Nostalgia 2.0...l'evoluzione (la rinascita dei Nostalgici)

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panzer division

Biker meravigliosus
28/7/03
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Venezia Giulia.
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Ancora non ho capito come funziona 'sta roba... poi me la spieghi con calma.
Maremma Panz come mi cybernizzi!

welcome to the retrofuture!
set the speed at 88 mph

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La Strega

Biker serius
14/4/07
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East Coast
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Uela! Buongiorno!
Mentre il Panz ronfa beato in camera io son che faccio colazione perchè stamattina "lavoro" (il mio lavoretto della mattina, che non si può nemmeno definire tale).
Ieri sera eravamo a Teatro a vedere l'operetta... tralasciando il fatto che io e il Panz siamo sempre gli unici sotto i 60 anni, mi emoziono sempre!
oh cincillà..oh cincillà...
 

Rockyluca

Biker velocissimus
9/1/09
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Leonessa d'Italia
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Bike
la Rossa
Uela! Buongiorno!
Mentre il Panz ronfa beato in camera io son che faccio colazione perchè stamattina "lavoro" (il mio lavoretto della mattina, che non si può nemmeno definire tale).
Ieri sera eravamo a Teatro a vedere l'operetta... tralasciando il fatto che io e il Panz siamo sempre gli unici sotto i 60 anni, mi emoziono sempre!
oh cincillà..oh cincillà...
'giorno sorellina...
buon lavoro, allora!:celopiùg:
 

maxsolino

Biker velocissimus
15/8/11
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non per fare il rompipalle ma e` tanto che non vedo le vostre brutte facce
si riesce ad organizzare una pizzata??
 

Traiano

Biker urlandum
Parlando durante il lavoro con un collega (con cui c'era grande feeling che purtroppo è andato piano piano a scemare quando ha cambiato sede) era venuta fuori l'idea di scrivere un racconto (anzi l'idea era un libro, ma poi è stato ridotto l'intento :spetteguless:).
La storia era fantasy, se vogliamo anche già "vagamente sentita".

Essendo iscritto, come già detto, in un forum motociclistico, quando ho deciso di "buttarla già" l'ho adattata a quell'ambiente per postarla là. Che dite posso postarla anche qui, così mi date un parere?
@Nikkeribe tu dovresti essere il letterato del gruppo, se vuoi perdere un po' di tempo.... ;-)

IL REGALO


Come ogni giorno a quell'ora, premeva il tastino start con la conseguenza che il borbottio iniziava cadente come un orologio svizzero. S'infilava guanti, casco, un'ultima regolazione alle cinghie di quella giacca che ormai aveva dato tanto, ma che separarsi da lei significava dire che era vecchia, e con lei, lui stesso.

La giornata era ormai giunta al termine e quella volta la sera era illuminata da una strana luce, una luce grigia, forse dovuta al fatto che anziché con il rossore delle tipiche serate d'estate il sole lo stava salutando da una tenda di nuvole spesse e minacciose, seppur lontane.

Michele era pronto per partire, colpetto della punta del piede, solito stak secco e... e via, direzione casa. Una cosa che gli piaceva del lavoro, lavoro che ormai da vent'anni lo aveva portato lontano dalle sue origini, era che per andare a casa aveva davanti una ventina di chilometri di strade di campagna, un'alternanza di curve, pennellate di qua e di là, che ogni volta pensava fossero state disegnate dal compianto Tamburini, tanto erano belle.

Quella sera, passata l'ultima casa del paese da quasi 5 minuti ormai, all'uscita di una di queste splendide curve, notò un uomo a bordo strada, seduto sul ceppo di un pioppo tagliato da ormai decenni, nato chissà quanto tempo fa a ridosso di una delle più grandi risorgive di quella zona, che lo guardava come se lo stesse aspettando. Si disse fra sé e sé: “va bè dai, forse ha sentito il rumore, e aspettava per vedere la moto.”
Quindi proseguì il suo breve, personalissimo e piccolo viaggio verso la quotidiana serenità della home.

Una cosa però non gli quadrava su quell'uomo, e, cosa che lo faceva impazzire tutte le volte, finché non avesse trovato il motivo di ciò, la sua immagine lo avrebbe tormentato, anche per giorni.
Rendendosi conto di essere distratto dal quel pensiero, rilassò il polso destro e anziché osare come al solito su quella curva che tanto gli piaceva, perché solo lì, ed in poche altre, riusciva a chiudere quasi completamente la sportouring posteriore, la percorse a velocità da codice.

