Salzkammergut mtb trophy 2012

anukke

Biker novus
1/2/08
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bientina(PI)
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Domani report su solobike, intanto se avete un po di tempo da perdere vi racconto un po’ la mia Salz...

Dopo il 2009 dove abbiamo preso la neve e il 2011 dove ho fatto il percorso B (e mi promisi di non tornarci mai più... :smile:), circa un mese fa ho proposto a mia morosa di andare a passare un weekend da qualche parte... scelta caduta su Bad Goisern unendo l'utile al dilettevole.

L'idea era di fare i 50 e rotti km (percorso D) così da vedere zone nuove rispetto al 2011, e impiegarci poco tempo (partenza h.11, fine h. 14) così non c'era tanto da aspettare...

Invece fatalità ho trovato probabilmente l'ultima (bellissima) stanza libera a Bad Goisern (per gli Sbubby... nello stesso albergo dell'anno scorso) e allora... già che c'ero... mi son buttato sul lunghissimissimo da 200km.

Come già scritto alla vigilia, non avevo nè le gambe nè la testa ne l'allenamento per finirla, ma mi accontentavo di fare tanti km, passare qualche cancello, vedere qualche posto diverso rispetto al 2011 e "vivere" e capire cosa significhi partire per fare i 200 e passa km. E, perchè no, tirare giù qualche riferimento sui tempi di percorrenza... che non si sa mai. ;-)

Sono andato su venerdi, pioggia ininterrotta da Udine a Bad Goisern. Alle 15 smette e poi rischiara, lasciando il posto verso sera anche al sole.

Nel pomeriggio classico giro per l'expo, solite public relation, caffè con amico sloveno, due chiacchiere con Tom - il boss di Sportograf - con cui finalmente riusciamo a conoscerci (molto modesto... faccio il lungo ma non sono allenato... vado piano... facciamo gara insieme... si si... c'ha messo 12h30m, 26° assoluto!!!:OOO:), capatina in sala stampa a salutare Caroline (Paride... ti saluta e ti aspetta l'anno prossimo;-)), ritiro numero, ecc....

Quest'anno novità per la 200: per ritirare il numero bisognava passare il bike check. In ogni caso ho fatto "lo gnorri" e sono andato ugualmente a prendere il numero... li mi hanno fatto firmare una autocertificazione in cui dicevo che la bici era ok, e che se volevo c'era il bike check disponibile... insomma una mezza farsa, penso fosse una trovata per far guadagnare soldi ai meccanici dell'expo.

Spaghettata da Pepone (non proprio il massimo come spaghetti... e si che è un ristorante italiano di italiani:nunsacci:), gelato dalla ragazza di vittorio veneto (pien di italiani!!!:smile:) e via verso l'albergo poi a nanna alle 22.


Ore 2.15 sono già sveglio, ore 3.50 sveglia. Buona e abbondante colazione in albergo (disponibilissima la signora che ha preparato tutto alle 4 del mattimo) in un clima surreale... silenzio, un po' buio, fuori le tenebre, a tavola insieme ad una decina di altri coraggiosi/folli.

Esco... fuori non fa freddissimo ma è bagnato, durante la notte ha piovuto. il cielo è coperto ma non si capisce se di nuvole minacciose o no... :nunsacci:

Carico la bici in auto e scendo in paese. Ore 4.50 sono in griglia. La piazza non è molto affollata ma c'è diversa gente. E' ancora buio e tutto il brulicare di bici e biker è illuminato dai lampioni e dalle fotoelettriche. Sul GPS vedo per la prima volta informazioni che non immaginavo mai di poter vedere... km all'arrivo, ora... da pazzi! :smile:

All'ora prestabilita si parte.... ed è pelle d'oca, pennotti. Tutta la gente è assiepata dopo la linea del via, per almeno 2-300m fino al ristorante da Pepone due ali di folla applaudono e incitano i biker. Sembra che tutto il paese sia li in strada.. alle 5 del mattino! Non mancano quelli con i campanacci che - sembra - siano in giro dalle 4 a far casino per svegliare tutto il paese.

