pastiglie freni

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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Spinone

Biker infernalis
2/8/07
1.873
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Lazzaronia
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Le differenza tra gli impasti non la conosco, ma in genere le organiche frenano subito, sono meno resistenti alle scaldate (si parla comunque di discese impervie lunghe kilometri) e sono più silenziose, mentre le sinterizzate hanno bisogno di essere scaldate, ma poi frenano di più, sono più durature e fanno un casino bestia (io non le sopporto).

A grandi linee le organiche sono più indicate nel cross country, invece le sinterizzate vanno meglio per free ride e down hill, poi entrano in gioco le preferenze soggettive e quindi capita anche di vedere l'esatto contrario.
 
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NEMESI61

Biker dantescus
7/5/07
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Roma
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Devo averlo già postato da qualche parte ma non ricordo dove.
Premetto che la mia vuole essere solo una ricerca e non certo l’affermazione di verità assolute.
Le pastiglie dei freni a disco si distinguono in tre principali categorie:
1) organiche;
2) sinterizzate semi metalliche;
3) sinterizzate metalliche.
Considerando che le ditte che le producono, per ovvie ragioni, molto raramente rivelano la composizione e le formule degli impasti, genericamente e senza entrare nel dettaglio si potrebbe affermare che alla prima categoria appartengono quelle realizzate principalmente con resine di polimeri, tenuti insieme da collanti, alle quali vengono aggiunte, a vario titolo, fibre di vetro, di metallo, di carbonio o ceramiche e molti altri elementi.
Alla seconda appartengono gli inserti realizzati combinando, generalmente in percentuale uguale, resine e sostanze metalliche e ceramiche, in polveri o filamenti, chiaramente con l’aggiunta di altre sostanze, e sottoponendo l’impasto al processo di sinterizzazione, cioè conglomerando gli elementi ad altissime pressioni e successiva cottura.
Per la terza l’elemento metallico, per lo più variegato, è decisamente predominante, tenuto insieme con il medesimo processo di sinterizzazione.
Da questa necessaria premessa scaturiscono le specifiche caratteristiche e le differenze tra le 3 tipologie di pastiglie.
Ora veniamo all’uso più specifico che ci interessa, cioè l’applicazione sui freni a disco delle biciclette.
Generalmente si usano dischi in acciaio inox, per i quali non ci sono particolari prescrizioni, diversamente dai leggerissimi dischi in alluminio per i quali è obbligatorio l’uso esclusivo di pastiglie organiche meno abrasive.

ORGANICHE (resine)
- sono più pronte alla frenata in quanto sono più tenere e, diversamente dalle sinterizzate, non necessitano di una fase di riscaldamento per essere pienamente efficienti;
- hanno una frenata molto modulabile ma anche meno secca;
- normalmente non scaldano molto
- se surriscaldate eccessivamente, specialmente nelle lunghe discese, hanno un notevole calo di prestazione, tendono a sgranare e conseguentemente a frenare meno, se molto stressate si corre il rischio di vetrificarle
- sono generalmente silenziose
- hanno minor durata
- non usurano i dischi
- sono ottime con l’asciutto, in quanto sopportano benissimo la polvere, ma sono meno performanti in presenza di acqua o fango
- necessitano di un attento rodaggio, non vanno portate subito a temperature elevate altrimenti si rischia di vetrificarle e rovinarle prematuramente
- dovrebbero avere un costo minore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) perché sono più semplici da realizzare, ma questo è un aspetto molto relativo.
SINTERIZZATE (metalliche)
- per rendere al meglio devono entrare in temperatura
- frenata secca e potente ma decisamente meno modulabile rispetto alle organiche
- scaldano molto, per questo generalmente vengono realizzate con piastrina di separazione termica, conseguentemente nei casi limite sarebbe meglio avere un impianto predisposto ad una maggiore dissipazione del calore o che utilizzi il DOT4 per i minori rischi di fading,
- hanno comunque una resa costante anche in situazioni di stress termico nelle lunghe discese
- sono decisamente più rumorose
- hanno una maggiore durata
- tendono ad usurare i dischi

