qualcuno puo' spiegarmi la differenza tra organiche e sintetiche(materiali e caratteristiche),quali migliori?
Più perfetto di così!!!Devo averlo già postato da qualche parte ma non ricordo dove.
Premetto che la mia vuole essere solo una ricerca e non certo laffermazione di verità assolute.
Le pastiglie dei freni a disco si distinguono in tre principali categorie:
1) organiche;
2) sinterizzate semi metalliche;
3) sinterizzate metalliche.
Considerando che le ditte che le producono, per ovvie ragioni, molto raramente rivelano la composizione e le formule degli impasti, genericamente e senza entrare nel dettaglio si potrebbe affermare che alla prima categoria appartengono quelle realizzate principalmente con resine di polimeri, tenuti insieme da collanti, alle quali vengono aggiunte, a vario titolo, fibre di vetro, di metallo, di carbonio o ceramiche e molti altri elementi.
Alla seconda appartengono gli inserti realizzati combinando, generalmente in percentuale uguale, resine e sostanze metalliche e ceramiche, in polveri o filamenti, chiaramente con laggiunta di altre sostanze, e sottoponendo limpasto al processo di sinterizzazione, cioè conglomerando gli elementi ad altissime pressioni e successiva cottura.
Per la terza lelemento metallico, per lo più variegato, è decisamente predominante, tenuto insieme con il medesimo processo di sinterizzazione.
Da questa necessaria premessa scaturiscono le specifiche caratteristiche e le differenze tra le 3 tipologie di pastiglie.
Ora veniamo alluso più specifico che ci interessa, cioè lapplicazione sui freni a disco delle biciclette.
Generalmente si usano dischi in acciaio inox, per i quali non ci sono particolari prescrizioni, diversamente dai leggerissimi dischi in alluminio per i quali è obbligatorio luso esclusivo di pastiglie organiche meno abrasive.
ORGANICHE (resine)
- sono più pronte alla frenata in quanto sono più tenere e, diversamente dalle sinterizzate, non necessitano di una fase di riscaldamento per essere pienamente efficienti;
- hanno una frenata molto modulabile ma anche meno secca;
- normalmente non scaldano molto
- se surriscaldate eccessivamente, specialmente nelle lunghe discese, hanno un notevole calo di prestazione, tendono a sgranare e conseguentemente a frenare meno, se molto stressate si corre il rischio di vetrificarle
- sono generalmente silenziose
- hanno minor durata
- non usurano i dischi
- sono ottime con lasciutto, in quanto sopportano benissimo la polvere, ma sono meno performanti in presenza di acqua o fango
- necessitano di un attento rodaggio, non vanno portate subito a temperature elevate altrimenti si rischia di vetrificarle e rovinarle prematuramente
- dovrebbero avere un costo minore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) perché sono più semplici da realizzare, ma questo è un aspetto molto relativo.
SINTERIZZATE (metalliche)
- per rendere al meglio devono entrare in temperatura
- frenata secca e potente ma decisamente meno modulabile rispetto alle organiche
- scaldano molto, per questo generalmente vengono realizzate con piastrina di separazione termica, conseguentemente nei casi limite sarebbe meglio avere un impianto predisposto ad una maggiore dissipazione del calore o che utilizzi il DOT4 per i minori rischi di fading,
- hanno comunque una resa costante anche in situazioni di stress termico nelle lunghe discese
- sono decisamente più rumorose
- hanno una maggiore durata
- tendono ad usurare i dischi
- lavorano bene anche con acqua e fango
- hanno un rodaggio senza particolari problemi
- dovrebbero avere un costo maggiore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) per la maggiore complessità del processo produttivo, ma anche qui il discorso è molto relativo
SINTERIZZATE (semimetalliche)
hanno caratteristiche intermedie tali da renderle, in talune circostanze, una validissima alternativa sia alle organiche che alle metalliche, sebbene il comportamento sia strettamente legato alla caratteristica degli elementi con cui sono realizzate.
Non si può dire che un tipo sia migliore dellaltro perchè le caratteristiche di ognuna si adatta a situazioni, esigenze o necessità diverse.
Chi fa xc potrebbe preferire, per la grande modulabilità in frenata, le organiche in estate e le semi metalliche con la pioggia, ma d'altronde in una interminabile discesa in stile dh una metallica ci potrebbe metterebbe al sicuro da fastidiosi quanto pericolosi rischi di vetrificazione e calo di prestazione. Naturalmente sulle prestazioni incidono molto anche altri elementi, come ad esempio il modo di frenare, le dimensioni e la conformazione dei dischi, il tipo di impianto frenante e naturalmente non va tralasciato il peso del biker e del mezzo.
Purtroppo sono un biker prolisso, non riesco a dare una risposta in 4 parole.
Diciamo che sono stato troppo sintetico
Mai letta trattazione così completa. Bravo davvero.Devo averlo già postato da qualche parte ma non ricordo dove.
Premetto che la mia vuole essere solo una ricerca e non certo laffermazione di verità assolute.
