Stelvioxtreme: il single trail infinito!
Ultimo giorno di agosto, sono quasi due ore che salgo e si presenta l’ennesimo tornante. E’ il numero trenta. Mentre l’ennesima goccia di sudore mi cade sugli occhiali penso di chi sarà stata la sadica mente che ha avuto l’idea di numerare i tornanti al contrario, partendo dal 48.
Quando arrivi li al primo tornante, non puoi ancora sapere cosa ti aspetta, ma solo a leggere quel numero cominci ad immaginare qualcosa. Del resto si parte da Prato allo Stelvio a quota 910 m e bisogna arrivare al passo a quota 2758 m. Una salita non ripida, ma lunga, infinita. 27 km non sono pochi. Neanche tanti, a dire il vero, ma dipende sempre da come si affronta la salita. L’ultima volta l’ho fatta con la bici da corsa, e ho fatto pure il mio record personale di scalata, 1.45 h. Però la mia bici da corsa pesa 8 kg e salivo senza zaino. Adesso, invece, sto salendo con la mia nitrous da light freeride da quasi 18 kg e in aggiunta mi porto sulle spalle 5 kg di zaino.
Qualcuno potrà pensare: ma chi te lo fa fare di salire al passo dello Stelvio con una bici cosi pesante?
E’ vero, non è proprio la cosa più saggia da fare, il fatto è che, mentre tornante dopo tornante salgo sbuffando, sto già pensando alla discesa.
Ma quale discesa? O si scende su asfalto per la stessa strada, o al massimo si scende per il passo Umbrail e si torna dalla Svizzera, sempre su asfalto con un bel giro ad anello.
Invece per fortuna c’è una terza via, e tutta fuoristrada. Un bellissimo sentiero, il Goldseeweg, un trail di 27 km di lunghezza, scende in costa a monte della strada asfaltata e arriva fino a Glorenza.
O almeno questo è quanto ho letto su bike magazine tedesco, in un bell’articolo a nome di un certo Marco Toniolo e corredato di foto spettacolari.
Naturalmente non mi sono fatto scappare l’occasione, e approfittando di uno degli ultimi pomeriggi caldi di questa estate, sono partito dal paese di Prato alle 13.
Assorto in questi pensieri, non mi accorgo quasi che il numero dei tornanti sta calando in fretta, siamo adesso al 10 e sopra di me vedo il passo sempre più vicino.
Raccolgo le ultime forze e supero gli ultimi 200 m di dislivello fino al passo. Alle 16 sono finalmente ai 2758 m dove comincia la discesa verso Bormio.
Guardo in alto verso il ghiacciaio, penso a quante volte ci sono venuto a sciare per allenarmi in vista della stagione agonistica, ma vedo che il ghiacciaio si è ritirato e la strada fino al rifugio Pirovano è completamente sgombra dalla neve.
Il mio lato oscuro si impossessa per un attimo della mente, e decido cosi di salire fino al ghiacciaio sulla sterrata di servizio agli impianti.
Arrivo perciò con una certa fatica ai 3020 m del rifugio e i miei sforzi sono premiati con un'ottima vista.
Mi getto finalmente in discesa fino al passo, e qui mi tocca ancora una piccola salita a spinta fino ai 2850 della cima Garibaldi sul confine della Svizzera, da dove si può ammirare l’Ortles
E dalla parte opposta il passo Umbrail e a sinistra la forcola che scende verso i laghi di Cancano
Verso nord, invece, inizia il Goldseeweg, il sentiero del lago d’oro, sovrastato dai 3020 m della Punta Rosa
Comincio a pedalare sul sentiero, che si rivela subito molto divertente
Guardo avanti e individuo il sentiero che taglia il costone e scende poi verso la val Venosta.
Questo tratto di sentiero è sicuramente il più spettacolare, tutto da pedalare in leggera pendenza, un flow da favola
L’Ortles e il gran Zebrù fanno da meraviglioso sfondo a questa cavalcata
E io non mi faccio mancare una foto ricordo davanti al re Ortles, la montagna più alta dell’Alto Adige, 3905 m
Proseguo, qualche tratto più sconnesso si alterna ad altri pedalabili, passo a piedi su una vecchia frana e vedo in lontananza il rifugio Forcola, mentre in fondo alla valle passa la strada asfaltata e in fondo si vede già la val Venosta.
Mi giro e ancora una volta lo scenario è fantastico
Arrivo al rifugio Forcola e penso: bene, ormai il più è fatto! Invece ecco che una forestale comincia a risalire la costa, poi si segue il sentiero 4 e si arriva alla malga di Stelvio. Da qui si prende il Almweg, il sentiero delle malghe, ed è un continuo su e giù, su e giù, tant’è che alla fine sono si 1800 m di dislivello negativo, ma anche 550 di dislivello positivo.
Ormai il sole è calato e il sentiero è ancora lungo, sono le 18 e io sono ancora a più di 2000 m di quota. Meglio sbrigarsi, un’ultima foto e via.