Panico!
Appena si riaprì la visuale, un camion, carico, stracolmo, di mais trinciato, “spiaggiato” a lato della strada con una gomma adagiata sull'asfalto.
“C@zzo!” Tonò dentro il casco. Giù a sinistra, subito su e ... “Porca miseria! Senza ABS stavolta non l'avrei raccontata!”... “non l'avrei raccontata senza ABS... . ma non l'avrei raccontata neanche senza quel l'uomo che mi guardava... santo Dio!”
Ecco, ritornato l'afflusso di sangue in testa, dimostrato dal calore che si sentiva uscire dal colletto della giacca, un altro pensiero s'era aggiunto... perché proprio lì quel tipo... perché proprio stasera.

D'un tratto una voce gli risuonò in testa, era il ricordo di suo padre, che anni fa, quando dopo decenni passati in strada, andando in pensione gli aveva detto “ormai andare per strada è diventata una guerra!”
Giusto! Ecco cosa non tornava... non gli tornava come era vestito quel tipo. Cosa ci faceva un uomo di mezza età, alle otto di sera, in campagna, seduto su un ceppo di pioppo, con quella giacca verdone e qui pantaloni larghi nelle cosce? Pareva uno di quei tipi dei centri sociali, vestiti (e non ne aveva mai capito il perché) da soldato. Ma non era un po' grandino per sto tipo d'abbigliamento?

No, non ci siamo. "Devo tornare" indietro pensò. "Tanto stasera mia moglie va a cena con le colleghe, a casa non c'è nessuno, posso tranquillamente far tardi."
Ecco il senso di quella rotonda costruita in mezzo al niente: fargli invertire il senso di marcia. Sorrise a questa idiota conclusione.
Ritornato all'altezza del camion, notò, con vero piacere, che il camionista aveva finalmente messo il triangolo dietro la curva.

Un altro minuto e giunse a quella risorgiva. Ecco, il tipo non c'è più.
“Porca miseria... te pareva”. Si fermò lo stesso Michele. Messa la moto a temporaneo riposo sul cavalletto, scese, un'occhiata all'acqua del fontanone e si sedette lui su quel ceppo. Qualche minuto e si decise a ripartire per andare finalmente a casa quando un motivo imprecisato lo fece girare indietro e con un sobbalzo soffocato, d'altronde non era abituato a far vedere di essersi spaventato, notò che quell'uomo era lì, a mezzo metro da lui. “Buonasera!” sbottò Michele. Il tipo ricambiò con un cenno della testa.

Ecco, uno zoticone di poche parole, fu il primo pensiero. Però doveva capire il motivo della presenza e soprattutto come aveva fatto riapparire dal niente, era impossibile!
Per rompere un po' quell'aria tesa fra di loro, gli chiese: “come mai da 'ste parti, non è ancora tempo di chiodini. Non escono in autunno?”
Una pausa lunga il tempo di poter dare modo a Michele di notare che quell'uomo aveva un aria un po' sbattuta, un colorito alquanto biancastro e due occhiaie nere nere. Insomma, quell'uomo non è che se la passasse proprio bene. Con fare tipico di chi ha dolori dappertutto si sedette di nuovo su quel - famoso ormai - ceppo di pioppo.

Spezzò il silenzio esordendo con “ guarda qui Michele” e Michele interrompendolo in maniera secca, dettata dallo stupore che quell'uomo sapesse il suo nome, gli chiese se si conoscessero.
Per tutta risposta quel tipo strano sospirò socchiudendo gli occhi, in segno di stanchezza e pochi istanti dopo, come se mai fosse stato interrotto riprese il suo discorso slacciandosi i bottoni di quella giacca verdone, bucata sul taschino sinistro. “guarda qui, la vedi questa ferita? Questo è un colpo di fucile, esploso da un soldato italiano il 9 maggio 1944. Sono morto qui, quel giorno.”

Michele pensò “ a posto, ci mancava un matto stasera” e spazientito rivolgendosi con tono autoritario, gli disse “ok... però porta pazienza ma io devo andare, è tardi ed ho fame”.
Cercando di congedarsi da quel pazzo, si accinse ad infilarsi di nuovo il casco. L'uomo lo richiamò a se consigliandogli di andare piano, che quel camion dove prima si stava quasi ammazzando, non lo avevano ancora spostato.
E lui come faceva a sapere di quel camion e di quello che era successo? Il camion era ad un paio di chilometri da lì!
Scavallò la gamba che ormai aveva già elevato sopra la sella della moto, si sfilò di nuovo il casco, e si diresse ancora una volta verso il... ceppo.

Non disse nulla, guardò quell'uomo con aria interrogativa, tendente a nascondere una certa inquietudine per la situazione che si era venuta a creare.
Riprese il suo racconto: “sai già che tuo nonno, dopo l'armistizio, fu imprigionato dai tedeschi. Sai, perché tuo padre te l'ha raccontato tante volte ormai, che tuo nonno durante il trasferimento in Germania, riuscì a scappare e tornò a casa a piedi.”
Esterrefatto per tutte quelle cose che quell'uomo sapeva di lui e della sua famiglia, Michele confermò affermando solamente che ci mise tre mesi per tornare da sua nonna.

