Le vacanze dei Siciliani. Racconti e notizie

IL GLANDIATORE

Biker immensus
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Ma che bello, facci sapere!
La nuova Zelanda mi affascina parecchio.


Nuova zelanda? In mtb? Racconta!

Ero in NZ per andare a trovare la mia futura consorte....
Mi hanno prestato una buona mtb e così mi sono aggregato ad un gruppo che si davano appuntamento appunto nella Rivered Forest (a circa 1 ora da Auckland). Un pò per la lingua, un pò per inesperienza (ero alle prime armi) non mi sono reso conto che trattavasi di uno scatenato gruppo di trialisti. Cominciammo con una bellissima e comodissima stradina in salita: "ecco il gruppo che fa per me" pensai! Mi insospettirono solo le selle bassissime ed il fatto che mentre pedalavano in salita si tiravano l'un l'altro le pigne che stavano sul viottolo colpendole con le ruote alle quali trasmettevano precisissimi colpi di manubrio, più o meno come si fa con l'hockey (confesso di provarci da anni inutilmente..).
Finita la salita uno mi invitò ad abbassare la sella; ed allora capii ma era troppo tardi! Passaggi su assi, salti, radici....insomma tutto il repertorio.
Alla fine del giro che durò un'ora, mi chiesero se volevo farne un'altro, risposi di no, grazie!
Ritorno spesso in quella splendida Nazione e la prossima volta (forse questo inverno che è la loro estate) penso di fare il Tongariro, vi farò sapere (sempre che il Topic non scompaia di nuovo); intanto ecco il link http://www.nationalpark.co.nz/mountain-biking/mountain-biking
Una precisazione alle tue utilissime notizie: sgonfiare i copertoni è obbligatorio in aereo in quanto scoppierebbero visto che le stive non sono pressurizzate.
 
Salve a tutti,il mio racconto non è proprio da mtb ma bensì su strada,non so se vada bene lo stesso ma mi piacerebbe condividerlo con voi soprattutto xkè è da molto tempo che non scrivo qui sul forum :)
meno di due mesi fa ho partecipato alla sicilia nostop,il giro completo della costa siciliana per un totale di 1000km,spero sia di vostro interesse....


Domenica 19 settembre:il giorno prima della partenza.

Sono le 16,vado in piazza Marconi per l’iscrizione,consegnare le borse e per la riunione tecnica.

Mi siedo al tavolo con Giordano e gli do una mano per fare le iscrizioni,ci sono un sacco di ciclisti provenienti da tutta Italia e dall’estero,riconosco (o meglio li vedo dal vivo) parecchia gente con cui ho parlato sul forum,in mezzo a tutti questi ciclisti c’è anche il mio compagno di squadra Gaetano Benenato che detiene il record della manifestazione (poco più di 44 ore) e spera quest’anno di migliorarsi.

Facendo le iscrizioni vedo gente che mi incuriosisce molto:c’è qualcuno che non ha la ben che minima idea di cosa debba fare (cosa deve mettere in borsa,come deve gestirsi le soste,come si fa a leggere una mappa stradale,ecc) e poi c’è gente che si lamenta perché dice che da gennaio ad ora ha fatto “solo” 30mila km e non si sente preparato per bene per fare la sicilia nostop.

Finite le iscrizioni si comincia la riunione tecnica,Giordano spiega il percorso e i vari problemi di quest’anno,il primo problema è proprio alla partenza perché a causa della solita frana a Capo Calavà non si può passare dalla statale 113 e la strada alternativa è una salita con pendenza media del 20%,Giordano quindi mette a disposizione un bus che ci accompagna a Gioiosa Marea,12 km da Patti,e il via ufficiale viene dato da li;l’altro problema è prima di Catania a causa del crollo di un ponte sulla statale 114 dove bisogna fare una deviazione per circa 30 km.

Finita la riunione ritiro la mia scheda di viaggio e consegno le mie due borse che ho deciso di spedire una a Marsala ed una a Siracusa dove ho previsto di fermarmi a dormire,dentro le borse ho messo un completino di ricambio ed un pigiama.

Torno a casa e dopo cena ricontrollo tutto,spero proprio di non dimenticare niente,faccio una doccia e me ne vado a dormire presto.

Come fa qualunque persona nella mia situazione appena coricatosi non si addormenta ma comincia a pensare;io di cose a cui pensare ne ho fin troppe:penso alla Sicilia NoStop del 2008,l’edizione caratterizzata dal fortissimo vento che ha fatto ritirare metà partenti,io che ero partito con la febbre a 38 da Patti sono arrivato a San Vito lo Capo a quota 300 km e lì ho deciso di fermarmi e di ritornare a casa,quella sconfitta mi brucia ancora oggi e adesso dopo due anni di attesa è arrivato il momento della rivincita;penso al viaggio e a tutti i km da fare;penso a quel ciclista che con 30mila km di allenamento non si sentiva in forma,io km di allenamento ne ho solo 6mila;mi passano tantissime altre cose per la testa,subito prima di addormentarmi mi domando CE LA FARO’????



Lunedì 20 settembre:primo giorno di viaggio.

La sveglia suona puntuale alle ore 5,non ho dormito molto bene a causa di tutte le mie pensate notturne,dopo essermi lavato e vestito vado a fare colazione,mio papà mi accompagnerà con la macchina a Gioiosa Marea,saluto mio fratello e dopo aver caricato la bici in macchina partiamo.

Sulla strada per Gioiosa vedo tanti ciclisti che sono partiti direttamente da Patti e mi viene un po’ di invidia per non averlo fatto pure io; arrivati a Gioiosa alle ore 6 e mezza la piazza è già piena di ciclisti,Giordano è dentro al bar che timbra e convalida le schede di viaggio,timbro la mia e preparo la bici,manca ancora un bel po’ alla partenza ma io sono li per strada che non vedo l’ora di partire,ci riuniamo con quelli che dovranno essere i miei compagni di viaggio e ci schieriamo sulla griglia di partenza,ne mancano due all’appello (lino e tonino),forse avranno avuto qualche problema.

Finalmente sono le 7 e 20,l’ora X è scattata,SI PARTE.

