Proposta di legge sulla rete sentieristica Emilia-Romagna

capataz

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rango1957

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ozzano emilia
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La proposta di legge regionale n. 3351 andrà in discussione entro il mese di gennaio. Il divieto di "downhill" previsto nel testo potrebbe causare un nefasto divieto generalizzato alle discese lungo i sentieri (vedi i pessimi precedenti del Veneto e Trentino).
L'associazione Gemini (www.geminimtb.it) ha inviato una lettera ai consiglieri della regione. Ecco il testo:
Ai sigg. Consiglieri
Franco Grillini, Palma Costi,
Marco Monari,Giuseppe Paruolo


Monte san Pietro, 24 Dicembre 2012
Gentili signori,

vi scriviamo a proposito del progetto di legge "Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche", che abbiamo letto con attenzione e che condividiamo in ampia parte.
In quanto gruppo ciclistico, al cui interno possiamo contare su Accompagnatori Turistici e Guide Ambientali Escursionistiche oltre che Guide ed Istruttori di MTB, ci preme tuttavia fare alcune considerazioni critiche sull'art. 11 (Divieti), punto d, in cui si legge che è vietato "praticare sport incompatibili col transito pedonale per motivi di sicurezza, quali il downhill".
Andare in discesa su strade asfaltate, sterrate o sentieri è una parte imprescindibile delle escursioni in mountain bike che, se fatte con rispetto per gli altri e attenzione, non genera alcun problema di convivenza tra pedoni e ciclisti.
E' quindi indispensabile chiarire che cosa si intenda con il concetto di "downhill", poiché porre un divieto senza dare indicazioni precise può ingenerare confusioni e discussioni a non finire.
La "downhill", o discesa, è una specialità agonistica che si esercita unicamente lungo percorsi transennati e chiusi al traffico escursionistico, pertanto è escluso che si possa praticare su tracciati aperti a tutti. L'andare in discesa in mountain bike è insito nell'escursione stessa, pertanto la sua eventuale pericolosità è data unicamente dal comportamento del singolo, come del resto potrebbe accadere sia con pedoni che con cavalieri indisciplinati. Il vietarlo in maniera generica è fuorviante e discriminante.
Proporremmo piuttosto di installare dei cartelli all’entrata dei parchi e lungo i percorsi per invitare tutti gli escursionisti, qualunque sia il loro mezzo, ad adottare un comportamento consono al luogo in cui si trovano e che non rechi disturbo o danno ad altri praticanti.

Sperando di avere fatto cosa gradita, restiamo adisposizioni per ulteriori chiarimenti.

Ci è gradita l’occasione per porgere sinceri auguri per le festività imminenti.


Paolo Palmieri

Visto che l'unione fa la forza, invito le associazioni interessate all'uso della mtb senza limiti e che condividono la proposta di Geminimtb, di inoltrare la lettera a nome della propria associazione, inviandola per conoscenza anche al presidente di Geminimtb Paolo Palmieri
 

sembola

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Ennesimo esempio di incapacità a scrivere le leggi.

In primo luogo non esiste una definizione legale o ufficiale di cosa sia l'attività sportiva "downhill". Esistono i regolamenti FCI, ma non sono citati dalla legge in questione, per cui dire "downhill" non dice assolutamente nulla dal punto di vista legale.

Per lo stesso motivo, pur comprendendo la necessità di una formulazione generica ed onnicomprensiva, il comma è troppo generico e lascia troppo spazio all' interpretazione (e quindi potenzialmente al contenzioso ma anche al sopruso).

Temo di sbagliarmi, ma un certo modo di andare in mtb sta lentamente facendo la fine dell' enduro: la clandestinità. In Veneto non si può percorrere nessun sentiero alpino, in Trentino solo i sentieri larghi e non oltre il 20% di pendenza, in Lombardia è in lavorazione una legge regionale poco promettente, fanno eccezione il Piemonte e la Toscana dove l'accesso delle bici ai sentieri per fini escursionistici è espressamente previsto.
 

gutemberg

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La proposta di legge regionale n. 3351 andrà in discussione entro il mese di gennaio. Il divieto di "downhill" previsto nel testo potrebbe causare un nefasto divieto generalizzato alle discese lungo i sentieri (vedi i pessimi precedenti del Veneto e Trentino).
L'associazione Gemini (www.geminimtb.it) ha inviato una lettera ai consiglieri della regione. Ecco il testo:
Ai sigg. Consiglieri
Franco Grillini, Palma Costi,
Marco Monari,Giuseppe Paruolo