Quell'uomo continuò: “c'eravamo noi tedeschi in ritirata, ma qui eravamo al di sopra della linea gotica, noi qui giocavamo in casa.
Per tuo nonno invece muoversi di giorno era troppo rischioso, doveva muoversi di notte, e di giorno nascondersi dove poteva. Ovviamente preferiva risorgive, come questa, alvei di fiume o comunque posti dove c'era dell'acqua da bere.

Il 9 maggio 1943, spavaldo come potevamo essere noi a quegl'anni, stavo tornando al comando tedesco poco distante da qui. Cadetti in un imboscata di tre partigiani che mi giustiziarono in questo fosso. Un colpo al cuore e misero fine alla mi esistenza. Tuo nonno scelse proprio questa risorgiva per passare la notte successiva. Trovò il mio cadavere. Mi spogliò per prendere la mia uniforme per poter muoversi anche di giorno, poi... mosso forse dalla pietà per un uomo che ormai purtroppo non lo era più, rivestì il feretro, e gli donò una sepoltura degna di quel nome. Pregò su quella buca appena ricoperta. I miei parenti ricevettero la piastrina. Non so dirti però come fece a recapitarla.
Io sono in debito verso di lui. Che giorno è oggi?”
Michele, con la gola secca come carta vetrata per il respiro affannoso, sudato di nervosismo, appoggiato alla moto per la mancanza di forze causata da quell'emozione tanto nuova quanto assurda che provava, riuscì a farfugliare solo “ è... è il 21 agosto... mi pare”.

Quell'uomo sorridendo e voltandosi di spalle per andarsene, gli proferì le ultime parole: “tu oggi non andavi veloce come sempre, quel camion non l'hai centrato, questo è il mio regalo di compleanno. E questo è il premio che spetta ai giusti. I giusti cavalcheranno sempre le strade di tempi, loro ed i loro posteri. Ciao Michele”. E sfumò, sparendo in maniera tanto surreale quanto surreale era la situazione che si era venuta a creare.

Michele gli urlò di fermarsi, di spiegarsi, perché quel giorno non era il suo compleanno, perché non capiva chi fossero quei giusti, perché lui non poteva sapere tutte quelle cose.

Ritornato con la mente alla materialità della vita terrena frugò nelle tasche, cercò il telefono. Sbagliò per un paio di volte il numero. Sospirò per ritornare in sé. Aspettò qualche secondo, compose la combinazione giusta dei 10 numeri. Un paio di squilli e come se niente fosse: “ciao babbo, state mangiando per caso? No, no tutto bene è solo che... oggi pensavo che nonno è nato nel 1912, avrei piacere di portargli dei fiori al cimitero il giorno del suo compleanno, in fondo avrebbe compiuto 100 anni. Ma quand'era nato? ... Il 21 d'agosto? ... Porca miseria, mi è venuto in mente solo oggi... proprio oggi... fatalità. Pazienza, glieli porterò la prossima volta che vengo in ferie. Ciao e saluta la mamma”.

Ecco per chi era quel regalo.
 

Tc70

Entomobiker
20/4/11
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Provincia di Bs
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Bike
Picola ma carattarastica...
non per fare il rompipalle ma e` tanto che non vedo le vostre brutte facce
si riesce ad organizzare una pizzata??

Vero ragazzi...si può?.. [MENTION=37793]Rockyluca[/MENTION] [MENTION=59395]spiri[/MENTION] [MENTION=173190]Traiano[/MENTION] [MENTION=142402]GBTista[/MENTION] [MENTION=262]Andrea69[/MENTION]...e tutti quelli che potranno anche più da lontano...che ne dite Lunedi sera 5.1.2015...siamo bresciano,veneto,milano,bergamo,Trento...spostamenti auto?...Direi zona bergamasca...i veneti vengono nella bresciana ed insieme poi con auto dei bresciani si va in bergamasca che arriveranno con i milanesi...ce la facciamo? :celopiùg:
 

Traiano

Biker urlandum
Vero ragazzi...si può?.. @Rockyluca @spiri @Traiano @GBTista @Andrea69...e tutti quelli che potranno anche più da lontano...che ne dite Lunedi sera 5.1.2014...siamo bresciano,veneto,milano,bergamo,Trento...spostamenti auto?...Direi zona bergamasca...i veneti vengono nella bresciana ed insieme poi con auto dei bresciani si va in bergamasca che arriveranno con i milanesi...ce la facciamo? :celopiùg:


Mi manca.............





:smile::smile::smile:
 

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