Il primo fine settimana di ottobre arriva, come ogni anno, il momento di effettuare la chiusura della stagione estiva con lultima uscita lunga dellanno.
Assieme ai miei due compari meranesi Robi e Mirco, scegliamo di solito un giro in alta quota e di dislivello non superiore a tremila metri totali, ma questo anno ha nevicato un po troppo presto e allora decidiamo di andare sul lago di Garda.
Io mi offro di organizzare un bel itinerario e quando arriva il venerdi prima della partenza ci sentiamo per telefono con Robi. Allora nonno, hai organizzato il giro? Km e dislivello? Mi raccomando non esagerare che nellultimo mese fra una cosa o laltra siamo usciti pochino e non siamo al top della forma mmm .non preoccuparti Rispondo io non superiamo certo i 3000 m, saranno circa 2800 e una settantina di km, tanto abbiamo tutto il giorno libero, torniamo sicuramente a casa per cena, ci si vede domattina alle 7.45. So di mentire, non ho calcolato tutto alla precisione come al solito ma saranno certamente più di 3000 di dislivello, ma so anche che i miei due compagni di merende sono in grado senza problemi di chiudere un giro cosi impegnativo, del resto anche loro, proprio questo anno, sono riusciti a fare il giro del Similaun in giornata, un tour da più di 4000 m di dislivello.
Faccio appena in tempo a chiudere il telefono che lo sento squillare di nuovo, questa volta è Mirco: ciao nonno, a che ora pensi che riusciamo a tornare per domani? Perché, sai, mia moglie mi ha organizzato una cena con i parenti, si è dimenticata che ero impegnato e per le 19.30 dovrei essere di ritorno. Si, in effetti avevo previsto proprio di tornare per cena rispondo Al limite faremo qualche minuto di ritardo ma non di più spero, senti facciamo cosi, partiamo un po prima, facciamo alle 7.15 cosi siamo più sicuri, avverti tu Robi
Lindomani ci si trova puntuali sotto casa, si caricano le tre bici (senza doverle smontare) nella fida c8, la vera macchina del biker, e si parte per il Garda. Purtroppo le previsioni non sono le migliori, ma non ci dovrebbe essere rischio di pioggia. Dopo un viaggio goliardico, dove le battute dei bikers sono molto simili a quelle dei pescatori (io ho fatto quel giro, io quellaltro, il mio aveva millemila metri di dislivello ecc .) arriviamo a Riva, scarichiamo le bici, indossiamo gli zaini e via puntuali alle 9 si parte per il Ponale. La prima parte del giro prevede una salitina breve, arrivare al Tremalzo, passando per Ledro e Bocca di Fortini. Sempre bello il Ponale, sempre bella e dura la ciclabile per Ledro con le sue rampe al 25%, affrontiamo la salita verso Bocca dei Fortini, con le lunghe rampe cementate da togliere il fiato, con un buon passo, anche troppo forse pensando alla lunghezza del giro.
Ma io so cosa ci aspetta dopo, loro non ne sono del tutto consci!
Comunque non mi tiro indietro e con la mia fida torque seguo i due amici con le loro bici leggere. Arriviamo alla Bocchetta e poi in breve a passo Nota. Adesso bisogna salire fino al Tremalzo, quasi a 1900 m , e mancano ancora 600 m di dislivello, una pausa per un panino e via verso il passo. Il fondo è scassato ma non più di tanto, basta seguire la scia dei numerosissimi bikers che affrontano il tracciato in discesa, spesso arrivando in cima con gli shuttle.
La salita è veramente lunga, sembra non finire più,
anche perché si continuano a vedere in alto i tornanti che si dovranno affrontare, ma è anche spettacolare, con i caratteristici tunnel militari
e le guglie che li sovrastano.
Dopo una breve sosta intermedia,
arriviamo finalmente al tunnel del passo e ci cambiamo.
Fino ad adesso abbiamo fatto circa 2000 m di dislivello, sono le 12.30 e siamo ancora piuttosto freschi. Passiamo il tunnel.
Prima di affrontare la lunga discesa verso la valle San Michele, ci fermiamo al rifugio Garda per rifornirci di acqua, anche perché dopo sarà difficile trovarne. Lungo la discesa si trova una spettacolare cascata
e qualche foto è dobbligo.
