un triste primato

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Pe

Biker velocissimus
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Mr. Magone ha scritto:
Tino ha scritto:
...e altrettanto faccio se quando sono in auto qualcuno pensa di poter viaggiare in bici in centrostrada a 20 km/h. :omertà:
Spero di essere stato + chiaro.
Tino

Però, devo aggiungere che quando esco in BDC da solo e nelle strade provinciali strette, sto sempre a 50 cm dal bordo destro della strada.Per evitare che mi facciano il pelo, per esser più visibile a chi esce dalla traverse e per avere almeno un minimo di margine di manovra.

Penso che attendere pochi secondi per fare una manovra di sorpasso, non sia fondamentale per arrivare più o meno puntuali dove si deve andare, .....
ilmioalterego ha scritto:
Però non sopporto che quando si parla del fatto che in bicicletta RISCHIAMO LA VITA a causa di un atteggiamento molto diffuso degli automobilisti nei confronti dei ciclisti, si tiri fuori il problema dei ciclisti che si nascondono in fila per due dietro le curve cieche! ma andiamo!

i miei due colleghi hanno già detto tutto...

il ciclista arrogante è un automobilista arrogante ed eventualmente anche motociclista arrogante. il mezzo non cambia l'impostazione mentale delle persone!
le ciclabili risolvono solamente il problema dello spostamento urbano, non esistono ciclabili per percorsi di allenamento neanche in paesi + civilizzati.

io pedalo a 50 cm dalla striscia bianca, così le automobili quando mi passano mi considerano un ostacolo. ogni 40-50 c'è qualche personaggio con una fretta tale che ritiene opportuno insultarmi...

se non lo facessi delle 50 macchine 35 mi farebbero il pelo senza rallentare... e probabilmente se mi tirassero sotto le ruote neanche lo registrerebbero!
tanto la 50esima macchina mi insulterebbe comunque! con che diritto sto dietro quella curva? :fatti-so:
 

Tino

Biker popularis
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Vedo con dispiacere che c'è ancora qualcuno che non vuole capire cosa intendo dire. se ilmioalterego e zeromeno vogliono INTERPRETARE delle cose facciano pure io ci rinuncio, ma per cortesia non dite che sono le mie....
non mi importa rallentare dietro ad un ciclista ma se dopo un km è ancora li in mezzo e si guarda bene dal farti passare forse il problema è di EDUCAZIONE. Per esperienza ho notato che gli stessi che sono convinti di avere SOLO diritti quando sono in bici sono gli stessi che in auto ti passano sopra.
a Mr Magone. per quanto mi riguarda non ti devi scusare ne per andare piano ne per viaggiare a 50 cm dal bordo strada io rallento sempre volentieri per un ciclista.
a Pe concordo pienamente su una cosa che l'automobilista arrogante è anche un ciclista arrogante e viceversa.
ciao a tutti
Tino
 

Pe

Biker velocissimus
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Tino ha scritto:
a Pe concordo pienamente su una cosa che l'automobilista arrogante è anche un ciclista arrogante e viceversa.

rileggendo il mio messaggio ho notato che poteva essere frainteso, il riferimento all'arrogante non era riferito all tuo messagio!
ma mi sembra tu l'abbia colto nel modo giusto. :-o
 

ilmioalterego

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Tino ha scritto:
se ilmioalterego e zeromeno vogliono INTERPRETARE delle cose facciano pure io ci rinuncio, ma per cortesia non dite che sono le mie....
questo era un topic dove si parlava di un fatto molto serio e triste, e cioe' del primato italiano di morti per incidenti in bici.
Immediatamente la cosa e' stata associata al "rapporto" con gli automobilisti, anche se, a onor del vero, ci saranno incidenti un po' di tutti i tipi.
In questo contesto, hai scritto un post con frasi tipo:
Tino ha scritto:
Personalmente devo dire che mi è capitato di arrabbiarmi più volte da automobilista con dei ciclisti che non da ciclista con gli automobilisti.
mi spiace se ti sei arrabbiato a sentire il punto di vista di un ciclista...spero non ti succeda anche al volante.
 

sembola

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una nera e l'altra pure
Non possiamo mettere auto e bici (o pedoni) sullo stesso piano affermando che devono rispettare il Codice della Strada tutti e due. E' vero ma non è sufficiente, è un approccio troppo burocratico che non tiene conto del fatto che sono tipi di utenza diversi; così come sono utenti diversi i motocarri, e non mi risulta che gli automobilisti li buttino fuori strada per sgombrare la strada.

