Ma perchè siamo arrivati a questo punto?
Queste cose già le facevamo in Italia oltre 10/11 anni fa (anzi le facevo anch'io) con tecniche e produttività a volte simili o di pochissimo inferiori, ed in qualche caso anche superiori ma con investimenti economici e numeri di produzione nemmeno paragonabili!
Senza considerare quello che vuol dire a livello di costi industriali "secondari" non strettamente legati al materiale e agli strumenti essenziali di lavoro, al costo della sicurezza, ai costi sanitari e ambientali, smaltimenti, energia, ecc.
Grazie al cavolo che poi i "pecettatori" col tricolore se ne sono andati dai vari fornitori con gli occhi a mandorla....
Tecnicamente non mi ha impressionato affatto, anzi da ex progettista, disegnatore (sia del manufatto che dello stampo e/o modello e attrezzature varie) project manager, responsabile di produzione, responsabile lavorazioni e finiture, ricercatore, sperimentatore, collaudatore (non saprei contare quante forcelle ho rotto a fatica oligociclica su una grossa MTS da 10kW, le stesse che hanno nei laboratori
Specialized ma non della stessa potenza), tesi ecc, insomma da uno che di esperienza e un minimo di capacità ne ha avuta, posso tranquillamente dire che non c'è nulla che non si potesse fare già allora, che anche loro usano le furbate, che alla fine per risolvere i problemi congeniti inevitabili di una certa tecnica o sistema produttivo non stanno troppo a guardare al sottile e usano le maniere drastiche, che hanno fatto dei sistemi produttivi assolutamente dedicati ai telai x bici in numeri astronomici e costi unitari ridicoli, che comunque il vero monoscocca totale non lo realizza quasi nessuno, che non sanno cosa sia un autoclave o un sacco a vuoto (giustamente se deve costare poco), che non è tutto meglio, ma non vuol dire nemmeno tutto peggio.
Certamente non pensate assolutamente che attualmente con quel tipo di tecnologia si realizzano pezzi per il settore aereonautico o per l'automotive di altissime prestazioni (fino ad un massimo di qualche centinaio di vetture l'anno) o ancor meno per la F1
Solo che è andata così: male !
Quindi mentre 10 anni fa un ingegnere in Italia, in una zona non particolarmente ricca di risorse faceva questo per passione, e lo poteva fare solo se dimostrava di avere competenza e abnegazione per il lavoro, per pochi soldi (gli amici e colleghi operai mi sbeffaggiavano amichevolmente con la loro busta paga nettamente superiore alla mia) se non addirittura quasi in povertà se aveva la sfortuna di avere figli e mutuo, adesso quello stesso lavoro dall'altra parte del mondo rappresenta una conquista sociale e simbolo di sviluppo e benessere, anche se alla fine le 2 cose non sono comparabili.
E pensare che fino a 5-6 anni fà facevo pezzi anche per F1 e Moto GP (Stoner 2007, mondiale vinto), ma non era più possibile lavorare nel settore bici.
Un pò per incapacità manageriale e commerciale dei nostri superiori, moltissimo per "volontà" dei nostri clienti.
Non vi rendete conto di quanti prestigiosi e diffusissimi marchi italiani spacciati per "compositi" (attenzione alle parole) avete cavalcato convinti che fossero tutto carbonio mentre era quasi tutto fibra di vetro ?
Quante
ruote erano in vetro con un pò di carbonio all'esterno.
Non che facesse male, anzi era anche più sicuro .....
Era raro allora che un telaio si rompesse, ne ricordo veramente pochissimi, e molto spesso si riusciva a ripararli bene, poi è arrivata la corsa suicida ai pesi estremi e i telai li butti.
Qualche anno fa, quando ormai avevo smesso da un pò, mi capitò di aiutare un mio ex collega a riparare un costosissimo (per l'acquirente) telaio da 900 gr scarsi (pesato) rotto in una banalissimo urto (non un incidente), e fu un bagno di sangue perchè la frattura aveva delaminato tutto il tratto di giunzione del labbro di chiusura del triangolo.
