Stamattina apro le ante delle finestre di casa e .... piove! (governo ladro). Sono 5 giorni che non esco con la mia Rossa, ESCO LO STESSO! Colazione leggera, porto i figli a scuola (il sabato la regina di casa dorme! ), torno da scuola e lei mi dice: "10 minuti per scrivere la lista della spesa e poi ANDIAMO"...
" andiamo DOVE??" chiedo io " a far le spese ANDI tu, io ANDO con la Rossa..."
Il tempo di cambiarmi e stò pedalando sulla Gavardina (ciclabile che parte a poche centinaia di metri da casa mia), "solo asfalto" mi dico "non ho voglia di passare il pomeriggio a lavare la Rossa". Intanto ha smesso di piovere e in poco meno di mezz'ora sono a Gavardo (porta d'acceso per il "mio" parco giochi: i sentieri della Valtenesi).
"Vabbè, faccio solo una salitella e una discesa tranquilla..."
Il terreno non è male (terra battuta e ghiaino), la salita è leggera e pedalabile, le ruote non fanno fatica ad avanzare, il passo è costante e sicuro. Dopo pochi km sono nel pieno dei sentieri del monte Faita e mi trovo davanti ad un bivio: dx discesa tranquilla, sx discesa scassata infestata da sassi smossi...... La scelta, viste le circostanze contingenti è obbligata: DISCESA SCASSATA! :-? Ecccchekkkazzzo! Si vive una volta sola! La discesa si snoda interamente in singletrack in mezzo al bosco, dapprima su terreno morbido e argilloso, poi inizia il tratto scassato con pietrisco smosso (e bagnato). La Rossa, nonostante le ruote che da 2,35" sono cresciute a 3" causa fango argilloso, scende leggera e veloce le sospensioni mi fanno digerire le asperità del sentiero.... pfuuff, pfuuuuuuf, pfuuuuuuuuuff... musica per le mie orecchie. Purtoppo la discesa finisce quasi subito, adesso bisogna risalire per poter godere ancora dopo.
"Vabbè, faccio ancora una salitella e una discesa tranquilla..."
Ricomincia a piovigginare... adesso risalire è più arduo, la nuova salita è un misto di sassi smossi, foglie bagnate, e fango argilloso, mi devo fermare un paio di volte per toglire un misto di terra e foglie che si è attaccato al carro posteriore portato lì dalla ruota ormai intasata. Le scarpette affondano nella melma (i piedi sono fradici). Conquistata la vetta (in realtà sono poche decine di metri di dislivello, ma mi sembrava il Gavia), mi fermo per l'ennesima volta per cercare di ripulire il carro e l'archetto della mia Talas, risalgo in sella e tac-tac aggancio le scarpette nonostante i tre etti di fango appiccicato alle suole... discesa più veloce e meno tecnica della prima ma.... più lunga! Sento il retro che scodinzola nel cambio direzione, non ci penso nemmeno a toccare i freni e lascio correre la Rossa, fortunatamente conosco ogni cm di questi sentieri e so dove e quanto posso "osare" , tanto che arrivo in fondo sano e salvo. L'adrenalina è a livelli da Cagnolera (discesa DH dalla Maddalena), anche se ho fatto poco più di un km su sentieri che di solito faccio a occhi chiusi . Non voglio smettere proprio ora che comincio a divertirmi..
"Vabbè, faccio l'ultima salitella e una discesa tranquilla..."
Adesso affronto un sentiero a valle del Faita e, essendo a valle, è una "palude" la Rossa è irriconoscibile (caz.... mi tocca lavarla) e affannosamente avanza tra uno slittamento e l'altro della ruota posteriore. Ogni poco mi fermo e pulisco, i freni ululano tutto il loro "sentirsi umidi",la catena gracchia nel passare nel deragliatore, i guanti bagnati fanno fatica a tenere salde le manopole e la traiettoria della ruota è incerta e insicura. Altra salitella, altro calvario. Praticamente l'ho fatta tutta a piedi, ma ne vale la pena: lunga discesa che è sì larga ma.... tutto un toboga con alcune curve veloci in appoggio
Non so come ma sono ancora quì per poterlo raccontare...
Ho goduto come un riccio!
Adesso però basta, sono quasi le 11 e ho ancora mezz'ora di bitume per tornare a casa. Riprendo la Gavardina in senso opposto e, passando per il paese prima di imboccare la ciclabile, incrocio lo sguardo incredulo dei passanti: sono "monocromatico", tutto marrone dalle ruote al casco .
Le ruote, finalmente fuori dalla melma, possono liberarsi dal fango scagliandolo a velocità folle a metri di distanza e... contro la mia faccia, tolgo gli occhiali perchè non ci vedo più, provo a bere per risciacquarmi la bocca ma il "ciucciotto" del camel è più marrone delle ruote!
Ma ecco là una fontana! mi fermo, mi risciacquo mani e bocca, il "ciucciotto" e, mentre mi accingo a bere, sento un claxon di un furgone e poi una voce: " adess fenese de laurà e dopo 'ndo fora anche mè" ( Google traslate dal bresciano all'italiano: adesso finisco di lavorare e poi vado fuori anch'io) e mi saluta con una lunga stombazzata.
