Molti commenti si limitano a puntare il dito sulle “bici elettriche” in modo quantomeno ipocrita senza tenere conto di chi le pedalava e se questo non é il classico comportamento miope da fanboy muscolare allora non so cosa sia…
Detto questo le responsabilità “per me” sono molteplici, e in primis da imputare a chi pedalava quelle bici senza convinzione di quello che faceva, e senza usare un minimo d’intelletto, poi sicuramente il negoziante (sa a
noleggio) poteva avvertire gli “sprovveduti” dei pericoli della zona..
Credo sia ancora più complicato. La battuta sull'ebike è una cosa quasi "affettuosa", almeno dal mio punto di vista, perchè non è il mezzo a fare il ciclista, ma il contrario. Ho conosciuto gente in ebike con grandi capacità (l'ultimo è stato un signore di quasi 80 anni, trovato in Lessinia, con cui ho passato un'oretta a chiacchierare delle sue passate e incredibili avventure in bici e a piedi), per cui... che sia elettrica o meno, per me non fa differenza.
Il problema, come scritto anche da altri, è la "democratizzazione" di certi percorsi, prima magari ignorati perchè troppo difficili o troppo lontani, che di fatto ha permesso ad una vasta platea di gente l'avventurarsi in un ambiente per cui non erano preparati.
Prima era la difficoltà stessa a scremare la platea, ma adesso va bene tutto, e trovi gente che non sa andare in bici, non sa come si frena, o stare fuori sella, affrontare una curva. Figuriamoci andare sul ghiaino e sullo sterrato o, se succede, dentro una strada fangosa. Si fidano al 100% della bici, e sbagliano, ma senza rendersene conto. Nessuno ha detto loro come fare, hanno comprato la bici e via. Solo che una cosa è fare esperienza a 20 anni, un'altra a 70.
In quest'ultimo caso non hai la preparazione fisica necessaria a tirare fuori le bici, perchè non ci sarà un motore ad aiutarti, e nemmeno una struttura: dovrai sputare l'anima e dintorni, magari lasciandoci pure le
scarpe là dentro, ma se sei allenato dovresti saperlo fare, o averlo messo in preventivo. Se ci caschi dentro... "to dan" (tuo danno), come diceva mia bisnonna, della serie: fatti un esame di coscienza e vedrai che il problema non era la strada, e neppure il fango: il problema eri tu.
Siamo in un momento strano: da una parte folle sempre più larghe scoprono la montagna, i sentieri, la bici, le discese, il territorio, ma dall'altra il grande numero di praticanti farà si che si arrivi alla chiusura dei sentieri per motivi di sicurezza, alla regolamentazione, alla limitazione. Molti neo biciclettari credono che sia tutto facile e dovuto, ma così non è, soprattutto quelli oltre una certa età.
Insomma... un bel casin!