Punt Reggio Emilia - 2

Boro

Biker meravigliosus
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vorrei vederli, i vip attempati di beverly hills, a fare il sentiero del lupo in salita
:roll:

Bisogna sempre pensare che il problema del viavai non sono solo le biciclette...pensa se cominciano coi cavalli...
Cmq se te li trovi nel budello della tana della mussina li puoi trovare ovunque.
Hanno messo fin i cartelli, "attenzione pedoni".
Non hanno tutti il pannolone, molti sono arzilli. E molesti.:mrgreen:
 

Chinaski033

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Il mio pochi intimi non voleva essere un discorso del tipo l'ho tracciato io e lo uso solo io, tanto è vero che la seconda volta che l'ho percorso ci ha accompagnato un ragazzo che lo ha tracciato e pulito e ci ha detto di non pubblicizzarlo più di tanto sempre per il discorso abusivita', e da li ho smesso di rendere pubbliche le registrazioni che faccio, le riutilizzo giusto per non rischiare di sbagliare strada o perdermi, anche perché magari ci passo una volta in compagnia con chi conosce il percorso e poi ci torno da solo dopo un mese o due, cmq chiedo scusa per aver chiesto come arrivare al sentiero, non avevo pensato alle conseguenze

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Crocefisso in sala mensa!

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haivolutolabicicletta

Biker popularis
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bike tetesca!
Il discorso pochi intimi per me ha poco senso. Una volta che si traccia un percorso, lecitamente o meno, questo diventa fruibile, non si possono rivendicare diritti su cose che non sono nostre anche se ci si e' lavorato con impegno. Il punto e' farne un uso ragionato e cercare di sensibilizzare i frequentatori. Ogni percorso per vivere ha bisogno di un minimo utenza, che non solo lo percorra ma che alla bisogna ci metta mano, anche solo per togliere un tronco o un ramo di rovo. Noi siamo nella condizione che i sentieri o sono consumati dai passaggi, o non si passa piu' per abbandono. Tutti si concentrano come pecore, gli stessi giorni, gli stessi orari, gli stessi posti, il fenomeno e' amplificato evidentemente dai social ma e' gia' insito nel normale passaparola dell'utenza.
Ma questa utenza deve anche porsi il problema di che tipo di carico puo' tollerare il tracciato. Piu' il tracciato e' abusivo, piu' va percorso in punta di piedi, saltuariamente, silenziosamente, in gruppi ristretti, senza sostare, con rispetto, lasciando tracce minime e soprattutto evitando orari e periodi dove la presenza e' piu' facile sia notata e sia sgradita e al minimo segno che vi sia attivita' stare fuori e non farsi vedere rinunciando alla discesa, senza come fanno alcuni fregarsene bellamente perche' tanto io pago le tasse e il weekend ho diritto di girare dove mi pare.
Quindi se ad es. giro in una riserva di caccia evitero' i periodi previsti dal calendario venatorio, o se vado in un castagneto magari non ci andro' proprio ad ottobre quando fanno la raccolta, al parco di Roncolo non la domenica pomeriggio passando in mezzo a quelli che prendono il sole, ecc., ecc.
Usare il cervello, rispetto, educazione. Poi e' ovvio che non ci si puo' prendere sempre ma ragionarci aiuta.
Ma la cosa peggiore che puo' capitare e' se il percorso richiama i pedoni coi bastoncini che abitano in villa e fanno la passeggiata salutare per smaltire il grasso e stare nella "natura". Con quelli salta ogni cosa, viene su un viavai incontrollabile, sono un gregge infinito e pericolosissimo. Una volta che sdoganano un percorso vi si riversano in massa non lo mollano piu' come il cane con l'osso. A quel punto non c'e' diga che tenga.
Tutto giusto quello che dici, occorre che ci sia questa sensibilità da parte di tutti ed occorre che chi non ha conoscenza del territorio sappia come fruirne.

La "popolazione" di biker è in aumento (così come la loro pressione sul territorio) e la gran parte vuole esplorare, conoscere e provare tutti i percorsi che ci sono.
Credo che ci siamo passati tutti: fatto un sentiero non vedi l'ora di rifarlo e al tempo stesso scoprirne di nuovi.
Nuovi biker passano da gruppi organizzati i quali possono educare e sensibilizzare, ma altrettanti sono "lupi solitari" che si muovono in base alla loro educazione e sensibilità.

Una cosa che si può fare qui, oltre a condividere le informazioni riguardo tracce e sentieri, é far sapere come é fatto il territorio e quali sono i suoi vincoli e limitazioni.
Un'altra cosa buona é quella di far capire che, se un sentiero è bello pulito, è perché qualcuno L'HA pulito! ed é sufficiente portarsi dietro un paio di forbici e dedicarci un po' di tempo.

Tutto sta evolvendo, ormai la fase dei primi pionieri è finita, ora arriva la massa con tutte le conseguenze del caso.