La prima ora si cammina passeggiando,si fanno foto,si parla e si scherza,dopo si forma un gruppo di circa 60 persone dove si comincia a fare un buon ritmo,in questo gruppo dei miei compagni siamo solo in 3 (io,Peppe e Carlo) gli altri sono rimasti indietro,con la scusa di un passaggio a livello chiuso ci fermiamo e gli altri compagni indietro rientrano,gli altri 2 compagni sono partiti in ritardo e sono ancora indietro,si riparte e vedo di nuovo che i miei compagni sono rimasto indietro,allora li chiamiamo sul cellulare e gli diciamo che li aspettiamo al punto di controllo di Termini Imerese,dopo poco tempo siamo lì,timbriamo il cartellino e ci prendiamo da mangiare,dopo 10 minuti arrivano gli altri miei compagni,finalmente siamo tutti insieme,quando arrivano mi tocca far da meccanico a 4 di loro sia perché sono l’unico del gruppo ad avere l’intelligenza di portare gli attrezzi sia perché nessuno di loro prima di partire aveva controllato la bici;mi accorgo che c’è qualcosa che non va in loro,lì vedo particolarmente stanchi e di conseguenza nervosi soprattutto Tommasa e Nino Presti,speriamo che gli passi. Dopo la sosta ripartiamo,il gruppone ormai è andato,peccato perché sarebbe stato davvero buono restare con loro,vabbè fa niente,dopo pochi km capisco che il miei compagni non vanno,sono completamente fermi,neanche in pianura riescono a stare a ruota e come se non bastasse si fanno continue soste inutili,ad un certo punto uno dei compagni sclera e senza motivo mi insulta e finiamo per litigare,c’è mancato poco che non lo prendessi a pugni,questo fatto mi manda altamente in bestia e il mio morale un po’ si abbassa,non posso fare mille km col nervoso cosi,allora prendo la mia decisione,li mollo,usciti da Palermo incontro un altro ciclista e continuiamo insieme,i nervi mi sono passati lasciando spazio al rimorso di non aver continuato col gruppo iniziale che camminava alla grande,pazienza devo continuare a pedalare e finire i miei mille km,con questo nuovo compagno non si riesce a camminare gran che,ad un certo punto mi giro è da lontano vedo la cosa che può dare la svolta alla mia Sicilia NoStop,sono i due ragazzi col tandem,non appena mi raggiungono mi unisco a loro e si comincia a camminare sul serio,finalmente ho trovato dei compagni di viaggio adatti a me,si pedala che è una meraviglia con loro;durante il tragitto parliamo molto e facciamo conoscenza,si chiamano Marco e Cinzia sono entrambi di Roma,Marco è uno che come me va in mountain bike mentre Cinzia è una ragazza non vedente che ha partecipato alle olimpiadi di Pechino 2008,mi sento onorato di pedalare con lei,quando Giordano mi aveva detto di una ragazza non vedente che avrebbe partecipato mi ero proposto di farle da guida dato che non era sicura di averne una,ma poi aveva trovato Marco,comunque il viaggio da li in poi prende davvero un’altra piega,sono molto simpatici e gentili e viaggiare con loro è un piacere,raggiungiamo il secondo punto di controllo a San Vito lo Capo (il posto dove mi ritirai 2 anni fa) per il tramonto,è davvero un posto stupendo con le spiagge bianche,per raggiungerlo c’è una discesa di 5 km che dovremmo rifare al contrario.

Loro sono organizzati con un camper che si fa trovare ai punti di controllo,mi invitano a cena nel loro camper ed io accetto senza tanti complimenti :P ;ci fermiamo per circa un ora e mezza,forse un po’ troppo ma recupereremo dopo,siamo abbastanza in orario,il punto di controllo è molto affollato da ciclisti,dopo un bel piatto di pasta si riparte,affrontiamo la salita con un ritmo regolare ma determinatissimi a scavalcarla nel meno tempo possibile,superata questa asperità ritorniamo sulla costa con qualche difficoltà attraversiamo i Trapani e Marsala e verso mezzanotte e mezza raggiungiamo finalmente il punto di controllo di Strasatti dove si trova l’albergo,finalmente è arrivato il meritato riposo,Marco e Cinzia dormiranno nel camper quindi ci diamo appuntamento per le 6 e 30 per ripartire,quando entro scopro ricevo la brutta notizia che non ci sono più posti letto,quindi devo recarmi in un altro albergo per fortuna poco distante da qua,dopo un ora finalmente riesco ad avere la mia stanza ed andare a riposare,non ho voglia neanche di mangiare,appena in camera mi sono fatto la doccia e sono crollato sul letto,sono stanco ma mi sento bene,il primo giorno è stato superato abbastanza bene,speriamo di continuare cosi.



Martedì 21 settembre:secondo giorno di viaggio.

Durante la notte il mio sonno è stato interrotto bruscamente dai miei ex compagni di viaggio,che arrivati in ritardo hanno trovato problemi a sistemarsi e quindi si sono messi a far confusione nel corridoio senza pensare che magari c’era gente che riposava,uno di loro viene a dormire nella mia stanza avendo io un letto libero,parliamo un po’ di come è andato il viaggio e gli spiego il perché me ne sono andato,lui mi dice cheho fatto benissimo ad andarmene per i conti miei perché lui sta avendo molti problemi e mi dice che l’indomani vuole ripartire con me.

Dopo un’altra ora di riposo mi alzo,dico al mio compagno di svegliarsi ma lui dice che vuole rimanere a riposare ancora e che partirà dopo,mi vesto e faccio colazione,vado al camper di Marco e Cinzia e siamo pronti per partire.

La tappa odierna prevede di arrivare fino a Siracusa dove si trova l’altro punto per dormire passando per i controlli di Agrigento,Donnalucata e Portopalo di Capopassero,ancora un po’ assonnati ripartiamo.

Questa è parte del viaggio è stata la più brutta come strade,passiamo sulla statale 115 che è un continuo di salite e discese con macchine e camion che ti sfrecciano accanto,il tutto in uno scenario pieno di colline e campagna aride,Cinzia dice che il panorama non gli piace,chissà come fa a capirlo.

Oggi il loro tandem fa un po’ i capricci,la catena continua ad incepparsi di continuo infatti mentre siam su un viadotto molto alto siam costretti a fermarci per riparare la catena,mentre siam fermi un tir ci passa a fianco a tutta velocità facendo sobbalzare la strada tipo un forte terremoto facendoci prendere a tutti un grossissimo spavento,riapriamo immediatamente il guasto e scappiamo via da quella strada infernale,per strada recuperiamo altri due ciclisti ed insieme proseguiamo fino ad arrivare ad Agrigento,pranzo velocemente e sono pronto e ripartire,Cinzia e Marco decidono di fermarsi un'altra mezz’ora per riposare allora io decido di incominciare a pedalare che poi loro mi raggiungeranno.

Dopo la partenza gli altri due ciclisti che erano con noi prendono la decisione di ritirarsi,cerco di persuaderli e di convincerli a continuare ma non c’è niente da fare,girano la bici e ritornano ad Agrigento per prendersi il treno.

Quindi sono rimasto solo,proseguo con ritmo regolare e a mio sorpresa riesco anche a fare un buon ritmo fino ad arrivare a Gela,qui mi fermo ad un bar per fare rifornimenti e riprendo il viaggio,arrivato quasi a marina di Ragusa vengo finalmente recuperato da Cinzia e Marco dopo 120km fatti in solitaria,raggiungiamo il punto di controllo di Donnalucata e ceniamo nel camper,ho dei fortissimi bruciori allo stomaco,spero che sia solo un fatto di stanchezza e che non mi sia preso qualcosa,io vorrei ripartire il prima possibile ma qui perdiamo molto tempo e stiam fermi 2 ore.