Prima salita, stesse impressioni del 2011: crisi patocca. Ma chi me l'ha fatto fare... ma perchè non stato a letto... cheppalle... che gara di m... adesso mi giro e torno giù... fanc.lo anche la Salz.

Ma basta aver pazienza e distrarsi. Incontro Marco 44x11, poi un fiammingo che mi scambia per un suo connazionale vista la divisa Belga. Qualche battuta, due parole per farsi coraggio l'un l'altro.

Qundi inizia ad albeggiare, lo spettacolo sulla valle di Hallstatt è impressionante, bellissimo, romantico, incredibilmente affascinante. Poi si entra nel bosco e si cammina. Poco ma si cammina, tra rocce e fango per un bel po di tempo.

Tocca poi alla parte finale della salita, costantemente ripida. Smadonno e porcono ancora un po' finchè non si esce dal bosco, finchè il Salzkammergut non da il meglio di sè. Se uno non lo sa non lo vede, perchè è alle spalle, ma il colpo d'occhio sul ghiacciaio del Dachstein è eccezionale. A quest'ora del mattino ancor di più.

Poi discesa, facile e veloce, ma diversi crucchi sembrano parecchio impediti. Poi salita, pedalabile. Nel mezzo il primo ristoro, se magna. In cima all'Hutteneck Alm dei tizi elargiscono "SUPPA SUPPA" a destra e a manca. Poi si scende, facile all'inizio salvo il solito taglio del c@zzo da fare a piedi pur di non fare due tornanti, poi un po' più tecnico ma veloce dove si conferma il trend dei crucchi impediti. Si arriva con sentieri divertenti fino all'Ewige Wand, il passaggio tra tunnel e strampiombi simbolo della gara.

Poi ancora discesa, bella e scorrevole con diversi ST da guidare fino alla scalinata e al ponte di Weissenbach con Erwin Hayden che mi flasha onorandomi della sua attenzione. (vedi foto nei post precedenti).

Trasferimento, veloce ma non proprio così banale, fino a Bad Goisern concludendo il giro "corto". Ore 8.00, sosta pipì, spogliarello, cibo, ciucciotto, e si inizia di nuovo la prima salita.

Le gambe girano decisamente meglio e neanche mi accorgo di aver già raggiunto e superato il bivio tra primo e secondo giro. La salita è asfaltata e con pendenze molto facili, sempre pedalabile anche quando si trova lo sterrato.... basta solo non sbagliare i bivi come ho fatto insieme a un teutonico. Breve discesa tra fango e radici viscide e poi giù con più semplicità fino al ristoro. Magna&bevi e via verso l'ignoto, verso Altausee.

Si torna a salire, strada facendo si giunge con medie pendenze alle miniere del Salzwelten da dove un MURO fa tornare in mente brutti ricordi di un'altra miniera, quella di Hallstatt. Trovo pure Giacomo jack474 che queste strade le ha già pedalate e quindi qualche dritta utile ce l'ha... tipo le marmotte in gabbia e la discesa "dritto per dritto sulla pista da sci" da far accapponare la pelle. Che in realtà solo all'inizio sulla nera, poi continua meno ripida ma sempre tosta, tecnica, impegnativa, scassata, rovinata dall'acqua e con sassi messi li un po’ a casaccio. Non è lunghissima ma ci si perde un po' di tempo, quindi una larga sterrata si inoltra verso la bellissima valle del Rettenbach.

Pareti verticali di roccia, tunnel, canyon e cascate fanno da scenario a questa veloce e spettacolare discesa su una mulattiera che corre fianco a fianco del torrente, che se sbagli una curva ci finisci dentro. Usciti dalla forra la valle si apre conducendo all’ennesimo ristoro e poi al primo cancello delle ore 10.45. Sono le ore 10.00.