Per non parlare delle mostruosità che ho visto 2/3 anni fà sezionando un famoso e prestigioso prodotto artigianale (fatti a migliaia....) su misura italiano dove non ho trovato una sola cosa corretta, non c'era uno strato messo con criterio, se facevamo un prodotto del genere eravamo licenziati in tronco!
Mi viene da piangere se penso a tutto questo.
I telai che facevamo credo che costassero al cliente molto meno di 100 euro in più dei prodotti orientali, ma ne producevamo un ordine di grandezza inferiore, con diverse tecnologie, ce li ordinavano per telefono mese per mese, a volte settimana per settimana.
Vallo a fare coi cinesi.
Uno di questi prestigiosi artigiani del nordest (lo stesso di quello che ho analizzato) costa ben più del doppio se non il triplo, ma non è la stessa cosa ....
Spero solo che nel tempo almeno l'abc dei compositi l'abbia imparato.
Ed ora dove si producevano i telai italiani non si produce più NULLA da anni.
Alcuni miei ex colleghi che come me hanno capito per tempo che la cosa non era seria hanno preso altre strade: chi si è potuto trasferire al nord magari è anche messo bene (Ferrari, Lamborghini, Toro Rosso, Sparco, ecc), chi è rimasto nel settore automotive, ma con un pò di fortune alterne, addirittura uno che era stato messo in mobbing ora è diventato un importante tecnico della Boing, e poi chi come me con troppi problemi per spostarsi e per poter portare qualcosa a casa e dormire la notte senza angosce per la mattina seguente ha cambiato totalmente genere e vita adattandosi e abbandonando anche le gare e la bici, tanta è anche l'amarezza per le tante cose andate male e le sfortune che si sono messe di mezzo.
Forse l'unica cosa che allora mancava era la qualità e la
cura del dettaglio estetico e di finitura superficiale e cromatica, ma un lavoro del genere (che a non esperti può sembrare banale) è comunque costoso anche se conta molto di più della effettiva qualità produttiva che è valutabile solo da esperti di compositi (1 su 100000?) e solo sezionando il telaio.
Purtroppo è andata così e magari è possibile anche che qualcuno di quelle centinaia di operai che sono da mesi se non da anni in cassa integrazione (forse qualcuno anche a zero ore) magari ha sotto il sedere una fiammante bici in composito fatta dagli occhi a mandorla, quando magari avrebbe potuto farne qualche centinaia l'anno.
Va bene che in reparto erano tutte donne non proprio giovanissime a laminare, ma c'erano anche tanti ragazzi giovani nei tanti altri passaggi prima e dopo.
Eppure da noi dentro uno della decina di capannoni c'era pure l'ufficio del cliente tedesco, "quel tedesco", il più importante a quattro ruote, ma nonostante che ce l'avevamo davanti agli occhi non abbiamo capito e non abbiamo imparato nulla, anzi abbiamo imparato il mestiere noi a loro, e poi quando ci stava per comprare (che almeno metà azienda la salvava) ci siamo fatti sfuggire pure quest'occasione, e così con molti ex sono andati al nord a mettere la loro fabbrica.
Guardate nel settore bici e in special modo sulla mtb che potenza tecnica e commerciale sono diventati i tedeschi.
Attualmente sono quelli che fanno più sviluppo e ricerca di tutti in europa e forse anche nel mondo e hanno i migliori rapporti qualità prezzo e una gamma vastissima.
Progettano, prototipano, sviluppano, ingegnerizzano in europa e poi mandano la produzione in oriente.
Noi avevamo tutto e di più, dalla a alla zeta, ed è andato tutto a putt.
Non facciamo più nulla e
tra poco non sapremo fare più nulla.
Peccato, non è facile capire.
Se mi metto a raccontare tutto quello che ho vissuto penso che non mi crederebbe quasi nessuno.
Quanta amarezza e quanta passione annientata.