rockarolla
Biker urlandum
- 28/2/12
- 507
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- Bike
- Singular Swift dropbar 29er, OnOne Inbred 29" 120mm, Simoncini Oh!SweetNuthin' allrounder, Bianchi Nth dropbar citybike
Nulla di personale, prendo ad esempio le racing zero disc solo per chiarire quanto avevo espresso qualche post addietro riguardo la mia preferenza per ruote assemblate anziché prefabbricate:
PESO
Fulcrum 1590g
Le mie assemblate, wtb frequency i19/Xt/dt revolution/nippli ottone 1670g
RAGGIATURA
Fulcrum 21raggi in al ant e post, schema 2:1
Assemblate 32raggi in acciaio sfinati ant e post, in 3a
MOZZI
Fulcrum in carbonio cuscinetti ceramici etc, peso ignoto ma molto basso
Assemblate Xt ant e post, pesantucci (165+335g+adattatori cl)
PREZZO
Fulcrum 1189 di listino
Assemblate non ricordo esattamente ma meno di 250; con prezzi di listino poco più di 300
Ovviamente ci sono molte altre caratteristiche oltre a quelle che ho confrontato, come copiosamente elencato nella pioggia di sigle sul sito Fulcrum, che donano alle Racing Zero il feeling e l'immagine evidentemente riusciti che ne han finora decretato (almeno nella versione rimbrake) il successo commerciale. E ammetto che il confronto non è del tutto equo, visto che sto confrontando delle 700c con delle 650b. Tuttavia, le stesse assemblate in versione 700c peserebbero poche decine di grammi in più, e aumentando un po' la spesa (400/500€) si possono ottenere delle 700c sempre 32 raggi più leggere delle Fulcrum senza comprometterne solidità e affidabilità.
Ad ogni modo da quei pochi dati si evincono molte informazioni interessanti: tanto per iniziare la distribuzione dei pesi, chiaramente spostata verso il cerchio nelle Fulcrum perché a dispetto delle belle parole sulla fresatura tra raggio e raggio la matematica é matematica (mozzi molto più leggeri e raggiatura ridotta e in alluminio a fronte di una differenza di peso di appena 80g). Poi una maggior rigidezza verticale, per via dei cerchi più massicci (d'altronde necessari se si riduce il numero dei raggi), dei raggi oversize in alluminio e di questioni di marketing. Inoltre una maggior difficoltà di riparazione, impossibile sul campo e più lunga, costosa e difficoltosa anche in negozio per via di componenti proprietari dal primo all'ultimo che richiedono raggi e nippli speciali da ordinare appositamente, tiraraggi dedicato, magnete e tanta pazienza (con una assemblata basta un raggio della giusta lunghezza e un comune tiraraggi). Senza contare che se si rompe un raggio su 21, magari dal lato dove sono in 7, sarà praticamente impossibile fare un intervento d'emergenza che consenta di tornare a casa con la ruota abbastanza dritta da poter essere pedalata.
All'atto pratico, le Fulcrum saranno (apparentemente) più scattanti, per via della maggior rigidezza verticale che trasmette sensazioni più nette ma che poco hanno a che vedere con la reale accelerazione, ma anche decisamente più scomode. Se si affronta una lunga salita a ritmo costante, il maggior peso periferico determinerà un comportamento dinamico simile a quello di una ruota più pesante; la prontezza dovuta alla rigidezza maschererá in parte la cosa, ma alla fine della salita avranno comunque richiesto maggior potenza per salire allo stesso passo di una ruota dotata di cerchi più leggeri (purché, ovvio, questa sia ben costruita e lateralmente e torsionalmente rigida a sufficienza...ovvero che non sia proprio uno spaghetto scotto che neanche a farlo apposta...). Inoltre, per quanto ben ingegnerizzate e costruite, nel lungo periodo saranno sempre meno robuste di una ruota con più raggi, che ha per forza una più omogenea distribuzione degli stress in quanto la minor distanza tra un raggio l'altro riduce il carico strutturale che il cerchio deve supportare (il punto di forza delle strutture pretensionate è proprio che la tensione di partenza dei componenti pretensionati permette di assorbire i carichi anziché farli sostenere all'intera struttura); il cerchio più massiccio può ridurre questo problema, ma non eliminarlo. In compenso ne porta altri...
