E fu così che mi tolsi la spissa di provare a correre in una 24 ore...
Orfano dell'amico Jophasa, animato da grandi aspettative, ganzo quanto basta con la mia endurobici gommata HigRollerDuePuntoCinqueTubeless, mi sono trovato a condividedere il simpatico budello con un'armata di cavalieri della notte, tutti magri (beh, quasi), tutti tonici (idem), tutti determinati ad infierire in salita e farmi attaccare ai
freni in discesa (mannagg...).
Essendoci troppo da raccontare ed essendo io pagato per lavorare e non per cazzeggiare sul forum , sarò breve:
Primo giro: rompo la
catena sull'ultimo strappetto, capovolgo la bici, sistemo la catena, giro la bici, osservo lievemente innervosito la crepa sul vetro del mio fido
Garmin 305 (a qualcuno interessa un GPS con il buco?
), riparto, mi fermo, guardo fisso fisso la catena che gira all'esterno del deragliatore, estraggo il flessibile, e con GRANDE CALMA cerco di RIsistemarla, dopo 10 MINUTI perdo il mio amplomp, tolgo la catena, salgo in bici, scendo dalla bici, che in salita senza catena non si va avanti, corro corro corro corro che tanto mi ricordo bene e saranno al massimo 100 metri in falsopiano, corro corro corro corro corro corro corro.....corro corro corro ma quando cazzo finiscono questi 100 metri di falsopiano, per fortuna adesso è tutta discesa, 10 metri, prima curva, per fortuna è tutta discesa, 10 metri, seconda curva, non è una gara di enduro e si vede, scendo a passo d'uomo, in coda ad un tremolante trenino di esseri filiformi, con il manubrio strettissimo e il sedere post mount.
Nel frattempo penso agli amici che si staranno divertendo come matti scendendo da Tonezza, acque fresche di sorgente, Maurizio che si cambia nudo in piazza al paese, Beisimo che scala al ventipercento con la bici macigno.
Do il cambio al mio compagno, mi avvio mogio alla tenda. Ci ho messo un'ora, senza rottura il tempo sarebbe stato decisamente dignitoso. Ne sono piuttosto stupito.
Secondo giro: passano 6 ore, sono il primo a correre in notturna. Questo lo so fare. Un giro sono 11 km per 300 metri di dislivello. Gambe molli, fiato corto, polvere, tanta polvere, che con il faro a led non si vede una cippa anche dopo mezz'ora che è passato quello prima di te. Ma la notte è la notte e poi è freschetto, si sta bene e nelle discese c'è meno traffico. Faccio tutto il giro con il 22, che la catena è la stessa del primo. Se sbaglio incrocio scendo, cambio e riparto. Cinquanta minuti, sono in media.
Terzo giro: 3.20 di mattina. Sono fortemente motivato (
). Parto che sono già sudato, perchè la roba è quella del primo giro e non si è asciugata. Notte fonda, incontro esseri solitari (hanno la S sotto il sellino), faccio loro i complimenti, non mi rispondono, mi chiedo come sarei dopo 14 ore in sella. Spingo (si fa per dire) il mio 22qualcosa su strappetti sempre più ostici, arranco, sbuffo, barcollo (ma non mollo). Sfioro alberi e cespugli, anticipo traiettorie di un percorso che ormai conosco, supero, mi superano, gli
occhiali si impastano di polvere e sudore. Arrivo stanchissimo, ma è il giro che preferisco.
Quarto giro: 9:00. E' l'ora a cui esco ogni domenica. Le gambe no. Alla prima curva mi superano in 5 (è a 20 metri dalla partenza). Li lascio sfilare, li vedo allontanarsi. Il percorso corre per un tratto lungo l'accampamento. Faccio una decina di metri allo stesso passo di un signore che sta portando la figlia di due anni a fare pipì. Accellerano. Mi staccano. Ad un metro dalla prima discesa qualcuno frena alle mie spalle. Percepisco la preoccupazione dell'agonista, lo sguardo che si ferma sulla mia sagoma tozza e disapprova. 20 secondi di discesa 20 secondi di distacco all'agonista. Aspetto, mi fermo. Mi supera e scompare nella polvere.
Pedalo regolare, niente strappi, è l'ultimo giro. Scambio due parole con un collega superenduro, che è molto più in forma di me. Finalmente discese libere, lascio correre, sono filanti e i freni non si usano. RiRompo la catena sull'ultimo strappetto del toboga. Scendo senza, che ormai è finita.
Allo stand dove pesano le bici faccio il doppio della front del tipo magro magro prima di me (mica solo della bici, anche del tipo). Penso che tutto sommato non sono andato tanto male. Scendo all'accampamento senza catena, bevo una birra, alzo le gambe e penso che è stato bello, ma non so se lo rifarei (non con questa bici).
Gara e percorso a parte, la compagnia è la vera forza di questa gara
. Si ride, si mangia, si beve, a tutte le ore.
Sulla strada del ritorno, come sempre, mi prendono la nostalgia e una gran voglia di tornare..