Il sentiero è bello ma a volte stretto e non sempre facilmente pedalabile. Arrivato in una stretta valle, un tratto di forestale sale ancora ripido, poi il sentiero prosegue in leggera salita mi ritrovo ad una malga a 2100 m. Sono ormai le 19.
Il sentiero delle malghe proseguirebbe ancora per una mezz’ora fino alla malga di Glorenza, poi da li si scende sul divertente 24, con veloci sponde e qualche tratto tecnico fino alla città fortificata di Glorenza.
Ma io purtroppo non ho più tempo, la sera sta calando e sono costretto a scendere sul ripidissimo 14 fino a Montechiaro, per poi rientrare a Prato sulla ciclabile.
Risparmio cosi una mezz’ora e riesco a tornare in paese per le 20.30, quando ormai è quasi buio. Carico tutto in auto e mentre guido verso casa ripenso al fantastico pomeriggio, una lunga salita asfaltata che ha comunque il suo “perché”, visto che è la regina delle salite, specie se fatta non il fine settimana per il tanto traffico e una lunga discesa (che non è tutta discesa!) veramente appagante.
La bike ideale per questo tour è una bici trail o Am, abbastanza leggera per la salita e comunque performante per i tratti tecnici in discesa.
Se non ci si sente più in grado di continuare lungo il sentiero delle malghe, su può tagliare verso valle già dal rifugio Forcola verso il paese di Stelvio, o più avanti dalla malga Stelvio sul 4 sempre verso Stelvio, oppure sul divertente sentiero 11 verso Prato, o come ho fatto io, sul 14 verso Montechiaro.
Ma consiglio a tutti di prendersi il giusto tempo e di tenere duro fino alla fine, perché la discesa sul 24 dalla malga di Glorenza è veramente divertente, si torna poi a Prato sulla ciclabile.
Ricordo che i meno allenati possono salire al passo dello Stelvio con il bus di linea oppure con lo shuttle-taxi privato da Prato.
Ultima cosa da tenere bene presente: il primo tratto del sentiero, dal passo al rifugio Forcola, è attualmente vietato alle bike, anche non ho mai sentito di controlli. Meglio in ogni caso programmare il tour fuori stagione, l’ideale è in settembre quando ancora non è arrivata la neve e il sentiero è libero da escursionisti
Itinerario effettuato nel pomeriggio del 31 agosto 2006, 58 km, 2700 m di dislivello
http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/3698
Ultimo giorno di agosto, sono quasi due ore che salgo e si presenta l’ennesimo tornante. E’ il numero trenta. Mentre l’ennesima goccia di sudore mi cade sugli occhiali penso di chi sarà stata la sadica mente che ha avuto l’idea di numerare i tornanti al contrario, partendo dal 48.
Quando arrivi li al primo tornante, non puoi ancora sapere cosa ti aspetta, ma solo a leggere quel numero cominci ad immaginare qualcosa. Del resto si parte da Prato allo Stelvio a quota 910 m e bisogna arrivare al passo a quota 2758 m. Una salita non ripida, ma lunga, infinita. 27 km non sono pochi. Neanche tanti, a dire il vero, ma dipende sempre da come si affronta la salita. L’ultima volta l’ho fatta con la bici da corsa, e ho fatto pure il mio record personale di scalata, 1.45 h. Però la mia bici da corsa pesa 8 kg e salivo senza zaino. Adesso, invece, sto salendo con la mia nitrous da light freeride da quasi 18 kg e in aggiunta mi porto sulle spalle 5 kg di zaino.
Qualcuno potrà pensare: ma chi te lo fa fare di salire al passo dello Stelvio con una bici cosi pesante?
E’ vero, non è proprio la cosa più saggia da fare, il fatto è che, mentre tornante dopo tornante salgo sbuffando, sto già pensando alla discesa.
Ma quale discesa? O si scende su asfalto per la stessa strada, o al massimo si scende per il passo Umbrail e si torna dalla Svizzera, sempre su asfalto con un bel giro ad anello.
Invece per fortuna c’è una terza via, e tutta fuoristrada. Un bellissimo sentiero, il Goldseeweg, un trail di 27 km di lunghezza, scende in costa a monte della strada asfaltata e arriva fino a Glorenza.
O almeno questo è quanto ho letto su bike magazine tedesco, in un bell’articolo a nome di un certo Marco Toniolo e corredato di foto spettacolari.
Naturalmente non mi sono fatto scappare l’occasione, e approfittando di uno degli ultimi pomeriggi caldi di questa estate, sono partito dal paese di Prato alle 13.
Assorto in questi pensieri, non mi accorgo quasi che il numero dei tornanti sta calando in fretta, siamo adesso al 10 e sopra di me vedo il passo sempre più vicino.
Raccolgo le ultime forze e supero gli ultimi 200 m di dislivello fino al passo. Alle 16 sono finalmente ai 2758 m dove comincia la discesa verso Bormio.