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Boro

Biker meravigliosus
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Vabbe', roba tecnica, canali fondi, pietracce, buio, peggio del peggio,sarai rimasto senza braccia. Io manco lo farei a piedi un cesso di sentiero del genere.:smile: Fa schifo pure fatto in moto!
 

Chinaski033

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Grazie per la fiducia ma non sono tutto sto fenomeno purtroppo!...anzi:scassat:
Ieri:
Beh dai, allora non sono andato così male. L'andatura è più o meno simile e anche io sono finito nelle sterpaglie. Unica differenza, che io sono partito a bomba e sono caduto nel primo ripidone. Dopo ho rallentato [emoji23]

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Chinaski033

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Ieri giro del cusna. Passo una settimana a studiare il percorso coadiuvato dal disponibilissimo @Moebius, segno tutto: fontane, ripari, ristori, altimetrie, pendenze... Tutto. Alle 9 siamo a ligonchio. Forse è un po' tardi per due principianti allo sbaraglio, ma tanto io ho calcolato tutto nei minimi dettagli e nulla può andare storto.
Partiamo. Affrontiamo salite del 15/17% ma sapevamo che sarebbe stata dura quindi si sopporta. Arrivati a presa alta tiro fuori il cellulare per dare un occhio per sicurezza. Avevamo cominciato il giro al contrario!!! L'orologio segnava le 10:40. A quel punto le opzioni erano due: rinunciare al giro prestabilito e farne un altro, ma nessuno dei due era esperto e avremmo rischiato di fare un giro orribile e faticosissimo, oppure, tornare indietro (tanto era tutta discesa) e ricominciare perdendo tutto il dislivello faticosamente guadagnato. Optiamo per la seconda. Lo so, è follia.
Torniamo verso montecagno. Ormai sono le 11. Affrontiamo il primo, disumano tratto in salita. Il mio socio inizia ad accusare crampi, io ero talmente imbottito di gel e integratori che quasi non sento fatica. Preparavamo il giro da una settimana, che avremmo dovuto fare? Tornare a reggio? Si continua!
Guadagnamo la cima, facciamo una discesa bellissima e ci troviamo a rescadore. Pregustandoci un bel piatto di polenta e cinghiale in umido entriamo. Era il giorno della festa della patata! Tutti a base di patate. Vabbè, l'importante è mettere qualcosa nello stomaco.
Alle 15 usciamo dal rifugio. Il tempo è passato da cielo terso e sole spacca pietre a nuvolo, nero e minaccioso. Siamo nemmeno a metà, si prosegue.
Ci trasciniamo oltre pianvallese, nella discesa successiva io spacco il forcellino. È l'inizio della fine. L'auto è esattamente dalla parte opposta. Cerchiamo di non farci prendere dal panico. Il mio amico ha i crampi e si deve fermare ogni 10 metri, io non posso andare. Fermiamo un biker, gli chiediamo se lui avesse consigli da darci ma ogni cosa sembrava una pazzia. Il tempo iniziava a imbrunire, saliva su la nebbia e la temperatura era a 8 gradi. Per fortuna poi il biker ci dice che se gli davamo il tempo di finire il giro ci passava a prendere a civago, tanto da dove eravamo era tutta discesa ed entrambi avremmo potuto farla. Arrivati a civago entriamo in un bar a scaldarci pregando che il tipo non ci avesse preso in giro. Dopo un'ora e quaranta iniziamo a cagarci sotto, ma poi per fortuna arriva. Non poteva caricare anche le nostre bici e quindi ci porta a logonchio (43 km e un'ora d'auto). Gli offriamo denaro per il disturbo ma lui rifiuta. Ci salutiamo e ci avviamo nuovamente verso civago dove avevamo lasciato le bici legate al bar. Lungo la strada rivediamo il nostro soccorritore che salva un corridore che correva al buio per le strade. Ci fermiamo, chiediamo se hanno bisogno, facciamo una battuta e andiamo via. (quell'uomo è un santo).
Un'altra ora d'auto e siamo ancora a civago carichiamo le bici e inizia a piovere, con temperature intorno ai 5 gradi. Al bar sentiamo che i pompieri stavano cercando un disperso nel bosco e pensiamo che ci è andata bene perché potevamo essere noi.
Finalmente alle 11 siamo a casa con l'amarezza di non aver concluso il giro che, siamo sicuri, avremmo potuto finire. Forse.
Però, che bello lo stesso!
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Chinaski033

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ah, pensavo fosse pieno di gnocca...

comunque, dopo una settimana passata a studiare il percorso fai il giro al contrario?
a scuola come andavi?
:roll:
Mi sono fidato del mio amico che mi ha detto "sicuramente si va di là" e non ho guardato subito la mappa. Andare dall'altra parte significava tornare in giù e sembrava inverosimile anche a me. In più ero assonnato. [emoji23]

Ma ora la mia domanda è : davvero devo spendere 30 euro per un c@@@o di forcellino??? Dove si trovano di economici?