Tornato a casa ho passato 10 minuti a togliermi il fango usando il tubo di gomma dell'irrigazione, la Rossa l'ho lavata dopo pranzo e l'ho lubrificata ben benino....
DOMANI SI RICOMINCIA!!!!!!
Love the ride, Luca
" andiamo DOVE??" chiedo io " a far le spese ANDI tu, io ANDO con la Rossa..."
Il tempo di cambiarmi e stò pedalando sulla Gavardina (ciclabile che parte a poche centinaia di metri da casa mia), "solo asfalto" mi dico "non ho voglia di passare il pomeriggio a lavare la Rossa". Intanto ha smesso di piovere e in poco meno di mezz'ora sono a Gavardo (porta d'acceso per il "mio" parco giochi: i sentieri della Valtenesi).
"Vabbè, faccio solo una salitella e una discesa tranquilla..."
Il terreno non è male (terra battuta e ghiaino), la salita è leggera e pedalabile, le ruote non fanno fatica ad avanzare, il passo è costante e sicuro. Dopo pochi km sono nel pieno dei sentieri del monte Faita e mi trovo davanti ad un bivio: dx discesa tranquilla, sx discesa scassata infestata da sassi smossi...... La scelta, viste le circostanze contingenti è obbligata: DISCESA SCASSATA! :-? Ecccchekkkazzzo! Si vive una volta sola! La discesa si snoda interamente in singletrack in mezzo al bosco, dapprima su terreno morbido e argilloso, poi inizia il tratto scassato con pietrisco smosso (e bagnato). La Rossa, nonostante le ruote che da 2,35" sono cresciute a 3" causa fango argilloso, scende leggera e veloce le sospensioni mi fanno digerire le asperità del sentiero.... pfuuff, pfuuuuuuf, pfuuuuuuuuuff... musica per le mie orecchie. Purtoppo la discesa finisce quasi subito, adesso bisogna risalire per poter godere ancora dopo.
"Vabbè, faccio ancora una salitella e una discesa tranquilla..."
Ricomincia a piovigginare... adesso risalire è più arduo, la nuova salita è un misto di sassi smossi, foglie bagnate, e fango argilloso, mi devo fermare un paio di volte per toglire un misto di terra e foglie che si è attaccato al carro posteriore portato lì dalla ruota ormai intasata. Le scarpette affondano nella melma (i piedi sono fradici). Conquistata la vetta (in realtà sono poche decine di metri di dislivello, ma mi sembrava il Gavia), mi fermo per l'ennesima volta per cercare di ripulire il carro e l'archetto della mia Talas, risalgo in sella e tac-tac aggancio le scarpette nonostante i tre etti di fango appiccicato alle suole... discesa più veloce e meno tecnica della prima ma.... più lunga! Sento il retro che scodinzola nel cambio direzione, non ci penso nemmeno a toccare i freni e lascio correre la Rossa, fortunatamente conosco ogni cm di questi sentieri e so dove e quanto posso "osare" , tanto che arrivo in fondo sano e salvo. L'adrenalina è a livelli da Cagnolera (discesa DH dalla Maddalena), anche se ho fatto poco più di un km su sentieri che di solito faccio a occhi chiusi . Non voglio smettere proprio ora che comincio a divertirmi..
"Vabbè, faccio l'ultima salitella e una discesa tranquilla..."
Adesso affronto un sentiero a valle del Faita e, essendo a valle, è una "palude" la Rossa è irriconoscibile (caz.... mi tocca lavarla) e affannosamente avanza tra uno slittamento e l'altro della ruota posteriore. Ogni poco mi fermo e pulisco, i freni ululano tutto il loro "sentirsi umidi",la catena gracchia nel passare nel deragliatore, i guanti bagnati fanno fatica a tenere salde le manopole e la traiettoria della ruota è incerta e insicura. Altra salitella, altro calvario. Praticamente l'ho fatta tutta a piedi, ma ne vale la pena: lunga discesa che è sì larga ma.... tutto un toboga con alcune curve veloci in appoggio
Non so come ma sono ancora quì per poterlo raccontare...
Ho goduto come un riccio!
Adesso però basta, sono quasi le 11 e ho ancora mezz'ora di bitume per tornare a casa. Riprendo la Gavardina in senso opposto e, passando per il paese prima di imboccare la ciclabile, incrocio lo sguardo incredulo dei passanti: sono "monocromatico", tutto marrone dalle ruote al casco .
Le ruote, finalmente fuori dalla melma, possono liberarsi dal fango scagliandolo a velocità folle a metri di distanza e... contro la mia faccia, tolgo gli occhiali perchè non ci vedo più, provo a bere per risciacquarmi la bocca ma il "ciucciotto" del camel è più marrone delle ruote!
Ma ecco là una fontana! mi fermo, mi risciacquo mani e bocca, il "ciucciotto" e, mentre mi accingo a bere, sento un claxon di un furgone e poi una voce: " adess fenese de laurà e dopo 'ndo fora anche mè" ( Google traslate dal bresciano all'italiano: adesso finisco di lavorare e poi vado fuori anch'io) e mi saluta con una lunga stombazzata.
Tornato a casa ho passato 10 minuti a togliermi il fango usando il tubo di gomma dell'irrigazione, la Rossa l'ho lavata dopo pranzo e l'ho lubrificata ben benino....
DOMANI SI RICOMINCIA!!!!!!
Love the ride, Luca