Guardo in alto verso il ghiacciaio, penso a quante volte ci sono venuto a sciare per allenarmi in vista della stagione agonistica, ma vedo che il ghiacciaio si è ritirato e la strada fino al rifugio Pirovano è completamente sgombra dalla neve.
Il mio lato oscuro si impossessa per un attimo della mente, e decido cosi di salire fino al ghiacciaio sulla sterrata di servizio agli impianti.
Arrivo perciò con una certa fatica ai 3020 m del rifugio e i miei sforzi sono premiati con un'ottima vista.
Mi getto finalmente in discesa fino al passo, e qui mi tocca ancora una piccola salita a spinta fino ai 2850 della cima Garibaldi sul confine della Svizzera, da dove si può ammirare l’Ortles
E dalla parte opposta il passo Umbrail e a sinistra la forcola che scende verso i laghi di Cancano
Verso nord, invece, inizia il Goldseeweg, il sentiero del lago d’oro, sovrastato dai 3020 m della Punta Rosa
Comincio a pedalare sul sentiero, che si rivela subito molto divertente
Guardo avanti e individuo il sentiero che taglia il costone e scende poi verso la val Venosta.
Questo tratto di sentiero è sicuramente il più spettacolare, tutto da pedalare in leggera pendenza, un flow da favola
L’Ortles e il gran Zebrù fanno da meraviglioso sfondo a questa cavalcata
E io non mi faccio mancare una foto ricordo davanti al re Ortles, la montagna più alta dell’Alto Adige, 3905 m
Proseguo, qualche tratto più sconnesso si alterna ad altri pedalabili, passo a piedi su una vecchia frana e vedo in lontananza il rifugio Forcola, mentre in fondo alla valle passa la strada asfaltata e in fondo si vede già la val Venosta.
Mi giro e ancora una volta lo scenario è fantastico
Arrivo al rifugio Forcola e penso: bene, ormai il più è fatto! Invece ecco che una forestale comincia a risalire la costa, poi si segue il sentiero 4 e si arriva alla malga di Stelvio. Da qui si prende il Almweg, il sentiero delle malghe, ed è un continuo su e giù, su e giù, tant’è che alla fine sono si 1800 m di dislivello negativo, ma anche 550 di dislivello positivo.
Ormai il sole è calato e il sentiero è ancora lungo, sono le 18 e io sono ancora a più di 2000 m di quota. Meglio sbrigarsi, un’ultima foto e via.
Il sentiero è bello ma a volte stretto e non sempre facilmente pedalabile. Arrivato in una stretta valle, un tratto di forestale sale ancora ripido, poi il sentiero prosegue in leggera salita mi ritrovo ad una malga a 2100 m. Sono ormai le 19.
Il sentiero delle malghe proseguirebbe ancora per una mezz’ora fino alla malga di Glorenza, poi da li si scende sul divertente 24, con veloci sponde e qualche tratto tecnico fino alla città fortificata di Glorenza.
Ma io purtroppo non ho più tempo, la sera sta calando e sono costretto a scendere sul ripidissimo 14 fino a Montechiaro, per poi rientrare a Prato sulla ciclabile.
Risparmio cosi una mezz’ora e riesco a tornare in paese per le 20.30, quando ormai è quasi buio. Carico tutto in auto e mentre guido verso casa ripenso al fantastico pomeriggio, una lunga salita asfaltata che ha comunque il suo “perché”, visto che è la regina delle salite, specie se fatta non il fine settimana per il tanto traffico e una lunga discesa (che non è tutta discesa!) veramente appagante.
La bike ideale per questo tour è una bici trail o Am, abbastanza leggera per la salita e comunque performante per i tratti tecnici in discesa.
Se non ci si sente più in grado di continuare lungo il sentiero delle malghe, su può tagliare verso valle già dal rifugio Forcola verso il paese di Stelvio, o più avanti dalla malga Stelvio sul 4 sempre verso Stelvio, oppure sul divertente sentiero 11 verso Prato, o come ho fatto io, sul 14 verso Montechiaro.
Ma consiglio a tutti di prendersi il giusto tempo e di tenere duro fino alla fine, perché la discesa sul 24 dalla malga di Glorenza è veramente divertente, si torna poi a Prato sulla ciclabile.
Ricordo che i meno allenati possono salire al passo dello Stelvio con il bus di linea oppure con lo shuttle-taxi privato da Prato.
Ultima cosa da tenere bene presente: il primo tratto del sentiero, dal passo al rifugio Forcola, è attualmente vietato alle bike, anche non ho mai sentito di controlli. Meglio in ogni caso programmare il tour fuori stagione, l’ideale è in settembre quando ancora non è arrivata la neve e il sentiero è libero da escursionisti
Itinerario effettuato nel pomeriggio del 31 agosto 2006, 58 km, 2700 m di dislivello
http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/3698