In fin dei conti, non c'è alcun motivo per cercare la leggerezza riducendo il numero dei raggi, soprattutto con cerchi a basso profilo dove l'aerodinamica non è un aspetto importante. Si otterranno solo ruote con maggior massa periferica, minor compliance verticale, riparabilitá difficoltosa, minor robustezza e prezzo -molto- più alto. La sensazione granitica data dalla rigidezza indiscriminata (anziché mirata: la rigidezza e le conseguenti vibrazioni vengono spesso scambiate per performance e velocità in ambito ciclistico proprio perché sia la rigidezza che la velocità comportano un aumento della frequenza delle vibrazioni) abbinata ad un peso tutto sommato contenuto -nonché l'estetica accattivante- trae facilmente in inganno, ma i dati sono difficili da confutare. Purtroppo nessuno dei produttori di prefabbricate (ad eccezione guarda caso di E*13, DtSwiss e i pochi altri che vendono ruote complete costruite con componenti standard che sono marginali variazioni sul tema delle classiche assemblate) pubblica i pesi dei cerchi, né in generale dei vari componenti dei propri wheelsets. Due rapidi conti suggeriscono per queste Fulcrum da 1198€ un peso del cerchio tra i 450 e i 500g (forse)...non poco direi. I miei Wtb stanno a 415g (650b), i DT xr331 sui 380g (700c), gli Ztr Crest sui 365g (700c)...assemblati con 28 o 32 raggi sfinati in acciaio (molto più sottili ed elastici così da consentire un certo assorbimento verticale ma triangolati a garanzia di rigidezza laterale e torsionale) quali saranno più godibili da portare su per una lunga salita? O più comode per passare lunghe giornate tra i monti?
La classica obiezione e ritornello pubblicitario è che le prefabbricate lavorano meglio perché sono pensate per funzionare come un sistema unico e non come un insieme di componenti generici assemblati insieme. Ma anche le assemblate sono un sistema...! Un sistema pensato e ottimizzato in decenni di sviluppo, costantemente aggiornato con le più moderne tecnologie nell'ambito dei materiali e dei processi produttivi né più né meno delle prefabbricate; è l'ampia affermazione dovuta all'efficienza del concetto di base ad aver consentito la standardizzazione dei componenti e la conseguente possibilità di calibrare il risultato in base alle estremamente variabili esigenze di ogni individuo, ogni mezzo e ogni disciplina senza intaccare l'organicitá del sistema nel suo complesso
PESO
Fulcrum 1590g
Le mie assemblate, wtb frequency i19/Xt/dt revolution/nippli ottone 1670g
RAGGIATURA
Fulcrum 21raggi in al ant e post, schema 2:1
Assemblate 32raggi in acciaio sfinati ant e post, in 3a
MOZZI
Fulcrum in carbonio cuscinetti ceramici etc, peso ignoto ma molto basso
Assemblate Xt ant e post, pesantucci (165+335g+adattatori cl)
PREZZO
Fulcrum 1189 di listino
Assemblate non ricordo esattamente ma meno di 250; con prezzi di listino poco più di 300
Ovviamente ci sono molte altre caratteristiche oltre a quelle che ho confrontato, come copiosamente elencato nella pioggia di sigle sul sito Fulcrum, che donano alle Racing Zero il feeling e l'immagine evidentemente riusciti che ne han finora decretato (almeno nella versione rimbrake) il successo commerciale. E ammetto che il confronto non è del tutto equo, visto che sto confrontando delle 700c con delle 650b. Tuttavia, le stesse assemblate in versione 700c peserebbero poche decine di grammi in più, e aumentando un po' la spesa (400/500€) si possono ottenere delle 700c sempre 32 raggi più leggere delle Fulcrum senza comprometterne solidità e affidabilità.
Ad ogni modo da quei pochi dati si evincono molte informazioni interessanti: tanto per iniziare la distribuzione dei pesi, chiaramente spostata verso il cerchio nelle Fulcrum perché a dispetto delle belle parole sulla fresatura tra raggio e raggio la matematica é matematica (mozzi molto più leggeri e raggiatura ridotta e in alluminio a fronte di una differenza di peso di appena 80g). Poi una maggior rigidezza verticale, per via dei cerchi più massicci (d'altronde necessari se si riduce il numero dei raggi), dei raggi oversize in alluminio e di questioni di marketing. Inoltre una maggior difficoltà di riparazione, impossibile sul campo e più lunga, costosa e difficoltosa anche in negozio per via di componenti proprietari dal primo all'ultimo che richiedono raggi e nippli speciali da ordinare appositamente, tiraraggi dedicato, magnete e tanta pazienza (con una assemblata basta un raggio della giusta lunghezza e un comune tiraraggi). Senza contare che se si rompe un raggio su 21, magari dal lato dove sono in 7, sarà praticamente impossibile fare un intervento d'emergenza che consenta di tornare a casa con la ruota abbastanza dritta da poter essere pedalata.
