un triste primato

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Domingosh

Biker meravigliosus
9/6/03
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Torino
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Riporto da Repubblica di oggi. Un altro triste primato del Bel Paese

ROMA - L'Italia ha guadagnato il triste primato di paese col numero più alto di morti in Europa per gli incidenti in bicicletta. Nel 2003 sono stati 325 i ciclisti morti sulle strade del nostro paese; 249 in Francia, mentre 199 sono stati i morti in Olanda, paese che tra l'altro vanta una importante tradizione ciclistica. Ma ancora più impressionante è il numero dei feriti in Italia: 10.995. Tra le vittime delle strade del Belpaese, poi, nei primi sei mesi del 2003 sono state 26 quelle nella fascia d'età compresa fra i 10 e i 14 anni. Questi sono alcuni dei 'numeri' elaborati da Centauro-Asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale), che ha analizzato gli ultimi dati Istat disponibili sugli incidenti stradali nei quali sono rimasti coinvolti ciclisti.

Il dato italiano testimonia anche del gap esistente con molti altri paesi europei in termini di piste ciclabili. In Olanda, Austria, Danimarca e Germania i ciclisti sono tanti ma molti sono anche i chilometri di percorsi protetti dove chi pedala può sentirsi al sicuro. Nel nostro paese la situazione non è assolutamente a questo livello: le piste a disposizione delle due ruote sono davvero poche e i ciclisti sono costretti ad affrontare percorsi cittadini ed extracittadini molto più pericolosi.

Carenze strutturali a parte, resta il problema della prevenzione. L'Uni, Ente nazionale italiano di unificazione - istituto che i occupa di normative - ricorda che le due regole che vanno assolutamente rispettate: quella relativa alla sicurezza dei caschi protettivi e quella che descrive i requisiti di sicurezza dei seggiolini da installare sulle biciclette per il trasporto dei bambini dai 9 mesi ai 5 anni.


Ma per capire meglio come scegliere questi prodotti e riconoscere la loro qualità, l'Uni dà anche precise indicazioni al riguardo. I 'caschi sicuri' - spiega l'ente - oltre ad essere marcati in modo leggibile e durevole con l'indicazione EN 1078 e con la sigla CE, devono riportare le informazioni relative al nome o marchio del fabbricante, al modello, taglia e peso del casco, l'anno e al trimestre di fabbricazione. E non deve mancare l'indicazione "casco per ciclisti". Inoltre i 'caschi sicuri' devono superare prove relative alla loro capacità di assorbimento degli urti, proteggendo la fronte, la nuca, le tempie e la sommità della testa e, cosa importante, devono essere facilmente sganciabili.

Anche per poter scegliere il seggiolino 'a norma' si deve leggere attentamente la marcatura: il prodotto deve riportare ben visibili il numero della norma EN 14344, le informazioni generali relative al peso massimo del bambino che può essere trasportato, il nome o il marchio del fabbricante, la data e il mese di fabbricazione. E, ultima annotazione, tutte le informazioni per l'utilizzo corretto dei seggiolini devono essere ben visibili già sull'imballaggio o direttamente sul seggiolino stesso, accompagnate inoltre dalle istruzioni per l'uso, il montaggio e la manutenzione.

(la Repubblica, 1 settembre 2005)
 

valvampir

Biker popularis
3/2/04
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Rapallo (Ge)
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Notate anche che gli ultimi dati risalgono al 2003.
Altra chicca è che chi ha scritto l'articolo non lamenta l'indisciplina di gran parte degli automobilisti nei riguardi dei ciclisti, proponendo piuttosto al ciclista stesso di munirsi dei mezzi di protezione passivi quali casco e seggiolini per i bimbi, e che siano omologati! Ovviamente sono tutt'altro che contraria al loro uso (io il casco quando vado in bici lo indosso sempre), ma ritengo che la prevenzione debba riguardare in primo luogo le infrastrutture, le norme, la sensibilizzazione, le sanzioni ed in ultima istanza, e come scelta personale, quella di girare in bici in tenuta antisommossa, perché, da quello che vedo in giro, avere il casco sulla zucca, spesso è un palliativo risibile. Mi sambra che il modo di porre la questione sia abbastanza giustificatorio dello status quo, come a dire: "sarebbe bene avere piste ciclabili, ma finché non ci sono, caro ciclista, alla tua pellaccia pensaci da solo."
 

