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MTB italiane... perché così poche?

Cos78

Biker paradisiacus
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cambi italiani per mtb già ci sono ma funzionano peggio e costano di più al momento.

per quanto riguarda il monopolio sui gruppi, è dal 92 che campagnolo è fuori dal mercato mtb.



Ora bisogna vedere se l'esperimento fulcrum va e in quel caso sperare che anche nei gruppi ci sia il rientro del nostro amato marchio.

alla fine se pensi alle guarni col perno passante la miglior soluzione non è ne shimano ne sram (truvativ) ma campagnolo... o-o
 

Cos78

Biker paradisiacus
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perché non riescono ad essere concorrenziali? per qualità o per costi di produzione?

ma sui gruppi?
guiarda il confronto record/dura ace e poi vedrai che il problema non è la qualità o cosa...anzi!


il fatto della mtb è chè al momento non hanno una linea di produzione orientata al settore.

Ripartire è difficile per via degli investimenti e delle strutture da impiegare.

Nella curva dei costi/ricavi non è detto che metter su il settore mtb sia un ottimizzazione....
 

sembola

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una nera e l'altra pure
perché non riescono ad essere concorrenziali? per qualità o per costi di produzione?

A livello di qualità Campagnolo non è certo inferiore agli altri competitori sul mercato... basta dire che ha introdotto le 10V prima di Shimano o vedere il sistema di accoppiamento delle pedivelle a perno integrato...

Credo sia sostanzialmente un problema di costi, sia di produzione che di commercializzazione.
 

bikocò

Biker assatanatus
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Campenave
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campagnolo sui cambi mtb ha perso una battaglia che potenzialmente avrebbe potuto stravincere. All'inizio della storia mtb,loro avevano una conoscenza nei cambi da competizione superiore a tutti;solo che in Italia a quel tempo nessuno capiva un caxxo di mtb,tutti pensavano solo alla bdc e quando hanno fatto il cambio mtb,era un oggetto adatto solo alla strada che con il fango andava per conto suo e se si piegava un minimo lo potevi buttare. anche per colnago,che si mise a fare quei ridicoli telai con i ricamini che si spaccavano a raffica valgono le stesse riflessioni.
 

muldox

Biker nirvanensus
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Cube Stereo 29
Perché in Italia, Ancillotti a parte, la produzione di mountainbike serie è praticamente inesistente?...

Cosa intendi con "serie"? Correggimi se sbaglio, ma ho l'impressione che tu faccia l'equazione "full, meglio se non XC=seria/front=non seria", il che mi pare poco....serio .
Giochi di parole a parte, se ragioniamo in termini di numero di praticanti, e non di abitanti o dimensioni di una nazione, io non credo che la situazione italiana sia poi così diversa da quella di altre nazioni comparabili. Paesi come Svizzera, Spagna, Austria, Inghilterra ecc. non credo contino molti più produttori di quelli italiani. Non che abbia una fotografia precisa della situazione, quindi correggetemi se sbaglio, ma sui due piedi direi che tutte queste nazioni contano quei due/tre produttori "veri" ( nel senso che sviluppano dei loro progetti autonomi ) più qualche altro che importa i vari telai "preconfezionati" dall'oriente e li sigla con il proprio marchio. Nazioni come Germania e Francia sono un capitolo a parte, avendo dei mercati interni ( che poi è dove vendono il grosso dei loro prodotti nazionali ) enormi rispetto a quello italiano, peraltro ancora molto legato alla classica front da xc. Il resto del mondo non mi pare faccia eccezione, con qualche marchio proveniente dalle nazioni con un po' di cultura mtb ed il resto del mercato dominato dai grossi marchi americani.
 

miriteo

Biker tremendus
31/7/07
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VICENZA
www.mirimat.com
A livello internazionale?
http://www.merkur-online.de/regione...ke-Anna-Ferrari-Torsten-Franke;art8866,817732
http://mtb.rad-net.de/modules.php?name=radnews&pgID_Newsticker=19&newsid=6069 decima femminile

http://www.sunshine.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2262&Itemid=299

e non dimentichiamoci che ha vinto il rampitour la lessinia legend e quasi tutte le gran fondo del nord est.
Ah... nel 2005/2006 era in nazionale

quelli sono solo articoli presi da siti austriaci/tedeschi
 

sembola

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una nera e l'altra pure

Le auguro ogni fortuna, ma la Coppa del Mondo è (purtroppo) un'altra cosa.
 