Continuiamo a scendere,
passiamo leremo, siamo a 600 m di quota e un cartello indica a sinistra la salita per La Cocca. Inizia qui la seconda parte (e inizia anche la parte spettacolare) del giro che ho pensato, la salita verso bocca di Fobia,1286 m, un panoramico sentiero in costa con tratti esposti, segnalato a 3.40 h (a piedi) . I miei compari cominciano ad avere qualche dubbio sul dislivello che avevo indicato, ma la bellezza della salita rimanda a dopo ogni discussione.
Purtroppo Robi si è appena accorto di aver perso la borraccia, dobbiamo perciò dividere e centellinare lacqua perché nelle prossime due ore non se ne troverà. Si sale su un bel sentiero largo fino a La Cocca, dopodichè il sentiero si stringe ma continua sempre a salire. Ogni tanto dobbiamo fare qualche pausa, i metri di dislivello si stanno accumulando e la fatica si fa sentire, una barretta, un po di frutta secca, sono le 15 e possiamo ripartire. Arriva adesso il tratto più spettacolare, un sentiero aereo in falsopiano
dove però la concentrazione deve essere massima, qui è proibito sbagliare.
Ogni tanto bisogna spingere per qualche metro per via di qualche frana, poi si passa in malagevoli gallerie
e si continua a pedalare.
Cè bisogno di unaltra pausa, forse subentra anche un po di sconforto perché lacqua è finita è i metri di dislivello sono quasi 3000.
Ma non dovevano essere 2800 in tutto? Beh, si, forse qualcosa in più, ma non manca tanto .Anche qui la selvaggia bellezza del sentiero fa dimenticare tutto e riprendiamo a pedalare,
un po in giù, un po in su, un altra galleria,
poi finalmente, dopo un ultimo tratto a spinta raggiungiamo Bocca di Fobia. Sosta per cambiarsi, ultimo panino che fatica ad andare giù per la mancanza di acqua e ci gettiamo lungo la bellissima discesa,
con tratti tecnici e tornanti,
verso la val di Bondo. Si scende, si guada un rio e dopo un ultimo tratto ripido
si arriva sulla strada asfaltata per passo Nota. Ci spogliamo nuovamente e via per questi ultimi 300 m di dislivello in salita prima della discesa finale. Si sale con calma ma regolari, quando si è stanchi si apprezza anche lasfalto. Poco prima del passo Nota, allultimo tornante, compare allimprovviso un miraggio: ecco lacqua, una bella fontana del genio militare dove finalmente possiamo dissetarci :-P e fare lultima sosta della giornata. Adesso possiamo anche mangiare lultima barretta che con lacqua scende bene. Siamo più rinfrancati, sono le 17 e in breve arriviamo a passo Nota e con un po di su e giù a passo Bestana. Mirco è più rilassato e comincia a tirare, tanto, dice, ormai è tutta discesa! Ma subito dopo incrocia il mio sguardo e capisce che proprio tutta discesa non è
bisogna ancora arrivare a passo Rocchetta. La strada adesso si stringe e diventa un bel sentiero che percorriamo veloci con il sole che ci manda lultimo saluto,
siamo quasi al passo, ultima salitina, scendiamo dalla bici e spingiamo perché le gambe non ne possono più, eccoci finalmente al passo Rocchetta, da qui è veramente tutta discesa. Foto di rito con laltissimo sullo sfondo ancora illuminato dal sole
e imbocchiamo il sentiero 422 verso Pregasina. Ormai siamo allombra e nel bosco la visibilità è ridotta. Ma la discesa è veramente divertente, radici, gradoni, saltini e tutto ciò che può fare la felicità di una bici da enduro. I miei compagni, con poca escursione scendono con più calma. Ecco limprevisto: improvvisamente sento la ruota posteriore completamente sgonfia, mannaggia, era un anno che non bucavo, proprio adesso doveva succedere? Pazienza, 5 minuti di pausa, monto la camera daria e si può ripartire.
Ultimo tratto di sentiero tecnico, eccoci in paese, arriviamo di nuovo sulla strada del Ponale, nelle gallerie la vista molto scarsa, ormai è quasi buio ma la discesa è sempre divertente, siamo in fondo, ecco lauto, sono le 7.15 e ce labbiamo fatta.
Responso finale del gps: 80 km e 3400 m di dislivello!
Ci cambiamo, montiamo le bici in auto e via verso casa.
Mirco doveva arrivare al ristorante alle 19.30, si presenta invece alle 20.30 e scende dallauto con la maglietta ancora sudata e completo in goretex, quello che gli dirà la moglie rimarrà un segreto per sempre.
