Mòlle;5190962 ha scritto:
in teoria potresti usare un attacco lunghissimo con un manubrio strettissimo, otterresti lo stesso risultato in termini di forze applicate però è un caso per assurdo perché a quel punto le quote del telaio non andrebbero più bene in quanto servirebbe un telaio cortissimo.
Non è la stessa cosa neanche in teoria... o almeno con un attacco lunghissimo e manubrio strettissimo puoi avere la stessa lunghezza di braccio di leva, ma ergonomicamente sei fuori da ogni schema e non riusciresti a far forza. In sostanza sarebbe la stessa cosa per un motore elettrico ma non per un ciclista...
Inoltre la differenza di lunghezza tra le pipe non giustifica la differenza di lunghezza tra i manubri. Il braccio utile della leva la distanza tra i punti di applicazione della forza ed il fulcro del manubrio.
Se supponiamo la forza applicata nel centro della mano con un manubrio di 78 ed una pipa di 4 si ha che la distanza utile è:
radice_quadrata( (78/2)^2 + 4^2) = 39cm
Se prendiamo un manubrio di 68 con una pipa di 8
radice_quadrata( (68/2)^2 + 8^2) = 35cm
Quindi la differenza non viene compensata, per riuscirci dovresti allongare la pipa molto più di quanto scorci il manubrio.
La differenza, apparte gli estremismi, è tutta nella posizione e quindi nell'uso che vuoi fare della bici. Se vuoi maggior controllo, nel senso di minor forza necessaria a girare la ruota, allora allarghi il manubrio spostando conseguentemente il peso in avanti. D'altra parte per avere una posizione sufficientemente arretrata in discesa allora devi scorciare la pipa...
Se invece vuoi una posizione più ergonomica per la spinta (leggi in salita) tendi ad avere un manubrio più stretto, e per recuperare la posione (e non impennare in salita) allunghi la pipa.
Per quanto mi riguarda ad esempio uso un manubrio di 68, sulla vecchia bici avevo un 59 ed onestamente non tornerei indietro, ho provato qualcosa di più largo ma già in salita mi passano le lumache zoppe, se poi allargo troppo inizio a scendre a retromarcia....