Finalmente si riparte per Portopalo,uno dei posti più belli della Sicilia,sembra di essere in Africa,peccato che ci siam passati di sera e non di giorno per goderci a pieno il panorama,ci sono centinaia e centinaia di serre in questa zona (siamo vicino a Pachino),le strade sono completamente buie e non si riesce a fare forte andatura,arriviamo al punto di controllo che si trova al Bar Popeye (ma come si fa a dare stò nome ad un bar :D ),le persone guardano tutti incuriositi Cinzia,non si spiegano come faccia una ragazza nella sua situazione a fare questa impresa,anche qui perdiamo fin troppo tempo per ripartire,come se non bastasse abbiam pure problemi a trovare la strada,Cinzia e Marco si fanno prendere un po’ dal nervosismo e cominciano a litigar tra di loro,anch’io sono abbastanza nervoso perché se non avessimo perso tutto quel tempo con le soste a quest’ora saremmo già in albergo a riposare,ma bisogna rimanere calmi,stringiamo i denti e con parecchia sofferenza raggiungiamo Siracusa alle 2 e un quarto di notte,per trovare l’albergo ci mettiamo circa 3 quarti d’ora,incontriamo altri ciclisti che girano in tondo per trovare l’albergo,finalmente lo troviamo,timbro il cartellino e mi prendo la stanza,è già occupata da un ragazzo austriaco,faccio la doccia e vado a letto,punto la svegli in modo da rimanere poche ore per partire il prima possibile,domani è l’ultimo giorno,prima si parte prima si arriva a casa,mi addormento col cuore pieno di ottimismo,sono ad un passo dal completare il giro.



Mercoledì 22 settembre:terzo ed ultimo giorno di viaggio.

Svegli alle 6,il tempo di vestirmi è ripartiamo,all’albergo non c’era praticamente nulla per far colazione quindi ci fermiamo in un bar per strada,questo tratto è il più pericoloso perché ci sono dei tratti di strada in cui si entra in autostrada senza il casello quindi bisogna stare molto attenti,per fortuna riusciamo a non sbagliare mai ma vedo tanti gruppi che senza saperlo entrano in autostrada,quando li rincontrerò più avanti mi racconteranno del tempo che hanno perso per la multa che gli ha fatto la polizia stradale,comunque arriviamo in poco tempo a Catania,qui ad attenderci ci sono degli amici di Cinzia,dopo aver timbrato e mangiato una bella granita si riparte,questa volta la sosta è stata breve,gli amici di Cinzia ci guidano fuori Catania e riprendiamo la strada verso Messina,questa zona la conosco benissimo essendoci stato già molte volte in bici,attraversare i piccoli centri abitati è un trauma non solo per le macchine ma perché l’asfalto viene sostituito dal pavè e le sollecitazioni sono un trauma,si prosegue fino a Taormina,Cinzia e Marco si fermano a pranzo,io preferisco continuare senza soste fino a Messina,proseguo in solitaria anche questo tratto,sulla strada per Messina trovo due miei compagni di squadra che lavorano qui,uno di loro ha già fatto Sicilia NoStop nel 2008 e si era portato la bici con se oggi,se fossi arrivato nell’orario di fina lavoro mi avrebbe fatto compagnia fino a Patti,li saluto e vado al punto di controllo,qui ad aspettarmi ci sono altri miei amici,sono felicissimo di vederli,gli racconto in breve il viaggio mentre mangio un panino e poi riparto,raggiungo un ciclista con il quale proseguiamo praticamente insieme fino a Patti,queste strade le conosce come le mie tasche,in lontananza vedo dei nuvoloni che minacciano mal tempo,spero di farcela ad arrivare a casa prima che si scateni,siamo a 15 km da Patti,l’ultima difficoltà da superare è la ormai famosissima SALITA DEL TINDARI,teatro di milioni di battaglie ciclistiche dove in cima si trova si trova il santuario della madonnina nera,il nome della mia squadra viene proprio da qui,non appena cominciamo la salita il maltempo si scatena con pioggia,grandine e fulmini,la strada è diventata un fiume,si fa fatica a restare in equilibrio sulla bici,a metà salita incontro un mio amico in mountain bike che si farà gli ultimi km insieme a me,scolliniamo la salita,mettiamo la giacca anti pioggia (anche se ormai serve a poco) e ci buttiamo nella discesa,la strada è un lago,bisogna stare attenti,basta poco per cadere,tremo come una foglia dal freddo ma devo resistere,fina la discesa,pochi km ancora è sarà finita,se devo essere sincero un po’ mi dispiace che sia finita questa splendida avventura,siamo in piazza Marconi,E’ FINITA,c’è l’ho fatta,mi sono preso la mia grande rivincita di 2 anni fa,all’arrivo ci sono mio papà e Giordano che mi fanno i complimenti,ricevo i complimenti da quasi tutti perché sono in pratica il più giovane in Italia a partecipare e completare una gara del genere,vado a casa e dopo una doccia ritorno in piazza e vado mangiare una pizza,Cinzia e Marco sono arrivati poco fa,degli altri miei compagni non si sa dove sono,si sa solo che sono state vittime pure loro della polizia stradale sull’autostrada,dopo la pizza mi fermo a parlare un po’ con Giordano e gli racconto per sommi capi il viaggio,adesso finalmente è arrivato il momento del meritato riposo,tornato a casa vado a letto e cerco di interpretare tutte le serie di emozioni che sto provando,sono sensazioni strane e allo stesso tempo belle.



Giovedì 23 settembre:il giorno dopo

Mi sveglio verso le 7 e mezza,ho dormito come un ghiro,il tempo di vestirmi ed esco di casa,faccio un giro per salutare gli amici e i parenti che non vedevo da tre giorni e mi reco in piazza Marconi,per ritirare il mio attestato e riprendere le mie borse.

