Dalla discussione sviluppatasi nel post "All Star Mtb" mi è particolarmente piaciuto il commento di Achille, che condivido in pieno, dal quale mi è venuta l'ispirazione per una divagazione mentale che non so ancora dove potrà portarmi...
Condivido appieno. Perchè la MTB è bella anche perché è un mezzo aggregante. Cito a proposito un pezzo di un articolo di Solobike dell'altro giorno:
Il fattore aggregante è di tutta evidenza: niente di meglio della MTB per un giro in compagnia, dove la possibilità di fare due parole e di scherzare non manca mai.
Le granfondo, per il loro target "di massa" con la quale sono (anzi, erano...) concepite possono centrare in pieno l'obiettivo. Migliaia di bikers che si incontrano, che si conoscono, che scambiano opinioni. Prendere la granfondo come "gara, testa bassa e pedalare", secondo me snatura l'essenza stessa dell'evento. "Testa bassa e pedalare", "a canna", "tempo", "classifica", sono termini che si adattano meglio a un XC, che non a caso è disciplina olimpica.
Funziona così in più o meno tutto il mondo, fuorché da noi.
Perché da noi c'è il cane che si morde la coda. L'italiano medio deve sempre essere il migliore, anche nello sport. E deve fare la gara sempre e comunque. La richiesta del biker si è allora spostata da un evento di aggregazione a un evento di agonismo. E gli organizzatori gli sono andati dietro. Per avere iscritti facili basta dare quello che il biker medio vuole. Una classifica, un po' di premi da distribuire qua e là per incentivare la partecipazione del "biker medio", e il gioco è fatto.
Gare agonistiche per gli amatori-agonisti che vogliono gare agonistiche che cercano biker amatori-agonisti. Il tutto supportato dalla Federazione e i vari enti del piffero che cavalcano londa camuffando lattività AMATORIALE con la tessera valida per Attività Agonistica. Il tutto si tramuta in un ridicolo e inutile intreccio di enti, federazioni e categorie.
Solo che non ci si rende conto che alla fin fine quelli che popolano le granfondo sono sempre gli stessi, che si sparpagliano di domenica in domenica un po qua e un po là. Nascono nuove gare, nascono nuovi circuiti, ogni anno qualcosa di nuovo a far confusione; il tutto per accaparrarsi i soliti 5000-10000 biker che non vedono lora di fare la GARA.
Di contro, nascosto nellombra, cè un vero e proprio popolo di biker che di granfondo non vogliono neanche sentirne parlare. Personalmente, ne conosco forse di più che le GF non le fanno che quelli che invece vi partecipano. E gente senza tante pretese se non quella di divertirsi e stare assieme, che alle GF non ci va per il solito motivo: perché trovano solo ciò che non gli interessa, come esasperazione e lagonismo diffuso. Però più di qualcuno una vacanza allestero ci va, con la bici, e se incappa nellevento vi partecipa volentieri.
Perché allestero manifestazioni da 2000 partecipanti sono diffuse, con diversi picchi di 5000 se non addirittura 10000 e oltre nel Nord Europa? Vorrei proprio sapere quanti organizzatori italiani siano andati a studiarsi i più importanti modelli esteri... sempre che siano di vedute abbastanza ampie da conoscerne l'esistenza, ovvio...
Allestero puntano sul fatto che landare in bici non è uno sport o una sfida, ma unabitudine quotidiana. Raggruppare grandi masse di ciclisti è quindi molto facile.
In Italia, allora, cosè che non funziona? Semplice: il settore che può garantire grandi numeri, cioè quello granfondistico, non lavora per lo sviluppo del movimento in termini numerici (per avvicinare nuova gente neofita alla MTB, per intenderci). Il mondo granfondistico italiano opera solo ed esclusivamente in sussistenza del movimento già esistente.
E facile vendere un prodotto rodato a chi sai che piace. Un po di servizi tanto sono sempre quelli -, una classifica, un bel po di premi per aizzare la folla. Contando il numero di gare e organizzatori in circolazione la cosa sembra abbastanza semplice. Poi però il gioco vizioso del cane che si morde la coda rischia di acuire alcuni fenomeni.
Spesso ci si lamenta che i biker sporcano.