baxxxtard

Biker superis
29/7/05
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Bologna
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valvampir ha scritto:
Notate anche che gli ultimi dati risalgono al 2003.
Altra chicca è che chi ha scritto l'articolo non lamenta l'indisciplina di gran parte degli automobilisti nei riguardi dei ciclisti, proponendo piuttosto al ciclista stesso di munirsi dei mezzi di protezione passivi quali casco e seggiolini per i bimbi, e che siano omologati! Ovviamente sono tutt'altro che contraria al loro uso (io il casco quando vado in bici lo indosso sempre), ma ritengo che la prevenzione debba riguardare in primo luogo le infrastrutture, le norme, la sensibilizzazione, le sanzioni ed in ultima istanza, e come scelta personale, quella di girare in bici in tenuta antisommossa, perché, da quello che vedo in giro, avere il casco sulla zucca, spesso è un palliativo risibile. Mi sambra che il modo di porre la questione sia abbastanza giustificatorio dello status quo, come a dire: "sarebbe bene avere piste ciclabili, ma finché non ci sono, caro ciclista, alla tua pellaccia pensaci da solo."

completamente d'accordo....tra le altre cose io in olanda ci sono stato più volte e pure in danimarca e in germania. la maggior parte dei ciclisti che usano la bici come mezzo di trasporto casa-ufficio/scuola/etc... non usano il casco. lì però c'è una differente cultura. ai ciclisti viene data la precedenza da TUTTI gli automobilisti. dai noi...bè lo sapete, meglio lasciar perdere...il massimo che si riuscirà a 'partorire' sarà una bella legge che obblighi l'uso del casco in bici, così nelle nostre strade ci saranno ancor + macchine e scooter scorazzanti.... :roll: :ueh: :ueh: :ueh: :-( :-( :-(

parere di uno che porta sempre il casco negli spostamenti casa lavoro da almeno 4 anni. ciaooooooooo
 

massimoz

Biker velocissimus
30/10/02
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Pianeta Terra
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L'auto fa molti più morti, diretti e indiretti, da incidenti stradali, da tutte le schifezze che scarica nell'ambiente, e dalle guerre scatenate per arraffare i pozzi petroliferi e poter così fare il pieno.
 
V

vinx

Ospite
sentita ieri alla tele.
Secondo me, la cosa tragica, e' che comunque sia in francia che in olanda, girano molte piu' bici che in italia!!
 

V@mpiro

Biker superioris
12/9/03
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Chieri(TO)
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Bike
Canyon Spectral 5.0 EX
Se aggiungiamo a questa statistica la facilità con cui ti rubano la bici o parte di essa nelle grandi città, il cittadino non è certo incentivato a usare la bici in sostituzione di altri mezzi, cosa di cui ci sarebbe un gran bisogno in molti centri.
La gente è stufa di dover impazzire con l'auto nel traffico o dover aspettare pazientemente i mezzi pubblici, ma dopo chi gli rubano una o due volte la bici si stanca e torna sui suoi passi. E' successo a me e a diversi miei colleghi a Milano, dove tra l'altro le piste ciclabili non sanno nemmeno cosa siano.. :?
 

Donatello

Biker superioris
16/11/04
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57
SLICE...
www.gumasio.it
Domingosh ha scritto:
Riporto da Repubblica di oggi. Un altro triste primato del Bel Paese


Ma per capire meglio come scegliere questi prodotti e riconoscere la loro qualità, l'Uni dà anche precise indicazioni al riguardo. I 'caschi sicuri' - spiega l'ente - oltre ad essere marcati in modo leggibile e durevole con l'indicazione EN 1078 e con la sigla CE, devono riportare le informazioni relative al nome o marchio del fabbricante, al modello, taglia e peso del casco, l'anno e al trimestre di fabbricazione. E non deve mancare l'indicazione "casco per ciclisti". Inoltre i 'caschi sicuri' devono superare prove relative alla loro capacità di assorbimento degli urti, proteggendo la fronte, la nuca, le tempie e la sommità della testa e, cosa importante, devono essere facilmente sganciabili.


Ma per piacere! ma se anche gli scooteristi vanno a giro senza casco, te l'immagini se si mettono il casco per andare in bicicletta?

Quoto in pieno tutti i vostri commenti!

Rigiro il topic...
Ho una bimba di tre anni, casco-munita per le scorrazzate sul seggiolino in bici. Ma mi si pone il problema del fratellino di 10 mesi che non ha ancora il delicato cervellino "passivamente" protetto da un bel caschetto. Secondo voi lo trovo per la sua testolina?