- lavorano bene anche con acqua e fango
- hanno un rodaggio senza particolari problemi
- dovrebbero avere un costo maggiore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) per la maggiore complessità del processo produttivo, ma anche qui il discorso è molto relativo
SINTERIZZATE (semimetalliche)
hanno caratteristiche intermedie tali da renderle, in talune circostanze, una validissima alternativa sia alle organiche che alle metalliche, sebbene il comportamento sia strettamente legato alla caratteristica degli elementi con cui sono realizzate.
Non si può dire che un tipo sia migliore dell’altro perchè le caratteristiche di ognuna si adatta a situazioni, esigenze o necessità diverse.
Chi fa xc potrebbe preferire, per la grande modulabilità in frenata, le organiche in estate e le semi metalliche con la pioggia, ma d'altronde in una interminabile discesa in stile dh una metallica ci potrebbe metterebbe al sicuro da fastidiosi quanto pericolosi rischi di vetrificazione e calo di prestazione. Naturalmente sulle prestazioni incidono molto anche altri elementi, come ad esempio il modo di frenare, le dimensioni e la conformazione dei dischi, il tipo di impianto frenante e naturalmente non va tralasciato il peso del biker e del mezzo.
Purtroppo sono un biker prolisso, non riesco a dare una risposta in 4 parole.
 

Tesa

Biker velocissimus
15/2/10
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Bassano del Grappa
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Devo averlo già postato da qualche parte ma non ricordo dove.
Premetto che la mia vuole essere solo una ricerca e non certo l’affermazione di verità assolute.
Le pastiglie dei freni a disco si distinguono in tre principali categorie:
1) organiche;
2) sinterizzate semi metalliche;
3) sinterizzate metalliche.
Considerando che le ditte che le producono, per ovvie ragioni, molto raramente rivelano la composizione e le formule degli impasti, genericamente e senza entrare nel dettaglio si potrebbe affermare che alla prima categoria appartengono quelle realizzate principalmente con resine di polimeri, tenuti insieme da collanti, alle quali vengono aggiunte, a vario titolo, fibre di vetro, di metallo, di carbonio o ceramiche e molti altri elementi.
Alla seconda appartengono gli inserti realizzati combinando, generalmente in percentuale uguale, resine e sostanze metalliche e ceramiche, in polveri o filamenti, chiaramente con l’aggiunta di altre sostanze, e sottoponendo l’impasto al processo di sinterizzazione, cioè conglomerando gli elementi ad altissime pressioni e successiva cottura.
Per la terza l’elemento metallico, per lo più variegato, è decisamente predominante, tenuto insieme con il medesimo processo di sinterizzazione.
Da questa necessaria premessa scaturiscono le specifiche caratteristiche e le differenze tra le 3 tipologie di pastiglie.
Ora veniamo all’uso più specifico che ci interessa, cioè l’applicazione sui freni a disco delle biciclette.
Generalmente si usano dischi in acciaio inox, per i quali non ci sono particolari prescrizioni, diversamente dai leggerissimi dischi in alluminio per i quali è obbligatorio l’uso esclusivo di pastiglie organiche meno abrasive.

ORGANICHE (resine)
- sono più pronte alla frenata in quanto sono più tenere e, diversamente dalle sinterizzate, non necessitano di una fase di riscaldamento per essere pienamente efficienti;
- hanno una frenata molto modulabile ma anche meno secca;
- normalmente non scaldano molto
- se surriscaldate eccessivamente, specialmente nelle lunghe discese, hanno un notevole calo di prestazione, tendono a sgranare e conseguentemente a frenare meno, se molto stressate si corre il rischio di vetrificarle
- sono generalmente silenziose
- hanno minor durata
- non usurano i dischi
- sono ottime con l’asciutto, in quanto sopportano benissimo la polvere, ma sono meno performanti in presenza di acqua o fango
- necessitano di un attento rodaggio, non vanno portate subito a temperature elevate altrimenti si rischia di vetrificarle e rovinarle prematuramente
- dovrebbero avere un costo minore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) perché sono più semplici da realizzare, ma questo è un aspetto molto relativo.
SINTERIZZATE (metalliche)
- per rendere al meglio devono entrare in temperatura
- frenata secca e potente ma decisamente meno modulabile rispetto alle organiche
- scaldano molto, per questo generalmente vengono realizzate con piastrina di separazione termica, conseguentemente nei casi limite sarebbe meglio avere un impianto predisposto ad una maggiore dissipazione del calore o che utilizzi il DOT4 per i minori rischi di fading,
- hanno comunque una resa costante anche in situazioni di stress termico nelle lunghe discese
- sono decisamente più rumorose
- hanno una maggiore durata
- tendono ad usurare i dischi

