E' domenica mattina, è un giorno importante: è per questo che la sveglia suona presto però non me ne ricordo il motivo e quindi mi giro dall'altra parte, dopo dieci minuti suona di nuovo, mi giro ancora, non ricordo proprio: è vero, c'è la finale dei mondiali, ma si tratta solo di 25 ragazzotti che corrono dietro ad un pallone, su e giù per un rettangolo verde quadrettato di bianco, e poi è solo stasera, non c'è nessun bisogno di svegliarsi così presto.
La mia dolce metà mi ricorda che se non mi alzo, farò tardi alla partenza, alla partenza? Di cosa? Vado in viaggio? E dove?
Ma no! Mi risponde spazientita: l'Adriatic coast!
E' vero! C'è l'evento sportivo dell'anno a Mercatino Conca ed io sono ancora nel letto! Mi alzo di corsa, in 5 minuti arrivo in bagno, in 10 minuti mi lavo il viso, non sto a dirvi quanto ci metto a vestirmi!
Dopo un lungo peregrinare più simile all'incedere di un fantasma che di un biker pronto alla partenza, arrivo in cucina: i mobili non ci sono più! Sono sommersi da montagne di bustrengo; bustrengo sul tavolo, bustrengo sul forno, bustrengo in ognuno dei cassetti che apro! E' un'invasione; il profumo è fortissimo!
Sgomitando trovo qualcosa da mangiare, bevo un bicchiere di latte, preparo il caffé.
Sono ormai pronto ed inizio il "trasbordo" del Bustrengo, più tardi organizzerò un trasporto speciale per portarlo al punto di partenza, sede tra l'altro del ristoro finale.
Salgo in MTB, mi avvicino alla partenza, sono le 7:30 ed incrocio i primi bikers già lungo il percorso: in molti hanno ascoltato il mio consiglio di partire con il fresco.
Arrivo al chiosco delle iscrizione, allungo i 6,00 euro al Jambo che mi iscrive, saltiamo in sella e dopo alcuni convenevoli partiamo, sono le 7:45.
Si accoda a noi un folto gruppetto di bikers extracomunitari, parlano la nostra lingua ma sono comunque ancora in black-list!
Dentro la tasca della maglia porto alcune bandelle, per i ritocchi finali alle segnalazioni e per sostituirne in caso di asportazioni notturne; effettivamente non ce n'è bisogno, ma ogni tanto mi fermo per far vedere che rispetto le consegne ricevute.
Il gruppo procede rumoroso, non sono ancora consci di quello che li aspetta; inizia la prima salita, sorpassiamo una coppia di cavallerizze zigzagando tra le tracce fumanti lasciate dietro di loro.
Scendiamo verso il fiume, superiamo il primo biker vittima di foratura, ne vedremo ancora, proseguiamo fischiettando.
Ora siamo lungo il fiume, un paio di guadi ci rinfrescano le gambe, saliamo sul crinale e poi verso Montealtavelio, passando per la località non beneaugurante detta La Morte; poco dopo un'inattesa deviazione verso sinistra: ci porta alla durissima scalata della Falera; ora spiana, il campanile sotto al quale è organizzato il primo ristoro appare in lontananza, in pochi minuti siamo lì.
Arrivo al ristoro ed abbraccio l'ombrellone, non lascerò quell'ombra fino alla ripartenza, abbandono il gruppetto degli extracomunitari che si rifocillano a dovere e cerco di raggiungere il Jambo che si è portato avanti col lavoro, affrontando per primo la discesa.
Un tratto di asfalto, poi il single-track esplorato sabato scorso, scendiamo nella carraia che dopo qualche chilometro ed uno strappo micidiale ci porterà a Valle Avellana, supero alcuni bikers, ora io ed il Jambo procediamo appaiati.
Arriviamo al single-track del sentiero della Pace; qui, fra una volta di piante e vegetazione, fa veramente fresco ed il ritmo di pedalata cala vistosamente per prolungare il più possibile la permanenza nel bosco.
Ritorniamo sull'asfalto, scendiamo per affrontare la discesa che, scoprirò all'arrivo, mieterà diverse vittime.
Ora la risalita su asfalto di Ca'Fabbruccio, micidiale in ogni situazione, ancor di più oggi dopo diverse salite e con temperatura tropicale.
Arriviamo sul monte di Piandicastello, spero qualcuno abbia alzato la testa per godere del panorama splendido.
Scendiamo verso l'Inferno (toponomastica odierna: Onferno) e per raggiungerlo percorriamo il sentiero denominato Ripa della Morte; quale via migliore? Ovviamente il ristoro all'Inferno è gestito da due Satanassi che comunque compiono degnamente il loro umile lavoro.
Ora scendiamo fino al fosso del Ventena, per poi risalire per l'ultima volta, oggi.
Raggiungiamo il crinale e ormai non sentiamo più neppure il caldo, io e Jambo ci siamo scrollati di dosso tutti gli altri bikers, lì per lì crediamo di essere più forti di loro ma, a mente fredda, direi che ormai non ci sopportavano più e hanno volutamente prolungato la sosta dai Satanassi.
Mercatino è vicino, Jambo invoca un ritmo elevato per non prolungare l'agonia, il sole è sempre più caldo.
Il superamento del ponte di legno è l'ultimo metro di dislivello da oltrepassare, il Conca scorre ancora sotto di noi, l'acqua è probabilmente fresca ma lo saranno altrettanto le fette di anguria che ci aspettano.
La tavola è debitamente imbandita, il bustrengo c'è anche se il nostro arrivo blocca le mascelle degli organizzatori cui, a termini di regolamento, non spetterebbe di consumare nulla di quello che è stato preparato.
La birra scorrerà a fiumi, il prosciutto deborda dai panini, la frescura dell'anguria si mischia al profumo dei dolci.
Arriveranno tutti alla spicciolata, alcuni stanchi, altri stravolti, qualcuno finge freschezza; l'ultimo sarà con noi alle 13:30, grazie anche a lui.
Ora il Turo potrà dormire una notte tranquilla.
P.S. a me il bustrengo neppure piace!