Monte san Pietro, 24 Dicembre 2012
Gentili signori,

vi scriviamo a proposito del progetto di legge "Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche", che abbiamo letto con attenzione e che condividiamo in ampia parte.
In quanto gruppo ciclistico, al cui interno possiamo contare su Accompagnatori Turistici e Guide Ambientali Escursionistiche oltre che Guide ed Istruttori di MTB, ci preme tuttavia fare alcune considerazioni critiche sull'art. 11 (Divieti), punto d, in cui si legge che è vietato "praticare sport incompatibili col transito pedonale per motivi di sicurezza, quali il downhill".
Andare in discesa su strade asfaltate, sterrate o sentieri è una parte imprescindibile delle escursioni in mountain bike che, se fatte con rispetto per gli altri e attenzione, non genera alcun problema di convivenza tra pedoni e ciclisti.
E' quindi indispensabile chiarire che cosa si intenda con il concetto di "downhill", poiché porre un divieto senza dare indicazioni precise può ingenerare confusioni e discussioni a non finire.
La "downhill", o discesa, è una specialità agonistica che si esercita unicamente lungo percorsi transennati e chiusi al traffico escursionistico, pertanto è escluso che si possa praticare su tracciati aperti a tutti. L'andare in discesa in mountain bike è insito nell'escursione stessa, pertanto la sua eventuale pericolosità è data unicamente dal comportamento del singolo, come del resto potrebbe accadere sia con pedoni che con cavalieri indisciplinati. Il vietarlo in maniera generica è fuorviante e discriminante.
Proporremmo piuttosto di installare dei cartelli all’entrata dei parchi e lungo i percorsi per invitare tutti gli escursionisti, qualunque sia il loro mezzo, ad adottare un comportamento consono al luogo in cui si trovano e che non rechi disturbo o danno ad altri praticanti.

Sperando di avere fatto cosa gradita, restiamo adisposizioni per ulteriori chiarimenti.

Ci è gradita l’occasione per porgere sinceri auguri per le festività imminenti.


Paolo Palmieri

Visto che l'unione fa la forza, invito le associazioni interessate all'uso della mtb senza limiti e che condividono la proposta di Geminimtb, di inoltrare la lettera a nome della propria associazione, inviandola per conoscenza anche al presidente di Geminimtb Paolo Palmieri

condivido interamente le osservazioni fatte da Paolo e conoscendo personalmente qualcuno dei consiglieri destinatari della lettera, proverò di chiarire anche a voce questi argomenti.
 

passatore73

Biker tremendus
Spero che vada letto come un civile e sensato "divieto di percorrere i sentieri in modo incompatibile col transito pedonale per motivi di sicurezza". Certo che espressa così com'è la norma creerebbe confusione e potenziali controversie tra i diversi fruitori dei sentieri.
Purtroppo si capisce che chi ha scritto il progetto di legge non conosce molto la mountain bike e poco ha approfondito l'argomento. :arrabbiat:
Cosa si dovrebbe fare per rispettare il divieto???? :nunsacci:
Non usare il casco integrale e le protezioni???? :-)
Oppure una forca da max 140??? :-)

Se non si vuole lasciare spazio al "buon senso" di chi percorre in bici il sentiero (che dovrebbe autonomamente capire qual'è il limite per cui non si mette in pericolo il transito pedonale :medita:) allora ahimè l'unico criterio oggettivo non può che essere proprio quello del Trentino: stabilire una larghezza minima o pendenza max e vietare il transito alle mtb nei sentieri che non hanno tale requisito. Ma credo e spero che l'intenzione non sia questa?!?!

Fatta chiarezza su questo punto, credo che la proposta di legge sia positiva!
 

gutemberg

Biker velocissimus
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Spero che vada letto come un civile e sensato "divieto di percorrere i sentieri in modo incompatibile col transito pedonale per motivi di sicurezza".
non si può lasciare all'arbitrio personale il "modo incompatibile col transito pedonale". Ognuno ha le proprie sensibilità e percezioni sulla pericolosità nel condurre un mezzo. In questo modo, secondo me, non si arriva da nessuna parte, se non al possibile giudizio di un giudice chiamato ad interpretare ciò che, probabilmente, non conosce.
....... l'unico criterio oggettivo non può che essere proprio quello del Trentino: stabilire una larghezza minima o pendenza max e vietare il transito alle mtb nei sentieri che non hanno tale requisito. Ma credo e spero che l'intenzione non sia questa?!?!