La sicurezza stradale purtroppo è un argomento scomodo per tutta una serie di fattori, soprattutto per l' atavica renitenza degli italiani alle leggi civili, che fa valutare in modo anche autolesionistico l'interesse personale come superiore a tutto.
 

Tino

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a ilmioalterego, se rileggi cosa ho scritto puoi vedere che anche io sono un ciclista oltre che automobilista e se ho associato la mia domanda a queste categorie è perchè non sono ne camionista ne motocilista ne agricoltore.
Visto che sei di Torino e quindi probabilmente conosci le strade a cui mi sono riferito ti racconto un caso specifico.
circa un anno fa luglio rientravo a casa per la trada di Superga alla curva dopo il bivio della panoramica trovo un gruppo di sette-otto mtbikers che occupano tutta la corsia nel mio senso di marcia e parte dell'altra tanto che un'auto proveniente in senso inverso quasi ne prende uno.Le curve si susseguono una dietro l'altra senza consentire in alcun modo di passare in sicurezza. Mi accodo tranquillamente per dare modo ai FRATELLI di accostarsi con comodo senza rischi per nessuno. Al bivio per il palouch, circa 1-1,5 km, avevamo formato una coda di una quindicina di auto ed i bikers non accennavano minimamente a spostarsi. Al successivo bivio per Rivodora hanno svoltato ma non paghi della loro impresa hanno donato a tutti noi un cordiale saluto fatto con un solo dito.
Se questi sono i CICLISTI a cui ti riferisci... vedi tu, in caso contrario spero che ora la mia domanda sia ancora più chiara e ti faccia riconsiderare alcuni giudizi.
NB. non ho mai pensato neanche in quel momento ne a passargli sopra ne a fare qualunque cosa che potesse danneggiare in alcun modo chiunque, però il fatto, da dei FRATELLI mi ha infastidito.
ciao e chissa che non si riesca a pedalare insieme che a parole tutto si spiega meglio.
peace and love
ciao
Tino
 

ilmioalterego

Biker infernalis
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Tino ha scritto:
Se questi sono i CICLISTI a cui ti riferisci... vedi tu, in caso contrario spero che ora la mia domanda sia ancora più chiara e ti faccia riconsiderare alcuni giudizi.
:offtopic:
probabilmente sono gli stessi che quando sono sui sentieri contribuiscono a inasprire i rapporti con gli escursionisti...facendoci rischiare divieti di circolazione vari. Quando sono sui sentieri cerco di dare una buona immagine di me agli escursionisti (rari in verita'), cercando di non spaventarli. Quando sono su strada cerco di non intralciare...ma la preoccupazione principale resta sempre quella di portare a casa la pelle...
trovo incredibile la differenza che puo' fare il cercare lo sguardo dell'automobilista attraverso il parabrezza...quando si accorgono che li sto fissando negli occhi a volte e' come se si rendessero conto che quello che sta arrivando non e' solo un fastidioso moscone...ma una persona su un veicolo...ma dico io, e' possibile che, altrimenti, la considerazione sia la stessa riservata a un moscone, appunto? :fatti-so:
parlando dei ciclisti, invece, a qualcuno i sentieri li vieterei eccome...visto che ho gia' rischiato di essere centrato, io in salita e lui in discesa...non sapeva guidare e/o usare i freni....purtroppo temo anche in auto.