Si torna a salire, solo all’inizio in maniera ripida, su una sterrata senza tornanti che si addentra in una stretta e profonda valle il cui fondo non si riesce a scorgere… dovrebbe essere proprio qui che nel 2010 un biker precipitò giù morendo sul colpo. Con 70km nelle gambe la fatica si fa sentire: sono le 11.00, il cielo si fa più scuro e inizia ad essere pure freddino. Si ritorna sul percorso già fatto nel primo giro, si passa per il ristoro e poi giù per un’altra strada verso Bad Ischgl toppando alla grande l’imbocco del single track.

Un single track dove lo sconforto rischia di prendere il sopravvento: pochi bikers in giro, qualche soccorritore annoiato e una picchiata impervia, isolata, tecnica e sperduta di quelle da chiedersi “ma dove c@zzo sono finito?!?!?!?”: un sentiero stretto ed esposto sul baratro, opportunamente protetto da reti di sicurezza, scende a tratti tecnico tra cenge e gallerie, infilandosi poi nel bosco dove fango e rocce obbligano praticamente tutti a scendere di sella per un buon pezzo di strada. La Anthem 29er con le gomme “quellechecostanomeno” gonfiate “piùomenoaocchio” si dimostra eccezionale e infonde una sicurezza non da poco, q.b. da scendere senza mai mettere giù il piede. Verso la fine ampie sterrate portano verso Bad Ischgl dove vedo uno, bici in spalla, che sale tra le erbacce nel mezzo di un campo ripidissimo. Ma dove va quello la?!?!?

Dove va? Sul percorso, ovviamente… l’ennesima salita sulla carta è una successione di quattro denti: il primo tutto in single track, tutto ripidissimo, tutto viscido, tutto infangato, tutto o quasi a piedi. Da smadonnare alla grande.

Breve discesa e ristoro. Dove riparo alla svelta pure a una foratura.

Secondo dente… come il primo, ma asfaltato e più ripido. Ogni tanto si va su a piedi, o si cerca di farlo. Sul cemento bagnato le scarpe scivolano che è un piacere. Con un biker ci lanciamo uno sguardo, emblematico, e scoppiamo a ridere, una risata amara e sofferta, beffarda. Sconforto, ecco quello che si prova… Una salita eterna tra freddo, cielo plumbeo, km e km senza vedere anima viva (neanche ai bivi!), senza sapere dove si è né dove si sta andando, con la sola speranza che finisca presto. Con questi ritmi, le probabilità di finire fuori tempo massimo sono elevatissime: prima o dopo si va oltre le DEADLINES… e si muore. Dead Men Walking, nel vero senso della parola.

Il terzo dente però si rivela molto più semplice e le pendenze tornano umane. Si ritorna al ristoro, sempre lo stesso, per la terza volta. Intanto inizia a gocciolare, poi a piovigginare. L’ultimo dente è lo stesso fatto alle sette di mattina, fattibile anche se stanchi. Alla Hutteneckalm cade pioggia ghiacciata e fa un freddo becco, l’unico pensiero è scendere alla svelta. Un italiano sconosciuto mi riconosce e mi urla dietro qualcosa ma non ho capito né cosa né chi sia… forse era un miraggio della Salzkammergut.

La discesa è la stessa fatta a inizio gara, compreso l’inutile e fangoso taglio dei tornanti dove adesso, tra pioggia e passaggi, si fatica a scendere anche a piedi. Poi inizia il diluvio e l’acqua a secchiate. Le gambe tutto sommato girano ancora abbastanza bene ma la testa ormai è altrove: nelle vicinanze del secondo cancello (ore 13.45) la mando decisamente in vacca e penso solo a vestirmi, scaldarmi e arrivare sano e salvo a Bad Goisern. Il fango e la pioggia rendono inutilizzabili gli occhiali, e per uno che non ci vede non è una buona cosa. Ancora single track, ancora Ewige Wand, poi nebbia e nubi basse, ancora single track, ancora scalinata e ponte di Weissenbach, ancora trasferimento.