Fatta chiarezza su questo punto, credo che la proposta di legge sia positiva!
Il problema sta proprio nel fare chiarezza in modo oggettivo sul termine "downhill". Il Trentino ci ha provato, ma secondo me...non c'è riuscito.
Credo sia proprio questo il senso del post: come possiamo indicare ai firmatari quale sia una attività in MTB pericolosa o meno per i pedoni? :nunsacci:
 

passatore73

Biker tremendus
non si può lasciare all'arbitrio personale il "modo incompatibile col transito pedonale". Ognuno ha le proprie sensibilità e percezioni sulla pericolosità nel condurre un mezzo. In questo modo, secondo me, non si arriva da nessuna parte, se non al possibile giudizio di un giudice chiamato ad interpretare ciò che, probabilmente, non conosce.
Non sono d'accordo: l'educazione, la civiltà ed il rispetto degli altri sono elementi più che sufficienti per indicare a me escursionista in mtb come devo comportarmi nei sentieri soprattutto quando questi sono percorsi da pedoni.

Il problema sta proprio nel fare chiarezza in modo oggettivo sul termine "downhill". Il Trentino ci ha provato, ma secondo me...non c'è riuscito.
Credo sia proprio questo il senso del post: come possiamo indicare ai firmatari quale sia una attività in MTB pericolosa o meno per i pedoni? :nunsacci:
Ma allora sarebbe necessario identificare parametri che riguardino:
- il sentiero --> e qui torniamo a larghezza, pendenza e così via;
oppure
- il mezzo --> questo fa solo sorridere, ad es. dovrei vietare il transito alle forche doppia piastra??? non è certo il mezzo che impedisce ad un cretino di scendere in modo pericoloso per gli altri...
oppure
- il modo di condurlo --> questo sarebbe il parametro ideale, ma come faccio a misurarlo??? indico una velocità max a seconda del tipo di sentiero???

Io non credo sia possibile regolamentare con una legge quello che dovrebbe essere un elemento culturale.
 

sembola

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Non sono d'accordo: l'educazione, la civiltà ed il rispetto degli altri sono elementi più che sufficienti per indicare a me escursionista in mtb come devo comportarmi nei sentieri soprattutto quando questi sono percorsi da pedoni.
Purtroppo l'educazione, la civiltà ed il rispetto sono "elementi culturali" e non dati oggettivi. Quello che a te può sembrare un comportamento perfettamente educato e rispettoso può sembrare ad altri incivile o pericoloso. Per dire, si va dall' escursionista che non sa che in realtà stai scendendo in pieno controllo e con ampio margine di sicurezza, a quello che ritiene che i sentieri son fatti solo per andarci a piedi...


Io non credo sia possibile regolamentare con una legge quello che dovrebbe essere un elemento culturale.
Non è neppure possibile lasciare un margine di interpretazione così ampio. Immagina che sul codice della strada fosse scritto che nei centri abitati la velocità massima dev'essere "sufficientemente bassa"...Le leggi non dovrebbero lasciare spazio alle opinioni di chi poi le deve applicare.
 

passatore73

Biker tremendus
...
Non è neppure possibile lasciare un margine di interpretazione così ampio. Immagina che sul codice della strada fosse scritto che nei centri abitati la velocità massima dev'essere "sufficientemente bassa"...Le leggi non dovrebbero lasciare spazio alle opinioni di chi poi le deve applicare.
A mio parere l'esempio non è calzante. Poi nei centri abitati è possibile accertare la velocità, mentre sarebbe assai più difficile in montagna... :-)

Ma la mia domanda è: se voi ritenete non sufficiente il criterio "in modo incompatibile col transito pedonale", allora quale può essere il criterio oggettivo e quindi misurabile? Quali sarebbero le soluzioni attuabili se non quella del Trentino?

Se il risultato sarà di vietare la mtb in parte dei sentieri dell'Emilia Romagna, si arriverà ad un risultato contrario allo spirito dell'iniziativa che, credo, fosse di promuovere ed incentivare un escursionismo e turismo di (ri)scoperta del territorio.
 

gutemberg

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A mio parere l'esempio non è calzante. Poi nei centri abitati è possibile accertare la velocità, mentre sarebbe assai più difficile in montagna... :-)

Ma la mia domanda è: se voi ritenete non sufficiente il criterio "in modo incompatibile col transito pedonale", allora quale può essere il criterio oggettivo e quindi misurabile? Quali sarebbero le soluzioni attuabili se non quella del Trentino?