Pero', mi ripeto, per quanto interessanti questi argomenti, non mi pare questo il topic adatto...piuttosto apriamone un altro. Qui l'argomento era l'atteggiamento medio degli automobilisti...non casi isolati (gli squilibrati ci sono sempre). qualcuno va in bici con lo stesso atteggiamento con cui altri vanno allo stadio? peccato...speriamo che pedalando gli passi oppure che tornino allo stadio.
ma vogliamo sostenere che l'atteggiamento medio dei ciclisti non e' il massimo? non so, per me cagarmi sotto quando sto in bici e' la norma...non mi pare di avere altrettanti e cosi' gravi problemi con ciclisti quando sono in auto...se proprio devo pensare a una categoria di criminali (come "tecnica" di guida) mi vengono in mente i ragazzini (e qualche adulto) con gli scooter.

sul forum di bicidacorsa c'e' un ragazzo che ha avuto un incidente in auto per scansare un ciclista che mi pare abbia fatto qualche manovra incosciente di notte senza fari...ovviamente lui sara' incacchiato nero! Pero' non e' quella la norma...di solito chi sta nella scatoletta fa male a chi sta sulle due ruote, e non il viceversa!
adesso basta, per me siamo abbondantemente :offtopic:
 

Federico62

Biker poeticus
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Hai perfettamente ragione :-o
sembola ha scritto:
Non possiamo mettere auto e bici (o pedoni) sullo stesso piano affermando che devono rispettare il Codice della Strada tutti e due. E' vero ma non è sufficiente, è un approccio troppo burocratico che non tiene conto del fatto che sono tipi di utenza diversi; così come sono utenti diversi i motocarri, e non mi risulta che gli automobilisti li buttino fuori strada per sgombrare la strada.

La sicurezza stradale purtroppo è un argomento scomodo per tutta una serie di fattori, soprattutto per l' atavica renitenza degli italiani alle leggi civili, che fa valutare in modo anche autolesionistico l'interesse personale come superiore a tutto.
 

valvampir

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Rapallo (Ge)
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Eccovi l'analisi che fa FIAB (Federazione italiana amici della bicicletta) della sicurezza stradale in Italia.


Milano, 3 settembre 2005

comunicato stampa

INCIDENTI MORTALI IN BICICLETTA
NEANCHE LA CORAZZA PUO' PROTEGGERE UN CICLISTA
DAL TRAFFICO VELOCE E DALLE STRADE A RISCHIO
L'INTERVENTO DEL RESPONSABILE SICUREZZA STRADALE
FIAB.


In Italia ci sono più ciclisti vittime della strada che in Europa.
E' il risultato di una elaborazione dei dati ISTAT del 2003
sugli incidenti stradali effettuata da Centauro-Asaps (Associazione
sostenitori amici polizia stradale). Nei giorni scorsi, per un
attimo, giornali e televisioni hanno acceso i riflettori sull'argomento
dando voce anche ad "esperti" che forse in bici non vanno abitualmente.

Sull'argomento la Fiab chiede spazio e attenzione da parte di giornali e
Tv.

Cosa fare? Vietare a bambini ed adulti di andare in bicicletta, obbligare
i ciclisti ad indossare una corazza (perchè un casco servirebbe a ben
poco in una collisione con un'auto) o interrogarsi su come sono
costruite le strade italiane e su come organizzare un sistema di sicurezza
stradale che garantisca indistintamente a tutti gli utenti della strada,
a partire da quelli lenti e non motorizzati (bambini, pedoni, ciclisti,
anziani e disabili), il diritto individuale a muoversi senza correre il
rischio di essere investiti?

Sull'argomento interviene il responsabile nazionale Fiab per la sicurezza
stradale, ing. Edoardo Galatola.

"La recente indagine statistica, che ha evidenziato la preponderanza di
ciclisti tra i morti sulla strada - con la percentuale più alta in Europa -
rilancia un interrogativo: è sicuro andare in bicicletta?

In realtà la domanda corretta è un'altra: sono sicure le strade italiane?

La risposta è NO, perché la sicurezza stradale in Italia è oggetto di
saltuarie campagne di informazione, ma continua a non essere affrontata
strutturalmente.