Al bivio per il giro dell’oca dell’ennesima salita (Chorinskyklause o qualcosa di simile) saluto la compagnia e tiro dritto verso Bad Goisern. Arrivo alla fine in scioltezza, bagnato e infreddolito, sporco di fango ed altro dalla testa ai piedi ma comunque soddisfatto.

L’esperienza è stata senza dubbio bellissima, sono arrivato stanco ma non finito e le gambe, considerato il poco allenamento, hanno retto decisamente oltre le aspettative per nove ore, 110 e rotti km con circa 3800m di dislivello. Sul B-Streck dell’anno scorso, con numeri simili, arrivai completamento distrutto e svogliato; quest’anno invece con il sorriso e un bel po’ di energie residue.

Non c’è altro, dopo c’è solo il lavaggio bici e la classica doccia fredda prima del trasferimento a Bad Aussee. L’indomani (domenica) il Salzkammergut non smentisce la sua fama di zona piovosa regalando pioggia ininterrotta fino alle 14. Poco male, almeno l’escursione nelle miniere di Altaussee era al coperto, e per la visita pomeridiana a Hallstatt (bellissima, ma quanti giapponesi…) il sole ha fatto cucù tra le nuvole.


In conclusione…

Finché non ha iniziato a piovere, secondo me le condizioni erano quasi ideali (anche per chi provava a finire il lungo): temperatura ottima, non caldo né freddo, q.b. per non dover vestirsi in discesa e non patire il caldo in salita. Le discese erano bagnate ma a parte qualche breve tratto non erano impossibili. Il peggio è arrivato con la pioggia: di colpo i sentieri sono diventati paludi e acquitrini, e in queste condizioni in discesa si rischia di impiegarci il doppio.

La Salz si conferma comunque un evento a tutto tondo per tutti i gusti, con una varietà di percorsi per professionisti, amatori, fenomeni, ciclisti della domenica, escursionisti, cicloombre, principianti, sfigatelli. Confermo la tristezza e l’isolamento delle zone li attorno (eccetto Hallstatt, caput mundi) che contribuisce a dare al percorso un che di “selvaggio” e sperduto.

Non è una gara di MTB, ma una festa per tutti, famiglie, giovani, gruppi di amici, bambini, anziani… tutti insieme appassionatamente.
Per fare un confronto con il top in Italia, la DSB: salite simili ma un po’ più corte, molte discese facili ma altre decisamente più tecniche e impegnative. Costo forse un po’ più basso. Clima/atmosfera: più internazionale, più amichevole, meno agonistico.
Nel complesso, rispetto anche ad altri eventi italiani, tutto sembra più spontaneo e decisamente meno “costruito”.

Se dovete andarci, il mio consiglio sulle priorità del percorso da scegliere:
-A/200km, anche senza allenamento, anche improvvisando, senza alcuna velleità, poi dove arrivate arrivate. Tanto non avete nulla da perdere.
-D/55km, secondo me è più bello del B, anche dal punto di vista tecnico.
-B/120, se si pensa che andar fin là per far meno km magari non vale la pena… però secondo non è il top, né come percorso, né come panorami, né come salite (durissime e parecchio anonime). Il finale poi è odioso, saliscendi inutili e insopportabili fino alla fine.
-C/70km, non ha tanto senso, piuttosto scegliete il D.
-D/E: se magari andate a accompagnare qualcuno, consigliato anche per principianti e inesperti. Pieno di giovani, di ragazze, e con ogni tipo di bici (grazielle, supermercato, ecc…). Si respira il vero spirito di avventura, sport e divertimento.

La Salz ha un indiscutibile fascino che vuoi o non vuoi ti va venire voglia di tornare: Achille ha ragione… la Salz si può amare o si può odiare, ma ha un fascino tale che viene la tentazione di tornarci a prescindere.

In ogni caso, qui lo dico e qui lo nego, io la Salz la ODIO e non ci metterò più piede. GIURO!!!! :mrgreen:
 

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