Spesso ci si scandalizza che il 15% degli amatori sottoposti allantidoping sia risultato positivo.
Spesso ci si vergogna della scorrettezza e la maleducazione di alcuni ebeti.
E più difficile invece acquisire nuovi clienti con qualcosa di nuovo, pur senza perdere quelli che già si avevano. Però per farlo bisogna lavorare molto, molto di più, e avere inventiva, idee, iniziative che si discostino dal classico teatrino dei premi, dei pacchi gara e dei regali. Idee che stravolgano lidea di Granfondo a cui siamo abituati.
Alla resa dei conti lunico evento in Italia che può ritenersi a livello internazionale è la Dolomiti Superbike (non mi esprimo su altri eventi perché sarebbe conflitto di interessi ). Ah, e poi ci sarebbe Riva del Garda. Guarda caso una è mezza tedesca ma cha le Dolomiti. Laltra lo è del tutto ma le Dolomiti però non le ha
.
Per cambiare il mondo delle Granfondo, per ridargli nuovamente quello spirito aggregativo e di condivisione, dobbiamo essere noi per primi a dare un segnale forte. Laltro biker non è un avversario, ma un compagno di avventura e di gioco. La classifica è carta straccia. La gloria è solo per pochi, per tutti gli altri ci deve essere solo lapplauso del pubblico che se vedesse biker un po meno esaltati e un po più divertiti forse si appassionerebbe un qual cosina in più. E magari si coinvolgerebbero nuovi target, come i giovani o le donne. Aumenta lo spirito di aggregazione. Aumenta l'interesse. Aumenta il divertimento. Aumentano i numeri. A qualche organizzatore verrebbe voglia di creare qualcosa di nuovo e di diverso, che invogli i biker redenti a partecipare, cosicchè questi eventi possano crescere e proliferare incentivando un nuovo movimento che cerca eventi tradizionali ma dal carattere radicalmente diverso dal passato. Di nuovo il cane che si morde la coda ma questa volta il circolo sarebbe virtuoso.
Fantasia pura, ma almeno a Babbo Natale lo si può chiedere.
Buon Natale a tutti.
Vedrai che piano piano ne verremo fuori, ogni anno che passa la mountainbike si diffonde in maniera quasi esponenziale, non guardiamo il movimento che gira attorno ai circuiti per la classifica, quello non fa testo sono sempre gli stessi e con le loro idee! Guardiamo quello che traspare dai media dove sempre più spesso si sente dire che tizio o caio alla domenica mattina, nel tempo libero o in vacanza va in mountainbike, questa è la vera diffusione di uno sport che prende e affascina.... uno sport per tutti e per tutte le età.
Condivido appieno. Perchè la MTB è bella anche perché è un mezzo aggregante. Cito a proposito un pezzo di un articolo di Solobike dell'altro giorno:
Il fattore aggregante è di tutta evidenza: niente di meglio della MTB per un giro in compagnia, dove la possibilità di fare due parole e di scherzare non manca mai.
Le granfondo, per il loro target "di massa" con la quale sono (anzi, erano...) concepite possono centrare in pieno l'obiettivo. Migliaia di bikers che si incontrano, che si conoscono, che scambiano opinioni. Prendere la granfondo come "gara, testa bassa e pedalare", secondo me snatura l'essenza stessa dell'evento. "Testa bassa e pedalare", "a canna", "tempo", "classifica", sono termini che si adattano meglio a un XC, che non a caso è disciplina olimpica.
Funziona così in più o meno tutto il mondo, fuorché da noi.
Perché da noi c'è il cane che si morde la coda. L'italiano medio deve sempre essere il migliore, anche nello sport. E deve fare la gara sempre e comunque. La richiesta del biker si è allora spostata da un evento di aggregazione a un evento di agonismo. E gli organizzatori gli sono andati dietro. Per avere iscritti facili basta dare quello che il biker medio vuole. Una classifica, un po' di premi da distribuire qua e là per incentivare la partecipazione del "biker medio", e il gioco è fatto.
Gare agonistiche per gli amatori-agonisti che vogliono gare agonistiche che cercano biker amatori-agonisti. Il tutto supportato dalla Federazione e i vari enti del piffero che cavalcano londa camuffando lattività AMATORIALE con la tessera valida per Attività Agonistica. Il tutto si tramuta in un ridicolo e inutile intreccio di enti, federazioni e categorie.