Dona
 

valvampir

Biker popularis
3/2/04
92
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Rapallo (Ge)
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Un'altra piccola considerazione di carattere stitistico. Come i dati sono stati raccolti, o presentati dal giornalista, non mi è dato sapere, comunque è del tutto statisticamente improprio/scorretto/antiscientifico dire che anche in Olanda si schiatta tanto. Il numero dei morti, se rapportato alla popolazione, fa sembrare che in Olanda ci sia un'ecatombe di ciclisti. 325 morti in Italia su 58 milioni di abitanti contro i 199 morti in Olanda ma su una popolazione di 15/16 milioni. Se però si pensa a quanti olandesi usano quotidianamente la bici come mezzo di trasporto urbano, e non solo, e per quante ore annue pro capite rispetto agli italiani, allora vediamo che la strage dei ciclisti è una specialità nostrana ed il dato assume una prospettiva ancora più inquietante, al contrario di quello olandese.

Cari amici ciclisti uniamoci! In città come Torino e Milano esistono già manifestazioni spontanee tipo critical mass, per sensibilizzare l'opinione pubblica su questioni come la sicurezza stradale, specialamente nei confronti dell'utenza debole (pedoni e ciclisti in primis), l'inquinamento (anzi gli inquinamenti), le problematiche relative al consumo del petrolio, ecc. e per promuovere modi alternativi di trasporto personale e collettivo.
 
Ben ritrovato a tutto il forum...
Vi porterò le mie esperienze di bike-lover...
Non so voi ma io molte volte ho subito quello che ho battezzato "taglio verso destra" della strada...
Mi è capitato in più di una occasione di essere in prossimità di una svolta dalla strada principale che stavo percorrendo, di una svolta verso destra e con una auto in procinto di effettuare la svolta destrorsa in maniera repentina e con il suddetto "taglio".
E sempre devo premettere con mia velocità "costante"...
Sono arrivato alla conclusione che molti automobilisti faticano non poco a stimare la velocità di oggetti in moto che non siano delle dimensioni di una automobile o superiore...
Devo peraltro mettere in risalto anche una altro aspetto, quello della omertà...
Si omertà tra automobilisti contro i "disgraziati" a pedali...
Sono quasi sicuro che sarebbe difficile avere l'appoggio di un testimone anche esso in auto, in caso di malaugurato incidente...
Come deformazione "da quasi ingegnere elettronico" avevo pensato anche alla eventualità di costruirmi una sorta di "black box" che registrasse video ed audio di ogni mia sortita e la inviasse via radio in odalità remota ad uno dei miei computer...come prova eventuale...
Non mi giudicate paranoico...
Grazie.

Marco Franceschini.
 

linus van pelt

Biker popularis
27/7/05
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milano
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sono perfettamente d'accordo. però io dico che è la mentalità degli automobilisti italiani che deve cambiare.
in germania, un ciclista è rispettato da tutti, e quandoun ciclista sulla pista ciclabile attraversa la strada, le auto si fermano.
da non non avviene.
noi ciclisti siamo gli ultimi della scala delle precedenze. l'automobilista ha paura di un camion, e si rifà sul ciclista.
una volta l'autista di un pulmino bianco ha invaso la mia corsia per attrversare la strada.
mi sono messo a urlare; sapete cosa mi ha risposto? "vienimi addosso se hai il coraggio!"
:il-saggi:
 

camarillobrillo75

Biker immensus
La verità e' che se ne sbattono altamente is callonisi dei ciclisti e dei pedoni!
Se si andasse da qualche politico nostrano e sollevare la questione...beh, io scommetto che la prima cosa che pensa (ma non dice) sarebbe.."ma per piacere con tutti i problemi che ci sono in Italia!!!".
ED INVECE NO!
Un paese che si reputa civile,deve fare di queste battaglie!!!
Bah...lasciamo perdere che poi m'incazzo!!!

E poi ti dicono pure di usare meno la macchina :help:
 

Tino

Biker popularis
10/11/04
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Pavarolo
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Premetto che a Torino ho provato per i brevi spostamenti ad usare la MTB ma ho desistito perchè troppo pericoloso, ma...... credo che tutti oltre che ciclisti siate anche automobilisti e quindi voglio chiedervi: non vi è mai capitato su strade di montagna o statali di incontrare bitumari in parata? Io faccio la strada di Superga tutti i giorni e in estate diverse volte mi è capitato di trovare due o tre ciclisti affiancati guisto dietro a una curva, o sulla strada della rezza dove le auto viaggiano oltre i 100 km/h di trovare la comitiva che per chiaccherare meglioviaggia affiancata? Personalmente devo dire che mi è capitato di arrabbiarmi più volte da automobilista con dei ciclisti che non da ciclista con gli automobilisti. Mi piacerrebbe capire se sono un caso isolato o meno.
ciao
Tino
 

marco

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ma ragazzi, andate per un po' all'estero per capire cosa vuol dire avere un traffico e degli automobilisti normali e non una manica di pazzi che supera e va a manetta in ogni frangente! L'Italia è una VERGOGNA da questo punto di vista, le regole non vengono rispettate e quando qualcuno tenta di farle rispettare lo si taccia di fascista o di carabiniere imbecille.

