Il composito (carbonio è riduttivo... pure una bici in acciaio è in carbonio per una sua percentuale ;-P) semplicemente permette di costruire un manufatto con una materiale anisotropo, cioè che reagisce diversamente in funzione della direzione della sollecitazione. Questo significa che puoi fare un tubo più leggero perché riesci a disporre le fibre in modo preferenziale rispetto alle direzioni di sollecitazione che prevedi. Con un materiale metallico isotropo come le leghe di alluminio, acciaio o titanio puoi al massimo variare la dimensione e geometria delle sezione (quindi anche lo spessore) per aggiungere materiale dove necessario. Ciò da un lato significa che i telai in composito possono pesare meno dei corrispettivi in lega metallica a parità di robustezza alle normali sollecitazioni cui lo sottoponi mentre pedali, salti, prendi buche. Dall'altro lato però, puoi avere un tubo più sottile in zone esposte ad impatti di vario genere, come ad esempio l'obliquo esposto alle sassate. Bisogna quindi cercare un compromesso: se progetti una bici da Enduro o DH non usi spessori maggiori soltanto perché le sollecitazioni da "normale" utilizzo sono superiori, ma vai anche ad aggiungere più materiale nei punti dove prevedi sassate più frequenti.
I compositi si usano in vari ambiti, anche quelli delle
protezioni all'urto (corazzature varie, anti-proiettili, etc), spesso con fibre di kevlar piuttosto che di carbonio. Un confronto tra questi utilizzi e quelli nei telai è però poco sensato. Non legittima né delegittima l'utilizzo dei materiali negli uni o negli altri campi: un composito è un materiale versatile, che si può dimensionare a piacere (proprio in virtù della intrinseca anisotropicità) e utilizzare praticamente ovunque ci siano le condizioni ambientali idonee (chimicamente e termicamente), ma dimensionarlo per assorbire un urto o per farne un telaio è una differenza sostanziale.
Quanto alla questione UV e umidità... è un problema risolto. Si applicano pellicole o protettivi filtranti per gli UV, che deteriorano altrimenti la matrice epossidica, quindi favorendo la delaminazione (cioè la separazione delle fibre dalla matrice). Le fibre in carbonio se ne fanno un baffo dei raggi UV, ma sono igroscopiche, quindi tendono ad assorbire l'umidità se esposte (un composito con fibre esposte è da buttare: le fibre devono essere sempre inglobate nella matrice). I due effetti, UV e umidità, se agiscono sinergicamente possono deteriorare malamente un composito, ma come dicevo è un problema risolto al punto tale che si costruiscono da tempo aerei di linea in composito (pensate le condizioni ambientali a cui è sottoposto: da decine di gradi sopra a decine di gradi sotto lo zero centigrado, in ogni condizione meteo, per migliaia e migliaia di ore, al sole anche a quote dove c'è meno atmosfera a filtrare i raggi). Insomma, da questo punto di vista un composito fatto bene non ha paura di nulla.