Solo che non ci si rende conto che alla fin fine quelli che popolano le granfondo sono sempre gli stessi, che si sparpagliano di domenica in domenica un po qua e un po là. Nascono nuove gare, nascono nuovi circuiti, ogni anno qualcosa di nuovo a far confusione; il tutto per accaparrarsi i soliti 5000-10000 biker che non vedono lora di fare la GARA.
Di contro, nascosto nellombra, cè un vero e proprio popolo di biker che di granfondo non vogliono neanche sentirne parlare. Personalmente, ne conosco forse di più che le GF non le fanno che quelli che invece vi partecipano. E gente senza tante pretese se non quella di divertirsi e stare assieme, che alle GF non ci va per il solito motivo: perché trovano solo ciò che non gli interessa, come esasperazione e lagonismo diffuso. Però più di qualcuno una vacanza allestero ci va, con la bici, e se incappa nellevento vi partecipa volentieri.
Perché allestero manifestazioni da 2000 partecipanti sono diffuse, con diversi picchi di 5000 se non addirittura 10000 e oltre nel Nord Europa? Vorrei proprio sapere quanti organizzatori italiani siano andati a studiarsi i più importanti modelli esteri... sempre che siano di vedute abbastanza ampie da conoscerne l'esistenza, ovvio...
Allestero puntano sul fatto che landare in bici non è uno sport o una sfida, ma unabitudine quotidiana. Raggruppare grandi masse di ciclisti è quindi molto facile.
In Italia, allora, cosè che non funziona? Semplice: il settore che può garantire grandi numeri, cioè quello granfondistico, non lavora per lo sviluppo del movimento in termini numerici (per avvicinare nuova gente neofita alla MTB, per intenderci). Il mondo granfondistico italiano opera solo ed esclusivamente in sussistenza del movimento già esistente.
E facile vendere un prodotto rodato a chi sai che piace. Un po di servizi tanto sono sempre quelli -, una classifica, un bel po di premi per aizzare la folla. Contando il numero di gare e organizzatori in circolazione la cosa sembra abbastanza semplice. Poi però il gioco vizioso del cane che si morde la coda rischia di acuire alcuni fenomeni.
Spesso ci si lamenta che i biker sporcano.
Spesso ci si scandalizza che il 15% degli amatori sottoposti allantidoping sia risultato positivo.
Spesso ci si vergogna della scorrettezza e la maleducazione di alcuni ebeti.
E più difficile invece acquisire nuovi clienti con qualcosa di nuovo, pur senza perdere quelli che già si avevano. Però per farlo bisogna lavorare molto, molto di più, e avere inventiva, idee, iniziative che si discostino dal classico teatrino dei premi, dei pacchi gara e dei regali. Idee che stravolgano lidea di Granfondo a cui siamo abituati.
Alla resa dei conti lunico evento in Italia che può ritenersi a livello internazionale è la Dolomiti Superbike (non mi esprimo su altri eventi perché sarebbe conflitto di interessi
Per cambiare il mondo delle Granfondo, per ridargli nuovamente quello spirito aggregativo e di condivisione, dobbiamo essere noi per primi a dare un segnale forte. Laltro biker non è un avversario, ma un compagno di avventura e di gioco. La classifica è carta straccia. La gloria è solo per pochi, per tutti gli altri ci deve essere solo lapplauso del pubblico che se vedesse biker un po meno esaltati e un po più divertiti forse si appassionerebbe un qual cosina in più. E magari si coinvolgerebbero nuovi target, come i giovani o le donne. Aumenta lo spirito di aggregazione. Aumenta l'interesse. Aumenta il divertimento. Aumentano i numeri. A qualche organizzatore verrebbe voglia di creare qualcosa di nuovo e di diverso, che invogli i biker redenti a partecipare, cosicchè questi eventi possano crescere e proliferare incentivando un nuovo movimento che cerca eventi tradizionali ma dal carattere radicalmente diverso dal passato. Di nuovo il cane che si morde la coda ma questa volta il circolo sarebbe virtuoso.
Fantasia pura, ma almeno a Babbo Natale lo si può chiedere.
Buon Natale a tutti.