la danza della pioggia per il raduno primaverile
Mi sono sempre chiesto se la danza della pioggia serva per farla venire o per farla andare. Vi ricordate Woodstock? Tutti a gridare "no rain!" già immersi nel fango. Oggi la pioggia sembra l'unica speranza per diluire un po' delle schifezze che respiriamo. E quando arriva, tutti a comprare ombrellini che si romperanno subito, e che verranno abbandonati per strada. Nella mia pratica di biker sub-urbano rientra anche quella di raccogliere ciò che viene - volontariamente o meno - abbandonato non negli appositi contenitori, ma per via. Dai coprimozzo delle auto agli avanzi di ombrelli, non certo per conservare questi oggetti ma per restituirli alla città ricaricati di una valenza estetica che forse avevano, ma che sicuramente si era persa. L'ombrello è sicuramente portatore di una valenza estetica ma - strumento indispensabile ma non per questo sempre con noi - non sempre lascia, per l'urgenza della contingenza che ne richiede l'uso, facoltà di scelta. Le fantasie più disparate si alternano ai monocromi e alle scritte pubblicitarie: forse la modestia estetica è legata alla diffusa pratica - anche in ambienti insospettabili ritenuta lecita, parrebbe - di impossessarsi di ombrelli altrui essendone privi in caso di necessità, ma addirittura di scambiare il proprio. Un ombrello è rotondo: no. Un ombrello è ottagonale, eppure sembra proprio rotondo, rotondo come il sole, e se provate a liberarlo dalla struttura che gli permette di assolvere alla sua funzione principale ecco che il sole vi appare, anche se è di un brutto colore. Provate ad appenderlo alle pareti di casa. E se ne appendete tanti ecco apparire tanti soli, che si scateneranno in una lenta, poi sempre più veloce danza. Una danza della pioggia, contro o a favore, non importa. Nell'ideogramma della parola ombrello il segno superiore è quello di un tetto, sotto cui due omini che sembrano proprio danzare anche se più bello è l'ideogramma della pioggia (ume) con quattro goccioloni sotto il cielo. Dimenticavo, è l'ideogramma kasa che indica la parola ombrello, come kasa di tolleranza: e da qui ombrelli, soli e ottagoni torneranno alla città non più come rifiuti ma come nuovi elementi estetici, per dare luce a una città sporca.
Chi ha paura della pioggia???
Mi sono sempre chiesto se la danza della pioggia serva per farla venire o per farla andare. Vi ricordate Woodstock? Tutti a gridare "no rain!" già immersi nel fango. Oggi la pioggia sembra l'unica speranza per diluire un po' delle schifezze che respiriamo. E quando arriva, tutti a comprare ombrellini che si romperanno subito, e che verranno abbandonati per strada. Nella mia pratica di biker sub-urbano rientra anche quella di raccogliere ciò che viene - volontariamente o meno - abbandonato non negli appositi contenitori, ma per via. Dai coprimozzo delle auto agli avanzi di ombrelli, non certo per conservare questi oggetti ma per restituirli alla città ricaricati di una valenza estetica che forse avevano, ma che sicuramente si era persa. L'ombrello è sicuramente portatore di una valenza estetica ma - strumento indispensabile ma non per questo sempre con noi - non sempre lascia, per l'urgenza della contingenza che ne richiede l'uso, facoltà di scelta. Le fantasie più disparate si alternano ai monocromi e alle scritte pubblicitarie: forse la modestia estetica è legata alla diffusa pratica - anche in ambienti insospettabili ritenuta lecita, parrebbe - di impossessarsi di ombrelli altrui essendone privi in caso di necessità, ma addirittura di scambiare il proprio. Un ombrello è rotondo: no. Un ombrello è ottagonale, eppure sembra proprio rotondo, rotondo come il sole, e se provate a liberarlo dalla struttura che gli permette di assolvere alla sua funzione principale ecco che il sole vi appare, anche se è di un brutto colore. Provate ad appenderlo alle pareti di casa. E se ne appendete tanti ecco apparire tanti soli, che si scateneranno in una lenta, poi sempre più veloce danza. Una danza della pioggia, contro o a favore, non importa. Nell'ideogramma della parola ombrello il segno superiore è quello di un tetto, sotto cui due omini che sembrano proprio danzare anche se più bello è l'ideogramma della pioggia (ume) con quattro goccioloni sotto il cielo. Dimenticavo, è l'ideogramma kasa che indica la parola ombrello, come kasa di tolleranza: e da qui ombrelli, soli e ottagoni torneranno alla città non più come rifiuti ma come nuovi elementi estetici, per dare luce a una città sporca.
Chi ha paura della pioggia???