La pellicola protettiva autoadesiva serve a preservare la nostra amata bici da graffi, sfregamenti, botte e quantaltro le facciamo sopportare, sia nell'uso in fuoristada che nel trasporto, oltre a far mantenere un valore del bene nel mercato dell'usato. Il costo di tali protezioni e il risultato estetico dopo l'applicazione, specie su parti di forma complesa e/o tridimensionale, mi ha portato a divulgare il metodo che adotto per fare in modo di non sprecare e essere soddisfatti del proprio lavoro.
Le pellicole in commercio sono mutuate dalle esperienze nel settore dell'automotive, sono dei film poliuretanici trasparenti (nella maggior parte dei casi, lucidi o opalini) adesivizzati, molto elastici per adattarsi a superfici complesse, sovraverniciabili e resistenti ai raggi UV, di spessori che vanno dai 3/10 fino a 2-3 millimetri.
L'esempio che riporto è puramente indicativo, una pedivella, ma la tecnica può essere usata con tutte le parti che ne richiedano l'uso.
Cosa serve:
- La pellicola
- Nastro carta
- Forbici affilate
- Pennarello indelebile
- Uno spillo/ago appuntito
- (Opzionali) Phon da carrozziere, taglierino, spatole in plastica.
Pulire bene la parte da trattare.
Si parte: bisogna creare una dima per ritagliare la pellicola.
Ricoprire la parte da proteggere col nastro carta, avendo l'accortezza di farlo aderire bene alle superfici e fra se stesso, anche usando degli spezzoni dove altrimenti si formerebbero delle pieghe. Per quanto possibile usare il bordo del nastro per definire i contorni.
Per definire meglio i particolari, evidenziarli col pennarello
Togliere l'assemblato di nastro carta dal pezzo, facendo attenzione che rimanga integro.
Come si vede, non è perfettamente piano, essendo la superficie della pedivella tridimensionale, ma non è importante ai fini del risultato: si compenserà con l'elasticità della pellicola, in fase di incollaggio.
In questo caso il pezzo è simmetrico: tagiare con le forbici solo una delle due parti divise dalla mezzeria, piegare a metà (far combaciare la parte non adesiva!) e tagliare seguendo il bordo già definito.
Incollare la dima di nastro carta sopra la pellicola che ha ancora il liner di protezione: con le forbici, seguite accuratamente il bordo.
Togliere il liner e appoggiare la pellicola sulla parte da proteggere, prendento come riferimento dei punti fissi: l'inizio-fine e la mezzeria, in questo caso. È la fase più delicata, bisogna prestare molta attenzione a non fare incollare fra se stessa la pellicola, appoggiandola appena, serve solo ad orientarla correttamente.
In alcuni casi, di superfici ampie e piane, mettere tra il pezzo e la pellicola dell'acqua saponata, può aiutare nella stesura e nell'eventuale riposizionamento della stessa, spatolando per far uscire il liquido senza che si formino bolle, ma nella bici avvienne raramente che ci siano le condizioni per farlo.
A questo punto, tutto dipende dalla manualità e pazienza nel far aderire l'adesivo. Per impedire la formazione di bolle, bisogna riuscire a far sfogare l'aria man mano che si incolla la pellicola. Si deve "spingere" la pellicola, mentre la si fa aderire, puntando sempre verso i bordi (mai incollare in punti separati, bolle assicurate): si incolla partendo da un estremo (in questo caso diciamo dalla fine pedivella, verso il foro), si solleva l'estremo opposto e si spinge con le dita sopra la pellicola facendola progressivamente aderire (nello specifico sul "dorso" della pedivella) fino all'estremo opposto (verso la vite). Attenzione, l'adesivo permette il riposizionamento, se qualcosa non è andato bene si distacca e si rifà. Si continua con le parti laterali (dove il "dorso" scende trasversalmente), sempre dall'interno verso l'esterno. La pellicola è morbida e flessibile, non bisogna avere remore a stirarla per farla aderire senza pieghe. Se dovessero esserci delle picole bollicine d'aria, foratele con uno spillo, su una estremità, e spingete fuori l'aria.
Ecco fatto!
Le pellicole in commercio sono mutuate dalle esperienze nel settore dell'automotive, sono dei film poliuretanici trasparenti (nella maggior parte dei casi, lucidi o opalini) adesivizzati, molto elastici per adattarsi a superfici complesse, sovraverniciabili e resistenti ai raggi UV, di spessori che vanno dai 3/10 fino a 2-3 millimetri.
L'esempio che riporto è puramente indicativo, una pedivella, ma la tecnica può essere usata con tutte le parti che ne richiedano l'uso.
Cosa serve:
- La pellicola
- Nastro carta
- Forbici affilate
- Pennarello indelebile
- Uno spillo/ago appuntito
- (Opzionali) Phon da carrozziere, taglierino, spatole in plastica.
Pulire bene la parte da trattare.
Si parte: bisogna creare una dima per ritagliare la pellicola.
Ricoprire la parte da proteggere col nastro carta, avendo l'accortezza di farlo aderire bene alle superfici e fra se stesso, anche usando degli spezzoni dove altrimenti si formerebbero delle pieghe. Per quanto possibile usare il bordo del nastro per definire i contorni.
Per definire meglio i particolari, evidenziarli col pennarello
Togliere l'assemblato di nastro carta dal pezzo, facendo attenzione che rimanga integro.
Come si vede, non è perfettamente piano, essendo la superficie della pedivella tridimensionale, ma non è importante ai fini del risultato: si compenserà con l'elasticità della pellicola, in fase di incollaggio.
In questo caso il pezzo è simmetrico: tagiare con le forbici solo una delle due parti divise dalla mezzeria, piegare a metà (far combaciare la parte non adesiva!) e tagliare seguendo il bordo già definito.
Incollare la dima di nastro carta sopra la pellicola che ha ancora il liner di protezione: con le forbici, seguite accuratamente il bordo.
Togliere il liner e appoggiare la pellicola sulla parte da proteggere, prendento come riferimento dei punti fissi: l'inizio-fine e la mezzeria, in questo caso. È la fase più delicata, bisogna prestare molta attenzione a non fare incollare fra se stessa la pellicola, appoggiandola appena, serve solo ad orientarla correttamente.
In alcuni casi, di superfici ampie e piane, mettere tra il pezzo e la pellicola dell'acqua saponata, può aiutare nella stesura e nell'eventuale riposizionamento della stessa, spatolando per far uscire il liquido senza che si formino bolle, ma nella bici avvienne raramente che ci siano le condizioni per farlo.
A questo punto, tutto dipende dalla manualità e pazienza nel far aderire l'adesivo. Per impedire la formazione di bolle, bisogna riuscire a far sfogare l'aria man mano che si incolla la pellicola. Si deve "spingere" la pellicola, mentre la si fa aderire, puntando sempre verso i bordi (mai incollare in punti separati, bolle assicurate): si incolla partendo da un estremo (in questo caso diciamo dalla fine pedivella, verso il foro), si solleva l'estremo opposto e si spinge con le dita sopra la pellicola facendola progressivamente aderire (nello specifico sul "dorso" della pedivella) fino all'estremo opposto (verso la vite). Attenzione, l'adesivo permette il riposizionamento, se qualcosa non è andato bene si distacca e si rifà. Si continua con le parti laterali (dove il "dorso" scende trasversalmente), sempre dall'interno verso l'esterno. La pellicola è morbida e flessibile, non bisogna avere remore a stirarla per farla aderire senza pieghe. Se dovessero esserci delle picole bollicine d'aria, foratele con uno spillo, su una estremità, e spingete fuori l'aria.
Ecco fatto!