Le pastiglie dei freni a disco si distinguono in tre principali categorie:
1) organiche;
2) sinterizzate semi metalliche;
3) sinterizzate metalliche.
Considerando che le ditte che le producono, per ovvie ragioni, molto raramente rivelano la composizione e le formule degli impasti, genericamente e senza entrare nel dettaglio si potrebbe affermare che alla prima categoria appartengono quelle realizzate principalmente con resine di polimeri, tenuti insieme da collanti, alle quali vengono aggiunte, a vario titolo, fibre di vetro, di metallo, di carbonio o ceramiche e molti altri elementi.
Alla seconda appartengono gli inserti realizzati combinando, generalmente in percentuale uguale, resine e sostanze metalliche e ceramiche, in polveri o filamenti, chiaramente con laggiunta di altre sostanze, e sottoponendo limpasto al processo di sinterizzazione, cioè conglomerando gli elementi ad altissime pressioni e successiva cottura.
Per la terza lelemento metallico, per lo più variegato, è decisamente predominante, tenuto insieme con il medesimo processo di sinterizzazione.
Da questa necessaria premessa scaturiscono le specifiche caratteristiche e le differenze tra le 3 tipologie di pastiglie.
Ora veniamo alluso più specifico che ci interessa, cioè lapplicazione sui freni a disco delle biciclette.
Generalmente si usano dischi in acciaio inox, per i quali non ci sono particolari prescrizioni, diversamente dai leggerissimi dischi in alluminio per i quali è obbligatorio luso esclusivo di pastiglie organiche meno abrasive.
ORGANICHE (resine)
- sono più pronte alla frenata in quanto sono più tenere e, diversamente dalle sinterizzate, non necessitano di una fase di riscaldamento per essere pienamente efficienti;
- hanno una frenata molto modulabile ma anche meno secca;
- normalmente non scaldano molto
- se surriscaldate eccessivamente, specialmente nelle lunghe discese, hanno un notevole calo di prestazione, tendono a sgranare e conseguentemente a frenare meno, se molto stressate si corre il rischio di vetrificarle
- sono generalmente silenziose
- hanno minor durata
- non usurano i dischi
- sono ottime con lasciutto, in quanto sopportano benissimo la polvere, ma sono meno performanti in presenza di acqua o fango
- necessitano di un attento rodaggio, non vanno portate subito a temperature elevate altrimenti si rischia di vetrificarle e rovinarle prematuramente
- dovrebbero avere un costo minore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) perché sono più semplici da realizzare, ma questo è un aspetto molto relativo.
SINTERIZZATE (metalliche)
- per rendere al meglio devono entrare in temperatura
- frenata secca e potente ma decisamente meno modulabile rispetto alle organiche
- scaldano molto, per questo generalmente vengono realizzate con piastrina di separazione termica, conseguentemente nei casi limite sarebbe meglio avere un impianto predisposto ad una maggiore dissipazione del calore o che utilizzi il DOT4 per i minori rischi di fading,
- hanno comunque una resa costante anche in situazioni di stress termico nelle lunghe discese
- sono decisamente più rumorose
- hanno una maggiore durata
- tendono ad usurare i dischi
- lavorano bene anche con acqua e fango
- hanno un rodaggio senza particolari problemi
- dovrebbero avere un costo maggiore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) per la maggiore complessità del processo produttivo, ma anche qui il discorso è molto relativo
SINTERIZZATE (semimetalliche)
hanno caratteristiche intermedie tali da renderle, in talune circostanze, una validissima alternativa sia alle organiche che alle metalliche, sebbene il comportamento sia strettamente legato alla caratteristica degli elementi con cui sono realizzate.
Non si può dire che un tipo sia migliore dellaltro perchè le caratteristiche di ognuna si adatta a situazioni, esigenze o necessità diverse.
Chi fa xc potrebbe preferire, per la grande modulabilità in frenata, le organiche in estate e le semi metalliche con la pioggia, ma d'altronde in una interminabile discesa in stile dh una metallica ci potrebbe metterebbe al sicuro da fastidiosi quanto pericolosi rischi di vetrificazione e calo di prestazione. Naturalmente sulle prestazioni incidono molto anche altri elementi, come ad esempio il modo di frenare, le dimensioni e la conformazione dei dischi, il tipo di impianto frenante e naturalmente non va tralasciato il peso del biker e del mezzo.
Purtroppo sono un biker prolisso, non riesco a dare una risposta in 4 parole.
Ti rispondo con ritardo perché mi sono accorto solo ora della tua richiesta, comunque meglio tardi che mai.@nemsi61
Le uniche pastiglie sinterizzate sono quelle metalliche.
Non a caso queste vengono spesso indicate solo come "sintered".
Il processo di sinterizzazione e' necessario per legare le polveri metalliche che le compongono.
Lo stesso processo non serve per comporre ne l'impasto delle semi-metalliche ne tantomeno quello delle organiche.
