevo fatto io, riattraversando le gallerie, per imboccare un sentiero strepitoso, tra lariceti, radure, baitine, muri a secco e fiori, sempre accompagnati dalla vista spettacolare dei ghiacciai del Rosa. Sentiero facilissimo e poco pendente e poco conosciuto, liscio e scorrevole, mi aveva lasciato senza fiato per la bellezza offerta.
Ho un ricordo favoloso di quel we.
Sabato a Pila con i miei amici coi bicioni, contando 6 discese dallo Chamolet e 2 rientri ad Aosta di fila... 5500m di dislivello con cattiveria forsennata, stanchezza, lividi e gioia infinita... poi in serata, sotto un diluvio (Champoluc allagata, frane, straripamenti) avevo dormito
con la bici in tenda da solo (i miei soci erano tornati a casa). Al mattino, tutto era fradicio, ma un sole stupendo mi accompagnò per questo itinerario molto soddisfacente. Felicissimo della mia bici che mi permetteva davvero tutto, finalmente.