Giuppy

Biker perfektus
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matrixpc.forumup.it

infatti , quei pedali c'è l'ho avuti x un pò di tempo perdevano le viti !!!
 

beorn

Biker superis
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occhio però che paragonare italia (60milioni abitanti), inghilterra (vicina ai 100) con l'austria (otto sì e no) mi pare un po' tirata...
per la cronaca, in austria ci sono due marchi più che discreti: ktm e simplon.

per quanto riguarda l'argomento del topic, IMHO, la mtb -specie se full, ma non è detto- è un prodotto tecnologicamente più sofisticato di una bdc.
E' predisposta a sollecitazioni maggiori, e richiede uno studio progettuale più complesso per fornire prestazioni e sicurezza.
Ora, io non credo che la maggior parte dei produttori di bici italiani abbia tutta questa tecnologia alle spalle: i più sono molto attenti all'estetica, molto meno alla sostanza della bici.
I grandi marchi (trek, cannondale, scott, bmc, giant etc) spendono cifre consistenti in ricerca e sviluppo, per offrire prodotti innovativi e di alto livello...a me pare invece che gli italiani si concentrino più che altro sull'aspetto esteriore, che poi è quello che obiettivamente condiziona le scelte dei più.
Inoltre, le dimensioni delle aziende italiane sono piuttosto limitate se paragonate a quelle dei marchi di cui sopra; prevale l'approccio "da bottega" dove difficilmente c'è posto per qualche ingegnere che lavori a simulazioni in un reparto R&D.
A tutto questo si aggiunge il fatto che comunque in italia la mtb è da sempre una "disciplina esoterica", e quando si dice bicicletta il pensiero va unicamente alla bdc...le mtb ai più appaiono come simpatici diversivi, ed è logico che anche i produttori si adeguino alla filosofia dei clienti.
 

Ser pecora

Diretur Heiliger Geist
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Diretur
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A mio avviso non è una questione di "cervelli", ma di opportunità che da il sistema produttivo di un determinato paese.
Ormai il 90% della produzione mondiale è fatta in Oriente, e persino i cosidetti "medio-piccoli d'elite" se non si sono già convertiti alla produzione delocalizzata, lo stanno per fare o cmq si servono di terzisti asiatici.
Il famoso "R&D" delle tali aziende è più altro l'ufficio marketing.
Nei vari servizi su riviste estere che visitano le grandi aziende si può notare come (soprattutto negli states) questi "reparti" siano popolati da gente (sicuramente capace), ma che non sembra uscita dalla Nasa... e molti progetti sono "proposti" direttamente da chi produce (il che mi sembra abbia anche un senso, visto che i progetti sono vincolati dai mezzi produttivi e non il contrario, a meno di investimenti ingenti).
A livello "nazionale" restano solo i piccoli imprenditori semiartigianali, e non solo in Italia, ma dappertutto.
Tanto per fare un es. in Francia i marchi che tirano di più sono Commençal e Lapierre. Commençal non è nemmeno francese, ma ha sede legale ad Andorra (evidentemente per motivi fiscali, come Scott i Svizzera) e produce a taiwan. Lapierre produce a taiwan e pur avendo sede in Francia fa parte di un enorme gruppo Olandese.

Sul fatto che in Italia "la bicicletta sia la bdc" non ne sarei tanto sicuro, almeno viste le statistiche di produzione: http://www.ancma.it/common/file/articolo_144sezione_15.pdf
Forse, più che altro, essendo l'immagine dell'italia legata anche all'estero alla bdc, i grossi gruppi investono in questo settore (l'unico grosso gruppo che ha investito in Italia lo ha fatto nella bdc infatti: cyclingeurope)

Quindi in generale mi pare che più che altro in Italia manchino le possibilità per sviluppare "progetti in grande" nel mondo mtb soprattutto per la ricerca di capitalizzare il patrimonio tradizionale della bdc. Insomma per ragioni "culturali" come diceva Muldox.
 

beorn

Biker superis
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in parte vero, in parte IMHO meno.