Nel caso mi sbagli, mi puoi indicare una fonte (esterna a questo forum) in cui vengono descritte le sinterizzate semimetalliche ?
Riesumo al fine di domandare lumi circa i vari standard di formati di pastiglie
Devo averlo già postato da qualche parte ma non ricordo dove.
Premetto che la mia vuole essere solo una ricerca e non certo laffermazione di verità assolute.
Le pastiglie dei freni a disco si distinguono in tre principali categorie:
1) organiche;
2) sinterizzate semi metalliche;
3) sinterizzate metalliche.
Considerando che le ditte che le producono, per ovvie ragioni, molto raramente rivelano la composizione e le formule degli impasti, genericamente e senza entrare nel dettaglio si potrebbe affermare che alla prima categoria appartengono quelle realizzate principalmente con resine di polimeri, tenuti insieme da collanti, alle quali vengono aggiunte, a vario titolo, fibre di vetro, di metallo, di carbonio o ceramiche e molti altri elementi.
Alla seconda appartengono gli inserti realizzati combinando, generalmente in percentuale uguale, resine e sostanze metalliche e ceramiche, in polveri o filamenti, chiaramente con laggiunta di altre sostanze, e sottoponendo limpasto al processo di sinterizzazione, cioè conglomerando gli elementi ad altissime pressioni e successiva cottura.
Per la terza lelemento metallico, per lo più variegato, è decisamente predominante, tenuto insieme con il medesimo processo di sinterizzazione.
Da questa necessaria premessa scaturiscono le specifiche caratteristiche e le differenze tra le 3 tipologie di pastiglie.
Ora veniamo alluso più specifico che ci interessa, cioè lapplicazione sui freni a disco delle biciclette.
Generalmente si usano dischi in acciaio inox, per i quali non ci sono particolari prescrizioni, diversamente dai leggerissimi dischi in alluminio per i quali è obbligatorio luso esclusivo di pastiglie organiche meno abrasive.
ORGANICHE (resine)
- sono più pronte alla frenata in quanto sono più tenere e, diversamente dalle sinterizzate, non necessitano di una fase di riscaldamento per essere pienamente efficienti;
- hanno una frenata molto modulabile ma anche meno secca;
- normalmente non scaldano molto
- se surriscaldate eccessivamente, specialmente nelle lunghe discese, hanno un notevole calo di prestazione, tendono a sgranare e conseguentemente a frenare meno, se molto stressate si corre il rischio di vetrificarle
- sono generalmente silenziose
- hanno minor durata
- non usurano i dischi
- sono ottime con lasciutto, in quanto sopportano benissimo la polvere, ma sono meno performanti in presenza di acqua o fango
- necessitano di un attento rodaggio, non vanno portate subito a temperature elevate altrimenti si rischia di vetrificarle e rovinarle prematuramente
- dovrebbero avere un costo minore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) perché sono più semplici da realizzare, ma questo è un aspetto molto relativo.
SINTERIZZATE (metalliche)
- per rendere al meglio devono entrare in temperatura
- frenata secca e potente ma decisamente meno modulabile rispetto alle organiche
- scaldano molto, per questo generalmente vengono realizzate con piastrina di separazione termica, conseguentemente nei casi limite sarebbe meglio avere un impianto predisposto ad una maggiore dissipazione del calore o che utilizzi il DOT4 per i minori rischi di fading,
- hanno comunque una resa costante anche in situazioni di stress termico nelle lunghe discese
- sono decisamente più rumorose
- hanno una maggiore durata
- tendono ad usurare i dischi
- lavorano bene anche con acqua e fango
- hanno un rodaggio senza particolari problemi
- dovrebbero avere un costo maggiore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) per la maggiore complessità del processo produttivo, ma anche qui il discorso è molto relativo
SINTERIZZATE (semimetalliche)
hanno caratteristiche intermedie tali da renderle, in talune circostanze, una validissima alternativa sia alle organiche che alle metalliche, sebbene il comportamento sia strettamente legato alla caratteristica degli elementi con cui sono realizzate.
Non si può dire che un tipo sia migliore dellaltro perchè le caratteristiche di ognuna si adatta a situazioni, esigenze o necessità diverse.
Chi fa xc potrebbe preferire, per la grande modulabilità in frenata, le organiche in estate e le semi metalliche con la pioggia, ma d'altronde in una interminabile discesa in stile dh una metallica ci potrebbe metterebbe al sicuro da fastidiosi quanto pericolosi rischi di vetrificazione e calo di prestazione. Naturalmente sulle prestazioni incidono molto anche altri elementi, come ad esempio il modo di frenare, le dimensioni e la conformazione dei dischi, il tipo di impianto frenante e naturalmente non va tralasciato il peso del biker e del mezzo.
Purtroppo sono un biker prolisso, non riesco a dare una risposta in 4 parole.
Scusate, sul tech corner ho letto che le organiche sono più potenti ma meno modulabili rispetto alle metalliche. Naturalmente prendo in considerazione il che le due pasticche lavorino nel momento di maggior efficienza
Chi ha ragione?