In piazza ci sono quasi tutti,incontro anche i miei compagni di viaggio che ho lasciato a Palermo,sono arrivato circa 12 ore dopo di me,scambio un po’ di parole con tutti,si beve qualcosa insieme,vedo Cinzia,Marco è già partito per Roma per impegni di lavoro,Cinzia tira fuori dal camper un altro tandem (ne ha ben 3) e me lo fa provare prima da solo e poi facciamo un giro insieme per la piazza,è davvero divertente ma anche abbastanza difficile guidare un tandem,dopo il giro riprendiamo il discorso della PARIGI-BREST-PARIGI 2011 (considerata la gara più importante al mondo per quanto riguarda le ultradistanza con circa 5000 partenti l’anno) e Cinzia mi dice che gli piacerebbe che andassi con lei a farla,io mi sento a dir poco onorato di questa cosa,parliamo anche con Giordano e quindi cercheremo di progettare il tutto e di partire per questa nuova grandissima avventura. Cinzia parte col camper,ci salutiamo e ci scambiamo i numeri e quindi abbiam gettato fin da oggi le basi per questo progetto,se fosse per me partirei anche domani,ritiro il mio attestato e le mie borse,salutato tutti e ritorno a casa,provo una strana sensazione in quel momento,la Sicilia NoStop è davvero finita,adesso un paio di giorni di riposo e poi si riprende a pedalare,la prossima sfida è per il 9 ottobre con la 24 ore di Porticella,una gara in mountain bike che dura un intero giorno,speriamo di farcela anche per questa sfida.

In conclusione ho completato i 1014 km in 59 ore e 27 minuti,40 ore e 35 minuti effettivi in bici e 18 ore e 52 minuti di soste (forse un po’ troppo si poteva fare molto meglio),quando sono partito pesavo 56kg e sono tornato con 4 in meno per quasi 24mila kcalorie bruciate,è stata un’esperienza davvero bellissima,ho conosciuto un sacco di gente nuova e ho visto posti meravigliosi,la Sicilia è veramente LA PIU’ BELLA ISOLA DEL MONDO.



Alla prossima avventura :)
 

L@TTiCiNo

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Ragusa
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Salve a tutti,il mio racconto non è proprio da mtb ma bensì su strada,non so se vada bene lo stesso ma mi piacerebbe condividerlo con voi soprattutto xkè è da molto tempo che non scrivo qui sul forum :)
meno di due mesi fa ho partecipato alla sicilia nostop,il giro completo della costa siciliana per un totale di 1000km,spero sia di vostro interesse....


Domenica 19 settembre:il giorno prima della partenza.

Sono le 16,vado in piazza Marconi per l’iscrizione,consegnare le borse e per la riunione tecnica.

Mi siedo al tavolo con Giordano e gli do una mano per fare le iscrizioni,ci sono un sacco di ciclisti provenienti da tutta Italia e dall’estero,riconosco (o meglio li vedo dal vivo) parecchia gente con cui ho parlato sul forum,in mezzo a tutti questi ciclisti c’è anche il mio compagno di squadra Gaetano Benenato che detiene il record della manifestazione (poco più di 44 ore) e spera quest’anno di migliorarsi.

Facendo le iscrizioni vedo gente che mi incuriosisce molto:c’è qualcuno che non ha la ben che minima idea di cosa debba fare (cosa deve mettere in borsa,come deve gestirsi le soste,come si fa a leggere una mappa stradale,ecc) e poi c’è gente che si lamenta perché dice che da gennaio ad ora ha fatto “solo” 30mila km e non si sente preparato per bene per fare la sicilia nostop.

Finite le iscrizioni si comincia la riunione tecnica,Giordano spiega il percorso e i vari problemi di quest’anno,il primo problema è proprio alla partenza perché a causa della solita frana a Capo Calavà non si può passare dalla statale 113 e la strada alternativa è una salita con pendenza media del 20%,Giordano quindi mette a disposizione un bus che ci accompagna a Gioiosa Marea,12 km da Patti,e il via ufficiale viene dato da li;l’altro problema è prima di Catania a causa del crollo di un ponte sulla statale 114 dove bisogna fare una deviazione per circa 30 km.

Finita la riunione ritiro la mia scheda di viaggio e consegno le mie due borse che ho deciso di spedire una a Marsala ed una a Siracusa dove ho previsto di fermarmi a dormire,dentro le borse ho messo un completino di ricambio ed un pigiama.

Torno a casa e dopo cena ricontrollo tutto,spero proprio di non dimenticare niente,faccio una doccia e me ne vado a dormire presto.

Come fa qualunque persona nella mia situazione appena coricatosi non si addormenta ma comincia a pensare;io di cose a cui pensare ne ho fin troppe:penso alla Sicilia NoStop del 2008,l’edizione caratterizzata dal fortissimo vento che ha fatto ritirare metà partenti,io che ero partito con la febbre a 38 da Patti sono arrivato a San Vito lo Capo a quota 300 km e lì ho deciso di fermarmi e di ritornare a casa,quella sconfitta mi brucia ancora oggi e adesso dopo due anni di attesa è arrivato il momento della rivincita;penso al viaggio e a tutti i km da fare;penso a quel ciclista che con 30mila km di allenamento non si sentiva in forma,io km di allenamento ne ho solo 6mila;mi passano tantissime altre cose per la testa,subito prima di addormentarmi mi domando CE LA FARO’????



Lunedì 20 settembre:primo giorno di viaggio.

La sveglia suona puntuale alle ore 5,non ho dormito molto bene a causa di tutte le mie pensate notturne,dopo essermi lavato e vestito vado a fare colazione,mio papà mi accompagnerà con la macchina a Gioiosa Marea,saluto mio fratello e dopo aver caricato la bici in macchina partiamo.

Sulla strada per Gioiosa vedo tanti ciclisti che sono partiti direttamente da Patti e mi viene un po’ di invidia per non averlo fatto pure io; arrivati a Gioiosa alle ore 6 e mezza la piazza è già piena di ciclisti,Giordano è dentro al bar che timbra e convalida le schede di viaggio,timbro la mia e preparo la bici,manca ancora un bel po’ alla partenza ma io sono li per strada che non vedo l’ora di partire,ci riuniamo con quelli che dovranno essere i miei compagni di viaggio e ci schieriamo sulla griglia di partenza,ne mancano due all’appello (lino e tonino),forse avranno avuto qualche problema.

Finalmente sono le 7 e 20,l’ora X è scattata,SI PARTE.