Spero che con gli autovelox la massa di indisciplinati che si muove sulle strade italiane venga salassata ben bene, e che qualcuno magari capisca che l'auto non è il prolungamento del proprio pene.
 

DBR

Biker imperialis
24/8/05
10.749
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dal sud del nord
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Domingosh ha scritto:
Riporto da Repubblica di oggi. Un altro triste primato del Bel Paese

ROMA - L'Italia ha guadagnato il triste primato di paese col numero più alto di morti in Europa per gli incidenti in bicicletta. Nel 2003 sono stati 325 i ciclisti morti sulle strade del nostro paese; 249 in Francia, mentre 199 sono stati i morti in Olanda, paese che tra l'altro vanta una importante tradizione ciclistica. Ma ancora più impressionante è il numero dei feriti in Italia: 10.995. Tra le vittime delle strade del Belpaese, poi, nei primi sei mesi del 2003 sono state 26 quelle nella fascia d'età compresa fra i 10 e i 14 anni. Questi sono alcuni dei 'numeri' elaborati da Centauro-Asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale), che ha analizzato gli ultimi dati Istat disponibili sugli incidenti stradali nei quali sono rimasti coinvolti ciclisti.

Il dato italiano testimonia anche del gap esistente con molti altri paesi europei in termini di piste ciclabili. In Olanda, Austria, Danimarca e Germania i ciclisti sono tanti ma molti sono anche i chilometri di percorsi protetti dove chi pedala può sentirsi al sicuro. Nel nostro paese la situazione non è assolutamente a questo livello: le piste a disposizione delle due ruote sono davvero poche e i ciclisti sono costretti ad affrontare percorsi cittadini ed extracittadini molto più pericolosi.

Carenze strutturali a parte, resta il problema della prevenzione. L'Uni, Ente nazionale italiano di unificazione - istituto che i occupa di normative - ricorda che le due regole che vanno assolutamente rispettate: quella relativa alla sicurezza dei caschi protettivi e quella che descrive i requisiti di sicurezza dei seggiolini da installare sulle biciclette per il trasporto dei bambini dai 9 mesi ai 5 anni.


Ma per capire meglio come scegliere questi prodotti e riconoscere la loro qualità, l'Uni dà anche precise indicazioni al riguardo. I 'caschi sicuri' - spiega l'ente - oltre ad essere marcati in modo leggibile e durevole con l'indicazione EN 1078 e con la sigla CE, devono riportare le informazioni relative al nome o marchio del fabbricante, al modello, taglia e peso del casco, l'anno e al trimestre di fabbricazione. E non deve mancare l'indicazione "casco per ciclisti". Inoltre i 'caschi sicuri' devono superare prove relative alla loro capacità di assorbimento degli urti, proteggendo la fronte, la nuca, le tempie e la sommità della testa e, cosa importante, devono essere facilmente sganciabili.

Anche per poter scegliere il seggiolino 'a norma' si deve leggere attentamente la marcatura: il prodotto deve riportare ben visibili il numero della norma EN 14344, le informazioni generali relative al peso massimo del bambino che può essere trasportato, il nome o il marchio del fabbricante, la data e il mese di fabbricazione. E, ultima annotazione, tutte le informazioni per l'utilizzo corretto dei seggiolini devono essere ben visibili già sull'imballaggio o direttamente sul seggiolino stesso, accompagnate inoltre dalle istruzioni per l'uso, il montaggio e la manutenzione.

