Non ci siamo, continuo a sentire pareri da ingegneri e il prossimo sará un biomeccanico che concordano nel dire che il ragionamento va impostato considerando la sola forza e non il lavoro. Come ho giá spiegato il lavoro puo essere nullo e la fatica tantissima ad es. spingendo un muro!
La sola considerazione che possiamo fare é che la forza che comprime le due molle é la stessa identica, pertanto dal punto di vista di chi applica la forza la fatica deve essee uguale, é evidente.
Con la stessa forza possiamo far compiere piu escursione a un sistema e meno all'altro, ma dal punto di vista del pedalatore essendo identica la forza é identica la fatica
Vi riporteró le considerazioni dell'ing. biomeccanico a cui ho sottoposto il quesito.
La forza che applichi (e quindi la fatica) può essere uguale, ma una parte di questa forza viene dispersa dal bobbing. La restante forza viene sfruttata per farti andare avanti.
Il risultato è che una bici con più escursione (e più bobbing) disperde più energia, quindi è minore la percentuale di forza impiegata per farti andare avanti. Tu fai sempre la stessa fatica perchè applichi una forza sempre uguale, ma vai ad una velocità inferiore.
In salita, per mantenere una determinata velocità, devi quindi applicare più forza e quindi fare più fatica.
D'altronde basta prendere in mano due bici con diversa escursione per rendernese conto. Che poi ci possano essere long travel piuttosto pedalabili (elevato anti squat, ammo con propedal, ecc) non c'è dubbio, ma a parità di condizioni e schema di sospensione è fuori dubbio che una bici con meno escursione si pedali meglio! Sono rare le eccezioni...
Io la metterei in questo modo: per salire ad una certa velocità, la stessa, serve più energia con una piuttosto che con l'altra bici.
La "fatica" non è altro che la misura del lavoro compiuto dalle nostre gambe, mentre l'andare da A a B comporta una quantità di lavoro (energia, calorie, joule, newtonmetro, libbre x pollici, ... in qualsivoglia modo lo vogliamo chiamare) "fissa", lavoro "geodetico", ossia il portar su di una certa quota la nostra massa.
La differenza tra i due lavori è la quota sprecata nella sospensione, il raporto tra i due (lavoro "geodetico"/lavoro complessivo) è il rendimento energetico del sistema bici+ciclista.
Si sale meglio con una bici più rigida perché si disperde meno energia nella sospensione, visto che ogni ciclo di "bobbing" è energia dissipata in attrito viscoso dell'
olio.
Si può senz'altro prendere a paragone anche la bici rigida, perché in sostanza la bici rigida è il "limite per K che tende ad infinito della bici anmmortizzata", ovvero un sistema in cui la costante elastica della molla è molto, molto alta, quasi perfettamente rigida.
E allora?
Comunque la vogliamo mettere, il lavoro dissipato dalla sospensione è il prodotto della forza per lo spostamento, la corsa della sospensione.
Possiamo limitarci a questo, possiamo ricorrere al calcolo integrale per risolvere analiticamente l'equazione se non ci fidiamo delle formule preconfezionate della fisica, ma da qui non si scappa.
Più la bici è rigida e più elevata sarà la resa della pedalata.
Si rende meglio su certi terreni con una ammortizzata?
Dipende dal terreno, ovviamente, l'ammortizzata permette di avere certi vantaggi che sono una maggior aderenza, minore sensibilità alle aperità del terreno, non saltella e non scivola, non si pianta sui sassi.
Si va su magari dove con la front o la rigida ci si pianta, ma non si fa meno "fatica", semplicemente le
ruote non slittano o si piantano e quindi si ha l'impressione di faticare meno.
Ma se uno misura il rendimento del sistema, con la full è più basso.
Altrimenti anche le bdc dovrebbero essere ammortizzate...