La prima ora si cammina passeggiando,si fanno foto,si parla e si scherza,dopo si forma un gruppo di circa 60 persone dove si comincia a fare un buon ritmo,in questo gruppo dei miei compagni siamo solo in 3 (io,Peppe e Carlo) gli altri sono rimasti indietro,con la scusa di un passaggio a livello chiuso ci fermiamo e gli altri compagni indietro rientrano,gli altri 2 compagni sono partiti in ritardo e sono ancora indietro,si riparte e vedo di nuovo che i miei compagni sono rimasto indietro,allora li chiamiamo sul cellulare e gli diciamo che li aspettiamo al punto di controllo di Termini Imerese,dopo poco tempo siamo lì,timbriamo il cartellino e ci prendiamo da mangiare,dopo 10 minuti arrivano gli altri miei compagni,finalmente siamo tutti insieme,quando arrivano mi tocca far da meccanico a 4 di loro sia perché sono l’unico del gruppo ad avere l’intelligenza di portare gli attrezzi sia perché nessuno di loro prima di partire aveva controllato la bici;mi accorgo che c’è qualcosa che non va in loro,lì vedo particolarmente stanchi e di conseguenza nervosi soprattutto Tommasa e Nino Presti,speriamo che gli passi. Dopo la sosta ripartiamo,il gruppone ormai è andato,peccato perché sarebbe stato davvero buono restare con loro,vabbè fa niente,dopo pochi km capisco che il miei compagni non vanno,sono completamente fermi,neanche in pianura riescono a stare a ruota e come se non bastasse si fanno continue soste inutili,ad un certo punto uno dei compagni sclera e senza motivo mi insulta e finiamo per litigare,c’è mancato poco che non lo prendessi a pugni,questo fatto mi manda altamente in bestia e il mio morale un po’ si abbassa,non posso fare mille km col nervoso cosi,allora prendo la mia decisione,li mollo,usciti da Palermo incontro un altro ciclista e continuiamo insieme,i nervi mi sono passati lasciando spazio al rimorso di non aver continuato col gruppo iniziale che camminava alla grande,pazienza devo continuare a pedalare e finire i miei mille km,con questo nuovo compagno non si riesce a camminare gran che,ad un certo punto mi giro è da lontano vedo la cosa che può dare la svolta alla mia Sicilia NoStop,sono i due ragazzi col tandem,non appena mi raggiungono mi unisco a loro e si comincia a camminare sul serio,finalmente ho trovato dei compagni di viaggio adatti a me,si pedala che è una meraviglia con loro;durante il tragitto parliamo molto e facciamo conoscenza,si chiamano Marco e Cinzia sono entrambi di Roma,Marco è uno che come me va in mountain bike mentre Cinzia è una ragazza non vedente che ha partecipato alle olimpiadi di Pechino 2008,mi sento onorato di pedalare con lei,quando Giordano mi aveva detto di una ragazza non vedente che avrebbe partecipato mi ero proposto di farle da guida dato che non era sicura di averne una,ma poi aveva trovato Marco,comunque il viaggio da li in poi prende davvero un’altra piega,sono molto simpatici e gentili e viaggiare con loro è un piacere,raggiungiamo il secondo punto di controllo a San Vito lo Capo (il posto dove mi ritirai 2 anni fa) per il tramonto,è davvero un posto stupendo con le spiagge bianche,per raggiungerlo c’è una discesa di 5 km che dovremmo rifare al contrario.

Loro sono organizzati con un camper che si fa trovare ai punti di controllo,mi invitano a cena nel loro camper ed io accetto senza tanti complimenti :P ;ci fermiamo per circa un ora e mezza,forse un po’ troppo ma recupereremo dopo,siamo abbastanza in orario,il punto di controllo è molto affollato da ciclisti,dopo un bel piatto di pasta si riparte,affrontiamo la salita con un ritmo regolare ma determinatissimi a scavalcarla nel meno tempo possibile,superata questa asperità ritorniamo sulla costa con qualche difficoltà attraversiamo i Trapani e Marsala e verso mezzanotte e mezza raggiungiamo finalmente il punto di controllo di Strasatti dove si trova l’albergo,finalmente è arrivato il meritato riposo,Marco e Cinzia dormiranno nel camper quindi ci diamo appuntamento per le 6 e 30 per ripartire,quando entro scopro ricevo la brutta notizia che non ci sono più posti letto,quindi devo recarmi in un altro albergo per fortuna poco distante da qua,dopo un ora finalmente riesco ad avere la mia stanza ed andare a riposare,non ho voglia neanche di mangiare,appena in camera mi sono fatto la doccia e sono crollato sul letto,sono stanco ma mi sento bene,il primo giorno è stato superato abbastanza bene,speriamo di continuare cosi.



Martedì 21 settembre:secondo giorno di viaggio.

Durante la notte il mio sonno è stato interrotto bruscamente dai miei ex compagni di viaggio,che arrivati in ritardo hanno trovato problemi a sistemarsi e quindi si sono messi a far confusione nel corridoio senza pensare che magari c’era gente che riposava,uno di loro viene a dormire nella mia stanza avendo io un letto libero,parliamo un po’ di come è andato il viaggio e gli spiego il perché me ne sono andato,lui mi dice cheho fatto benissimo ad andarmene per i conti miei perché lui sta avendo molti problemi e mi dice che l’indomani vuole ripartire con me.

Dopo un’altra ora di riposo mi alzo,dico al mio compagno di svegliarsi ma lui dice che vuole rimanere a riposare ancora e che partirà dopo,mi vesto e faccio colazione,vado al camper di Marco e Cinzia e siamo pronti per partire.

La tappa odierna prevede di arrivare fino a Siracusa dove si trova l’altro punto per dormire passando per i controlli di Agrigento,Donnalucata e Portopalo di Capopassero,ancora un po’ assonnati ripartiamo.

Questa è parte del viaggio è stata la più brutta come strade,passiamo sulla statale 115 che è un continuo di salite e discese con macchine e camion che ti sfrecciano accanto,il tutto in uno scenario pieno di colline e campagna aride,Cinzia dice che il panorama non gli piace,chissà come fa a capirlo.

Oggi il loro tandem fa un po’ i capricci,la catena continua ad incepparsi di continuo infatti mentre siam su un viadotto molto alto siam costretti a fermarci per riparare la catena,mentre siam fermi un tir ci passa a fianco a tutta velocità facendo sobbalzare la strada tipo un forte terremoto facendoci prendere a tutti un grossissimo spavento,riapriamo immediatamente il guasto e scappiamo via da quella strada infernale,per strada recuperiamo altri due ciclisti ed insieme proseguiamo fino ad arrivare ad Agrigento,pranzo velocemente e sono pronto e ripartire,Cinzia e Marco decidono di fermarsi un'altra mezz’ora per riposare allora io decido di incominciare a pedalare che poi loro mi raggiungeranno.

Dopo la partenza gli altri due ciclisti che erano con noi prendono la decisione di ritirarsi,cerco di persuaderli e di convincerli a continuare ma non c’è niente da fare,girano la bici e ritornano ad Agrigento per prendersi il treno.

Quindi sono rimasto solo,proseguo con ritmo regolare e a mio sorpresa riesco anche a fare un buon ritmo fino ad arrivare a Gela,qui mi fermo ad un bar per fare rifornimenti e riprendo il viaggio,arrivato quasi a marina di Ragusa vengo finalmente recuperato da Cinzia e Marco dopo 120km fatti in solitaria,raggiungiamo il punto di controllo di Donnalucata e ceniamo nel camper,ho dei fortissimi bruciori allo stomaco,spero che sia solo un fatto di stanchezza e che non mi sia preso qualcosa,io vorrei ripartire il prima possibile ma qui perdiamo molto tempo e stiam fermi 2 ore.