- lavorano bene anche con acqua e fango
- hanno un rodaggio senza particolari problemi
- dovrebbero avere un costo maggiore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) per la maggiore complessità del processo produttivo, ma anche qui il discorso è molto relativo
SINTERIZZATE (semimetalliche)
hanno caratteristiche intermedie tali da renderle, in talune circostanze, una validissima alternativa sia alle organiche che alle metalliche, sebbene il comportamento sia strettamente legato alla caratteristica degli elementi con cui sono realizzate.
Non si può dire che un tipo sia migliore dell’altro perchè le caratteristiche di ognuna si adatta a situazioni, esigenze o necessità diverse.
Chi fa xc potrebbe preferire, per la grande modulabilità in frenata, le organiche in estate e le semi metalliche con la pioggia, ma d'altronde in una interminabile discesa in stile dh una metallica ci potrebbe metterebbe al sicuro da fastidiosi quanto pericolosi rischi di vetrificazione e calo di prestazione. Naturalmente sulle prestazioni incidono molto anche altri elementi, come ad esempio il modo di frenare, le dimensioni e la conformazione dei dischi, il tipo di impianto frenante e naturalmente non va tralasciato il peso del biker e del mezzo.
Purtroppo sono un biker prolisso, non riesco a dare una risposta in 4 parole.
Più perfetto di così!!!
 

rdifra

Biker tremendus
28/3/08
1.026
60
0
Aosta
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ringrazio anche io NEMESI61 finalmente ho le idee più chiare rispetto all'argomento!

inoltre propongo di aggiungere la categoria 'Biker prolissus' all'elenco delle bikercategorie :smile:
 

bis

Biker augustus
29/12/08
9.340
13
0
68
Besana in Brianza
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@nemsi61
Le uniche pastiglie sinterizzate sono quelle metalliche.
Non a caso queste vengono spesso indicate solo come "sintered".
Il processo di sinterizzazione e' necessario per legare le polveri metalliche che le compongono.
Lo stesso processo non serve per comporre ne l'impasto delle semi-metalliche ne tantomeno quello delle organiche.

Nel caso mi sbagli, mi puoi indicare una fonte (esterna a questo forum) in cui vengono descritte le sinterizzate semimetalliche ?
 

wildboars75

Biker serius
6/10/08
128
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48
SILIQUA
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quoto , però a prescindere da questo la spiegazione del collega era assolutamente esauriente.
il processo di sinterizzazione è un processo con cui si sfrutta un fenomeno di reazione allo stato solido tra componenti omogenei o anche etrogenei.
questo avviene partendo da una polvere alla quale viene applicata una forte pressione ed una temperatra controllata per un tempo stabilito, in queste cindizioni le particelle di polvere si legano tra di loro e la coesione è strutturale, una sorta di fusione alivello microscopico che lega le particelle tra loro.
si possono sinterizzare polveri metalliche ma non solo, è possibile effettuare sinterizzazione anche di polveri non metalliche come ad esempio le polveri grafitiche (composte da carbonio in forma grafitica quindi con una struttura che ricorda quella di un nido d'ape con al vertice degli esagoni un atomo di carbonio, la grafite ha infatti una struttura che si dice "esagonale") gli elettrodi grafitici ad esempio quelli delle batterie cosiddette zinco-carbone (anche se è una nomenclatura errata sotto il profilo chimico perchè la coppia red-ox non è zinco carbone ovviamente, ma si usa per indicare la presenza di elettrodo in grafite per la conduzione ) sono realizzati con metodo della sinterizzazione da polveri, poi esistono anche i ceramici sinterizzati a partire da polveri composte fondamentalmente da ossidi di metalli e di metalli alcalini.

Si può definire il processo di sinterizzazione come un processo di ottenimento di un materiale solido partendo da polveri ma senza usare un legante, come ad esempio la resina. Il legante nel processo di sinterizzazione sono la pressione e la temperatura... la matrice del materiale è continua sotto il profilo della composizione chimica .