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Boro

Biker meravigliosus
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In alta montagna non si scherza, ocio.
In sta stagione il tempo puo' cambiare in un nanosecondo, puo' arrivare la tormenta di neve o la nebbia e rimani nella cacca. Anni fa una coppia che era andata in gita al Battisti e' morta congelata nella neve perche' invece di scendere subito la mattina ha cazzeggiato in quota rimanendo sorpresa dal maltempo. Per non citarne altri.
 
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Chinaski033

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In alta montagna non si scherza, ocio.
In sta stagione il tempo puo' cambiare in un nanosecondo, puo' arrivare la tormenta di neve o la nebbia e rimani nella cacca. Anni fa una coppia che era andata in gita al Battisti e' morta congelata nella neve perche' invece di scendere subito la mattina ha cazzeggiato in quota rimanendo sorpresa dal maltempo. Per non citarne altri.
Si, ora l'ho imparato. Per fortuna è finito tutto nel migliore dei modi e, per quanto sia svampito, non riaccadrà più.

Davide tu per caso sapresti consigliarmi dove trovare un forcellino a poco?
Su probike costa circa 25 più spedizione. Volevo prenderne due per tenerne uno di scorta ma 50 euro di forcellini mi sembrano eccessivi...

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haivolutolabicicletta

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Partiamo. Affrontiamo salite del 15/17% ma sapevamo che sarebbe stata dura quindi si sopporta. Arrivati a presa alta tiro fuori il cellulare per dare un occhio per sicurezza. Avevamo cominciato il giro al contrario!!! L'orologio segnava le 10:40. A quel punto le opzioni erano due: rinunciare al giro prestabilito e farne un altro, ma nessuno dei due era esperto e avremmo rischiato di fare un giro orribile e faticosissimo, oppure, tornare indietro (tanto era tutta discesa) e ricominciare perdendo tutto il dislivello faticosamente guadagnato. Optiamo per la seconda. Lo so, è follia.
Torniamo verso montecagno. Ormai sono le 11. Affrontiamo il primo, disumano tratto in salita. Il mio socio inizia ad accusare crampi, io ero talmente imbottito di gel e integratori che quasi non sento fatica. Preparavamo il giro da una settimana, che avremmo dovuto fare? Tornare a reggio? Si continua!
Guadagnamo la cima, facciamo una discesa bellissima e ci troviamo a rescadore. Pregustandoci un bel piatto di polenta e cinghiale in umido entriamo. Era il giorno della festa della patata! Tutti a base di patate. Vabbè, l'importante è mettere qualcosa nello stomaco.
Alle 15 usciamo dal rifugio. Il tempo è passato da cielo terso e sole spacca pietre a nuvolo, nero e minaccioso. Siamo nemmeno a metà, si prosegue.
Ci trasciniamo oltre pianvallese, nella discesa successiva io spacco il forcellino. È l'inizio della fine. L'auto è esattamente dalla parte opposta. Cerchiamo di non farci prendere dal panico. Il mio amico ha i crampi e si deve fermare ogni 10 metri, io non posso andare. Fermiamo un biker, gli chiediamo se lui avesse consigli da darci ma ogni cosa sembrava una pazzia. Il tempo iniziava a imbrunire, saliva su la nebbia e la temperatura era a 8 gradi. Per fortuna poi il biker ci dice che se gli davamo il tempo di finire il giro ci passava a prendere a civago, tanto da dove eravamo era tutta discesa ed entrambi avremmo potuto farla. Arrivati a civago entriamo in un bar a scaldarci pregando che il tipo non ci avesse preso in giro. Dopo un'ora e quaranta iniziamo a cagarci sotto, ma poi per fortuna arriva. Non poteva caricare anche le nostre bici e quindi ci porta a logonchio (43 km e un'ora d'auto). Gli offriamo denaro per il disturbo ma lui rifiuta. Ci salutiamo e ci avviamo nuovamente verso civago dove avevamo lasciato le bici legate al bar. Lungo la strada rivediamo il nostro soccorritore che salva un corridore che correva al buio per le strade. Ci fermiamo, chiediamo se hanno bisogno, facciamo una battuta e andiamo via. (quell'uomo è un santo).
Un'altra ora d'auto e siamo ancora a civago carichiamo le bici e inizia a piovere, con temperature intorno ai 5 gradi. Al bar sentiamo che i pompieri stavano cercando un disperso nel bosco e pensiamo che ci è andata bene perché potevamo essere noi.
Finalmente alle 11 siamo a casa con l'amarezza di non aver concluso il giro che, siamo sicuri, avremmo potuto finire. Forse.
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Azz... per fortuna é finita bene!
Avete fatto il Passo Cisa? io lo odio sia in discesa che in salita

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