Se il risultato sarà di vietare la mtb in parte dei sentieri dell'Emilia Romagna, si arriverà ad un risultato contrario allo spirito dell'iniziativa che, credo, fosse di promuovere ed incentivare un escursionismo e turismo di (ri)scoperta del territorio.
sono d'accordo con Sembola quando dice che non si può lasciare la norma alla discrezione ed alla sensibilità di un eventuale trasgressore. La legge deve (dovrebbe) essere certa e inopinabile...
Capisco d'altronde il problema di trovare strumenti oggettivi da applicare, infatti non ho proposto un rimedio (perchè non lo conosco), ma solo chiesto suggerimenti a chi forse ritiene di averli.
A parer mio, un modo per risolvere in modo chiaro il problema, sarebbe quello di destinare i sentieri all'uno o all'altro utilizzo, ma capisco che sia una condizione penalizzante per entrambe le categorie di fruitori.
 

surftrader

Biker superis
23/10/10
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Ravenna
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Ragazzi l'unica soluzione è mettere un tutor per ogni sentiero:chi impiega meno di tot minuti a scendere....multa!! :arrabbiat:
Scherzi a parte sono mooolto perplesso....troppo spesso le leggi sono fatte da incompetenti e ne vengono fuori cose non applicabili tanto è vero che poi nessuno le rispetta e si continua ad utilizzare un'altra legge che è quella del buon senso (ma sempre col rischio di multe).
Nn sono molto a conoscenza della situazione Trentino ma dubito che si segua ciò che dice la legge.
Secondo me la strada giusta è quella del buon senso:ovvero le mtb possono scendere dai sentieri ma dando la precedenza
ai pedoni e agli incroci coi pedoni procedendo a passo d'uomo!!
Se capita che un biker fa male a un pedone lui o la sua assicurazione dovrà pagare i danni e se proprio si vuole dare una calmata ai biker più pericolosi oltre ai danni si potrebbe mettere una multa aggiuntiva di 1000 euro (ad esempio).
Regolamentare con larghezza sentiero,pendenza o caratteristiche bici mi sembrano cose assurde.
Ogni anno gli automobilisti quanti ciclisti uccidono sulle strade?
Quindi dovremmo vietare la circolazione delle auto....a parità di trattamento....
Che poi....è un problema così sentito?Ogni anno quanti pedoni rimangono vittima dei biker in Emilia-Romagna?
Mah....secondo me...buon senso e un pò di sensibilizzazione anche dalle stesse associazioni di biker ed è sufficiente....qualunque regolamento o ci farà smettere di pedalare sui sentieri (se nn dà delinquenti) o farà solo casini.
 

passatore73

Biker tremendus
sono d'accordo con Sembola quando dice che non si può lasciare la norma alla discrezione ed alla sensibilità di un eventuale trasgressore. La legge deve (dovrebbe) essere certa e inopinabile...
Capisco d'altronde il problema di trovare strumenti oggettivi da applicare, infatti non ho proposto un rimedio (perchè non lo conosco), ma solo chiesto suggerimenti a chi forse ritiene di averli.
A parer mio, un modo per risolvere in modo chiaro il problema, sarebbe quello di destinare i sentieri all'uno o all'altro utilizzo, ma capisco che sia una condizione penalizzante per entrambe le categorie di fruitori.
Non mi piace come soluzione. Se l'obiettivo è di garantire a tutti la possibilità di fruire dei sentieri in maniera sicura, quella di imporne le destinazioni d'uso mi sembra una forzatura. Anche perchè, in linea di principio, dovrebbe essere tutelata la natura e la montagna, e non le diverse categorie di fruitori.

Se poi il problema è che ci siano dei cretini che hanno scambiato un sentiero per un bike park allora non penso sia questa dei divieti la soluzione definitiva...
i suddetti cretini continueranno a fare quel che gli pare nonostante i divieti, mentre gli unici penalizzati saranno i biker corretti, che in ogni caso avrebbero fruito in modo "civile" dei sentieri.
A meno che non si trovi una formula, come dicevi tu certa ed opinabile, per esprimere il concetto: "è vietato ai cretini buttarsi giù dalle discese come fossero in un bike park".