Finalmente si riparte per Portopalo,uno dei posti più belli della Sicilia,sembra di essere in Africa,peccato che ci siam passati di sera e non di giorno per goderci a pieno il panorama,ci sono centinaia e centinaia di serre in questa zona (siamo vicino a Pachino),le strade sono completamente buie e non si riesce a fare forte andatura,arriviamo al punto di controllo che si trova al Bar Popeye (ma come si fa a dare stò nome ad un bar :D ),le persone guardano tutti incuriositi Cinzia,non si spiegano come faccia una ragazza nella sua situazione a fare questa impresa,anche qui perdiamo fin troppo tempo per ripartire,come se non bastasse abbiam pure problemi a trovare la strada,Cinzia e Marco si fanno prendere un po’ dal nervosismo e cominciano a litigar tra di loro,anch’io sono abbastanza nervoso perché se non avessimo perso tutto quel tempo con le soste a quest’ora saremmo già in albergo a riposare,ma bisogna rimanere calmi,stringiamo i denti e con parecchia sofferenza raggiungiamo Siracusa alle 2 e un quarto di notte,per trovare l’albergo ci mettiamo circa 3 quarti d’ora,incontriamo altri ciclisti che girano in tondo per trovare l’albergo,finalmente lo troviamo,timbro il cartellino e mi prendo la stanza,è già occupata da un ragazzo austriaco,faccio la doccia e vado a letto,punto la svegli in modo da rimanere poche ore per partire il prima possibile,domani è l’ultimo giorno,prima si parte prima si arriva a casa,mi addormento col cuore pieno di ottimismo,sono ad un passo dal completare il giro.



Mercoledì 22 settembre:terzo ed ultimo giorno di viaggio.

Svegli alle 6,il tempo di vestirmi è ripartiamo,all’albergo non c’era praticamente nulla per far colazione quindi ci fermiamo in un bar per strada,questo tratto è il più pericoloso perché ci sono dei tratti di strada in cui si entra in autostrada senza il casello quindi bisogna stare molto attenti,per fortuna riusciamo a non sbagliare mai ma vedo tanti gruppi che senza saperlo entrano in autostrada,quando li rincontrerò più avanti mi racconteranno del tempo che hanno perso per la multa che gli ha fatto la polizia stradale,comunque arriviamo in poco tempo a Catania,qui ad attenderci ci sono degli amici di Cinzia,dopo aver timbrato e mangiato una bella granita si riparte,questa volta la sosta è stata breve,gli amici di Cinzia ci guidano fuori Catania e riprendiamo la strada verso Messina,questa zona la conosco benissimo essendoci stato già molte volte in bici,attraversare i piccoli centri abitati è un trauma non solo per le macchine ma perché l’asfalto viene sostituito dal pavè e le sollecitazioni sono un trauma,si prosegue fino a Taormina,Cinzia e Marco si fermano a pranzo,io preferisco continuare senza soste fino a Messina,proseguo in solitaria anche questo tratto,sulla strada per Messina trovo due miei compagni di squadra che lavorano qui,uno di loro ha già fatto Sicilia NoStop nel 2008 e si era portato la bici con se oggi,se fossi arrivato nell’orario di fina lavoro mi avrebbe fatto compagnia fino a Patti,li saluto e vado al punto di controllo,qui ad aspettarmi ci sono altri miei amici,sono felicissimo di vederli,gli racconto in breve il viaggio mentre mangio un panino e poi riparto,raggiungo un ciclista con il quale proseguiamo praticamente insieme fino a Patti,queste strade le conosce come le mie tasche,in lontananza vedo dei nuvoloni che minacciano mal tempo,spero di farcela ad arrivare a casa prima che si scateni,siamo a 15 km da Patti,l’ultima difficoltà da superare è la ormai famosissima SALITA DEL TINDARI,teatro di milioni di battaglie ciclistiche dove in cima si trova si trova il santuario della madonnina nera,il nome della mia squadra viene proprio da qui,non appena cominciamo la salita il maltempo si scatena con pioggia,grandine e fulmini,la strada è diventata un fiume,si fa fatica a restare in equilibrio sulla bici,a metà salita incontro un mio amico in mountain bike che si farà gli ultimi km insieme a me,scolliniamo la salita,mettiamo la giacca anti pioggia (anche se ormai serve a poco) e ci buttiamo nella discesa,la strada è un lago,bisogna stare attenti,basta poco per cadere,tremo come una foglia dal freddo ma devo resistere,fina la discesa,pochi km ancora è sarà finita,se devo essere sincero un po’ mi dispiace che sia finita questa splendida avventura,siamo in piazza Marconi,E’ FINITA,c’è l’ho fatta,mi sono preso la mia grande rivincita di 2 anni fa,all’arrivo ci sono mio papà e Giordano che mi fanno i complimenti,ricevo i complimenti da quasi tutti perché sono in pratica il più giovane in Italia a partecipare e completare una gara del genere,vado a casa e dopo una doccia ritorno in piazza e vado mangiare una pizza,Cinzia e Marco sono arrivati poco fa,degli altri miei compagni non si sa dove sono,si sa solo che sono state vittime pure loro della polizia stradale sull’autostrada,dopo la pizza mi fermo a parlare un po’ con Giordano e gli racconto per sommi capi il viaggio,adesso finalmente è arrivato il momento del meritato riposo,tornato a casa vado a letto e cerco di interpretare tutte le serie di emozioni che sto provando,sono sensazioni strane e allo stesso tempo belle.



Giovedì 23 settembre:il giorno dopo

Mi sveglio verso le 7 e mezza,ho dormito come un ghiro,il tempo di vestirmi ed esco di casa,faccio un giro per salutare gli amici e i parenti che non vedevo da tre giorni e mi reco in piazza Marconi,per ritirare il mio attestato e riprendere le mie borse.

In piazza ci sono quasi tutti,incontro anche i miei compagni di viaggio che ho lasciato a Palermo,sono arrivato circa 12 ore dopo di me,scambio un po’ di parole con tutti,si beve qualcosa insieme,vedo Cinzia,Marco è già partito per Roma per impegni di lavoro,Cinzia tira fuori dal camper un altro tandem (ne ha ben 3) e me lo fa provare prima da solo e poi facciamo un giro insieme per la piazza,è davvero divertente ma anche abbastanza difficile guidare un tandem,dopo il giro riprendiamo il discorso della PARIGI-BREST-PARIGI 2011 (considerata la gara più importante al mondo per quanto riguarda le ultradistanza con circa 5000 partenti l’anno) e Cinzia mi dice che gli piacerebbe che andassi con lei a farla,io mi sento a dir poco onorato di questa cosa,parliamo anche con Giordano e quindi cercheremo di progettare il tutto e di partire per questa nuova grandissima avventura. Cinzia parte col camper,ci salutiamo e ci scambiamo i numeri e quindi abbiam gettato fin da oggi le basi per questo progetto,se fosse per me partirei anche domani,ritiro il mio attestato e le mie borse,salutato tutti e ritorno a casa,provo una strana sensazione in quel momento,la Sicilia NoStop è davvero finita,adesso un paio di giorni di riposo e poi si riprende a pedalare,la prossima sfida è per il 9 ottobre con la 24 ore di Porticella,una gara in mountain bike che dura un intero giorno,speriamo di farcela anche per questa sfida.

