Ieri giro del cusna. Passo una settimana a studiare il percorso coadiuvato dal disponibilissimo
@Moebius, segno tutto: fontane, ripari, ristori, altimetrie, pendenze... Tutto. Alle 9 siamo a ligonchio. Forse è un po' tardi per due principianti allo sbaraglio, ma tanto io ho calcolato tutto nei minimi dettagli e nulla può andare storto.
Partiamo. Affrontiamo salite del 15/17% ma sapevamo che sarebbe stata dura quindi si sopporta. Arrivati a presa alta tiro fuori il cellulare per dare un occhio per sicurezza. Avevamo cominciato il giro al contrario!!! L'orologio segnava le 10:40. A quel punto le opzioni erano due: rinunciare al giro prestabilito e farne un altro, ma nessuno dei due era esperto e avremmo rischiato di fare un giro orribile e faticosissimo, oppure, tornare indietro (tanto era tutta discesa) e ricominciare perdendo tutto il dislivello faticosamente guadagnato. Optiamo per la seconda. Lo so, è follia.
Torniamo verso montecagno. Ormai sono le 11. Affrontiamo il primo, disumano tratto in salita. Il mio socio inizia ad accusare crampi, io ero talmente imbottito di gel e
integratori che quasi non sento fatica. Preparavamo il giro da una settimana, che avremmo dovuto fare? Tornare a reggio? Si continua!
Guadagnamo la cima, facciamo una discesa bellissima e ci troviamo a rescadore. Pregustandoci un bel piatto di polenta e cinghiale in umido entriamo. Era il giorno della festa della patata! Tutti a base di patate. Vabbè, l'importante è mettere qualcosa nello stomaco.
Alle 15 usciamo dal rifugio. Il tempo è passato da cielo terso e sole spacca pietre a nuvolo, nero e minaccioso. Siamo nemmeno a metà, si prosegue.
Ci trasciniamo oltre pianvallese, nella discesa successiva io spacco il forcellino. È l'inizio della fine. L'auto è esattamente dalla parte opposta. Cerchiamo di non farci prendere dal panico. Il mio amico ha i crampi e si deve fermare ogni 10 metri, io non posso andare. Fermiamo un biker, gli chiediamo se lui avesse consigli da darci ma ogni cosa sembrava una pazzia. Il tempo iniziava a imbrunire, saliva su la nebbia e la temperatura era a 8 gradi. Per fortuna poi il biker ci dice che se gli davamo il tempo di finire il giro ci passava a prendere a civago, tanto da dove eravamo era tutta discesa ed entrambi avremmo potuto farla. Arrivati a civago entriamo in un bar a scaldarci pregando che il tipo non ci avesse preso in giro. Dopo un'ora e quaranta iniziamo a cagarci sotto, ma poi per fortuna arriva. Non poteva caricare anche le nostre bici e quindi ci porta a logonchio (43 km e un'ora d'auto). Gli offriamo denaro per il disturbo ma lui rifiuta. Ci salutiamo e ci avviamo nuovamente verso civago dove avevamo lasciato le bici legate al bar. Lungo la strada rivediamo il nostro soccorritore che salva un corridore che correva al buio per le strade. Ci fermiamo, chiediamo se hanno bisogno, facciamo una battuta e andiamo via. (quell'uomo è un santo).
Un'altra ora d'auto e siamo ancora a civago carichiamo le bici e inizia a piovere, con temperature intorno ai 5 gradi. Al bar sentiamo che i pompieri stavano cercando un disperso nel bosco e pensiamo che ci è andata bene perché potevamo essere noi.
Finalmente alle 11 siamo a casa con l'amarezza di non aver concluso il giro che, siamo sicuri, avremmo potuto finire. Forse.
Però, che bello lo stesso!
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