Io vorrei sottolineare un’aspetto che mi preoccupava. L’organizzazione. Mi sono iscritto tra i primi tant’è che il mio nominativo figurava già nella prima lista pubblicata sul sito a metà marzo. Già in quell’occasione però notavo una certa impreparazione da parte dell’organizzazione. Una noncuranza nell’aggiornamento delle liste. Modulo d’iscrizione online piu’ volte modificato. Tale incertezza si è protratta sino alla settimana scorsa quando ci è stato chiesto di fornire ulteriori dati quali team di appartenenza, numero di tessera etc… (dati da me già abbondantemente forniti sin dal momento dell’iscrizione). La mia sensazione d’incertezza è perdurata dal giorno del mio arrivo in Alta Badia martedì mattina sino a Giovedì quando ho provato per l’ultimo giorno il percorso a pezzi. Ebbene zero indicazioni o poco piu’. Sul Gardena manco una fettuccia, sul Pralongià neanche, sul Pordoi nemmeno. La salita al Sella l’ho fatta su asfalto per evitare di perdermi o scendere a Canzei senza accorgermi. Ho continuato a dubitare che questa edizione zero si rivelasse un fiasco colossale. Sino a Giovedi’. D’incanto ogni dubbio come una magia è stato fugato di colpo. Venerdi’ mattina al mio risveglio la mulattiera sotto Colfosco era tutta fettucciata, il passo Gardena idem, a Corvara c’erano le indicazioni per la salita al rifugio Marmotta o al Pralongià. A Selva il pomeriggio alleggiava un clima sereno. Indicazioni ovunque. Distribuzione pettorali e pacco gara (con previsioni meteo e race info) in un clima sereno e tranquillo che metteva a suo agio anche chi come me era alla prima marathon in mtb. Sabato mattina il clima al mio arrivo 6,45 era surreale sembrava che nessuna gara stesse per cominciare. Ho incontrato un solo Biker che scendeva sulla salita della partenza. Era Peter Rungalldier. Pian piano la zona partenza si è popolata con un movimento silenzioso e ordinato, ogni cosa è comparsa al suo posto, griglie, transenne, indicazioni (esageratamente esplicite), e poi l’elicottero. Poi la partenza, i ristori, le segnalazioni dei punti pericolosi, i movieri, l’incitamento dei residenti e degli addetti all’organizzazione durante il percorso. L’arrivo, i nomi scanditi in una piazza che ribolliva di stanchezza e allo stesso tempo di entusiasmo. Lo stadio del ghiaccio a disposizione per le docce disponibili piu’ che sufficientemente, una stupenda sala che diffondeva relax per consumare una pasta giustamente abbondante e squisita. Partenza verso casa alle 15.00 esatte. Il viaggio di ritorno per il sella ed il Pordoi per scattare quelle foto che non sono riuscito a scattare durante la gara.
Ho fatto il percorso corto, la mia schiena mi avrebbe presentato il conto se avessi optato per gli 82 km. Era la mia prima marathon forse le altre sono organizzate meglio ma oggi non posso che sottolineare a mio modo di vedere la perfezione di un’organizzazione impeccabile che come un diesel ha scaldato i motori al momento giusto, regalandoci un’esperienza indimenticabile. Credo che ognuno di noi potrebbe scrivere un diario e leggendo i vostri post mi accorgo che questo desiderio è diffuso.
P.S. Forse il giorno della gara non si è notato ma vi garantisco che in diversi punti del single track del Pordoi è stata seminata perfino l’erba !!!