L'itinerario: [url]http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/3050[/URL]
Assieme ai miei due compari meranesi Robi e Mirco, scegliamo di solito un giro in alta quota e di dislivello non superiore a tremila metri totali, ma questo anno ha nevicato un po troppo presto e allora decidiamo di andare sul lago di Garda.
Io mi offro di organizzare un bel itinerario e quando arriva il venerdi prima della partenza ci sentiamo per telefono con Robi. Allora nonno, hai organizzato il giro? Km e dislivello? Mi raccomando non esagerare che nellultimo mese fra una cosa o laltra siamo usciti pochino e non siamo al top della forma mmm .non preoccuparti Rispondo io non superiamo certo i 3000 m, saranno circa 2800 e una settantina di km, tanto abbiamo tutto il giorno libero, torniamo sicuramente a casa per cena, ci si vede domattina alle 7.45. So di mentire, non ho calcolato tutto alla precisione come al solito ma saranno certamente più di 3000 di dislivello, ma so anche che i miei due compagni di merende sono in grado senza problemi di chiudere un giro cosi impegnativo, del resto anche loro, proprio questo anno, sono riusciti a fare il giro del Similaun in giornata, un tour da più di 4000 m di dislivello.
Faccio appena in tempo a chiudere il telefono che lo sento squillare di nuovo, questa volta è Mirco: ciao nonno, a che ora pensi che riusciamo a tornare per domani? Perché, sai, mia moglie mi ha organizzato una cena con i parenti, si è dimenticata che ero impegnato e per le 19.30 dovrei essere di ritorno. Si, in effetti avevo previsto proprio di tornare per cena rispondo Al limite faremo qualche minuto di ritardo ma non di più spero, senti facciamo cosi, partiamo un po prima, facciamo alle 7.15 cosi siamo più sicuri, avverti tu Robi
Lindomani ci si trova puntuali sotto casa, si caricano le tre bici (senza doverle smontare) nella fida c8, la vera macchina del biker, e si parte per il Garda. Purtroppo le previsioni non sono le migliori, ma non ci dovrebbe essere rischio di pioggia. Dopo un viaggio goliardico, dove le battute dei bikers sono molto simili a quelle dei pescatori (io ho fatto quel giro, io quellaltro, il mio aveva millemila metri di dislivello ecc .) arriviamo a Riva, scarichiamo le bici, indossiamo gli zaini e via puntuali alle 9 si parte per il Ponale. La prima parte del giro prevede una salitina breve, arrivare al Tremalzo, passando per Ledro e Bocca di Fortini. Sempre bello il Ponale, sempre bella e dura la ciclabile per Ledro con le sue rampe al 25%, affrontiamo la salita verso Bocca dei Fortini, con le lunghe rampe cementate da togliere il fiato, con un buon passo, anche troppo forse pensando alla lunghezza del giro.
Ma io so cosa ci aspetta dopo, loro non ne sono del tutto consci!
Comunque non mi tiro indietro e con la mia fida torque seguo i due amici con le loro bici leggere. Arriviamo alla Bocchetta e poi in breve a passo Nota. Adesso bisogna salire fino al Tremalzo, quasi a 1900 m , e mancano ancora 600 m di dislivello, una pausa per un panino e via verso il passo. Il fondo è scassato ma non più di tanto, basta seguire la scia dei numerosissimi bikers che affrontano il tracciato in discesa, spesso arrivando in cima con gli shuttle.
La salita è veramente lunga, sembra non finire più,
anche perché si continuano a vedere in alto i tornanti che si dovranno affrontare, ma è anche spettacolare, con i caratteristici tunnel militari
e le guglie che li sovrastano.
Dopo una breve sosta intermedia,
arriviamo finalmente al tunnel del passo e ci cambiamo.
Fino ad adesso abbiamo fatto circa 2000 m di dislivello, sono le 12.30 e siamo ancora piuttosto freschi. Passiamo il tunnel.
Prima di affrontare la lunga discesa verso la valle San Michele, ci fermiamo al rifugio Garda per rifornirci di acqua, anche perché dopo sarà difficile trovarne. Lungo la discesa si trova una spettacolare cascata
e qualche foto è dobbligo.