All'atto pratico, le Fulcrum saranno (apparentemente) più scattanti, per via della maggior rigidezza verticale che trasmette sensazioni più nette ma che poco hanno a che vedere con la reale accelerazione, ma anche decisamente più scomode. Se si affronta una lunga salita a ritmo costante, il maggior peso periferico determinerà un comportamento dinamico simile a quello di una ruota più pesante; la prontezza dovuta alla rigidezza maschererá in parte la cosa, ma alla fine della salita avranno comunque richiesto maggior potenza per salire allo stesso passo di una ruota dotata di cerchi più leggeri (purché, ovvio, questa sia ben costruita e lateralmente e torsionalmente rigida a sufficienza...ovvero che non sia proprio uno spaghetto scotto che neanche a farlo apposta...). Inoltre, per quanto ben ingegnerizzate e costruite, nel lungo periodo saranno sempre meno robuste di una ruota con più raggi, che ha per forza una più omogenea distribuzione degli stress in quanto la minor distanza tra un raggio l'altro riduce il carico strutturale che il cerchio deve supportare (il punto di forza delle strutture pretensionate è proprio che la tensione di partenza dei componenti pretensionati permette di assorbire i carichi anziché farli sostenere all'intera struttura); il cerchio più massiccio può ridurre questo problema, ma non eliminarlo. In compenso ne porta altri...
In fin dei conti, non c'è alcun motivo per cercare la leggerezza riducendo il numero dei raggi, soprattutto con cerchi a basso profilo dove l'aerodinamica non è un aspetto importante. Si otterranno solo ruote con maggior massa periferica, minor compliance verticale, riparabilitá difficoltosa, minor robustezza e prezzo -molto- più alto. La sensazione granitica data dalla rigidezza indiscriminata (anziché mirata: la rigidezza e le conseguenti vibrazioni vengono spesso scambiate per performance e velocità in ambito ciclistico proprio perché sia la rigidezza che la velocità comportano un aumento della frequenza delle vibrazioni) abbinata ad un peso tutto sommato contenuto -nonché l'estetica accattivante- trae facilmente in inganno, ma i dati sono difficili da confutare. Purtroppo nessuno dei produttori di prefabbricate (ad eccezione guarda caso di E*13, DtSwiss e i pochi altri che vendono ruote complete costruite con componenti standard che sono marginali variazioni sul tema delle classiche assemblate) pubblica i pesi dei cerchi, né in generale dei vari componenti dei propri wheelsets. Due rapidi conti suggeriscono per queste Fulcrum da 1198€ un peso del cerchio tra i 450 e i 500g (forse)...non poco direi. I miei Wtb stanno a 415g (650b), i DT xr331 sui 380g (700c), gli Ztr Crest sui 365g (700c)...assemblati con 28 o 32 raggi sfinati in acciaio (molto più sottili ed elastici così da consentire un certo assorbimento verticale ma triangolati a garanzia di rigidezza laterale e torsionale) quali saranno più godibili da portare su per una lunga salita? O più comode per passare lunghe giornate tra i monti?
La classica obiezione e ritornello pubblicitario è che le prefabbricate lavorano meglio perché sono pensate per funzionare come un sistema unico e non come un insieme di componenti generici assemblati insieme. Ma anche le assemblate sono un sistema...! Un sistema pensato e ottimizzato in decenni di sviluppo, costantemente aggiornato con le più moderne tecnologie nell'ambito dei materiali e dei processi produttivi né più né meno delle prefabbricate; è l'ampia affermazione dovuta all'efficienza del concetto di base ad aver consentito la standardizzazione dei componenti e la conseguente possibilità di calibrare il risultato in base alle estremamente variabili esigenze di ogni individuo, ogni mezzo e ogni disciplina senza intaccare l'organicitá del sistema nel suo complesso