In conclusione ho completato i 1014 km in 59 ore e 27 minuti,40 ore e 35 minuti effettivi in bici e 18 ore e 52 minuti di soste (forse un po’ troppo si poteva fare molto meglio),quando sono partito pesavo 56kg e sono tornato con 4 in meno per quasi 24mila kcalorie bruciate,è stata un’esperienza davvero bellissima,ho conosciuto un sacco di gente nuova e ho visto posti meravigliosi,la Sicilia è veramente LA PIU’ BELLA ISOLA DEL MONDO.



Alla prossima avventura :)

complimenti davvero! gran bella "eroica" avventura
pecato sl ke non l'hai potuto affrontare insieme ai tuoi compagni di squadra.. ma in compenso ti sei fatto nuovi amici e compagni di viaggio
BRAVO! :celopiùg:
 

aldoct

Biker serius
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Anche se la tua è stata un'esperienza su strada, sempre su due ruote è; e considerando che chi affronta dei viaggi in mtb dall'asfalto potrebbe sempre passarci, avere delle notizie in proposito è sempre utile. A questo proposito ti chiedo di darci qualche indicazione su come hai risolto il problema delle luci notturne. Un'ultima considerazione: mi confermi che su strada si litiga molto più di quanto non si faccia in mtb.
Saluti
 

aldoct

Biker serius
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Sono in partenza per Auckland. Lì mi faranno trovare una MTB; smaltite le 12 (dodici) ore di fuso dovrei fare qualche giro che ho già preparato. Per il 16 mi hanno invitato ad andare in un Bike Park ( http://www.bikeparks.co.nz/ ), vado a dare un'occhiata; poi farò qualcosa di più educato!
Se siete interessati vi farò sapere.
Saluti
 

L@TTiCiNo

Biker tremendus
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Sono in partenza per Auckland. Lì mi faranno trovare una MTB; smaltite le 12 (dodici) ore di fuso dovrei fare qualche giro che ho già preparato. Per il 16 mi hanno invitato ad andare in un Bike Park ( [url]http://www.bikeparks.co.nz/[/URL] ), vado a dare un'occhiata; poi farò qualcosa di più educato!
Se siete interessati vi farò sapere.
Saluti
certo! racconta... e magari fai ql fotina..
buona vacanza ;-)
 

IL GLANDIATORE

Biker immensus
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Balarm
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Sono in partenza per Auckland. Lì mi faranno trovare una MTB; smaltite le 12 (dodici) ore di fuso dovrei fare qualche giro che ho già preparato. Per il 16 mi hanno invitato ad andare in un Bike Park ( http://www.bikeparks.co.nz/ ), vado a dare un'occhiata; poi farò qualcosa di più educato!
Se siete interessati vi farò sapere.
Saluti[/QUOT

Invidia, ma tanta ammirazione.
Facci sapere!

p.s. il volo quanto lo hai pagato?
 

aldoct

Biker serius
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Non e’ la prima volta che ci vengo; ma e’ la prima volta che ho deciso di dare ampio spazio alle attivita’ all’aria aperta ed alla mountain bike in particolare.
Nello spirito di questa discussione (che ringrazio il nuovo moderatore, cui vanno i migliori auguri di buon lavoro, di aver mantenuto in evidenza), do’ subito qualche consiglio pratico.
La NZ e’ una terra bellissima ed e’ la patria mondiale degli sport; qui potete fare di tutto e difatti tutti fanno di tutto. Le mamme corrono spingendo le carrozzine (!), puoi buttarti giu’ dai ponti legato all’elastico, puoi rotolare giu’ dale colline dentro una palla, fare le rapide dei fiumi e naturalmente puoi fare delle impegnative passeggiate a piedi (anche di alcuni giorni) e, dulcis in fundo, puoi usare anche la bicicletta. Gia’, la bicicletta! Quale bicicletta? Ho scartato subito l’idea di portarmela dall’Italia per i troppi cambi ed il conseguente rischio di smarrimenti e/o danneggiamenti. In un primo momento avevo deciso di affittarla. Arrivato ad Auckland ho pero’ visto che il costo dell’affitto di circa 40 euro al giorno per venti giorni era antieconomico; cosi’ mi hanno aiutato a cercare su “TradeMe” che e’ un sito locale di aste on line ed ho trovato una Marin in ottime condizioni: forse mai usata in fuori strada, freni a disco meccanici, sospensione anteriore, cambio Shimano 24 velocita’, pompa e casco inclusi. Ho partecipato all’asta e me la sono aggiudicata per l’equivalente di 381 euro che conto di recuperare rivendendola alla partenza.
Appena entratone in possesso visto che i pedali sono flat, tolgo le tacchette dalle scarpe e monto al loro posto le toppe, cambio le camere con le autoriparanti portate dall’Italia, pulisco la catena da una quantita’ spropositata di olio denso che il proprietario vi aveva depositato e me la guardo: e’ proprio una bella biciclettina! Certo non e’ quella di casa tua; ma il cambio e’ preciso. Forse il telaio di 17” e’ un po’ piccolo per me, pazienza! Guardo distrattamente le guaine: hanno un decorso strano, ma non approfondisco: e’ arrivato il momento della prova su strada.
Con tutte le cautele del caso dovute alla guida a sinistra, faccio un timido giro. La bici e’ perfetta e capisco anche il perche’ le guaine mi avevano colpito: i freni sono invertiti: il posteriore e’ a sinistra. Chi ha avuto modo di avere a che fare con bici anglosassoni puo’ confermarmi questo dato (ti risulta Davide alias Glandiatore?).
Comunque in NZ i freni sono cosi’, stateci attenti:potreste accorgervene dopo essere arrivati a terra!
Concludo questo primo report anticipando che ho gia’ fatto a piedi il “Tongariro Crossing” (un giro fra crateri e laghi colore smeraldo) ed in MTB la “42^ Traversa” (Km 50 nella foresta) piu’ dei giri quotidiani (tempo permettendo) in questa bellisima citta’ fatta a misura di chi vuole godersi gli sconfinati parchi, sia a piedi sia in bici. E’ questo l’aspetto piu’ imprevedibile di questa esperienza e che merita sicuramente un approfondimento: la possibilita’ di fare dei giri soddisfacenti stando nei limiti di questa estesissima citta’ dal respiro profondo.
Auckland, 28/01/2011
 

Bandw

Biker assatanatus
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Catania
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........ ho gia’ fatto a piedi il “Tongariro Crossing” (un giro fra crateri e laghi colore smeraldo) ............