Nei vari servizi su riviste estere che visitano le grandi aziende si può notare come (soprattutto negli states) questi "reparti" siano popolati da gente (sicuramente capace), ma che non sembra uscita dalla Nasa...

giudichi la capacità di una persona da una foto?

A livello "nazionale" restano solo i piccoli imprenditori semiartigianali, e non solo in Italia, ma dappertutto.

si, piccoli artigiani e poco altro...è chiaro che la grande produzione su vasta scala cerchi di massimizzare i profitti, il che comporta ridurre i costi di produzione, ossia costruire dove costa meno.
Produrre in taiwan, tuttavia, non vuol dire necessariamente produrre qualcosa di bassa qualità, dipende da COSA si fa produrre laggiù.
Ed il "cosa" è quello che distinngue un marchio da un altro.
Sarà un caso che -come in ogni settore industriale- anche nelle bici ci siano pochissimi marchi che dettano le tendenze proponendo qualcosa di nuovo, cui successivamente tutti gli altri si adattano in massa?

Sul fatto che in Italia "la bicicletta sia la bdc" non ne sarei tanto sicuro, almeno viste le statistiche di produzione: http://www.ancma.it/common/file/articolo_144sezione_15.pdf

beh questo grafico francamente non mi dice proprio nulla: con "mtb" si può intendere di tutto, e son convinto che il 90% di quel mtb siano le famose bici da supermercato o promozione speciale.
Se così non fosse, sarebbe pieno di biker ovunque...io ne vedo sempre così pochi quando esco, ed abito pure in una delle regioni a maggior concentrazione di ciclisti (non credo che in puglia o calabria abbiano la ressa di biker)
 

muldox

Biker nirvanensus
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occhio però che paragonare italia (60milioni abitanti), inghilterra (vicina ai 100) con l'austria (otto sì e no) mi pare un po' tirata...
per la cronaca, in austria ci sono due marchi più che discreti: ktm e simplon.....

Occhio che io ho ben specificato che il paragone non era fra nazioni con un numero di abitanti paragonabile, ma con un numero di biker paragonabile, e quindi di mercato. In particolare, visto che mi pare Happykiller si riferisse a quel genere di bici, di mercato full "oltre" l'XC ( diciamo oltre i 100mm di escursione, tanto per avere un riferimento ).
Da questo punto di vista io credo che i numeri austriaci o svizzeri, per quanto si parli di piccole nazioni con "pochi" abitanti, siano tranquillamente paragonabili a quelli italiani. Anzi, non mi stupirei affatto se fossero pure maggiori.
 

Ser pecora

Diretur Heiliger Geist
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giudichi la capacità di una persona da una foto?

No, ma magari l'età può dare un indizio...

Sarà un caso che -come in ogni settore industriale- anche nelle bici ci siano pochissimi marchi che dettano le tendenze proponendo qualcosa di nuovo, cui successivamente tutti gli altri si adattano in massa?

Non ho capito cosa vuoi dire. Spesso, almeno nel mondo bici, non sono i grandi marchi che propongono "novità", ma quelli piccoli. Quelli grandi le impongono nel mercato.


Da un'indicazione. Questa è la produzione nazionale. Mancano le importazioni. E a quanto pare da questo topic nel campo mtb si importa più di quanto si produca...
Sul fatto che tu non veda biker dappertutto direi che anche quello dice nulla: fanno certo più scena i grupponi di stradisti la domenica mattina per strada che i biker spersi singolarmente o a piccoli gruppi per boschetti e montagne. Se vogliamo considerare il numero di tesserati, è più alto tra gli stradisti, ma questo mi pare solo funzionale all'attività: più "garaiola" per la bdc, più ludica per la mtb. Purtroppo, la mentalità italiana da maggior risalto a quella garaiola che a quest'ulitma. Da questo forse la minor "visibilità" su media e affini. Sul fatto però che la bdc sia preponderante come mercato rispetto la mtb in Italia non ne son così sicuro.
 

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