Gli oltre 7.000 morti (di cui oltre 300 ciclisti, ma anche 800 pedoni e
1.200 motociclisti) e i 300.000 feriti (di cui 10.000 ciclisti, 16.000
pedoni e 70.000 motociclisti) che restano sulle strade ogni anno
rappresentano quasi il 30% dell'intera mortalità per cause accidentali e la
prima causa di morte insieme agli incidenti domestici. Si tratta di un
numero 7 volte maggiore delle morti sul lavoro e la prima causa di morte
dei giovani fino a 34 anni.

Così rilevante è il problema della sicurezza stradale che la Comunità
Europea ne ha fatto oggetto di sue Direttive, imponendo agli Stati membri
di dimezzare il numero di vittime e incidenti entro il 2010.

In Italia è stato istituito dalla L. 144/99 il Piano Nazionale della
Sicurezza Stradale, i cui già scarsi finanziamenti che ammontavano a 1
miliardo di euro/anno - è interessante notare - sono stati annullati
nell'ultimo anno e dirottati su altre iniziative del Governo (riduzione
delle tasse?).

Per dare un'idea dei costi indotti dalla mancanza di sicurezza stradale,
ricorderemo che l'onere sociale stimato - derivante dai 7.000 morti e
300.000 feriti annui - ammonta ad oltre 34 miliardi di euro (l'equivalente
di una finanziaria da brivido), pari a 600 euro per ogni italiano. Eppure
mediamente l'Italia dedica al miglioramento della sicurezza stradale
circa 5 euro pro-capite, contro i 30-40 investiti in Francia, Regno Unito,
Svezia e Finlandia (dati 2002 elaborati dalla Consulta Nazionale della
Sicurezza Stradale).

In realtà sarebbero necessari interventi strutturali sulla viabilità
cittadina ed extra-urbana: una macchina a 50 km/h in una zona residenziale
è un'arma impropria (basta verificare lo sviluppo delle "zone 30" in
Svizzera e nella più vicina Cattolica), così come un veicolo a 80 km/h, su
strada che collega piccoli centri abitati, costituisce un rischio per tutti gli
utenti della strada (in Gran Bretagna rotonde ben progettate impediscono in
tutto il paese di superare anche in rettilineo le velocità stabilite).

A fronte di questi dati, risulta evidente che la soluzione per la sicurezza
dei ciclisti non sia smettere di andare in bicicletta e nemmeno utilizzare
seggiolini per i bimbi o caschi omologati, sicuramente utili in una
passeggiata su pista ciclabile, ma non di particolare aiuto per resistere
all'urto con un veicolo veloce, se si pensa che lo stesso casco è omologato
per un impatto fino a 23 km/h.

È interessante notare che i Paesi che registrano le maggiori quote di
spostamenti su bicicletta (Olanda, Danimarca, Germania) sono anche quelli
dove, tendenzialmente, si determinano più elevati livelli di sicurezza per i
ciclisti. Si manifesta cioè una correlazione diretta tra il livello di
diffusione (spostamenti su popolazione) e il livello di sicurezza (numero di
vittime per volume di spostamento).

Questa correlazione può essere interpretata in due modi, non alternativi tra
loro:

a) si usa di più la bicicletta laddove le infrastrutture e la
regolamentazione del traffico assicurano elevati livelli di sicurezza a
questa modalità di spostamento;

b) nei Paesi dove un'ampia quota di popolazione usa la bicicletta per
gli spostamenti abituali, i responsabili della sicurezza stradale dedicano
maggiore attenzione alla sicurezza dei ciclisti.

E' proprio per queste considerazioni che la Federazione Italiana Amici
della Bicicletta (riconosciuta con decreto del Ministro LL.PP. quale organismo
di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza
stradale) propugna un uso capillare della bicicletta, come mezzo di
trasporto e di svago, e ritiene che educare i bambini a utilizzarla per
piccoli spostamenti in città, ovviamente su percorsi sicuri, contribuisca a
formare futuri utenti della strada più responsabili".


Lello Sforza
Ufficio Stampa FIAB onlus
(Federazione Italiana Amici della Bicicletta)
Tel. 3200313836
Fax 0805236674
[email protected]
 

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