Aggiunta (ho letto dopo aver già scritto il post):
sono completamente d'accordo con quanto scritto da [MENTION=71161]surftrader[/MENTION]
 

gutemberg

Biker velocissimus
26/9/06
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.....
Secondo me la strada giusta è quella del buon senso:ovvero le mtb possono scendere dai sentieri ma dando la precedenza
ai pedoni e agli incroci coi pedoni procedendo a passo d'uomo!!
Se capita che un biker fa male a un pedone lui o la sua assicurazione dovrà pagare i danni e se proprio si vuole dare una calmata ai biker più pericolosi oltre ai danni si potrebbe mettere una multa aggiuntiva di 1000 euro (ad esempio).
questa sarebbe infatti una regola chiara e certa, non è "buon senso".
Se un pedone viene investito, la colpa ricade principalmente sul ciclista. Poi, il grado di colpa o l'eventuale dolo del pedone, andrebbero valutate di volta in volta dagli organi competenti.
Aggiungerei inoltre che, come per qualunque altro veicolo, vi fosse una forma assicurativa obbligatoria verso terzi.
Io sarei d'accordo su una proposta di questo tipo!
 

ZioTeddy

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29/8/08
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Fugnò
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Il problema grosso IMO è il comportamento che taluni soggetti applicano normalmente sui sentieri e anche su certe strade bianche a scendere: velocità e conduzione del mezzo.
L'attività del mountainbiking si sta ampiamente diffondendo, incamerando sempre + persone all'interno di questa attività... facile comprendere che più siamo più è facile trovare l'imbecille/i di turno. Ho per ora un buon rapporto con i privati nel mio comprensorio, ma non sono tutti fiori ciò che arrivano alle mie orecchie. Per quanto mi riguarda più passa il tempo più sento privati che si inalberano perchè c'è gente che scende in modo inopportuno lungo certe strade bianche che magari sono di loro competenza o lungo taluni sentieri (all'Acquacheta l'anno scorso prendemmo svariati insulti xchè davanti a noi c'era un gruppo di biker che scendeva a fuoco.. biker che ovviamente non conoscevamo). Facile capire che è un ottimo pretesto per molte persone per fare di tutta l'erba un fascio, cosa che haimè viene facilmente metabolizzata anche dall'opinione pubblica.
C'è da dire che IMO se non vogliamo andare incontro a problematiche simil-Trentino quì in ER sarebbe opportuno intanto indignandosi e denunciando taluni comportamenti in MTB, poi facendoci sentire sopratutto in maniera formale come detto da rango1957.
La nostra presenza futura sui sentieri dipende solo da noi e da come ci comporteremo da qui in avanti...
 

SuperAsh

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Modena - Montecreto
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Io devo ancora capire il senso dei divieti e chi ci guadagna...

Dai dati, praticamente assenti, gli incidenti tra bikers e pedoni si contano sulle dita di una mano, per cui non può essere questa la causa.
E non ha senso vietare per il pericolo insito nella nostra attività...allora fermiamo tutti gli sport estremi e buonanotte!

Se è un problema di manutenzione sentieristica è stato ampiamente provato che la mtb non è assolutamente l'attività più aggressiva in tal senso (ovvio, stà al buon senso di noi bikers evitare eccessive derapate et similia) e, anzi, spesso siamo noi a tenere puliti i sentieri che amiamo.

Non mi pare inoltre che ci siano pressioni da parte dei gestori di bike-park per rinchiuderci nei loro percorsi per ovvie ragioni economiche.

Il turismo appenninico in Emilia-Romagna è in netto calo (ad esclusione di quello di massa invernale che riguarda quasi esclusivamente lo sci alpino e in minima parte lo sci nordico) e i divieti potrebbero stroncare quel minimo di "rinascita" che noi garantiamo...

Posso capire (ma solo in parte e per pochi motivi che non sto qua a spiegare) la rigida regolamentazione veneto/trentina, dove in certi periodi dell'anno la massa turistica/escursionistica va per la maggiore, ma da noi quanti trekker incontriamo???
Quest'anno direi di aver incrociato più cacciatori e fungaioli (che, proprio ecologici, non sono...) che trekker (ed in genere principalmente toscani :rosik:)

Se qualcuno ha idea del perchè di tutto ciò me lo spieghi :medita:
 

gutemberg

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Io devo ancora capire il senso dei divieti e chi ci guadagna...

Dai dati, praticamente assenti, gli incidenti tra bikers e pedoni si contano sulle dita di una mano, per cui non può essere questa la causa.
E non ha senso vietare per il pericolo insito nella nostra attività...allora fermiamo tutti gli sport estremi e buonanotte!

Se è un problema di manutenzione sentieristica è stato ampiamente provato che la mtb non è assolutamente l'attività più aggressiva in tal senso (ovvio, stà al buon senso di noi bikers evitare eccessive derapate et similia) e, anzi, spesso siamo noi a tenere puliti i sentieri che amiamo.