Nelle organiche quindi abbiamo da una parte il materiale di base e poi la resina collante, come agglomerante/legante , unendo resina e materiali d'attrito otteniamo il materiale finale.. ma non per sinterizzazione ma per impasto, è un po' come fare il calcestruzzo, si mette la sabbia , l'acqua, la ghiaia e poi si possono aggiungere i ferri per fare il cemento armato, come analogia coi materiali compositi .
ma un materiale ottenuto in questo modo non ha bisogno ovviamente di sinterizzazione, magari di cottura o di maturazione in autoclave o in presse isostatiche per renderlo meccanicamente isotropo ( con le stesse proprietà meccaniche su tutto il pezzo) come avviene per molti materiali refrattari per applicazioni ad alto contenuto ingegneristico, se necessario, ma non sinterizzato perchè il processo di sinterizzazione è una cosa a se..
scusate se sono stato un po' pesante.. :nunsacci:
ciao:celopiùg:
 

vediamosesireiscrive

Biker forumensus
7/4/13
2.309
0
0
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Ho letto tutto. Visto che la mia biga monta fin dalla nascita delle organiche e ho come freni gli elixir 7 con dischi 203 180, peso 60 kg, e il mio utilizzo é all mountain con discese finali ripide ma solo con piccolissimi tratti vicini al dh, voi cosa mi consigliereste? Talvolta per arrivare al momento della discesa faccio anche tecnico lento e per questo credo che le organiche facciano per me, ma a volte vetrificano e mi scuriscono superficialmente il disco, tempo qualche frenata lenta e secca il problema passa.

Non so nemmeno io, non vorrei che su un giro di 5-6 ore le semimetalliche mi avvantaggiassero sui 20 minuti di discesa e mi svantaggiassero su tutto il resto...
Aspetto notizie, le mie organiche sono finite quasi..
 

ciclista411

Biker grossissimus
7/2/13
5.355
989
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Agrigento-Lecce
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Bike
Olympia 26
Devo averlo già postato da qualche parte ma non ricordo dove.
Premetto che la mia vuole essere solo una ricerca e non certo l’affermazione di verità assolute.
Le pastiglie dei freni a disco si distinguono in tre principali categorie:
1) organiche;
2) sinterizzate semi metalliche;
3) sinterizzate metalliche.
Considerando che le ditte che le producono, per ovvie ragioni, molto raramente rivelano la composizione e le formule degli impasti, genericamente e senza entrare nel dettaglio si potrebbe affermare che alla prima categoria appartengono quelle realizzate principalmente con resine di polimeri, tenuti insieme da collanti, alle quali vengono aggiunte, a vario titolo, fibre di vetro, di metallo, di carbonio o ceramiche e molti altri elementi.
Alla seconda appartengono gli inserti realizzati combinando, generalmente in percentuale uguale, resine e sostanze metalliche e ceramiche, in polveri o filamenti, chiaramente con l’aggiunta di altre sostanze, e sottoponendo l’impasto al processo di sinterizzazione, cioè conglomerando gli elementi ad altissime pressioni e successiva cottura.
Per la terza l’elemento metallico, per lo più variegato, è decisamente predominante, tenuto insieme con il medesimo processo di sinterizzazione.
Da questa necessaria premessa scaturiscono le specifiche caratteristiche e le differenze tra le 3 tipologie di pastiglie.
Ora veniamo all’uso più specifico che ci interessa, cioè l’applicazione sui freni a disco delle biciclette.
Generalmente si usano dischi in acciaio inox, per i quali non ci sono particolari prescrizioni, diversamente dai leggerissimi dischi in alluminio per i quali è obbligatorio l’uso esclusivo di pastiglie organiche meno abrasive.