(la Repubblica, 1 settembre 2005)

Sono arrivato da poco nel forum, però anch'io volevo dire la mia sull'argomento: da due mesi ho cominciato ad andare in ufficio tutte le mattine con la mia mountain e ho notato, a parte il risparmio di tempo per arrivare a destinazione, che per la strada come ciclista sei "quasi" invisibile! Io per farmi notare mi metto le magliette da ciclista belle colorate e il mio bravo casco e anche un coloratissimo zaino sulle spalle (con il cambio d'abito dentro....) ma...........agli incroci tirano dritti agli stop se passo io...nelle curve stranamente ti stringono verso l'interno...e se provi a cambiare di corsia che so, per girare, hai voglia a sbracciarti....devi fare le volate stile giro d'italia sennò ti tranciano! Ma perchè l'automobilista non rallenta mai se io devo svoltare? Non vedono che vado più lento e ho solo due ruote e 10 kg. di bicicletta? Io quando sono in auto e ho davanti un ciclista rallento e aspetto che faccia tutto quello che deve fare, e lo sorpasso solo quando ho lo spazio, non lo stringo contro le auto posteggiate! Dovrò girare prima o poi con un kalashnikov in spalla?
 

Federico62

Biker poeticus
26/9/03
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Firenze
www.reporterspress.it
Bike
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Tino ha scritto:
Premetto che a Torino ho provato per i brevi spostamenti ad usare la MTB ma ho desistito perchè troppo pericoloso, ma...... credo che tutti oltre che ciclisti siate anche automobilisti e quindi voglio chiedervi: non vi è mai capitato su strade di montagna o statali di incontrare bitumari in parata? Io faccio la strada di Superga tutti i giorni e in estate diverse volte mi è capitato di trovare due o tre ciclisti affiancati guisto dietro a una curva, o sulla strada della rezza dove le auto viaggiano oltre i 100 km/h di trovare la comitiva che per chiaccherare meglioviaggia affiancata? Personalmente devo dire che mi è capitato di arrabbiarmi più volte da automobilista con dei ciclisti che non da ciclista con gli automobilisti. Mi piacerrebbe capire se sono un caso isolato o meno.
ciao
Tino

Secondo me i comuni dovrebbero potenziare le piste ciclabili...A Torino com'è la situazione ?
 

Mr. Magone

Biker serius
1/11/03
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Pisa
www.giovobike.it
Ora fi faccio inorridire!
Se ci capitasse qualche cosa con la bike sulla sede stradale e la bike non rispetta la norma indicata dall'Art. 224 (Artt. 68 e 69 Cod. str.) del Decreto Legislativo 30 aprile 1992
"Nuovo Codice della Strada", potremmo anche non avere un adeguato rimborso del danno da parte della compagnia assicuratrice di chi ha provocato l'incidente.

Potete consultare l'articolo qui: http://www.comune.torino.it/ambiente/codstra/

In sostanza dobbiamo riempiere le bici di luci e catarifrangenti, tra l'altro la dinamo non è più a norma! :omertà:
 

zeronick

Biker superis
24/4/03
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Garbagnate Milanese
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@marco diretur...non credo che l'autovelox serva a qualcosa..in primis perchè viene utilizzato solo per "far cassa"...se la velocità è un pericolo gli agenti di PS hanno l'obbligo di fermare chi corre e non solo di fargli una foto e poi inviargli una multina :il-saggi: .....come ormai avviene nel 90% dei casi...........e poi gli incidenti più pericolosi per noi ciclisti avvengono solitamente in punti dove raramente la velocità eccessiva è l'effettiva causa....ma piuttosto l'arroganza di chi guida un mezzo a motore.....precedenze non date,stop clamorosamente mancati,sorpassi mentre hai fuori il braccio sinistro da mezz'ora per svoltare :sculacci: ecc...
Ora nell'articolo si fa riferimento ai seggiolini ai caschi ecc.....il problema è che se anche hai il casco e ti piomba addosso un'auto a 50Km (che quindi rispetta il limite in paese.....) e ti sbatte contro ad un muro....il casco serve a poco.....compressione toracica....qualche frattura magari esposta.......se poi pesti il viso......è dura scamparla......ripenso a quanto accaduto a Menaggio questa estate...turista straniera in bici con tanto di casco travolta da un'auto il cui conducente era stato colto da malore.....Morta in ospedale per le ferite :-( ......il problema è che mancano le infrastrutture...piste ciclabili :i-want-t: !!!!! un po' come per le moto.....dove in itlaia c'è un movimento che cerca di abolire i guard rail...che in caso di caduta si trasformano in vere lame per i motociclisti........ma dietro la lamiera c'è un business inimmaginabile!!! e costruire piste ciclabili costa troppo...meglio fare autostrade a 50 corsie no??!! poi tutti viaggeranno nelle corsie 49 e 50 lampeggiandosi perchè nella testa bacata del 90% delle persone quelle più a destra sono solo per i camion o per gli sfigati........Ciao!
 

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