E' si dopo il giro di sabato mi devo veramente ricredere e tornare sui miei passi. Io proprio ero stato il primo che avevo detto che la torre di montalto e il tiravento era il più bel giro che si poteva fare in quella zona ma sabato ho constatato di persona che in realtà non è così e per tre motivi:
1° la salita: da cornioli si arriva all'imbocco del tiravento senza neanche accorgersene la salita e dolcissima il dislivello medio è sul 3-4% con punte al 5-6 la salita è lunga 12 km ma è veramente una passeggiata; invece salire dal finestrone anche se è più corta come km ma ci sono dei tratti veramente duri;
2° la deiscesa: il lavacchio batte di gran lunga la torre di montalto sia per la varietà di discesa che per bellezza paesaggistica del posto dove è inserita;
3° al termine della torre risalire su al tiravento comporta un grosso sforzo in quanto molte parti di salita vanno fatte a spinta mentre per risalire all'avorgnolo la braccina è ancora una volta una dolcissima salita eccetto il piccolo tratto dalla braccina all'arvognolo.
Queste sono considerazioni che scaturiscono dall'aver provato tutti e due i giri e secondo me l'accoppiata vincente è questa.
Ma veniamo al giro di sabato.
Si parte dalla località Lago poco sotto corniolo e in asfalto raggiungiamo il bivio per poggio baldi da dove sotto una gigantesca frana (è venuto giù tutto il monte) parte la dolcissima forestale che senza farci faticare minimamente ci porta a poggio baldi prima poi a valpisella fino a farci immettere sul sentiero 301 per monte guffone-rifugio della fratta. la giornata è magnifica come anche il posto
al rifugio della fratta giriamo a sinistra per il 311 e dopo 12 km e 1 ora e mezza di ascesa senza neanche un briciolo di fatica siamo all'imbocco del tiravento o 313. Grazie alle espressioni esterrefatte e ai sorrisi a 48 denti di Diego e Damiano che era la prima volta che venivano qui mi sono reso conto di quanto sia particolare e spettacolare questo posto che noi erroneamente forse a causa del fatto di esserci passati tante volte consideriamo invece normale
In cima al tiravento comincia la discesa vera e propria: la prima parte è un bel flow nel bosco, segue poi un piccolo tratto esposto fino ad arrivare ad un bivio. A sinistra si scende per il 315 che arriva fino a ca ridolla, a destra invece si prosegue sempre sul 313 per quello che viene considerato l'integrale che arriva diretto a premilcuore. Qui il gruppo si divide e venendo meno ai nostri compiti
andiamo giù senza fermarci mai e senza foto per quella che secondo me è la discesa più tecnica che c'è a premilcuore, gradoni, tornantoni, ripidoni tutto oni insomma
, ma stavolta la discesa ce la siamo fatta tutta d'un fiato senza mai scendere di sella ecceto questo drop che damiano non ha voluto assolutamente provare
ma neanche noi in quanto riservato a gente come brumotti o akrig.
Ricompattato il gruppo a Premilcuore andiamo a fiumicello per asfalto e da li prendiamo la strada che anche questa in modo indolore ci condurrà al passo della braccina. Qui giriamo a dx sempre per il 301 e qui ci sono 150 mt di dislivello fino all'avorgnolo abbastanza duri.
Diego in cima all'avorgnolo si gusta il panorama
Damiano invece dopo la faticaccia trova un bel modo di sgranchirsi le gambe
ma eccoci al lavacchio: questo sentiero non è segnato e bisogna fare un po di attenzione a imboccare la via giusta almeno fino all'ultima casa che si trova dopo da li non si sbaglia più in quanto non ci sono bivi e si riesce a intuire bene quale sia il sentiero principale. La prima parte è un freeride vero e proprio in quanto è a campo libero e ognuno sceglie dove passare in base ai propri gusti e capacità.
Milas invece è come i serpi vecchi e se le va a cercare
Diego invece va sul sicuro scegliendo il mucca
trek
damiano sulla sua posizione naturale e cioè con la ruota davanti alzata
per fortuna che c'è Cico che ci riporta sulla retta via
che sarebbe questa
mic in grande forma e pensare che ci aveva fatto credere che era stato fermo un mese
la foto di rito che non poteva che essere sopra un roccione
ripreso a scendere arriviamo in un punto dove l'acqua si è portata via un bel pezzo di sentiero e qui non ci rimane che procedere a piedi
l'ultima parte invece è un susseguirsi di gradoni uno più bello dell'altro
fino a risbucare sempre al Lago dove abbiamo le auto. Qui Cico, Naldone e Milas ci salutano ma noi non paghi dei 1400 mt di dislivello già fatti decidiamo di continuare per andare a fare una terza discesa e precisamente quella del castellaccio di corniolino o 259. Ma visto che siamo in ballo decidiamo di ballare fino all'ultimo e così invece di fermarci ai 3 faggi e prendere il 259 ci sciroppiamo tutti gli 11 km del passo della calla fino a campigna per fare il 259 dall'inizio. In realtà a bocce ferme come si suol dire la prima parte si può tranquillamente evitare perchè alla fine passa sotto la strada ed è più salita che discesa ma oramai siamo in ballo e balliamo.
Così prendiamo il collegamento da Campigna al 259
e dopo diversi su e giù e un mega rampone da fare a piedi arriviamo finalmente ad un bel crinalino
a cui segue una serie di tornantini ripidi che ci riportano nuovamente al bivio dei fre faggi. Quest'ultimo pezzo merita e infatti dai tre faggi conviene continuare per circa 500 mt verso campigna e poi ad una curva a dx prendere il sentiero che sale a sx e farsi questo pezzino fino ai tre faggi. Da qui imbocchiamo finalmente il 259 che all'inizio è uno stradone largo che viaggia a mezza costa fino ad arrivare ad una svolta a dx da dove comincia il divertimento vero e proprio
alla fine dopo 2200 mt di dislivello e 8 ore a zonzo decidiamo che per oggi può bastare e veramente soddisfatti ce ne torniamo col sorriso stampato sulle labbra a casa.
e anche per stavolta è proprio tutto.
tutte le foto qui:
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