Premessa:
questa foto fu scattata dal sottoscritto quasi un anno fa. Quelli che vedete lassù sono Vence e Geppo le cui
ruote ciccione percorrono la cresta del Pellecchia.
Diamo a Vence quel che è di Vence: fu lui a farmi scoprire questo giro che fin da subito mi ha fulminato. E' duro, faticoso, in salita poco pedalabile, ma emozionante come pochissimi. Mi rimase nel cuore e infatti ci tornai sia a piedi, sia in bici per i fatti miei.
Grazie Vence
Veniamo ad oggi o meglio iniziamo da ieri.
Quando ho deciso di fare il Pellecchia temevo di rimanere praticamente solo. Invece gioivo nel vedere che si univano tanti grandi pedalatori e gli Scatenati rispondevano alla grande.
Dico subito una cosa in sardo: per fare questo giro ci vogliono due pattagarri grandi come una sarasella
Peccato che la giornata è nuvolosa e di tanto in tanto scende la pioggia.
Partiamo puntuali da Stazzano ed arriviamo precisi all'appuntamento con il secondo gruppo a Monteflavio. Qualche chilometro ancora di salita ed entriamo in pineta. Da qui inizia il vero giro. Costeggiamo la sponda del Pellecchia fino alla sua estremità e da qui saliamo. Si comincia a pedalare meno fino alle falde del Pizzo Pellecchia quando.......non si pedala più: si spinge e basta. Vedo negli occhi dei miei compagni di viaggio l'odio
. Se avessi potuto leggere nei pensieri di qualcuno di sicuro c'erano parole tipo "ma vaffa.. tu e quello stronzo che dalla Sardegna ti ha trasferito a Roma
.
La salita è durissima e la pioggia ci incalza ma con mille fatiche arriviamo al Pizzo, alla base della prima croce. Qualcuno guarda avanti e chiede "e mo' che minchia ci riservi?". Rispondo "ovviamente salita "
.
Cominciamo a pedalare lungo la cresta. La parte iniziale ci costringe a scendere spesso, ma poi diventa molto più agevole ed io comincio a sentirmi davvero felice. Arriviamo alla seconda croce: la cima Pellecchia è nostra e da qui comincia la parte divertente: la discesa.
Cappero quanto è gajarda con le sue pietre, le radici, i tornanti stretti ed i gradoni.
Arriviamo alla Casa del Pastore. Il gruppo si ricompatta e si riprende la pedalata fino al bivio che porta verso la via della neve. Altra discesa tecnica, altra goduria generale.
Siamo arrivati a Monteflavio. Chi è partito da qui ci saluta. Noi proseguiamo verso Stazzano. Arriviamo stanchi, ci mangiamo un mega panino e ci salutiamo con il sorriso di chi sa di aver fatto una cosa grande.
Forse mi avete odiato, magari affanculato, ma secondo me la prossima volta che proporrò questo giro, sarete di nuovo pronti a morire.
Siete immensi
Le mie foto
Per i video aspettate: sono bellissimi.