Continuiamo a scendere,
passiamo leremo, siamo a 600 m di quota e un cartello indica a sinistra la salita per La Cocca. Inizia qui la seconda parte (e inizia anche la parte spettacolare) del giro che ho pensato, la salita verso bocca di Fobia,1286 m, un panoramico sentiero in costa con tratti esposti, segnalato a 3.40 h (a piedi) . I miei compari cominciano ad avere qualche dubbio sul dislivello che avevo indicato, ma la bellezza della salita rimanda a dopo ogni discussione.
Purtroppo Robi si è appena accorto di aver perso la borraccia, dobbiamo perciò dividere e centellinare lacqua perché nelle prossime due ore non se ne troverà. Si sale su un bel sentiero largo fino a La Cocca, dopodichè il sentiero si stringe ma continua sempre a salire. Ogni tanto dobbiamo fare qualche pausa, i metri di dislivello si stanno accumulando e la fatica si fa sentire, una barretta, un po di frutta secca, sono le 15 e possiamo ripartire. Arriva adesso il tratto più spettacolare, un sentiero aereo in falsopiano
dove però la concentrazione deve essere massima, qui è proibito sbagliare.
Ogni tanto bisogna spingere per qualche metro per via di qualche frana, poi si passa in malagevoli gallerie
e si continua a pedalare.
Cè bisogno di unaltra pausa, forse subentra anche un po di sconforto perché lacqua è finita è i metri di dislivello sono quasi 3000.
Ma non dovevano essere 2800 in tutto? Beh, si, forse qualcosa in più, ma non manca tanto .Anche qui la selvaggia bellezza del sentiero fa dimenticare tutto e riprendiamo a pedalare,
un po in giù, un po in su, un altra galleria,
poi finalmente, dopo un ultimo tratto a spinta raggiungiamo Bocca di Fobia. Sosta per cambiarsi, ultimo panino che fatica ad andare giù per la mancanza di acqua e ci gettiamo lungo la bellissima discesa,
con tratti tecnici e tornanti,
verso la val di Bondo. Si scende, si guada un rio e dopo un ultimo tratto ripido
si arriva sulla strada asfaltata per passo Nota. Ci spogliamo nuovamente e via per questi ultimi 300 m di dislivello in salita prima della discesa finale. Si sale con calma ma regolari, quando si è stanchi si apprezza anche lasfalto. Poco prima del passo Nota, allultimo tornante, compare allimprovviso un miraggio: ecco lacqua, una bella fontana del genio militare dove finalmente possiamo dissetarci :-P e fare lultima sosta della giornata. Adesso possiamo anche mangiare lultima barretta che con lacqua scende bene. Siamo più rinfrancati, sono le 17 e in breve arriviamo a passo Nota e con un po di su e giù a passo Bestana. Mirco è più rilassato e comincia a tirare, tanto, dice, ormai è tutta discesa! Ma subito dopo incrocia il mio sguardo e capisce che proprio tutta discesa non è
bisogna ancora arrivare a passo Rocchetta. La strada adesso si stringe e diventa un bel sentiero che percorriamo veloci con il sole che ci manda lultimo saluto,
siamo quasi al passo, ultima salitina, scendiamo dalla bici e spingiamo perché le gambe non ne possono più, eccoci finalmente al passo Rocchetta, da qui è veramente tutta discesa. Foto di rito con laltissimo sullo sfondo ancora illuminato dal sole
e imbocchiamo il sentiero 422 verso Pregasina. Ormai siamo allombra e nel bosco la visibilità è ridotta. Ma la discesa è veramente divertente, radici, gradoni, saltini e tutto ciò che può fare la felicità di una bici da enduro. I miei compagni, con poca escursione scendono con più calma. Ecco limprevisto: improvvisamente sento la ruota posteriore completamente sgonfia, mannaggia, era un anno che non bucavo, proprio adesso doveva succedere? Pazienza, 5 minuti di pausa, monto la camera daria e si può ripartire.
Ultimo tratto di sentiero tecnico, eccoci in paese, arriviamo di nuovo sulla strada del Ponale, nelle gallerie la vista molto scarsa, ormai è quasi buio ma la discesa è sempre divertente, siamo in fondo, ecco lauto, sono le 7.15 e ce labbiamo fatta.
Responso finale del gps: 80 km e 3400 m di dislivello!
Ci cambiamo, montiamo le bici in auto e via verso casa.
Mirco doveva arrivare al ristorante alle 19.30, si presenta invece alle 20.30 e scende dallauto con la maglietta ancora sudata e completo in goretex, quello che gli dirà la moglie rimarrà un segreto per sempre.
L'itinerario: [url]http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/3050[/URL]