Ho visto le tue foto su Picasa, un posto davvero notevole e maestoso che in qualche scatto assomiglia molto ad alcuni scorci dell'Etna o-o

Ora aspettiamo le foto in MTB :i-want-t:

P.S. Comunque hai tua la mia più sana invidia
 

aldoct

Biker serius
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Finalmente dispongo nuovamente del mio PC con tastiera italiana: sarà più facile digitare le accentate!
Bandw ha visto le foto appena pubblicate su Picasa ( http://picasaweb.google.com/sciaccaaldo ) sono ancora solo quelle che si riferiscono alla bellissima passeggiata a piedi del Tongariro Crossing. Apparentemente esulano dalla nostra trattazione; invece sono interessanti oltre che dal punto di vista paesaggistico, anche per vedere come la NZ ha fatto del turismo sportivo (e dunque anche di quello in MTB) un’industria nazionale. Due parole dunque riguardanti questo aspetto: il track è in linea, ci prenotiamo alla reception del nostro lodge, il “The Park” (a proposito, per chi fosse interessato all’articolo, in questo lodge la concentrazione femminile è di circa 10 a 1: ragazze da tutto il mondo che da sole od in gruppo girano col loro zaino). Puntualissimo il bus ci viene a prendere l’indomani per accompagnarci, l’autista prima di scendere ci fa le raccomandazioni del caso e ci dà appuntamento all’arrivo: non ci crederete, ma dopo 20 km impegnativi siamo arrivati tutti puntualissimi nel giro di 15 minuti! Abbiamo pagato questo servizio insieme al conto dell’hotel; non mi sono stupito di ciò ma non ho potuto non ricordare come a Piano Provenzana lo skilift “Baby” comportava un pagamento separato rispetto agli altri (l’altro mondo forse siamo noi!).
Veniamo alle foto: noterete che tutto il percorso è segnalatissimo con le passerelle dove i fiumi creano degli acquitrini, e le scalette nei tratti più disagevoli. Ciò ha reso il percorso affrontabile da chi abbia un minimo di allenamento in 8 ore circa: hanno cioè industrializzato una risorsa naturale che per quanto bella, è equiparabile (Laghi Smeraldo a parte) alla nostra Etna (come ha notato Bandw).
Questo aspetto organizzativo si accentua nella pratica di quegli sport, come la MTB, che necessitano di strutture legate alla presenza umana (le strade sterrate od i percorsi che uniscono paesi vicini); vedremo successivamente come in NZ hanno affrontato il problema dell'assenza di strade e cosa è la MTB in NZ.
Auckland, 30/01/2011
 

aldoct

Biker serius
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Dunque la NZ è carente della materia prima per praticare la mtb, cioè è scarsa di strade o tracciati utilizzabili a tal fine; qui non si può dire “Vorrei andare da A a B, vediamo quale percorso fare” bensì “Vorrei andare in mtb, quale strada scelgo?” Cioè i percorsi sono obbligati: nascono per la mtb o per il track e difficilmente sono implementabili; cioè: quello è! Le strade di campagna non esistono per come le intendiamo noi: non hanno da collegare paesi che non ci sono! Quelle esistenti sono per lo più strade di servizio in proprietà private; e qui la proprietà privata è sacra ed inviolabile, tanto da essere evidenziata anche sulle carte topografiche. Dunque per le attività all’aria aperta si creano dei percorsi appositi nella foresta o nel “bush” (la intricatissima foresta nativa). Lo Stato apre la strada, mette i servizi igienici all’inizio ed alla fine del percorso, i cartelli; ma poi, ed è questo l’aspetto stupefacente, sono gli stessi utilizzatori che spontaneamente ne hanno cura: chi va in mtb taglia qualche ramo invadente, chi va in 4X4 si porta i sacchetti di ghiaia per coprire le buche, chi va in enduro cerca di percorrere sempre linee diverse per non creare solchi!! (cose dell’altro mondo, appunto!). La sanzione a carico di chi non lo fa è semplicemente il disprezzo da parte degli altri utilizzatori ed il fatto che la foreste si riprenderebbe prestissimo la strada. Allora: se volete fare del turismo itinerante su due ruote in NZ programmatelo su asfalto e non programmate le soste, a meno che, per rispettarle, non siate disposti a fare spostamenti sotto quantità industriali di pioggia che qui non manca mai. Se invece volete praticare la mtb non vi resta che andare in qualche BikePark o fare qualcuno dei percorsi classici della NZ, ognuno dei quali ha un nome.
Io, visto che stavo nel Tongariro National Park per il “Tongariro Crossing” (vedi il Report 2), ho deciso di fare la 42^ Traversa. Questo percorso è come il viaggio a La Mecca per i musulmani: almeno una volta nella vita ogni mtbbiker neozelandese che si rispetti deve farlo. E’ un percorso di circa 46 Km in linea. Parto dall’Italia che già lo conosco: non mi va di farmi quasi 50 Km da solo in mezzo alla foresta; così dal sito governativo mi sono scaricato la cartina al 50 mila, l’ho georeferenziata su Oziexplorer e ci ho sovrapposto la traccia gps. Per la logistica contatto Ric di “Kiwi mountain bike” che mi dà appuntamento in hotel, evidentemente vuole conoscermi per non avere sorprese. Si presenta puntualissimo e risponde a tutte le mie domande: lui ha altri 3 clienti, ci accompagnerà alla partenza e ci verrà a prendere all’arrivo; non ci accompagna lungo il tragitto ed ognuno è libero di percorrere il track alla velocità che ritiene opportuna.
L’indomani si presenta puntualissimo (manco a dirlo) mi consegna un cellulare col quale lo devo chiamare appena arrivato, andiamo a prendere gli altri, foto di rito alla partenza. Pronti, Via! Subito si staccano i due della coppia, rimango con Sam col quale faccio circa 15 Km ad un ritmo forsennato; poi, in occasione di un guado dove faccio qualche foto, perdo anche lui e mi faccio i restanti 30-35 Km da solo della foresta. Chissà che paura, penserete! Assolutamente no: la NZ ha anche questa fortuna: non ha pericoli, di nessun tipo: non ci sono serpenti, nessun felino, Berlusconi non è mai venuto!
Capisco dopo il perché di tanta foga: il percorso si svolge attraverso una natura prepotente che non lascia spiragli a panorami ed allora il dato importante diventa il tempo di percorrenza: io ho impiegato giusto 5 ore e sono arrivato appena dopo Sam che di foto non ne ha fatte neanche mezza!
All’arrivo ho trovato Ric che aveva appena caricato Sam. Ci riporta indietro; costo circa € 20.
Allego la traccia in KML. Questo è l'indirizzo dell'album fotografico https://picasaweb.google.com/sciaccaaldo
Auckland, 03/02/2011
 

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