Non mi pare inoltre che ci siano pressioni da parte dei gestori di bike-park per rinchiuderci nei loro percorsi per ovvie ragioni economiche.

Il turismo appenninico in Emilia-Romagna è in netto calo (ad esclusione di quello di massa invernale che riguarda quasi esclusivamente lo sci alpino e in minima parte lo sci nordico) e i divieti potrebbero stroncare quel minimo di "rinascita" che noi garantiamo...

Posso capire (ma solo in parte e per pochi motivi che non sto qua a spiegare) la rigida regolamentazione veneto/trentina, dove in certi periodi dell'anno la massa turistica/escursionistica va per la maggiore, ma da noi quanti trekker incontriamo???
Quest'anno direi di aver incrociato più cacciatori e fungaioli (che, proprio ecologici, non sono...) che trekker (ed in genere principalmente toscani :rosik:)

Se qualcuno ha idea del perchè di tutto ciò me lo spieghi :medita:

Secondo me, l'unica spiegazione può essere trovata nel fatto che si andrebbe a colmare un vuoto legislativo che ora c'è. Le leggi spesso vengono create su fattispecie astratte che non guardano sempre al numero di precedenti realmente accaduti. Come si e' già detto, l'educazione ed il buon senso sarebbero sufficienti, ma visto che gli imbecilli aumentano proporzionalmente alla diffusione di questo sport.....tant'è!
 

sembola

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A mio parere l'esempio non è calzante. Poi nei centri abitati è possibile accertare la velocità, mentre sarebbe assai più difficile in montagna... :-)
Evidentemente non mi sono spiegato. Un CdS che dicesse che "nei centri abitati la velocità dev'essere sufficientemente bassa" sarebbe inapplicabile, cosa accerti se non sai quant'è "sufficientemente basso"? :spetteguless: Un vigile ti potrebbe multare a 30 km/h perchè secondo lui vai troppo forte ed un altro non battere ciglio a 70 perchè sempre secondo lui è "abbastanza bassa".
Fuor di metafora, come si fa a decidere se uno sport è "pericoloso per la percorrenza pedonale"? Io per esempio quale escursionista anche a piedi non reputo in linea di massima pericolosa la mtb sui sentieri, ma un altro la può legittimamente pensare al contrario.

Ma la mia domanda è: se voi ritenete non sufficiente il criterio "in modo incompatibile col transito pedonale", allora quale può essere il criterio oggettivo e quindi misurabile? Quali sarebbero le soluzioni attuabili se non quella del Trentino?
La mia opinione è che sia impossibile trovare una formulazione efficace: l'unica soluzione sarebbe quella della separazione fisica, per quanto la ritenga inattuabile e probabilmente poco efficiente se applicata. Nota bene che anche la regolamentazione trentina, che comunque mi risulta non applicata, non risolve il problema dell' "incompatibilità" o della sicurezza: se scendo a tuono su uno stradello largo 120 cm al 18% (e quindi legale) e dietro una curva trovo una famigliola di escursionisti la sbirillo lo stesso...
 

gutemberg

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26/9/06
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Evidentemente non mi sono spiegato. Un CdS che dicesse che "nei centri abitati la velocità dev'essere sufficientemente bassa" sarebbe inapplicabile, cosa accerti se non sai quant'è "sufficientemente basso"? :spetteguless: Un vigile ti potrebbe multare a 30 km/h perchè secondo lui vai troppo forte ed un altro non battere ciglio a 70 perchè sempre secondo lui è "abbastanza bassa".

beh, sono d'accordo con quasi tutto quello che dici, ma però devi sapere che il vigile può multarti anche senza disporre di un dato oggettivo, tant'è vero che se investi un pedone in un centro abitato, anche se procedi molto lentamente, l'agente ti sanziona al 99,% perchè tenevi una velocità inadeguata per la zona in cui transitavi. Ovvero, se transiti in una zona abitata, anche solo per questa ragione, è prevedibile trovare un ostacolo improvviso (scusa la contraddizione nei termini) e quindi è necessario mantenere una velocità adeguata ad arrestare il veicolo in qualunque evenienza.
Aggiungo che, se non ti multa il vigile, ti multa sempre il giudice in sede di giudizio per l'art. 140 del NCDS che cita "Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale."
Con questo articolo, chiunque potrebbe essere multato secondo la discrezione dell'accertatore.
Poi, ovviamente, viene applicato solo per casi importanti.
 

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