ORGANICHE (resine)
- sono più pronte alla frenata in quanto sono più tenere e, diversamente dalle sinterizzate, non necessitano di una fase di riscaldamento per essere pienamente efficienti;
- hanno una frenata molto modulabile ma anche meno secca;
- normalmente non scaldano molto
- se surriscaldate eccessivamente, specialmente nelle lunghe discese, hanno un notevole calo di prestazione, tendono a sgranare e conseguentemente a frenare meno, se molto stressate si corre il rischio di vetrificarle
- sono generalmente silenziose
- hanno minor durata
- non usurano i dischi
- sono ottime con l’asciutto, in quanto sopportano benissimo la polvere, ma sono meno performanti in presenza di acqua o fango
- necessitano di un attento rodaggio, non vanno portate subito a temperature elevate altrimenti si rischia di vetrificarle e rovinarle prematuramente
- dovrebbero avere un costo minore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) perché sono più semplici da realizzare, ma questo è un aspetto molto relativo.
SINTERIZZATE (metalliche)
- per rendere al meglio devono entrare in temperatura
- frenata secca e potente ma decisamente meno modulabile rispetto alle organiche
- scaldano molto, per questo generalmente vengono realizzate con piastrina di separazione termica, conseguentemente nei casi limite sarebbe meglio avere un impianto predisposto ad una maggiore dissipazione del calore o che utilizzi il DOT4 per i minori rischi di fading,
- hanno comunque una resa costante anche in situazioni di stress termico nelle lunghe discese
- sono decisamente più rumorose
- hanno una maggiore durata
- tendono ad usurare i dischi

- lavorano bene anche con acqua e fango
- hanno un rodaggio senza particolari problemi
- dovrebbero avere un costo maggiore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) per la maggiore complessità del processo produttivo, ma anche qui il discorso è molto relativo
SINTERIZZATE (semimetalliche)
hanno caratteristiche intermedie tali da renderle, in talune circostanze, una validissima alternativa sia alle organiche che alle metalliche, sebbene il comportamento sia strettamente legato alla caratteristica degli elementi con cui sono realizzate.
Non si può dire che un tipo sia migliore dell’altro perchè le caratteristiche di ognuna si adatta a situazioni, esigenze o necessità diverse.
Chi fa xc potrebbe preferire, per la grande modulabilità in frenata, le organiche in estate e le semi metalliche con la pioggia, ma d'altronde in una interminabile discesa in stile dh una metallica ci potrebbe metterebbe al sicuro da fastidiosi quanto pericolosi rischi di vetrificazione e calo di prestazione. Naturalmente sulle prestazioni incidono molto anche altri elementi, come ad esempio il modo di frenare, le dimensioni e la conformazione dei dischi, il tipo di impianto frenante e naturalmente non va tralasciato il peso del biker e del mezzo.
Purtroppo sono un biker prolisso, non riesco a dare una risposta in 4 parole.
Mai letta trattazione così completa. Bravo davvero.
 

NEMESI61

Biker dantescus
7/5/07
4.776
13
0
Roma
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@nemsi61
Le uniche pastiglie sinterizzate sono quelle metalliche.
Non a caso queste vengono spesso indicate solo come "sintered".
Il processo di sinterizzazione e' necessario per legare le polveri metalliche che le compongono.
Lo stesso processo non serve per comporre ne l'impasto delle semi-metalliche ne tantomeno quello delle organiche.

Nel caso mi sbagli, mi puoi indicare una fonte (esterna a questo forum) in cui vengono descritte le sinterizzate semimetalliche ?
Ti rispondo con ritardo perché mi sono accorto solo ora della tua richiesta, comunque meglio tardi che mai.
[url]http://www.rms.it/doc/catalogo/257-pastiglie-freno-alligator.pdf[/URL]
 

ale adesso pedala

Biker popularis
1/8/14
92
0
0
ancona
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Devo averlo già postato da qualche parte ma non ricordo dove.
Premetto che la mia vuole essere solo una ricerca e non certo l’affermazione di verità assolute.
Le pastiglie dei freni a disco si distinguono in tre principali categorie:
1) organiche;
2) sinterizzate semi metalliche;
3) sinterizzate metalliche.
Considerando che le ditte che le producono, per ovvie ragioni, molto raramente rivelano la composizione e le formule degli impasti, genericamente e senza entrare nel dettaglio si potrebbe affermare che alla prima categoria appartengono quelle realizzate principalmente con resine di polimeri, tenuti insieme da collanti, alle quali vengono aggiunte, a vario titolo, fibre di vetro, di metallo, di carbonio o ceramiche e molti altri elementi.
Alla seconda appartengono gli inserti realizzati combinando, generalmente in percentuale uguale, resine e sostanze metalliche e ceramiche, in polveri o filamenti, chiaramente con l’aggiunta di altre sostanze, e sottoponendo l’impasto al processo di sinterizzazione, cioè conglomerando gli elementi ad altissime pressioni e successiva cottura.
Per la terza l’elemento metallico, per lo più variegato, è decisamente predominante, tenuto insieme con il medesimo processo di sinterizzazione.
Da questa necessaria premessa scaturiscono le specifiche caratteristiche e le differenze tra le 3 tipologie di pastiglie.
Ora veniamo all’uso più specifico che ci interessa, cioè l’applicazione sui freni a disco delle biciclette.
Generalmente si usano dischi in acciaio inox, per i quali non ci sono particolari prescrizioni, diversamente dai leggerissimi dischi in alluminio per i quali è obbligatorio l’uso esclusivo di pastiglie organiche meno abrasive.

ORGANICHE (resine)
- sono più pronte alla frenata in quanto sono più tenere e, diversamente dalle sinterizzate, non necessitano di una fase di riscaldamento per essere pienamente efficienti;
- hanno una frenata molto modulabile ma anche meno secca;
- normalmente non scaldano molto
- se surriscaldate eccessivamente, specialmente nelle lunghe discese, hanno un notevole calo di prestazione, tendono a sgranare e conseguentemente a frenare meno, se molto stressate si corre il rischio di vetrificarle
- sono generalmente silenziose
- hanno minor durata
- non usurano i dischi
- sono ottime con l’asciutto, in quanto sopportano benissimo la polvere, ma sono meno performanti in presenza di acqua o fango
- necessitano di un attento rodaggio, non vanno portate subito a temperature elevate altrimenti si rischia di vetrificarle e rovinarle prematuramente
- dovrebbero avere un costo minore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) perché sono più semplici da realizzare, ma questo è un aspetto molto relativo.
SINTERIZZATE (metalliche)
- per rendere al meglio devono entrare in temperatura
- frenata secca e potente ma decisamente meno modulabile rispetto alle organiche
- scaldano molto, per questo generalmente vengono realizzate con piastrina di separazione termica, conseguentemente nei casi limite sarebbe meglio avere un impianto predisposto ad una maggiore dissipazione del calore o che utilizzi il DOT4 per i minori rischi di fading,
- hanno comunque una resa costante anche in situazioni di stress termico nelle lunghe discese
- sono decisamente più rumorose
- hanno una maggiore durata
- tendono ad usurare i dischi

- lavorano bene anche con acqua e fango
- hanno un rodaggio senza particolari problemi
- dovrebbero avere un costo maggiore (relativamente a prodotti equivalenti della stessa casa) per la maggiore complessità del processo produttivo, ma anche qui il discorso è molto relativo
SINTERIZZATE (semimetalliche)
hanno caratteristiche intermedie tali da renderle, in talune circostanze, una validissima alternativa sia alle organiche che alle metalliche, sebbene il comportamento sia strettamente legato alla caratteristica degli elementi con cui sono realizzate.
Non si può dire che un tipo sia migliore dell’altro perchè le caratteristiche di ognuna si adatta a situazioni, esigenze o necessità diverse.
Chi fa xc potrebbe preferire, per la grande modulabilità in frenata, le organiche in estate e le semi metalliche con la pioggia, ma d'altronde in una interminabile discesa in stile dh una metallica ci potrebbe metterebbe al sicuro da fastidiosi quanto pericolosi rischi di vetrificazione e calo di prestazione. Naturalmente sulle prestazioni incidono molto anche altri elementi, come ad esempio il modo di frenare, le dimensioni e la conformazione dei dischi, il tipo di impianto frenante e naturalmente non va tralasciato il peso del biker e del mezzo.
Purtroppo sono un biker prolisso, non riesco a dare una risposta in 4 parole.



Scusate, sul tech corner ho letto che le organiche sono più potenti ma meno modulabili rispetto alle metalliche. Naturalmente prendo in considerazione il che le due pasticche lavorino nel momento di maggior efficienza

Chi ha ragione?
 

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